Uscire dal déjà vu

Le motivazioni che ci spingono a fare escursionismo possono essere diverse l’una dall’altra perché ognuna di essa è l’espressione del movimento della nostra anima e del nostro corpo nel nostro ambiente. L’espressione della nostra voglia di libertà e della nostra voglia irrefrenabile di vagabondare, di conoscere e di aprire la nostra mente a ciò che è diverso e lontano anni luce dalle logiche della quotidianità che elabora incessantemente la città come centro.

Possiamo, per esempio, col nostro movimento, raggiungere un bivacco incastonato alle pendici di una montagna da favola e sostare davanti alla potenza del creato che ti fa mancare il fiato, che ti paralizza  facendoti sorgere mille domande, mille perché, immersi in un silenzio cosmico…

…mentre attendi l’oscurità, baciata da un’infinità di stelle, per poi, a tua insaputa, risvegliarti in compagnia di due giovani stambecchi che ti aspettano davanti alla porta per dirti:

“Buongiorno. Benvenuto sul pianeta Terra”…

Oppure possiamo desiderare di farci accogliere da un rifugio lassù, oltre le nuvole, a 2600 metri di quota, per poi scoprire di ritrovarci a scrutare i nostri sogni al di là le vette, al di là del cielo, e quelli degli uomini e delle donne che solo fino a ieri hanno cercato qualcosa qui, tra rocce e ghiacci… tra vette e pareti…

Magari, un giorno, mentre siamo alla ricerca di una cima agognata, ci capiterà di fermarci un attimo, per tirare fuori dallo zaino la borraccia e, mentre beviamo un sorso d’acqua, potremo ammirare tanta armonia e perfezione.

Forse solo qualche ora prima abbandonavamo il labirinto di cemento della città ma qui poi rimaniamo letteralmente storditi ed interdetti da questa composizione quasi poetica tra architettura e paesaggio. La domanda arriva come un Treno ad Alta Velocità: “Ma chi erano questi montanari?” .

Una scossa nella mia mente, come il nostro TAV, arriva nel mio cervello dalle parole di Annibale Salsa:

L’escursionismo può essere interpretato e vissuto allora come una nuova espressione di “esistenzialismo” per le sue implicazioni filosofiche e vitalistiche e per quel comune prefisso “es” (dal latino ex = ex-currere/ex-sistere) che rimanda all’esigenza di uscire dal déja vu (andar-fuori/stare fuori) verso orizzonti di autenticità […] “

Uscire dal déja vu

Forse, grazie a questo escursionismo, la nostra anima quasi si specchia in quest’acqua cristallina.

Lungo gli itinerari delle nostre montagne possiamo anche inseguire tracce di spiritualità, impronte lasciate dagli uomini che hanno abitato questi luoghi così severi e difficili, prima affidando agli dei la loro anima taurina e poi al nostro Dio, affinché potessero trovare conforto e consolazione….

Oppure l‘escursionismo può proiettarci verso orizzonti di autenticità dove intravedere una mole enorme di ghiaccio, proprio laggiù, nel fondovalle, che curva per poi spingersi verso la pianura…

 …preparando, lungo le ere geologiche, attraverso migliaia di anni di attriti, lo sbarco dell’uomo in queste valli fantastiche…

C’è solo un modo per capire: mettersi in cammino.

Voglia di comprendere tramite la fatica che ci chiede la montagna, lasciando la nostra mente viaggiare liberamente. Lasciandola finalmente respirare.

[…] rimanda all’esigenza di uscire dal déja vu (andar-fuori/stare fuori) verso orizzonti di autenticità […]

Queste parole fluiscono leggere tra i miei pensieri…

Anche questo è escursionismo…andare alla ricerca, tra terra e cielo, lungo un itinerario da perdere la testa, dei nostri orizzonti di autenticità.

Escursionisti lo si è tutto l’anno direbbe il mio amico Pier Mario Migliore…

Non si può resistere alla tentazione di scoprire e capire il nostro mondo. Capirlo vuol dire comprendere un po’ di più la nostra umanità attraverso il nostro incessante respiro…lungo gli infiniti battiti del nostro cuore…

 Anche immergendosi nella solitudine, circondati da panorami immensi.

