Eco-opportunismo?

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Le moto sono una risorsa per la montagna?

E’ nato tutto per caso da un tweet del 28 giugno scorso fatto dal C.A.I. sezione Ligure con il quale ha condiviso in rete il seguente articolo comparso sul quotidiano La Stampa e che riporto qui di seguito.

I sentieri delle Cinque Terre salvati dagli enduristi

Gli enduristi sono una risorsa preziosa. È il caso delle Cinque Terre, dove si offrono di pulire sentieri lasciati nel degrado.

I quotidiani locali e nazionali hanno negli scorsi giorni denunciato lo stato di abbandono e incuria in cui versano diversi sentieri che fanno parte dell’Alta Via. Parliamo delle Cinque Terre, nello specifico dei percorsi sopra Levanto. Il CAI e il Parco delle Cinque Terre hanno promesso interventi rapidi di bonifica dei sentieri. Ancora più rapida e apprezzabile è stata la risposta degli enduristi locali, che hanno offerto il loro aiuto su base volontaria per ripulire i sentieri.

Il Comitato Regionale Ligure della Federazione Motociclistica Italiana ha fatto notare come l’enduro dal 1992 sia considerato una pratica quasi abusiva in regione.

Marco Marcellino, presidente del Comitato Regionale Ligure: “La Regione Liguria regolamenta il settore con una legge del 1992. Noi motociclisti siamo quasi considerati abusivi. Chiediamo di essere riconosciuti come interlocutori e di non essere presi in giro come accade quando puliamo i sentieri per le gare e poi vediamo che altri enti come il CAI ricevono finanziamenti pubblici al contrario nostro, e ne approfittano per piazzare i propri segna-via”.

La messa al bando dell’enduro ha di fatto posto le basi per la chiusura dei sentieri. Durante la stagione invernale non ci sono praticanti che li percorrano al di fuori degli enduristi, la cui presenza si rivela quindi utile per mantenere percorribili centinaia di chilometri di splendidi tracciati montani. Anche le province di Parma e Piacenza rischiano di vedere compromessa l’agibilità di numerosi bellissimi sentieri dai discutibili provvedimenti filoambientalisti.

L’enduro rappresenta una risorsa economica preziosa per i piccoli centri dell’Appennino. E la sua pratica preserva l’accessibilità di sentieri altrimenti destinati a essere dimenticati.

Redazione (Moto.it) – In collaborazione con Moto.it

Qui l’articolo de La Stampa.

Approfondendo e commentando la notizia con il sig. Maurizio Cattani (Presidente della sezione C.A.I di La Spezia nonché membro del Gruppo Lavoro Sentieri della CCE-CAI ) la realtà sembra un’altra.

Nella loro provincia e nelle Cinque Terre hanno percorso, inventariato, numerato e georeferenziato ben 1700 km di sentieri. Ricordo che l’operato del C.A.I. è fatto a titolo di volontariato. E’ una passione straordinaria che attiva la voglia di faticare per rendere fruibile la montagna agli escursionisti. Non di certo ai trialisti.

Attivi non solo sui sentieri, presto organizzeranno un convegno proprio su questo tema.

Qui un estratto della Legge Regionale “REL” sui sentieri che toglie ogni dubbio: è vietato andare in moto su sentieri inseriti nella carta inventario della rete escursionistica della Liguria e sono previste delle sanzioni amministrative.

Seguirà risposta a questo articolo.

La profondità del solco delle moto in discesa dal Monte Tamone (dir. NW – Valle Grana)

Ennesima provocazione? La voglia di rendere i sentieri agibili è identica ma il fine no.

Vi immaginate, sia sull’Appennino che sulle Alpi, la fine della tranquillità per gli animali e per l’uomo, il danneggiamento dei prati, dei sentieri, delle mulattiere e delle strade sterrate?

Mi sembra ridicolo tentare di favorire lo sviluppo (?) economico dei piccoli comuni montani con il rombare dei motori e puntando sull’enduro.

L’ambiente montano è un ecosistema fragile e delicato ma oltremodo importante per la nostra vita.

Mai sentito parlare di turismo lento? Di riscoperta delle tradizioni, della cultura e della natura? Di un nostro ritmo di vita meno frenetico? Di migliorare le condizioni della montagna per poterla abitare tutto l’anno?

Le gare ed i percorsi di enduro portano forse soldi ai comuni mentre gli escursionisti invece non sono apprezzabili da questo punto di vista?

Ma escursionismo non fa rima con turismo?

Non intendo demonizzare le due/quattroruote che in verità possono migliorare il lavoro e la vita dei margari in alpeggio.

Qui un’interessante presentazione in formato pfd sulla frequentazione motorizzata della montagna, preparata dalla CITAM-PV, e il conseguente impatto ambientale.

Forse, prima di sparare certe idioizie, sarebbe il caso (come in tanti alti ambiti della vita italiana) di prendere coscienza dei problemi affidandosi prioritariamente a coloro che osservano e studiano l’ambiente con scienza.

43 pensieri riguardo “Eco-opportunismo?

