Due passi con l’elicottero

http://www.banff.it/lavanzata-delleliski/
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Grazie ad un tweet dell’alpinista Alessandro Gogna, veniamo a conoscenza dell’avanzata dell’eliski in Piemonte.

Di mezzi motorizzati vari e del nuovo approccio per godere della montagna – in perfetto stile apocalittico – se ne era anche parlato nel post Apocalypse Alps.

Eccovi la novità dalla Regione Piemonte che ci lascia completamenti attoniti.

Dopo la valutazione di incidenza positiva per l’eliski per l’Alta Valsesia arriva quella per la valle Anzasca (Macugnaga) e limitrofe e arriverà a breve anche quella per la val Formazza.

di Marco Tosi

Vi invito, se ne avete la voglia ed il tempo, a leggere il contenuto della Valutazione di Incidenza per capire quanta pochezza di cultura civica ed ambientale, quanta arretratezza culturale, quante stridenti contraddizioni, quanto asservimento alla politica c’è nelle nostre istituzioni perché la Regione Piemonte, il cui dirigente ha determinato giudizio positivo di valutazione d’Incidenza, è un’istituzione.  continua a leggere sul Gogna Blog.

13 pensieri riguardo “Due passi con l’elicottero

  1. Interessante la posizione della Regione Piemonte. Da un lato si pensa di risolvere il problema della sicurezza obbligando tutti ad andare in giro con un ARVA.
    Dall’altro poi si incentiva ad andare in montagna senza conoscerla, quindi rischiando oltre il dovuto. Perchè un ottimo modo per capire la pericolosità della neve è prima salirla (e valutare le condizioni, eventualmente rinunciare) e poi scenderla.

    Una posizione quella della Regione molto chiara, secondo me sbagliata su tutti i fronti.
    Buone montagne

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  2. Sulla stampa di oggi, sezione VCO, viene riportata la notizia che il sindaco di Macugnaga ha già dato l’Ok e che i voli dell’eliski incominceranno già questo sabato, se ho capito bene, perché mi si era annabbiata la vista. Che dire? Troppo spesso oggi proprio chi vive tra le cime è tra i peggiori nemici della montagna, se giudica tutto dalla sola ottica del profitto, e tra l’altro un profitto di breve e dubbio periodo; le Istituzioni, poi, non si tirano mai indietro quando si tratta di leggi che danneggiano, e sottolineo questa parola, l’ambiente. Un plauso alla signora Amelia Alberti che, insieme a molti altri come gestori di rifugi e alcune sezioni del Cai, è sempre in prima fila in queste battaglie, a dispetto di critiche, dileggi e addirittura, mi sembra qualche anno fa, minacce. Un invito a chi ama davvero la montagna a non frequentare più le località turistiche e le valli che compiono scelte discutibili e ambientalmente scorrette. Scusate lo sfogo, ma sono nata tra queste montagne, le amo davvero tanto, appartengo a loro, ma vedo la situazione peggiorare ogni anno. Ciao camosci ( Alegar si dice da noi, nonostante tutto…) Isabella.

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          1. Grazie Isabella, le tue montagne un po le conosco e capisco le tue sensazioni. D’altra parte i problemi non sono certo limitati a quella parte di piemonte o alla nostra regione. C’è come un cancro morale e sociale che sta divorando noi e l’ambiente. Su questo blog non si deve parlare di politica e quindi non è il caso di fare riferimenti al tipo di giunta che promulga certe iniziative, che poi nel perpetrare scempi ambientali e sprecare soldi pubblici non ci sono ormai differenze tra una parte e l’altra (vedi il caso esemplare della TAV). Proprio oggi nella trasmissione di RAI3 “Anbiente Italia” il professor Settis (mai visto così arrabbiato), noto estremista e terrorista, si scagliava contro l’ignoranza della nostra classe dirigente…ma lasciamo stare, sono ormai giunto alla conclusione che non ce la possiamo fare, non abbiamo speranza. In un paese dove per il 90% delle persone è più importante ascoltare cos’ha da dire Ballotelli piuttosto che uno storico dell’arte o un naturalista..,. ecco un paese così non ha futuro. La voglia di gettare la spugna è forte. Scusate lo sfogo.

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    1. Ciao Isabella, hai scritto una cosa che penso profondamente in merito al ruolo delle istituzioni. Sono sempre più dell’idea che i peggiori danni ambientali in Italia vengano fatti non contro la legge ma “nella legge”. E questo avviene proprio grazie alle istituzioni. Spesso le leggi in ambito ambientale o sono ridicole o non vengono fatte rispettate (bisogna dire che magari è effettivamente difficile farle rispettare!). Una scelta di attività sportiva (?) come quella presentata in questo post è davvero scellerata e condivido il tuo modo di “boicottare” località e valli che appoggiano tali iniziative!

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  3. L’accondiscenzenza delle istituzioni è, a mio avviso, diretta conseguenza di un certo tipo di richiesta. Se non ci fossero persone interessate a questo genere di ‘attività’, (con conseguenti profitti economici), è chiaro che la stessa non potrebbe esistere ed essere promossa. In queste sere ho iniziato la lettura di ‘La storia dell’alpinismo’, di G.P.Motti: un passo mi ha particolarmente colpito e l’ho istintivamente collegato a questo argomento. Ve lo riporto: ”’ Certo l’alpinismo oggi è forse l’unica attività rimasta (e accessibile a molti) che permette di ritrovare l’avventura ed anche conseguentemente di compensare il grosso bagaglio di frustrazioni da subire quotidianamente.L’invito che questa attività assai gratificante porge alle masse è allettante: aria pura, ambienti incontaminati, silenzi inimmaginabili in città, spazi sconfinati, possibilità di lottare, magnifica sensazione di libertà individuale, dove si riesce finalmente a combattere, ad emergere, a valere, dove ci si sente ‘qualcuno’, riacquistando tutta un’autostima perduta nello squallore delle gerarchie aziendali e burocrariche.”’
    Passando oltre sui pensieri che richiamano da vicinissimo lo scritto ‘I Falliti’, quello che mi ha colpito sono queste parole: avventura, possibilità di lottare, magnifica sensazione di libertà individuale, combattere.
    Per tornare a noi è chiaro che il praticante modello di elisky esclude tutto ciò: mai potrà provare tutto questo, mai sarà alpinista. Solo consumatore occasionale di emozioni procacciate a suon di denaro, camuffate sotto mentite spoglie. Un abusatore di montagna.
    Queste sono conclusioni oggettive, è il mio pensiero personale.
    Il motivo è tutto da ricercare, ma non me ne preoccuperei particolarmente. La società cambia, è vero, ma i fruitori dell’ambiente montagna si allargano sempre di più, ed insieme alla tanta gente che la vive in modo sano allarghiamo le schiere dei puri carpitori a ‘mani basse’. Come dire: in ogni buona famiglia c’è sempre la pecora nera.

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