Ci siamo seccati

Crediti: TAM (Convegno “Energia dall’acqua in montagna: costi e benefici” )

Fiumi senz’acqua. Segnalateci i prelievi idrici eccessivi da fiumi e torrenti

Non sto parlando di corsi d’acqua che scorrono in Africa ma di una campagna promossa da Legambiente e CIPRA Italia, Dislivelli e Pro Natura al fine di monitorare lo stato di salute di fiumi e torrenti alpini.

Sempre piu’ spesso si vedono, in estate, fiumi e torrenti in secca. Le cause sono da imputare ai prelievi per l’agricoltura, per la produzione idroelettica e solo  in piccola parte alla carenza di precipitazioni.

Foto estrapolata dalla presentazione TAM  in merito al Convegno “ENERGIA DALL’ACQUA IN MONTAGNA: COSTI E BENEFICI”. Qui il link e qui il post dove ne avevamo già parlato.

Non sempre vengono rispettate le leggi che prescrivono il rilascio di un certo quantitativo d’acqua (D.M.V.) a valle delle derivazioni irrigue o idroelettriche.

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La Pereuva

Alpe Parona 1696 m

Grazie all’ultimo numero del notiziario Barmes News (il n. 38) scopro l’origine di un toponimo presente sulle carte escursionistiche della Val d’Ala, che sicuramente molti frequentatori della zona avranno avuto occasione di accorgersene durante la loro consultazione, per programmare un’uscita all’ombra dell’Uja di Mondrone.

Il toponimo in questione è “Parona” e lo si incontra percorrendo la GTA (la Gran Traversata delle Alpi) nel tratto che dalla borgata Molera (1458 m – fraz. di Ala di Stura) porta fino al Colle di Trione (2498 m), passando per il suggestivo Lago Vasuero (2237 m). Dal Colle poi si può proseguire per scendere fino in Val Grande di Lanzo verso Migliere (1054 m – frazione di Groscavallo), sempre lungo la GTA.

Con questo esempio di toponimo criptico (vero e proprio fossile come sovente capita di incontrarne nelle Alpi), Ariela Robetto, autrice di libri ed articoli molto interessanti e ricchi di spunti culturali sulle Valli di Lanzo, ci parla di una pietra particolare che ci attende proprio sulla GTA. E’ così che possiamo capire, grazie alla sua straordinaria capacità narrativa, che anche stando fermi ad osservare, possiamo fare un escursionismo davvero estremo, lungo il tempo e lo spazio.

Spero che il racconto di Ariela Robetto vi faccia sorgere una sana curiosità escursionistica verso quel luogo adagiato misteriosamente sul versante solatio della Val d’Ala (senza perdervi poi l’Alpe Pian Prà, distante pochi minuti di marcia da Parona, dove il panorama è davvero stupendo).

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La conquista della Bessanese

La Bessanese vista dal Vallone della Lombarda (versante SSO)

Nel 2007 è stato commemorato il centocinquantenario delle prime salite delle più importanti vette delle Valli di Lanzo ad opera di Antonio Tonini, ingegnere del catasto sabaudo, che le ha conquistate nel 1857. Tra le cime più rilevanti rientrano l’Uja di Ciamarella (3676 m, la montagna più alta della Valli di Lanzo), l’Uja di Bessanese, l’Uja di Mondrone, la Croce Rossa, il Monte Collerin e molto probabilmente anche la Levanna Orientale, in Val Grande di Lanzo,  sebbene non si hanno notizie precise in merito.

Stamattina scopro dal quotidiano “La Stampa” che si sta girando proprio un film sulla Bessanese, dove Tonini ha lasciato il suo “segnale” sud. Qui l’articolo intitolato “La conquista della Bessanese diventa un film” ma in verità, al di là del titolo, la trama non parla di Antonio Tonini e delle sue imprese  compiute agli albori dell’alpinismo quando il CAI non era ancora stato fondato, nemmeno quello inglese.

La notizia, in verità, era già stata data dal settimanale “il Risveglio” il 16 maggio scorso grazie ad un articolo di Gianni Castagneri. Continua a leggere “La conquista della Bessanese”

Piste o peste?