  1. Il problema è come sempre il come. Vado in moto da una vita, per me guidare una due ruote è un piacere straordinario. Vado in montagna da più tempo di quanto vada in moto, la amo con tutto me stesso e amo la sua pace. Vado in mountain bike da qualche anno, mi piace come si mescolano i due aspetti. In realtà, in tutte queste (belle, a parer mio) pratiche, si presentano degli estremi che possono essere dannosi. Se andare in moto su qualche sentiero fosse solo un modo diverso di percorrerlo, con rispetto, attenzione e cura che male ci sarebbe? Nessuno, ma chi lo fa ormai quasi sempre lo interpreta come un fettucciato di gara: sgasate, derapate, impennate, velocità…modalità che danneggiano pesantemente il sottobosco e i sentieri e possono risultare persicolose per gli altri escursionisti/ciclisti/motociclisti. D’altra parte “l’integralismo” del trekker “voi non capite quanto me della montagna, io solo ne condivido lo spirito”, sfiora dei livelli veramente esasperanti e francamente ridicoli: la montagna (soprattutto l’appenino ligure) nasce antropizzata, la storia dei suoi boschi è la storia dell’uomo che ne ha plasmato confini e consistenza (pensate solo ai castagneti), per cui il discorso “dell’armonia con il wild” e bla bla bla, mi sembra davvero fuori luogo. Terzo…la mtb…ideale diremmo, per chi vuole pace e due ruote insieme. Falso: anche qui la disciplina si sta rapidamente estremizzando. E allora caschi integrali, salti di due metri, discese ripidissime con annesse derapate che scavano sentieri rendendoli poi mangiabili dall’acqua in maniera terrificante, in più non facendo neppure rumore gli escursionisti sono doppiamente a rischio per questi bolidi che sfrecciano a 50 all’ora nei boschi. Esiste, per tutto una via di mezzo. Come dicevano i Romani “in medio stat virtus”. Io non demonizzerei nessuno….ma sensibilizzare e capire che il rispetto è dovuto da parte di tutti e che tutto è possibile se fatto in maniera civile è doveroso e potrebbe far maturare un atteggiamento diverso e più costruttivo da parte di tutte le associazioni, FIM compresa.

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    1. Buon pomeriggio jakemontanari,

      Non ho intenzione, con questo post, di demonizzare persone ed abitudini: espongo solo un fatto che desidererei facesse riflettere. Agli altri i commenti.. possibilmente costruttivi 😉

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      1. Il problema, come dice jack montanari, sta a mio avviso nel trovare il giusto mezzo. Ci si può arrivare ragionando per contesti e cerchi concentrici. Quanta e quale “quota parte” dell’ambiente montano (e ci faccio rientrare anche gli Appennini fino alla Sicilia) è possibile fruire come pedoni/ciclisti/motoristi senza compormissioni irreparabili dell’ecosistema? Due moto in una valle stretta come la Val d’Ala si sentono e “rompono” da un versante all’altro, dieci moto in una serie di giogaie e convalli quali la foresta di Camaldoli (la cito perchè la conosco, si accettano altri esempi fuori dai parchi nazionali) magari passano inosservate o quasi. Questo in generale. Sul tono della lettera da “Salvatori della patria” degli enduristi liguri direi che ha detto molto già serpillo nelle ultime due righe del suo post. Se c’è una legge, va rispettata, punto e basta. Se ci sembra sbagliata, lavoriamo per convincere “gli altri” sul perchè della nostra differente visione. Le regole, in un paese civile, sono queste. Che poi questo sia un paese civile comincio ad avere i miei dubbi…

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        1. A me sembra che questa che stiamo vivendo sia un’epoca in cui dobbiamo fare il possibile (e l’impossibile) per mettere in pratica la cultura del limite.

          Iniziamo con tenere i motori (con tutte le loro scie di inquinanti dannosi per l’ambiente e il clima) lontanti dalle montagne. Bastano le strade asfaltate per fare danni.

          La cultura del limite fa bene al cervello e al Pianeta intero (compresi ai suoi abitanti).

          Quanto riportato qui sotto dovrebbe convincerci sulla bontà della cultura del limite:
          http://www.nimbus.it/articoli/2013/130927rapportoIPCC.htm

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        2. …scusa, dimenticavo… personalmente (nel frattempo) in città uso mezzi pubblici, bici e piedi per andare al lavoro.

          Ognuno faccia la sua parte.

          La montagna non è un luna park.

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  2. Non vedo possibilità di compromessi riguardo le moto sui sentieri.
    La montagna, giustamente, è di tutti: enduristi ed escursionisti.
    L’importante è che tutti la frequentino rispettando l’ambiente naturale, senza inquinarlo di rifiuti e di rumori innaturali. Quindi, enduristi ed escursionisti possono entrambi frequentare la montagna, nello stesso e unico modo possibile: a piedi! e forse in bicicletta, usata però nel modo appropriato. Se gli enduristi non accettano questa condizione, vadano da un’altra parte!

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    1. …rientrano nella categoria dei “motorizzati” anche i quaddisti, elicotteristi, fuoristradisti e tutti gli entusiasti del mondo motorizzato.

      Grazie.

