Cosa c’entra il dialogo tra Olmi e Petrini sul ritorno alla terra madre con i Camosci Bianchi? Con la montagna e l’alpinismo?
Chi ha avuto modo di seguire i vari post di questo blog capirà facilmente che i nessi non sono pochi. Noi crediamo profondamente che conquistare una cima, raggiungere un alpeggio o attraversare un passo, non possono essere considerati gesti fini a se stessi. Non ci piace una montagna vista come una palestra, come un luna park. Il luogo montagna nasconde tesori immensi per chi ha voglia di scoprirli. In questo dialogo ritrovo perfettamente quel pensiero, rivolto alla terra e ai suoi uomini, che sovente mi accompagna quando sono in viaggio tra i monti. Perché, come sosteneva Marcel Proust, il vero viaggio di scoperta non consiste nel trovare nuove terre ma nell’avere nuovi occhi.
Come quelli di Olmi e Petrini.
RITORNO ALLA TERRA Repubblica — 28 aprile 2009
Verrà la fame, fame del nutrimento giusto. Verrà il rifiuto dei veleni e dello spreco. Allora il figliol prodigo tornerà alla casa del padre, riscoprirà la Buona Terra e inizierà la resistenza contro l’impero dei consumi e il saccheggio della natura. L’ora è vicina, i segni sono chiari: il sistema sta divorando se stesso, la nave affonda. Ne parlano il leader di Slow Food, Carlo Petrini, e il regista Ermanno Olmi, in un dialogo “biblico”, alla vigilia della prima del film Terra madre, dedicato ai liberi contadini del mondo. Come spiegare che si deve tornare alla terra? OLMI Pensaci. Una donna come la tradisci? Quando la riduci a strumento procreativo. Ma la terra cos’è se non una femmina? Se non ne intendi l’essenza vitale non hai capito niente…La tragedia dell’oggi non è economica, ma filosofica. È ora di tornare all’essenza, alla verità dei bisogni. PETRINI Guarda quanta dignità hanno i contadini dei Paesi poveri…Ci fanno sentire ridicoli…Di fronte a loro ci scopriamo brutti, rumorosi, avvelenati dall’inutile, curvi sui cellulari…Ecco! Dovremmo spiegare bene che oggi tornare alla terra non è più tornare alla miseria…quella abbiamo la tecnologia per evitarla… ma tornare alla dignità, alla bellezza. Sì ma la nobiltà delle mani non è più rappresentata. Sui giornali vedi solo foto di colletti bianchi. PETRINI È una cosa che manda in bestia. Mai un contadino, o un pastore…Si ignorano i segnali nuovi: la moglie di Obama che pianta l’ orto alla Casa Bianca vorrà pur dire qualcosa, no? Molti mangiano la foglia, capiscono che il contadino può essere ricco come un re…più di un manager o di un avvocato. OLMI Ascolta. Mai come ora i colletti bianchi avvertono il vuoto della loro vita, capiscono di aver dilapidato inutilmente…Il modello è al capolinea, il Titanic affonda. Lo sai cosa c’era scritto sulla chiglia del Titanic? “Solo Dio può affondarmi”. E poi… Ma il modello Titanic tiene. Persino la Fao esorta a produrre di più. PETRINI Folle. Spingere l’ economia con i consumi è come dire a un diabetico “fatti una scorpacciata in pasticceria”. Il consumismo ha fallito e va rifiutato su tutti i fronti. La velocità va combattuta con la lentezza, i bisogni inutili con l’austerità, lo spreco con la propensione al riuso…Resistenza dura. OLMI Oggi nei partiti trionfa la parola Libertà. Li-ber-tà. Sai cosa vuol dire? Semplice. Libertà di riprendere un modello clamorosamente fallito. Libertà di rifare il Titanic. Libertà di consumare, sprecare, avvelenare. Stesse in me, fonderei un partito della povertà, intesa come riduzione dei consumi. Non condanna, ma conquista. Non è facile capire. Siamo troppo avvelenati. OLMI Tranquillo. Verrà la fame, e allora capiremo…La fame, intendo, del nutrimento giusto…Pensa alla parabola del figliol