Nell’ormai lontano anno 1994, Pro Natura Torino pubblicava un libretto, scritto da Balocco, Gubetti e Perotto, che riportava una riflessione sul problema delle strade agricole e forestali di montagna, come recita il sottotitolo.

Riporto qui la premessa (il grassetto è mio), giusto per aggiungere un punto di vista al problema delle sterrate percorse dai mezzi motorizzati (vedere il post Il limite nel Vallone d’Ovarda e seguenti).

“Le giuste ambizioni di sviluppo dei territori montani rimangono, salvo rare eccezioni, indissolubilmente legate all’apertura di nuove strade. Gli amministratori locali, in adesione al nesso atavico strade-progresso, chiedono strade per avere progresso. Di conseguenza la maggior parte degli interventi a favore della montagna si concretizza in opere viarie.

Ma i benefici per la montagna sono realmente adeguati all’entità dei finanziamenti dispensati? Noi ne dubitiamo, infatti le imprese costruttrici provengono quasi sempre dalla pianura; i finanziamenti si avviano quindi al fondovalle, e in montagna rimangono le opere. Nulla da eccepire sull’utilità di collegare i centri abitati con una buona rete stradale, ma, almeno per alcune delle strade o piste della viabilità minore, riteniamo sia doveroso interrogarsi sull’utilità effettiva dei manufatti che rimangono in montagna a fronte di cospicui finanziamenti. Ciò che rimane sono alcuni chilometri di pista sconnessa e sassosa, sommariamente rifinita – dal destino quanto mai incerto al sopraggiungere delle piogge stagionali – che si inerpica fino ad un alpeggio ancora encomiabilmente utilizzato; ma condotto come? e con quali prospettive? fino a quando? realmente beneficiato dalla strada? o forse le centinaia di milioni (il costo delle piste si aggira sui 100-200 milioni al km) avrebbero potuto essere utilizzate in modo più utile e proficuo per il margaro? Continua a leggere “Piste o peste?”

Le Camminate Spirituali

Si può “incontrare” la propria anima, il proprio spirito, anche senza dover salire a tutti i costi con il SUV  fino all’Alpe d’Ovarda.

Ma per maneggiare questa “materia” così eterea e sfuggevole, ma anche così desiderosa di esprimersi nella natura che le ha dato la vita, abbiamo bisogno di lasciare in pianura le tensioni di chi ci “comanda” quotidianamente di superare i nostri limiti, di fare sempre di più, di correre come dei pazzi per andare non si sa dove.

Allora perché per una volta non “mollare gli ormeggi” e lasciarci trasportare nel nostro mondo guidati dalla nostra anima? Per andare dove lei desidera?

Dalla newsletter del Circolo dei Lettori apprendo di questa interessante iniziativa che si terrà a settembre in occasione di Torino Spiritualità:

Le Camminate Spirituali

Otto percorsi condotti da guide d’eccezione tra le valli piemontesi, per incrociare strade e sentieri, intrecciare parole e voci, riallacciare memorie e sguardi. Progetto speciale dell’edizione 2012 di Torino Spiritualità, le Camminate Spirituali, in programma sabato 22 e domenica 23 settembre, riprendono l’antica idea di pellegrinaggio in chiave laica e aconfessionale, mettendo in viaggio corpi e menti alla scoperta di straordinari paesaggi naturali e delle storie che sanno raccontare.

Ad accompagnare il cammino dei pellegrini sono Enrico Brizzi, Pino Petruzzelli, Giuseppe Cederna, Enrico Camanni, Carlo Grande, Marco Pozzi, Davide Longo, Giacomo Agazzini, Roberto Fresia, Helga Niederwald, Gabriella Brun, Valentina Porcellana: scrittori, antropologi, alpinisti, musicisti che costruiranno una strada tutta da percorrere fatta di reading, performance, racconti e musiche sui luoghi e l’arte del camminare.

Le Camminate Spirituali sono realizzate in collaborazione con Torino e le Alpi, un progetto a cura di Dislivelli con la collaborazione del Museo Nazionale della Montagna e della Compagnia di San Paolo.