 Per poi incontrarsi sotto un sole caldo, felici, in compagnia di splendidi amici, tra bellissime montagne…

L’escursionismo può aprirci la mente verso una conoscenza più approfondita dello stretto rapporto tra uomo e natura, che ha contraddistinto da sempre la vita su questo Pianeta, spingendoci verso quel confine perduto che separa il mondo selvatico dal mondo domestico…

Oppure possiamo tentare per un attimo di mettere da parte l’uomo e provare così ad  immaginare come poteva essere un ambiente naturale intatto, senza alcun intervento umano che ne modificasse lo stato originario. E allora un Parco ci attende anche per un’escursione che, come una lama, ci penetra nel profondo della nostra mente…

Alberi accolti dalla loro terra, lasciati lì come se l’uomo non abitasse questo mondo…

…per poi ritornare ad incontrare le donne e gli uomini che vivono nelle montagne e che della vita di alpeggio ne fanno ancora uno scopo fondamentale della loro esistenza se non addirittura la loro principale necessità economica…

E poi, perché non farci attirare dal cielo che incombe sopra di noi, da quelle linee che dal fondovalle ci spingono ad incontrarne i vertici, lassù dove si sentono cantare gli angeli? Il richiamo della vetta ci proietta a conoscere i nostri limiti, a lottare contro le nostre paure, con il desiderio di innalzarci dalle cose terrene per finalmente immaginare un altro uomo che, forse, già sogna altre cime, perse in quell’universo adagiato proprio qui sopra di noi, che sembra si possa quasi toccare con mano..

Camminare ci riconduce a noi, alla nostra umanità, percependo appieno i nostri limiti e dialogando con essi per il tramite della natura che non è più un oggetto al di fuori di un finestrino di un’auto o emanata dallo schermo di un televisore.

Il sudore ci informa che qui siamo in sintonia. Non possiamo evitare di percepire l’ambiente intorno che viene incontro a noi per poi sentirlo appiccicarsi sulla nostra pelle e nella nostra anima.

Durante un’escursione possiamo solo richiamare la nostra forza di volontà, la nostra resistenza e la solidarietà dei nostri compagni di viaggio.

Ma un’escursione è anche un modo per incontrare altri compagni di escursione: quelli che condividono con noi questo mondo.

 Un vero viaggio di scoperta non è cercare nuove terre ma avere nuovi occhi.

(Marcel Proust)

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Vi informo che la Sezione C.A.I. UGET Torino, sotto l’egida della Commissione Centrale per l’Escursionismo del C.A.I., organizza un corso base di escursionismo rivolto alle persone che intendono conoscere o approfondire le tematiche dell’escursionismo in generale. Tale Corso tratterà gli aspetti teorico-pratici riguardanti l’attività escursionistica nel suo complesso al fine di percorrere in sicurezza sentieri escursionistici (difficoltà E) senza dimenticare il delicato equilibrio dell’ambiente montano.

Qui sotto trovate le informazioni sul Corso (documenti in formato pdf):

Per qualsiasi altro chiarimento in merito, non esitate a contattare il CAI Uget (trovate i riferimenti all’interno della locandina) oppure a fare richiesta direttamente tramite i “commenti” di questo post.

Vi aspettiamo per fare insieme un viaggio meraviglioso.

6 pensieri riguardo “Uscire dal déjà vu

  1. Intrigante… quasi quasi mi metto in cammino, se non fosse che oggi ho già battuto la montagna sopra corio alla ricerca di sorgenti da campionare. Denti di cane, primule, caprioli ed un cervo. Quando capita di conuigare lavoro e natura.

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    1. Grazie gp, spero presto di combinare insieme una bella escursione… E’ da tempo che la mia curiosità ecursionistica si sta facendo sedurre dagli angoli alpini della Val Soana e dintorni… Ho un paio di guide escursionistiche di Blatto-Zavatta che fanno venire la voglia di partire…

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  2. Il camminare attiva ed amplifica i nostri cinque sensi.
    La ricchezza e’ che ogni percorso e’ mai uguale a quello fatto precedentemente.

    Serpillo1

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