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  3. Salve, allora andate dai contadini delle nostre montagne e proibite anche a loro di andare in moto poi vediamo i commenti ma il latte lo porta no loro a spalle e non voi! Perchè non scrivete un articolo sull immondizia che si incontra in montagna? Io continuo a trovare sentieri rovinati da mucche e pecore perché non fate in articolo sulla rovina dei sentieri? Articoli e foto di spazzatura fazzoletti non se no sono mai visti! Ma per favore!!

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    1. Io non ho niente contro e anzi sostengo il diritto di contadini, pastori, gestori di rifugi e di chiunque ne abbia bisogno di spostarsi in moto o con altri mezzi per seguire la sua attività. Nego invece assolutamente il diritto di utilizzare questi mezzi in montagna solo per divertimento. Chi sta bene solo se sente un motore sotto il sedere e il suo rumore nelle orecchie, mi dispiace ma non ha capito niente della montagna ed è fuori posto in un luogo che esprime ed ispira tutt’altro. Vada quindi da un’altra parte!

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    2. Salve Stefano, forse ti e’ sfuggito il terz’ultimo paragrafo del mio post :

      “Non intendo demonizzare le due/quattroruote che in verità possono migliorare il lavoro e la vita dei margari in alpeggio”

      ed aggiungo il Soccorso Alpino e chi in montagna ci lavora.

      Comunque non sono io che proibisco ma c’e’ una legge!

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      1. si si lo so,purtroppo però c’è sempre qualcuno che si lamenta o per il cane o cacciatore e che cavolo.. il motoalpinismo esiste da anni quindi è inutile che questi 4 bambocci che vengono dalla bassa si mettono a scrivere di qua e di la,se per il rumore allora aspetteremo che escano le moto elettriche! 🙂 invece a me da fastidio che c’è gente morta di fame che si alza alle 4 di mattina alla ricerca di funghi con le pile! signori di problemi ne esistono tanti! a ottobre si svolge la manifestazione a piazza brembana trial, la gente arriva da tutt italia gli alberghi si riempiono i soldi entrano! ci sono alcuni piloti scorrettissimi, si li sono d’accordo a fare un verbale!

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  4. 20130928-423Noi non proibiamo proprio niente. Si parla di leggi e del loro mancato rispetto.

    Se poi non ci fossero le leggi a proibire l’accesso ai mezzi motorizzati, saremmo sempre e comunque contrari a chi va sui sentieri con moto, quad, triali, fuoristrada e tutto l’arsenale di mezzi motorizzati oggi esistente.

    Se vuoi leggere un post dove ho parlato anche dell’immondizia in montagna, leggi questo post con molta attenzione (dovresti accorgertene che sto parlando dell’immondizia):

    https://camoscibianchi.wordpress.com/2012/08/08/nel-vallone-di-unghiasse/

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  5. Segnalo il post di blacksheep77 che narra la montagna in autunno:

    http://pascolovagante.wordpress.com/2013/10/02/quasi-piu-nessuno/

    Riporto uno stralcio di questo post sul passaggio delle moto:

    “..D’autunno passa meno gente e, di solito, quella che c’è la montagna la conosce meglio. E’ un turista più attento, più consapevole, un appassionato che capisce e apprezza le sfumature, cerca quella stessa pace e tranquillità di cui gode il pastore in questi giorni. Poi c’è la spiacevole eccezione anche nella bella giornata, con un gruppo di motociclisti rumorosi che arrivano facendo rombare i motori e spaventando il gregge appena uscito dal recinto per avviarsi pigramente verso il pascolo. Per fortuna (bontà loro) si fermano e spengono il motore (a differenza di altri prepotenti passati nei mesi precedenti), attendono che il pastore faccia spostare il gregge dal sentiero, ma appena ripartono (tagliando su per i pascoli con qualche difficoltà) gli animali si spaventano e tornano indietro precipitosamente. So che l’argomento scatenerà la solita polemica, ma io non amo queste persone che, infrangendo la legge, scorrazzano sui sentieri di montagna (e, spesso, anche al di fuori di essi). Inoltre le loro moto (senza targa leggibile) non erano leggere moto da trial, ma mezzi più pesanti e rumorosi che hanno scavato un profondo solco nella parte terminale del sentiero per raggiungere il colle e divallare, senza per fortuna ritornare a infrangere la quiete dei pascoli..”

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  6. Buongiorno, sono 10 anni che vado in moto nei boschi, indisturbato.
    Sapete perchè? Perchè tutto, parlando specificatamente del Piemonte, è VIETATO…
    Da parte nostra, escursionisti su ruote, saremmo ben contenti di usufruire solamente di alcuni sentieri autorizzati, lasciando agli altri escursionisti il resto del sentieri.
    Ma questo, finquando le altre categorie (chiamiamole ambientaliste) non vorranno sentir ragioni, non sarà mai possibile. Per questo, posso girare indisturbato.
    Certo, giro in posti dove in anni mai ho incontrato trekker, ne’ tanto meno ciclisti o persone a cavallo. Quindi, posti per noi ne esistono.
    Ho la sensazione che in molti non siano infastiditi dai motori sui sentieri, bensì da’IDEA dei motori sui sentieri.
    Ponessimo questa discussione a bambini di prima elementare sapete cosa risponderebbero?
    “Un po’ ciascuno non fa male a nessuno”

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    1. si poi gli ambientalisti sono i signori che lasciano costruire i mega palazzi a foppolo!! ma come fanno a lasciate i permessi? semplice con i soldi, parlano di napoli ma mi sa che anche qua le cose funzionano così!!