Tutte le info le trovate qui: www.circololettori.it/index.php?evt[event-viewEvent]&id=716

4 settimane a 3000 metri

La foto del 20 giugno del ghiacciaio Ciardoney (Alpi Graie, Piemonte)…

Ghiacciao Ciardoney 22.06.2012
Il ghiacciao Ciardoney a 2850 metri di quota – webcam del 20 giugno 2012

… e quella del 21 luglio:

Il ghiacciao Ciardoney a 2850 metri di quota – webcam del 21 luglio 2012

Come da tempo ci spiegano i climatologi, l’ambiente dell’alta quota è un ottimo rilevatore dei cambiamenti climatici in atto. “Vedere per credere“, adesso si può, anche senza essere provetti alpinisti ma stando comodamente seduti davanti al pc.

In pianura c’è l’afa, qualche corso d’acqua che soffre e condizionatori a gogò. In montagna spariscono i ghiacciai e la vegetazione alpina emigra verso quote superiori.

E la fauna alpina? Come risponderà a tali mutamenti ?

E l’uomo?

www.nimbus.it/moncalieri/ciardoney/ciardoney.asp

Cima Ròsta e Cima Loit

Forse vi ricordate del post Tera dla nei, tera dli prà e poi quello su i camosci del Pian delle Masche

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L’idea di fare questa escursione è nata  proprio così, grazie al sito Chambra d’oc, ad una domenica uggiosa e a qualche ricerca topografica. Non è sufficiente però avere qualche buono spunto, magari culturale, per fare un buon escursionismo: è quasi indispensabile avere delle ottime informazioni ed una altrettanto ottima relazione, sulla zona che abbiamo scelto, e allora una buona guida escursionistica può davvero darci la “carica” per esplorare nuovi territori alpini. Continua a leggere “Cima Ròsta e Cima Loit”

Società alpina e cultura del limite

Sovente in questo blog ho parlato della cultura del limte. Dove è rinvenibile tale cultura, quando per esempio siamo tra i monti, magari durante un’escursione che attraversa zone di pascolo?

“Quello del pascolo alpino è un esempio efficace per comprendere il concetto di limite ambientale. Un appezzamento di un ettaro in media può ospitare e soddisfare le esigenze di 1.7 capi (capacità di carico): se sono di più, il pascolo si danneggia e l’anno dopo non sarà più in grado di sostenere alcun animale. Millenni di esperienza (ed errori) hanno portato le popolazioni alpine a confrontarsi con uno sfruttamento oculato delle magre possibilità del territorio. Questa è forse tra le più grandi acquisizioni di consapevolezza dell’umanità, che oggi è stata mascherata dalla disponibilità di energia fossile e dall’importazione di cibo e materie prime da luoghi lontani. Oggi, in un contesto tecnologico e sociale completamente mutato, questa consapevolezza deve riemergere, al fine di evitare quegli abusi che possono portare al collasso dei sistemi ambientali e delle civiltà.”

«Una vacca in più mantenuta nell’inverno salva una famiglia dall’orrore della fame, ma per avere il fieno per mantenerla, bisogna raccoglierlo fra le balze ed esporsi alla morte».

GIACOMO POLLINI, 1896

Tratto da “Saperi Alpini: un cairn verso un futuro rinnovabile” 2007 – Regione Autonoma Valle d’Aosta e Società Meteorologica Subalpina.

Le esperienze del passato, coniugate in chiave moderna, possono diventare una valida guida per affrontare i futuri problemi ambientali ed energetici.

Documento scaricabile qui: www.nimbus.it/biblioteca/Download_pubblicazioni/donwload.htm

ABC Acqua Bene Comune Belluno

Ho ricevuto questo appello del Comitato Bellunese Acqua Bene Comune da un caro amico: Marcia contro la centrale in Valle del Mis.

Fino a quando non verrà rispettata la dignità della montagna?

Stanno distruggendo la Valle del Mis. Una bellezza senza tempo.

Quello che la natura e l’acqua hanno creato in migliaia di anni, rischia di essere distrutto per sempre.

Dove prima c’era un torrente, con i suoi salti, i suoi rivoli, le sue pozze, ora stanno mettendo un tubo, diritto, sempre uguale a se stesso. Freddo, artificiale. Dove prima c’erano sassi, oggi c’è cemento.

Un’intera valle ingannata, da uomini in giacca e cravatta. Valigette piene di interessi in cambio di un Patrimonio Mondiale dell’Umanità. Un’intera valle svenduta, umiliata, derubata. Predatori senza scrupoli ce la stanno portando via. Con violenza. Armati di braccia meccaniche.

