Sul numero dello Scarpone di aprile (il mensile pubblicato dal Club Alpino Italiano) si parlerà di…
Il CAI e lo sfruttamento delle acque montane
I primi effetti delle nuove captazioni delle ultime acque libere, osservati soprattutto in montagna, fanno presagire che il valore dei danni ambientali possa superare i benefici energetici ottenibili. La Commissione centrale per la Tutela dell’Ambiente Montano del CAI con la collaborazione della Sezione di Milano organizza sull’argomento un incontro-convegno a Milano il 13 giugno, in cui si farà il punto sul rapporto costi/benefici di questa “corsa all’oro bianco”.
Ecco invece alcuni dei temi trattati sul bimestrale del CAI “La Rivista“ di marzo/aprile:
si inaugura un nuova e ampia rubrica, chiamata “Articolo 1”: uno spazio di riflessione attorno al ruolo del CAI in una società in trasformazione. L’articolo 1 dello Statuto del CAI recita: Il Club alpino italiano (C.A.l.), fondato in Torino nell’anno 1863 per iniziativa di Quntino Sella, libera associazione nazionale, ha per scopo l’alpinismo in ogni sua manifestazione, la conoscenza e Io studio delle montagne, specialmente di quelle italiane, e la difesa del loro ambiente naturale. “Articolo 1” in futuro prenderà via via in considerazione le diverse tematiche inerenti il nostro Sodalizio, in particolare la difesa e conoscenza delle Terre Alte, come espresso dall’articolo 1 dello Statuto.
In questo numero della rubrica “Articolo 1” giornalista Paolo Rumiz, il sociologo Aldo Bonomi, l’economista Luigi Gaido, l’alpinista Fausto De Stefani e lo scrittore Enrico Camanni, si confrontano e presentano le loro risposte al tema delle alleanze e delle sinergie tra città e montagna.
La newsletter completa è disponibile sul sito del CAI.
Vado alla ricerca di oasi, dove il pensiero e i sogni camminano parallelamente.

Mi capita spesso di voler bloccare un sogno, di fermare il tempo. La corda di canapa sale lentamente. Alla sua estremità è legato un vecchio montanaro.
Egli conosce la vita, conosce il mondo, conosce me.
Beppeley
ciao,
non sarebbe male parlare anche del DDL Orsi che tocca tutte le regioni e i parchi Italiani.
ciao!
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Utente anonimo 1: certo che non sarebbe male. Inizi tu a parlarne? Questo, per il momento, è uno spazio di libertà dove chiunque può intervenire e contribuire. Ben venga il tuo pensiero.
Ciao
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Benvengano in ambito CAI questi ragionamenti. finalmente il pachiderma inizia a muoversi.
Gp
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Riguardo le captazioni delle ultime acque libere, esistono degli articoli che approfondiscono l’argomento o riferimenti al DDL, se esiste?
Grazie!
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Di fronte ad un’apertura CAI ed ad una sua presa di posizione, faccio presente che passo indietro e’ stato fatto nel V Forum mondiale dell’acqua svoltosi ad Istanbul in questi giorni.
Rappresentanti di governi, agenzie ed organismi internazionali si sono incontrati per parlare di questioni relative alla sicurezza ed alla disponibilita’ di acqua a livello mondiale.
E non pensiamo che queste problematiche siano solo nei paesi in via di sviluppo ma anche noi, Italiani, come gli altri paesi industrializzati non ne siamo esenti.
Alla fine dei lavori, l’acqua non e’ considerata un diritto mondiale dell’umanita’ ma semplicemente un bisogno, una necessita’.
Serpillo
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dobbiamo lottare con tutte le nostre forze affinché l’acqua rimanga di dominio publico,ormai dovremmo essere convinti che il privato in questo paese non funziona,la frase detta da silvietto
dovremmo capovolgerla.
saluti
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la frase di silvietto era: più privato meno stato.
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