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  7. Mi dispiace, non funziona il “se nessuno mi vede allora faccio bene”. Perché comunque questo rimane un “male”. Io provo a dire: quando sei nel bosco con la tua moto, prova a spegnerla un momento e ascolta quello che succede: silenzio? il suono del vento? ll rumore di un ramo che si muove? il ruscello che gorgoglia? i passi veloci di una lucertola? Prova poi a riavviare la moto … che cosa senti ora? solo la tua moto. Tutto il resto è scomparso, soffocato da quel rumore innaturale, tra tutti gli altri rumori invece naturali. Ecco, questo dovrebbe bastare a farti capire che quella moto lì non ci deve stare, che è fuori posto. Che per colpa sua (e tua) ti perdi qualcosa di meraviglioso. Non solo, impedisci a un altro di goderne e peggio ancora, turbi e spaventi gli esseri animali che di quel mondo sono i padroni. Non ti basta?

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  8. Mi dispiace, ma la vostra interpretazione di “boschi e montagne”
    finisce dove cominciano le mie.
    Continuo a dire che potremmo convivere su sentieri diversi, mi rispondete di no.
    Bene, continuerò ad andare dove mi pare e piace.
    Vi faccio un esempio: se il sig. Sirchia, con la sua legge antifumo avesse potuto vietar
    di fumare anche nelle abitazioni, probabilmente l’avrebbe fatto. Poi però si sarà detto “Già ma poi come faccio a controllare i trasgressori?” E così ha desistito.
    Ora, a che serve vietare il fuoristrada in un intera regione se poi non si può controllare?
    Non converrebbe regolamentar meglio la disciplina e poter vigilare meglio sui divieti?
    Mi fanno piacere le sensazioni che lei prova nel silenzio dei boschi, sono le stesse che provo
    anch’io quando vado a piedi. E non solo mi intimorirebbe l’incrocio di una moto, anzi son anche intimorito dalle bici!
    L’enduro è come la prostituzione, si può regolamentare ma non si può eliminare.
    Difatti dopo 31 anni di legge 32/82 ancora ci si lamenta delle moto sui sentieri.

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    1. Ciao Marco, il tuo discorso “sono 10 anni che vado in moto nei boschi, indisturbato.
      Sapete perchè? Perchè tutto, parlando specificatamente del Piemonte, è VIETATO…” mi fa venire alla mente quei personaggi politici che nel tempo hanno detto “Ci sono troppe tasse? Allora è giusto non pagarle!”. E, per quello che ne so, è un ragionamento tutto italiano. E mi fa schifo…
      Ma qualcuno mi spiega perché non dobbiamo rispettare la legge anche se non capiamo il motivo del fatto per cui sia stata scritta e messa in pratica? Come si fa a parlare di libertà nel fare una cosa se sono il primo a non rispettare la libertà di tutti che, piaccia o non piaccia, è regolata da una legge!! Perché non rispettare queste leggi? Pensiamo di saperne più noi di quelli che le hanno scritte?
      Riporto in merito al discorso della libertà un pezzo tratto da un libro di Corrado Augias “Il disagio della libertà”: …Proprio agli occhi dei molti visitatori stranieri, il nostro appare come uno dei paesi dove la libertà abbonda, in certi casi straripa. Molti costruiscono una casa dove sarebbe (sarebbe, condizionale) proibito, molti saltano i semafori perché si annoiano di aspettare che la luce diventi verde, molti non pagano le tasse perché quei soldi è meglio tenerseli, molti parcheggiano dove viene più comodo perché tanto è questione di un minuto, molti piantano enormi cartelloni pubblicitari anche dove rappresentano un pericolo per la circolazione, molti gettano i rifiuti sulla strada, sulla spiaggia, insomma dove capita. Non sono questa altrettante manifestazioni di libertà? Una libertà addirittura sconfinata, come tale sconosciuta ad altri europei?….”. (Il libro continua non certo lodando questi comportamenti…).
      Permettimi ma io a comportarmi così non mi sentirei libero. Mi sentirei un poveraccio.
      Inoltre hai scritto: “Ora a che serve vietare il fuoristrada in un’intera regione se poi non si può controllare? Non converrebbe regolamentar meglio la disciplina e poter meglio vigilare sui divieti?”. Quello che scrivi ahimè è vero ma ci rendiamo conto della gravità culturale in cui ci troviamo? Io mi comporto pensando che se c’è una legge la devo rispettare con o senza il poliziotto che mi sta a controllare. Non c’è il gatto e i topi allora ballano. Ecco perché l’Italia si trova in queste condizioni…
      In merito all’esistenza di questa legge se n’era già parlato in un post di qualche mese fa dove si sottolineava il fatto che ci siano diverse evidenze che il transito delle motociclette possa causare problemi più o meno seri all’ambiente montano. Magari non nell’arco di una settimana ma nell’arco degli anni sì! Non vedo perché non si debba dare credito alle persone che negli anni, nei decenni hanno studiato l’ambiente ed hanno evidenziato le problematiche che possono interessarlo e non vedo perché non si debba andare nella direzione di tutela dell’ambiente. Alcune categorie (chiamiamole ambientaliste, come dici tu) non sono formate altro che da persone normali (come dico io) che hanno capito che io, i miei vicini, la mia città ed anche tu, viviamo nell’ambiente, consumiamo prodotti ambientali, ci costruiamo i mobili con l’ambiente, andiamo in vacanza nell’ambiente, utilizziamo risorse ambientali per mandare avanti la tua macchina (come la mia del resto!) e la tua moto.
      Oltre all’aspetto dell’infrazione della legge pensiamo anche a questo!