prodigo. Di che si nutriva? Ghiande per porci. E noi? Uguale. Merendine, cibi con additivi. Porcherie. Nel nostro intestino il cibo non fermenta più, ma va in putrefazione, e così gli stessi che ci avvelenano ci fanno spendere in medicine per calmare i gonfiori…Ci sveglieremo quando capiremo che dietro la nostra fame c’è una tremenda nostalgia di qualità. Allora il Padre verrà e ci farà assaggiare il vitello grasso…e vedrai, sarà meraviglioso. Come organizzare la resistenza? PETRINI Roma ci ha messo secoli ad affondare…Gli imperatori disponevano, giudicavano, emanavano editti, ma il controllo sul territorio veniva meno. E così, anarchicamente, nascevano delle pievi, con regole loro. Ecco, noi viviamo un momento simile. Come Roma, il totalitarismo globale crolla ma continua a comandare. E allora si resiste costruendo nuove pievi, nuclei di solidarietà basati non sull’utilità o il piacere, ma sul buono e sul giusto. Comunità dell’etica. OLMI La strategia giusta non è lo scontro frontale e nemmeno la guerriglia. È ignorare i colpevoli, staccarsi da loro. Rendersi estranei al loro progetto. Aiutare il figliol prodigo a farsi un suo orto, a mettergli sotto il lavandino aceto e cenere al posto dei veleni, a non comprare surgelati. Guarda il mio giardino: ha un orto di otto metri quadrati e non so come smaltire la roba… Mah. Gli italiani, se potessero,
riempirebbero la terra di capannoni. OLMI Difatti viviamo una crisi di civiltà prima che una crisi economica. I valori, non i numeri sono sbagliati. Chi dice che la crisi o il superamento della crisi si misura in cifre non ha capito un tubo. Perché ha fallito Marx? Perché ha creduto che l’ economia facesse la civiltà. Ora facciamo lo stesso errore. Non capiamo che il nostro mondo, negli ultimi duemila anni, ha espresso un’unica rivoluzione: quella di Cristo. Cristo, sottolineo, non la Chiesa di oggi. PETRINI È chiaro, serve un nuovo umanesimo. Viviamo tre crisi simultanee: climatica, energetica, finanziaria. Ma tutte hanno un’unica causa: l’avidità. Un nuovo umanesimo. In pratica cosa vuol dire? PETRINI Ritorno a un’austera anarchia, con le comunità che decidono da sole…La Terra è anarchica per natura, rifiuta scelte calate dall’alto…al punto che persino Slow Food deve combattere la tentazione di voler fare sempre il bene degli altri… Mah, questa moltitudine di Ong in circolazione non va bene, non va bene… Il rischio è che sia tardi. Troppi veleni. PETRINI Nooo! Il Tamigi sembrava morto, e guarda com’ è oggi… La Bormida era una cloacae si sta riprendendo. La terra è come con l’animo umano. Quando è distrutto di cosa ha bisogno? Tempo cura, manutenzione…Esattamente ciò che il nostro mondo ha bandito. OLMI Non posso dimenticarlo. Lavoravo con Renzo Piano al recupero della Falk a Sesto San Giovanni e a un tratto mi sono accorto che sulla terra
avvelenata da un secolo di industrializzazione crescevano piante…Anche lì, capisci? La natura ha una capacità mostruosa di rigenerarsi. Basta lasciarla in pace. Avete mai sbattuto il muso contro il potere? OLMI Con i latifondisti di ieri potevi scontrarti. Con quelli di oggi no. Non sono persone, sono fantasmi. Non sai chi c’è dietro. Banche, crimine, politica, chiese, lobby…Mah. Se li attacchi non rispondono. Vandana Shiva ne fa nomi e cognomi, li accusa di essere criminali, e non succede nulla. Un muro di gomma. PETRINI Gli arroganti della terra non hanno bisogno di uccidere. Gli bastano i media per diffondere apatia, disimpegno, l’idea che ogni resistenza è velleitaria. Il dramma è che lo pensa anche certa sinistra, e questo è sconcio…Un tradimento…proprio loro, i miei compagni di strada… Come rappresentare oggi l’agricoltura? OLMI Nel film Terramadre si racconta di Ernesto, un contadino veneto vissuto in perfetta autarchia e assoluta solitudine fino alla morte. Dieta biblica senza carne, solo prodotti della sua terra. Certo, non è un modello da imitare. Ma da meditare sì. Lui ci ha consegnato un francobollo di terra biblica in mezzo a capannoni e culture intensive. Mostrare la bellezza di quel luogo è sconvolgente. Fa capire come siamo caduti in