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Grazie Marzia!

Storie di pascolo vagante

Proprio prima di salire in alpeggio ho letto e commentato un post sul blog degli amici Camoscibianchi. L’argomento era quello della presenza di mezzi motorizzati “turistici” sulle piste agro-silvo-pastorali di montagna. La discussione è stata molto sentita, ad oggi vi sono già 30 commenti…

La mia posizione in merito non l’ho mai nascosta a nessuno. Io ho utilizzato e continuo ad utilizzare tali piste con scopi diversi. L’ho fatto a piedi, da escursionista, poi in MTB, sempre per piacere e per svago, quindi in fuoristrada per motivi di lavoro, studio e ricerca. Da qualche anno per lo più ne usufruisco come “alpigiano”, se ho la fortuna di essere in un alpeggio raggiungibile con una pista. Prendete la strada sopra, Val Pellice, salita all’Alpe Bancet. Anche se di difficile percorrenza, una vera manna per la famiglia che montica lassù. A quelle quote la stagione è breve, avere la strada…

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Idee e prospettive nelle Valli di Lanzo

Segnalo due notizie importanti:

foto di Anette

Concorso di idee “I giovani muovono la montagna: Idee per vivere la Comunità Montana Valli di Lanzo, Ceronda e Casternone ”

Il concorso e’ un’iniziativa del Piano Locale Giovani 2012 (PLG) della Provincia di Torino, di cui la Comunità Montana Valli di Lanzo, Ceronda e Casternone e la Cooperativa Crisalide sono i referenti locali.

I comuni che aderiscono al Piano Locale Giovani della Comunità Montana Valli di Lanzo, Ceronda e Casternone sono:

Ala di Stura, Balangero, Balme, Cafasse, Cantoira, Ceres, Chialamberto, Coassolo Torinese, Corio, Germagnano, Groscavallo, Lanzo Torinese, Lemie, Mezzenile, Monastero di Lanzo, Pessinetto, Traves, Usseglio, Vallo Torinese, Varisella, Viù.

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Bandiera nera

Bandiera nera per il Piemonte

Dalle strade sterrate di montagna del post precedente alle bandiere di Legambiente, il passo è davvero breve, giusto quello rappresentato da qualche clic su Internet grazie ai quali sono venuto a conoscenza, con perfetto timing (manco a farlo apposta), dell’edizione 2012 di “Carovana delle Alpi” promossa da Legambiente Piemonte e Valle d’Aosta (comunicato stampa del 12 luglio):

“Sono pronte le bandiere verdi e nere che Legambiente consegnerà da qui a ottobre sull’arco alpino italiano per premiare chi si è adoperato per la valorizzazione e la difesa delle località montane e denunciare situazioni di degrado e cementificazione. Parte venerdì, in Val Vannino – Formazza (Verbania), il tour della Carovana delle Alpi, la campagna di Legambiente che monitora lo stato di salute delle Alpi con un ricco calendario di iniziative ed eventi che dureranno fino a ottobre.”

 Altre info: www.legambientepiemonte.it/carovana.htm

In particolare, per quanto attiene alla rete sentieristica e alle strade a fondo naturale della nostra Regione, Legambiente evidenzia che:

SENTIERI Mancano adeguati provvedimenti legislativi volti a vietare la circolazione dei mezzi motorizzati di qualsivoglia tipo per fini ludici, ricreativi e sportivi sui sentieri, sulle mulattiere e sui tratturi in ogni periodo dell’anno, con la conseguenza che la circolazione dei mezzi motorizzati sulle strade a fondo naturale impatta profondamente sull’ambiente naturale e sull’ecosistema. La convivenza di pedoni, ciclisti e motociclisti su sentieri, mulattiere e tratturi è difficilmente praticabile, se non impossibile, con la conseguenza che laddove fosse permessa la circolazione dei mezzi motorizzati, i sentieri sarebbero abbandonati dai pedoni e dai ciclisti con il rischio di un gravissimo danno economico per le aree montane.