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      1. Grandi riflessioni che sono sicuramente anomale per un cittadino italiano. Riflessioni che condivido in pieno.

        Come sostienti tu, le leggi in Italia non sono considerate un “bene” collettivo (per quanto non siano sempre buone leggi) ma semplicemente degli ostacoli che impediscono di farsi gli affaracci propri (che sovente corrispondono ad emerite porcate e l’attualità è traboccante di esempi vergognosi).

        Ti ringrazio per aver espresso un commento che personalmente trovo estremamente civile, cosa oltremodo rara in questo Paese.

        Capisco perfettamente che non sia sempre facile rispettare le leggi, ma tentare di sforzarsi a capirne la fondamentale funzione, affinché un popolo riesca a convivere civilmente sotto lo stesso tetto, è un passaggio fondamentale nella crescita di un individuo.

        La vera crescita che manca in questo Paese è culturale, morale e civile.

        Poi quella economica verrà di conseguenza perché noi italiani non siamo stupidi.

        Siamo solo un po’ rozzi e incivili.

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      2. Ahooo’ ma siete de coccio!
        Per quanto una legge regionale lo impedisca, il codice della strada mi consente il transito.
        Augias parla di troppa libertà? Giusto, difatti parlo di regolamentare e non liberalizzare.
        Vado in posti dove in 10 anni mai ho incrociato anima viva (umana) ma i camosci bianchi son infastiditi lo stesso. I sentieri non sono stati fatti dal buon Dio, ma dall’uomo quindi non sono “naturali”. Flora? Mai pestato un fiore. Animali? Se un muflone vi ha riferito di essere spaventato dai motori, a me invece una marmotta ha confidato che gli animali non sono stupidi e sanno che le moto non sono pericolose. I bracconieri invece si.
        Come ho sempre pensato, non provoco un fastidio a voi come persone, ma solo alle vostre idee: avendo quindi le mie, problemi non ce ne sono.
        Estremizzando il discorso ambientale, anche le flatulenze inquinano, vogliamo tapparci tutti il deretano?
        Nella convinzione di aver sposato la giusta causa, ritenete giusto aver l’ultima parola.Contenti voi.
        La prossima volta che leggerò questo sito sarà tra 20 anni, ed ancora si parlerà di moto sui sentieri.
        Mi congedo, sabato vado in moto.

        Buon proseguimento.

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        1. Ragazzi, lasciamo perdere, a quanto vedo è impossibile fara capire queste cose a un motociclista. Speriamo che incappi almeno in un controllo e che capisca con le cattive quello a cui non arriva con il cervello!

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        2. La Legge Regionale sull’Escursionismo (Legge n. 12/2010) all’art. 16 dice che:

          4. I sentieri e le mulattiere inclusi nella rete regionale non possono essere individuati dai comuni per l’attività dei mezzi motorizzati anche in deroga alla legislazione vigente.

          5.I percorsi escursionistici compresi nella rete regionale non possono essere destinati alla pratica del “downhill”, né possono rientrare nelle aree destinate a “bike park”.

          Cosa c’entra il codice della strada?

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          1. Ma buongiorno!

            Codice della strada nazionale,

            art 1 Comma 1 punto 48

            48) Sentiero (o Mulattiera o Tratturo): strada a fondo naturale formatasi per effetto del passaggio di pedoni o di animali.

            Ecco qua l’inghippo…. per la legge italiana è una STRADA.
            Ripeto ciò che ho scritto ieri… io sono sì sanzionabile di verbale in Piemonte ma,
            se decidessi di anticipare dei soldi, prendere un avvocato etc etc… appellandomi alla legge italiana ho ottime probabilità di vincere il ricorso.
            Ma allora, se una multa mi viene data e poi mi viene tolta…. sono innocente o sono un “malvagio” ??? Malvagio secondo la legge, non secondo l’etica altrui.
            Se invece ad inizio sentiero vi è apposto, come previsto dalla legge, il cartello di divieto di transito, sono in torto.

            Cmq il giorno che prendo una multa, come auguratomi, vi farò poi sapere come andrà a finire. Voi siete ligi alle leggi Regionali, io mi affido alle legge italiana.

            Saluti.