basso. PETRINI Non credo che Ernesto abbia pensato ai posteri. Quello che conta è che ci abbia consegnato questo laboratorio unico… Non hai un’idea di come quel luogo sia diverso da ciò che lo circonda. Altro odore, altra forma, altra geometria…Una meraviglia. Che dite della banca dei semi alle isole Svalbard? OLMI Quel luogo non è una conquista, è una tragedia. Questo dicono le immagini, senza bisogno di commento. All’inaugurazione il commissario Ue Barroso parla di “giardino dell’ Eden congelato”. Ma ti rendi conto? Quello è il posto dove gli arroganti della terra vanno a mettere la vita al riparo dal collasso che essi stessi producono! Monsanto, Coca-Cola, Bill Gates… PETRINI Le Svalbard, un monumento all’arroganza e alla stupidità. Hanno scelto il posto per via del freddo, no? Bene, che hanno fatto? Un caveau nella roccia, quando anche gli asini sanno sotto terra la temperatura sale….Così hanno dovuto mettere refrigeratori…Pensa che demenza…I semi non si tombano, si fanno vivere nella gratuità e nello scambio… Intanto loro si appropriano dei semi e dell’acqua. OLMI Vedrai! Finirà che ci scambieremo le sementi di nascosto come i libri proibiti. Sarà il modo di frantumare il loro potere. Non vedo altra rivolta possibile. Guardi questo alberello che nasce. E’ un melo. Viene dal seme di una mela regalatami da un bambino di una scuola lombarda che faceva l’orto di classe. L’ho piantato e ora cresce. Può esserci segno più bello? “Ci sveglieremo quando capiremo che dietro la nostra fame c’è nostalgia di qualità” – PAOLO RUMIZ
Non posso che essere d’accordo.
A fronte della drammatica insistenza con cui si invita a produrre e consumare, perché il sistema cigola e si imballa, il primo passo da fare è… non fare alcun passo, ma fermarsi un attimo, a ragionare, a respirare, a guardarsi attorno e chiedersi dove stiamo andando e cosa vogliamo fare del nostro futuro. Le risposte non sono semplici. Ma, almeno, iniziamo a farci le domande giuste.
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c’è chi critica petrini e slowfood per vari motivi… ma io ero all’inaugurazione di Terra Madre, ho sentito i discorsi dei vari delegati ed ammetto di essermi emozionata, commossa, di aver pensato: “c’è ancora speranza se oggi questa gente è qui, se possiamo parlare tutti insieme di questi temi”
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Si puo’ dire che la meravigliosa complessita’ della vita e’ racchiusa in un piccolo seme?
E che certi uomini hanno l’odiosa capacita’ di pensare di essere in grado di manipolare tutto?
La vita e’ terribile. E’ lei che ci governa, non noi che la governiamo (O.Wilde).
Serpillo
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@blacksheep77: puoi dirci qualcosa sulle critiche a slowfood? Mi illumini?
Grazie
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@#4: vedi per esempio quello che scrivono i miei amici Corsari del gusto (http://www.corsaridelgusto.eu/wp/ e siti collegati), che ritengono comunque SF una cosa d’elite (sto semplificando al massimo il loro pensiero) e che comunque annulla parte dell’individualità del contadino produttore.
sarebbe un lungo discorso da fare…
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Eggià ma non solo. C’è anche da considerare che è facile parlare di dignità e dei contadino dei paesoi poveri…Tutto condivisibile ma, a nostro giudizio, sterile! Cosa produce? Emozioni? Va bene, ma finiscono quando ci si sveglia.
Vogliamo, invece, tirare fuori le unghie e difendere il NOSTRO territorio? La provincia di Cuneo, dove risiede il Guru, è, ahimè, teatro di tante contraddizioni che vanno dall’inquinamento di liquami zootecnici delle falde, dei fiumi e delle bialere; dalla proliferazione di impianti per il biogas e solari totalente in mano alla speculazione del incentivo…e mi fermo qui.
Giudicate voi.
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