Le altre criticità del Piemonte (fiumi, eliski, parchi e fauna alpina) sono rintracciabili in questo documento in pdf (a pagina 9), dove si trovano anche tutte le bandiere assegnate alle regioni dell’Arco Alpino:

 www.legambientepiemonte.it/doc/Dossier%20Bandiere%202012.pdf

Home page della Carovana delle Alpi: www.legambiente.it/contenuti/campagne/la-carovana-delle-alpi-2012

Il limite nel Vallone d’Ovarda

Il traffico “fuori strada”, sia estivo (4×4, quad, trial), sia invernale (motoslitte) e dei voli a scopo turistico (eliski) e commerciale è in aumento

Ho commentato con grande entusiasmo il lavoro svolto dai volontari del CAI di Lanzo (leggete il post “Pulizia e manutenzione dei sentieri” del 4 luglio scorso) lungo il sentiero dei laghi d’Ovarda (Val di Viù), di cui l’amico paologiac fa parte, ma credo sia corretto fare qualche doverosa osservazione perché stiamo trattando della fruizione turistica della Alpi.

In questo caso si parla di ambienti di montagna (e non di luna park) che si trovano ad alta quota e che sono raggiungibili con mezzi motorizzati da chiunque e non solo da chi deve trasportare materiale per fare gli interventi di manutenzione della Rete del Patrimonio Escursionistico della Regione Piemonte.

Ho conosciuto l’incantevole Vallone d’Ovarda durante un’escursione a fine dicembre del 2006 lasciando l’auto ad Inversigni (1266 m – frazione di Lemie), dove termina il tratto asfaltato. Paologiac ci ha raccontato che per “attaccare” il sentiero che porta ai laghi d’Ovarda in estate si può percorre una strada sterrata di circa 10 chilometri di lunghezza. Ho chiesto direttamente a lui, via mail, se per caso quella strada è accessibile con i mezzi motorizzati a chiunque oppure se vige un qualche divieto di percorribilità (ai volontari del Cai, per la manutenzione dei sentieri, è generalmente data l’autorizzazione a percorrere le strade a fondo naturale, che sono chiuse al traffico, al solo scopo di facilitare il trasporto dei materiali). Continua a leggere “Il limite nel Vallone d’Ovarda”

L’Oasi di Rigoni Stern

Nell’ambito delle celebrazioni per i novant’anni del Parco Nazionale del Gran Paradiso, domenica 15 luglio, grazie agli Amici del Gran Paradiso, nascerà in Valle Soana, al Pian dell’Azaria, un’ «Oasi» dedicata al grande uomo e scrittore Mario Rigoni Stern.

Nel maggio del 1940 gli fu ordinato dai suoi ufficiali di recarsi a Campiglia, in Val Soana, per fare l’istruttore di roccia dei suoi  alpini. Aveva diciotto anni.

Qui l’articolo che avevo letto su “La Stampa” e da cui estrapolo una sua frase:

Quando ero libero dal corso di roccia andavo su al Pian dell’Azaria: per me quel luogo è sempre stato il più bello del mondo. I prati fioriti, il torrente ricco di trote e i camosci che avevano da poco partorito con i piccoli che scivolavano sulle chiazze di neve dei pendii. Poi c’era la maestrina… “.

Se si va al Santuario di San Besso (2019 m), prima di prenderne la deviazione, vale la pena raggiungere il Pian dell’Azaria (1575 m) percorrendo la strada reale di caccia. Continua a leggere “L’Oasi di Rigoni Stern”

Musica nel bosco (terza edizione)

La terza edizione di Musica nel Bosco, rassegna di quattro concerti notturni di musica classica, nella magica cornice di un bosco di frassini e faggi. A contatto con il buio, il silenzio, la terra e immersi nei profumi della natura, con una possente parete di roccia come sfondo.

Indispensabili una pila e scarpe robuste, utile un plaid.

Sabato 7 luglio alle ore 21 il primo concerto di Musica nel Bosco a Groscavallo: RANDOM CLARINET QUARTET, con Erik Masera (clarinetto), Simone Cremona (clarinetto e clarinetto piccolo), Diego Losero (clarinetto e corno di bassetto), Francesco Morando (clarinetto basso).

I concerti notturni si svolgono in un bosco che si raggiunge facilmente in pochi minuti dalla provinciale. Continua a leggere “Musica nel bosco (terza edizione)”