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        3. Tratto da un articolo di Luna Nuova (http://www.lunanuova.it/news/427197/Stop-ai-motori-sui-sentieri-di-montagna.html): “..Sotto il profilo giuridico il codice della strada non autorizza la circolazione delle moto sui sentieri. L’articolo 2 definisce “strada” l’area ad uso pubblico destinata alla circolazione dei pedoni, dei veicoli e degli animali. Sentiero, mulattiera o tratturo è la strada a fondo naturale formatasi per effetto del passaggio di pedoni o di animali. La qualifica in termini di strada del sentiero non implica che i mezzi motorizzati possano circolare su di esso: per il codice della strada è strada anche l’autostrada dove è pacifico il divieto di circolazione ai pedoni. La disciplina della fruizione sportiva, ricreativa, culturale e ludica delle strade a fondo naturale, in quanto materia turistica è quindi competenza legislativa regionale.”
          Come infatti si evince anche da altre fonti di informazione, NON esiste una legge nazionale che regolamenti il transito delle motociclette e veicoli su sentieri e similari. La competenza E’ delle regioni. Ecco perché ogni Regione scrive la legge che preferisce e non c’è una legge regionale che vada contro a quella nazionale dal momento che quest’ultima non esiste.
          Alla luce anche di queste ultime comunicazioni ribadisco ulteriormente quanto detto da me nel mio intervento sul blog e quanto scritto da tutti gli altri.
          Dietro consiglio di Franco Berto mi sa che concludo qui la discussione…
          Buon giro in moto per sabato e buona trasgressione delle leggi!

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          1. Grazie mille martellot per il tuo preciso ed importante contributo.

            Abbiamo così chiarito la competenza della Legge regionale (del Piemonte) 2 novembre 1982, n. 32 che all’Art. 11 prevede che:

            “Su tutto il territorio regionale è vietato compiere, con mezzi motorizzati, percorsi fuoristrada.
            Tale divieto è esteso anche ai sentieri di montagna e alle mulattiere, nonché alle piste e strade forestali che sono segnalate ai sensi della legge regionale 12 agosto 1981, n. 27.”

            A questa norma si aggiunge quella della Legge regionale sull’Escursionismo (Legge n. 12/2010), in particolare l’art. 4.:

            “I sentieri e le mulattiere inclusi nella rete regionale non possono essere individuati dai comuni per l’attività dei mezzi motorizzati anche in deroga alla legislazione vigente.”

            http://arianna.consiglioregionale.piemonte.it/ariaint/TESTO?LAYOUT=PRESENTAZIONE&TIPODOC=LEGGI&LEGGE=12&LEGGEANNO=2010

            Si tratta semplicemente di rispettare la legge.

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          2. Buonasera cari, intervengo solo adesso che sono via per lavoro e quindi ho modo di leggere e pensare con calma. Vorrei puntualizzare alcune cose:
            – se a marco “basta” un cavillo, una convinzione, un parere legale perchè, in cuore suo, si senta libero di scorazzare per i sentieri in moto, non sarà leggendo i post di questo blog che si convincerà del contrario. E allora gli auguro buona vita e buon divertimento
            – se invece, facendo quel che fa e non incontrando nessuno che glielo proibisce, allora è fermamente convinto di essere nel giusto, qui non ci siamo. Sullo stesso filone di pensiero io potrei trasformamii – o già essere – un serial killer così bravo da non farmi scoprire da nessuno. Più prosaicamente e più drammaticamente, potrei noleggiare una carretta del mare, riempirla di scorie nucleari e affondarla nel golfo di genova, oltre le 12 miglia dalla costa. Nessuno mi vede, nessuno mi dice niente e quindi è tutto ok.
            Andando oltre nel ragionamento… se ci sono le leggi, punto primo vanno rispettate e, punto ancor più importante ma spesso ignorato, se ci sono è perchè qualcuno ha ravvisato la necessità che ci fossero, per scopi di tutela, di salvaguardia, di protezione (e non mi parlate di leggi ad personam riferite ai sentieri per non cadere nel ridicolo).
            Non vorrei che si confondesse la libertà con il libero arbitrio: entrambi i concetti derivano da “libero”, ma seguono strade ben diverse. Libertà fa rima con vincolo, che ci piaccia o no. Libero arbitrio… arrivateci voi. Ed io preferisco essere libero in un mondo di liberi – ognuno vincolato alla libertà altrui – piuttosto che assoggettare altri al mio libero arbitrio, ed essere a mia volta oggetto dell’arbitrio altrui.
            Per concludere: che ne sai, marco, di chi ha più paura la marmotta, se del bracconiere o del motoiciclista? e’ sempre colpa degli altri, vero? a fare i conti senza l’oste sono sempre tutti bravi…
            Se poi ritieni di ritornare su questo blog tra 20 anni, o anche mai, o anche subito, vedi tu: nessuno ti obbliga. Certo, forse siamo un po’ autoreferenti, e allora? Ci piacciamo così. Altri hanno difetti peggiori, e buona vita anche a loro.

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  9. Se l’enduro è come la prostituzione, ossia una cosa schifosa e ignobile (un po’ “tirato” come paragone, ma ci può stare), allora parché volerla continuare a praticare “dove pare e piace”? Perché diverte? Anche la prostituzione diverte, ma dopo (immagino) ci si sente, se si ha una sensibilità, una m….

