Il senso della neve per i Balmesi

20060128-0013 (1024x908)Leggendo, tempo fa, “Il senso di Smilla per la neve” mi aveva dato l’impressione che gli Inuit conoscessero moltissime parole per indicare la neve. In realtà non è proprio così: pare una bufala metropolitana. Hanno solo un paio di parole-radice per “neve” e la costruzione del discorso è differente da quella dell’italiano.

La neve mi piace: soffice, bianca, ovatta il paesaggio e silenzia i rumori. Meglio se non è una giornata di lavoro e si sta in casa, al calduccio, davanti al camino o al più posso concedermi un bel giro con le ciaspole nei boschi immacolati.

Sfogliando “Barmes News” (la rivista del piccolo Comune di Balme, in alta Val d’Ala) mi è piaciuto leggere le parole che indicano la neve in arpitano e sentirne la loro musicalità.

la nè la neve
la nè salìnna la neve farinosa
lou djèivrou il nevischio gelato (la nebbia fredda e umida che sale)
la nè a grana d’riss la neve a palline (detta la mare d’la né, la madre della neve)
é scumpìsset viene qualche fiocco di neve
é nuvìsset nevischia
é mèskiet piove misto a neve
é nèet nevica
é vint a palàiess nevica a larghe falde
é vint a pataràss nevica a fiocchi larghi e bagnati
é tirt l’arèina il vento solleva la neve asciutta e la fa scorrere sul terreno
lou cuss la neve trasportata dal vento
la cussièri il lastrone di neve ventata
la talèntchi un nevaio ripido di neve dura alla base di un canalone
la lavèntchi la valanga
lou laventchòt la slavina
l’ourìssi il soffio (lo spostamento d’aria) della valanga
la pioutà dou rat un sottilissimo strato di neve (l’impronta del topo)
lou nuvissàt la spruzzata di neve
cat dè at nè quattro dita di neve
na brancàta un palmo di neve
na bouna spunda at nè un discreto spessore di neve
lou nuvé la grossa nevicata
druì la vi aprire la strada (dalla neve)
foungassìa sprofondare (nella neve)
é s’vàit par dzouri la neve gelata sostiene il peso (si va di sopra)
é fàit li reu (lett. “fa le macchie”), incomincia a comparire qualche tratto senza neve
é vint trèn la neve si scioglie (affiora la terra)
lou ràbi l’attrezzo per spingere e raschiare la neve
lou trenò lo spartineve
pistà la né pestare la neve per fare il passaggio
la piutà l’impronta
lou pedoùn la pista su cui si può passare a piedi
djìa (fàri) a moùtess giocare (fare) a palle di neve

10 pensieri riguardo “Il senso della neve per i Balmesi

  1. Ti lascio questo testo di Mario Rigoni Stern da Sentieri sotto la neve, in cui ricorda come nella antica lingua cimbra dell’Altopiano di Asiago vi fosse, come per l’arpitano, una parola o una espressione per diversi tipi di neve. Quello che colpisce è come in passato in una sola parola ci fosse, come in precipitato chimico di diversi elementi, un intero paesaggio.

    “Ho tante nevi nella memoria: nevi di slavine, nevi di alte quote, nevi di montagne albanesi, di steppe russe, di lande polacche. Ma non di queste intendo parlare, dirò di come le nevi un tempo venivano indicate dalle mie parti: nevi dai più nomi, nevi d’antan, non considerate nei bollettini della stazioni meteorologiche.
    BRÜSKALAN, la prima neve dell’anno, dunque in autunno, quella vera: lo si sentiva nell’aria l’odore della prima neve, un odore pulito, leggero, più buono e grato di quello della nebbia. È la neve che copre i campi, li infarina, che avvolge ogni cosa di un velo bianco.
    SNEEA, neve abbondante e leggera giù dal molino del cielo: le voci si affievoliscono, il mondo diventa ovattato. È neve da sci e slittini, da caldo del focolare e della “stua”.
    HAAPAR, neve di fine inverno, che si scioglie al sole e lascia intravedere il terreno sottostante. Le prime allodole cantano all’imminente primavera.
    HAARNUST, neve vecchia che verso primavera, nelle ore calde, il sole ammorbidisce in superficie e che poi il freddo della notte indurisce”. Neve per escursioni fuori pista a piedi o con gli sci, ma solo fino a metà mattina, fino a che sopporta il peso senza cedere: vi si cammina come sospesi.
    SWALBALASNEEA, la neve della rondine, la neve di marzo che è sempre puntuale nei secoli, soffice o bagnata, larga o simile a tormenta, volubile come il clima di marzo, neve che è l’ultima resistenza dell’inverno.
    KUKSNEEA, la neve di aprile: Sui prati che incominciano a rinverdire e dove sono fioriti i crochi non si ferma molto perché ancora prima del sole la terra in amore la fa sciogliere”. Neve effimera, neve di fine stagione.
    BÀCHTALASNEEA, la neve della quaglia, neve di maggio, non frequente, ma neppure rara: la temperatura cala bruscamente, una grossa nuvola si avvicina e per poche ore butta la neve sui tarassachi e sui miosotidi, allarmando i caprioli, spaventando gli uccelli e uccidendo le api avventuratesi nei prati.
    KUASNEEA, la neve delle vacche, la rara neve d’estate, che fa scendere urlanti dai pascoli le vacche affamate”
    Grazie dei post che continui a scrivere e che irrompono come ventate di aria di montagna nelle giornate d’ufficio.

    "Mi piace"

  2. Leggere tutti quei nomi e la rispettiva traduzione in italiano mi ha fatto venire in mente tanti diversi episodi in tante diverse gite in montagna in cui mi sono trovato! Una volta con tanta neve, una volta con la neve che cade, un’altra volta con la pioggia mista a neve…

    "Mi piace"

Commenta

Inserisci i tuoi dati qui sotto o clicca su un'icona per effettuare l'accesso:

Logo di WordPress.com

Stai commentando usando il tuo account WordPress.com. Chiudi sessione /  Modifica )

Foto di Facebook

Stai commentando usando il tuo account Facebook. Chiudi sessione /  Modifica )

Connessione a %s...

Questo sito utilizza Akismet per ridurre lo spam. Scopri come vengono elaborati i dati derivati dai commenti.