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  10. La si pratica dove pare e piace, con buona pace di benpensanti e bigotti, proprio perchè
    non ci sono regole realistiche, ed è impossibile eliminarla.
    Per me la cosa giusta sarebbe la regolamentazione (attenzione, sto dicendo regolamentare, non liberalizzare) ossia sentieri autorizzati e sentieri vietati.
    Per voi la cosa giusta è l’eliminazione.
    Risultato? Io in moto vado dove voglio.. e tanti saluti.

    Tornando al titolo della discussione… eco-opportunismo…. avete seguito le vicende
    del CAI e della REER in Emilia Romagna? Ecco… secondo voi era un discorso (da parte del CAI) economico o di etica? Dal vostro punto di vista, in Emilia son tutti pazzi?

    Buona serata.
    Adoro la natura.

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  11. Gli italiani, per come sono, andrebbero dovunque anche in presenza di una regolamentazione.
    Ecco perché l’unica, secondo me, sarebbe un serio e severo controllo, magari a campione (non si può presidiare tutta la rete sentieristica) ma con sanzioni severissime (sequestro del mezzo + ritiro della patente + elevata sanzione pecuniaria).
    E non è vero che non sia possibile, visto che all’estero questo avviene.
    Vivo con la speranza che una nuova classe dirigente onesta, sensibile e preparata intervenga in questo senso. Nell’attesa, io che amo la natura (e pertanto la rispetto passandole accanto nel silenzio) sopporto la vista indecente di un endurista e cerco – con la pena addosso – di girare gli occhi altrove.
    Grazie per il “benpensante” e “bigotto”. Fossimo tutti così … che bello che sarebbe vivere in questo pianeta!

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  12. Mi creda, le posso assicurare che la stragrande maggioranza di noi sarebbe ben disposta
    a transitare solo su sentieri autorizzati e basta.
    Ora, mi permetto di aggiungere l’ultima cosa: ma voi sapete i primi articoli del codice della strada
    italiano? Lo sapete che i sentieri sono “strade” ? Mentre per fuoristrada si intendono “prati”?
    Con questo voglio dire che la legge regionale piemontese è, semplicemente, in contrasto con la legge nazionale. Sapete che vuol dire ciò? Significa che se prendo una multa nei boschi e successivamente faccio ricorso appellandomi al codice stradale… vinco il ricorso.
    Che poi pagare una multa (che personalmente non ho mai preso) costi molto meno che fare un ricorso è un altro discorso. O meglio, aumentare le multe stimolerebbe senz’altro i ricorsi.
    Quindi, in realtà, transitare su un sentiero con un mezzo motorizzato è sì vietato in Piemonte,
    ma la legge italiana me lo consente. Che vogliate crederci o meno, è così.
    Per quanto riguarda il comportamento, vi do’ ragione se incrociando un motociclista quest’ultimo vi ignora ed anzi accelera passandovi accanto, è giusto che vi “incazziate”, ma se invece rallenta e vi saluta… lo trovate così terribile? Non vi sta offendendo, forse offende le vostre idee che come detto prima, finiscono dove iniziano le idee altrui.

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    1. Questa conversazione sta andando già troppo avanti e mi sembra senza sbocchi. Volevo quindi abbandonarla ma mi preme chiarire ancora una cosa.
      Il mio gentile interlocutore cerca di giustificare la pratica dell’enduro (anche) con il diritto di ciascuno ad esercitare la propria libertà. Stimabile il concetto, però non considera che la libertà non può che essere finalizzata a ciò che è buono e non a ciò che è malvagio. Ora, con tutti i limiti insiti nella nostra legge, essa oggettivamente proibisce la pratica del “fuoristrada” e invece tutela (o cerca di tutelare) l’ambiente naturale favorendo le pratiche ad esso compatibili (come il trekking a piedi). Quindi, se non basta la sensibilità individuale (e aggiungerei anche il buon senso), abbiamo la legge che definisce come buona una cosa e malvagia un’altra. La libertà individuale non si può spingere a consentire un’attività che è negativa per il bene della società (e anche dell’ambiente). Se così non fosse, si dovrebbero consentire i comportamenti più dichiaratamente criminali (furto, rapina, spaccio di droga, omicidio) proprio perché potrebbero essere definiti come l’espressione di una libertà (o di un’idea di libertà) che non deve essere soffocata da altre libertà (altre idee di libertà). Mi sembra ovvio che così non può essere, e così non si può giustificare il “fuoristrada” se non in contesti o situazioni particolari e non generalizzabili, almeno nel nostro Paese.
      Non spero di aver convinto il mio interlocutore, mi piacerebbe però che capisse che non è tutto relativo e/o soggettivo. La sua libertà non gli consente di fare tutto, come non lo consente a me. Mi piacerebbe che cominciasse a riflettere sul fatto che – forse – con il suo comportamento lede dei diritti più ampi del suo divertimento.
      Questo, per quanto può servire.
      Viva la montagna!

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  13. Ho letto con attenzione tutti vostri commenti ed ho lasciato correre le vostre idee.

    Negli interventi compaiono parole come: leggi, scelta, rispetto, montagna, ambiente, memoria, modi di vivere, libertà.

    Sarei curiosa di sapere che pensieri ha scaturito l’ultimo post “Le ali della libertà su Punta del Rous”.

    Anche qui si parla di scelta, rispetto, ambiente, montagna, memoria, modi di vivere, libertà.

    Manca la parola moto però ..

    Grazie.

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  14. Grazie a Beppeley e a Ventefioca per i loro interessanti commenti.
    Prima che qualcuno affermi ancora che la legge regionale possa andare contro una presunta legge nazionale, ecco un link del Bollettino ufficiale dove si parla appunto dell’argomento (se ne parla in tutte le 10 pagine ma in particolare nella seconda pagina in alto): http://www.regione.piemonte.it/governo/bollettino/abbonati/2010/13/attach/circolare06_tutamb.pdf.
    Il link del bollettino ufficiale 13/2010 dove è stato “preso” il documento è il seguente: http://www.regione.piemonte.it/governo/bollettino/abbonati/2010/13/siste/index.htm#TUTELA%20DELL%27AMBIENTE.
    Sarò anche de coccio ma voglio vedere rispettate le leggi!

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    1. Buongiorno,
      prometto che è l’ultima volta che scrivo poi non vi tedierò più.
      Signori, qua è un bel burdel e giungo alla conclusione che tra me e voi, l’ultima parola spetti ad un giudice in altra sede.
      Un articolo fatto pubblicare dal CAI su di una testata locale non lo prendo in considerazione.
      Ho letto invece con attenzione la circolare regionale: è talmente chiara che non lo è:
      “La norma statale e la norma regionale non sono quindi tra loro confliggenti in quanto finalizzate alla cura di interessi pubblici diversi.”
      Va bene, ma se la legge regionale mi vieta di fatto il transito, cosa che invece mi è concessa dal codice stradale (salvo segnalazioni di divieto) è in conflitto sì. Le regioni hanno si più autonomia, ma un ricorso facendo forza sul codice stradale posso sempre vincerlo. Dipende con che piede il giudice scenderà dal letto quella mattina.

      Signore e signori statemi bene.

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  15. Trialista in gioventù ora escursionista a piedi mi sento di dover precisare alcune cose:

    I danni che produce sui sentieri una moto da enduro, specie quelle moderne, non sono nemmeno paragonabili a quelle di una moto da trial, perchè rumore, pneumatici fortemente tassellati e potenza del motore e rumore sono completamente diversi e con effetti devastanti sui sentieri..
    Certo che non è possibile per legge eliminare una categoria di appassionati di attività sportiva anche se a motore. Una soluzione potrebbe essere quella di destinare sentieri o percorsi poco battuti dagli escurionisti, e ce ne sono, soprattutto quellli che partono da fondo valle, a moto club di trialisti che ne curino la manutenzione e la segnaletica utilizzandoli solo con moto da trial e dai soci muniti di pass.
    Per il resto creano maggiori danni i tagli boschivi indiscriminati e il proliferare delle piste forestali, sterrate a volte costruite con finanziamenti pubblici .
    Anche le piste di downHill delle mtb fanno danni ai sentieri.

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  16. Oggi, 1 novembre 2013, come tutti gli anni ho compiuto una delle mie ultime passeggiate stagionali nelle valli di Lanzo attraversando gli splendidi boschi autunnali tra i Rivotti e gli Alboni di Groscavallo. Precisamente ho percorso il sentiero che transita da Pera Berghina alla Costassi, giungendo sino ai Pianè.Ora tra Pera Berghina e la Costassi il sentiero era in gran parte rovinato dal passaggio di moto da enduro o da trial (io ho una certa età e non conosco la differenza: mi vorranno perdonare gli appassionati di tale cosiddetta “attività sportiva”). So che ho dovuto fare quasi tutto il percorso fuori sentiero e penso a quando arriveranno le piogge autunnali come diventerà il sedime, completamente dilavato poiché l’acqua correrà nei solchi lasciati dalle ruote come in un ruscello! Al ritorno, quando già eravamo prossimi ai Rivotti, sono sopraggiunti tre motociclisti con moto senza targa, per cui ci è stato impossibile identificarli e segnalarli al sindaco di Groscavallo. Quando mio marito ha urlato al primo “Avete rovinato il sentiero”, gli è stato risposto con olimpico orgoglio”Sì abbiamo percorso tutto il sentiero”. Resta da notare che sopra i Rivotti un cartello stradale (Legge Regionale 32/82) vieta l’accesso alla sterrata e al sentiero seguente. Dunque i nostri eroi hanno infilato come perle tutte le trasgressioni immaginabili. Li ringrazio di cuore per l’alto senso civico ed auguro loro di incappare almeno una volta in una multa salata e magari nel sequestro del mezzo. Ma questa, signori, è l’Italia, l’Italia che resiste (a ogni legge e ad ogni buon senso).
    ariela r.

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    1. Forse l’unica nostra “risorsa” è documentare con foto i disastri creati dal loro passaggio. Le immagini contano, al giorno d’oggi, più delle parole. Grazie Ariela per la tua testimonianza e ben ti comprendo.

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