La borgata che rivive

Monaviel
Versante sud del Monte Plu (2210 m) alle cui pendici si intravede il bianco della cappella del Monaviel, le baite a raggera ed il prato un tempo coltivato a segala e patate (Foto di Martellot).

Anche quest’anno la Festa della Madonna della Consolata ha fatto rivivere, per un giorno, la borgata del Monaviel (cliccare dentro la foto per vederla ingrandita).

Questo piccolo gruppo di baite, situato a 1282 metri nel versante solatio della Val d’Ala, è il nostro luogo del cuore e fa parte dei nostri affetti “geografici”.

E’ stata una giornata ricca di spiritualità e di gioia in cui ritrovare la consolazione dagli affanni della vita. Tutti insieme abbiamo pregato, cantato e abbiamo condiviso la gioia di ritrovarsi qui, anche sotto la pioggia.

Ringraziamo sentitamente Don Claudio (il nuovo parroco in Valle dal 2012) che ha celebrato la Messa e ci ha donato un po’ del suo tempo permettendoci così di ritrovarci tra le montagne che amiamo, che rischiano di scomparire per sempre, per vivere momenti di genuina vita alpina.
Continua a leggere “La borgata che rivive”

Nel vallone di Trione

Bec Ceresin e Levanna Orientale
Bec Ceresin (1708 m) e Levanna Orientale (3555 m)

Di questo bellissimo vallone laterale della Val Grande di Lanzo ne abbiamo già parlato in due occasioni: una quando nel 2012 il Comune di Chialamberto ha deciso di venderlo per 90 mila euro (qui il post) e l’altra invece quando Ariela Robetto lo ha descritto magnificamente dopo averlo percorso fino all’Alpe Trione (qui il suo post).

In entrambi i casi sono mancate le foto che potessero testimoniare la straordinaria bellezza di questo ambiente alpino, situato sul versante nord e sul quale passa il percorso della Grande Traversta delle Alpi (GTA) e della Via Alpina (itinerario blu), nella tappa che da Pialpetta (1070 m) porta a Balme (1450 m), in Val d’Ala, grazie all’attraversamento del Colle di Trione (2498 m).

Il sentiero che collega il fondovalle della Val Grande a questo Colle è identificato sulle carte escursionistiche con il n. 305 e misura circa dieci chilometri per quasi 1500 metri di dislivello. In questo vallone una meta già molto ambita è quella rappresentata dagli incantevoli Laghi di Trione situati a circa 2200 metri di quota in una grandiosa comba di origine glaciale. Li abbamo raggiunti per la prima ed unica volta nel 2001 durante una giornata molto umida di fine agosto il cui cielo ci ha negato molti degli scorci panoramici dominati dalle vette della Val Grande di Lanzo.
Continua a leggere “Nel vallone di Trione”

Poesia per l’Uomo Selvaggio

Poesia del poeta bergamasco Umberto Zanetti

2014-06-02 370 (1024x768)Qui dove non c’è sentiero, all’ombra fitta
del boschetto di cornioli, tu all’improvviso
davanti a me, fra i rami del nocciolo.
Trovarti così, fratello delle sfortune,
timoroso e lacero, amico selvatico:
non l’avrei mai giurato. E mi guardi
senza fiatare, con gli occhi pieni di spavento.
Non ho fucile o coltello, come vedi.
Dunque, niente paura. Cerco una sorgente
per dissetarmi, poi ritorno alla mia strada
senza sapere dove andare. Ma tu accompagnami
per un tratto e parlami delle tue cime,
delle tue rupi e dei tuoi boschi e della vita
che da solo conduci da tanti secoli
come un bandito e insegnami le fatture
che tengono lontano dal male.
Poi ritorna a nasconderti
romito delle nevi, delle grotte e delle foreste,
ritorna come un lupo alla montagna
e non fidarti di quelli della mia razza:
c’è sempre tra di loro quello che ti scanna
per un filo d’oro, per un pezzo di terra,
per un pugno di soldi. Resta libero
come il vento nel bosco, amico selvatico!
 

(Tratto da: U. Zanetti. Mé dialèt. Poesia in bergamasco, Bergamo, 1996).


Questa poesia è stata citata da Massimo Centini nel suo bellissimo libro “L’Uomo Selvaggio. Antropologia di un mito della montagna” (Priuli & Verlucca).

Continua a leggere “Poesia per l’Uomo Selvaggio”

Vassola ed idroelettrico

Torrente alpinoNell’ultimo numero di alpMedia il pensiero della CIPRA traspare limpidamente: “I corsi d’acqua alpini non sono rinnovabili”, si ritiene cioè che nelle Alpi non vi sia posto per nuovi impianti idroelettrici.

Il 90% circa dei torrenti alpini e dei fiumi è già utilizzato per la produzione di energia idroelettrica che “se fonte pulita, locale e rinnovabile, non può comunque evitare un impatto notevole sia sugli habitat naturali sia sul paesaggio”.

La CIPRA chiede “di preservare il rimanente 10% dei corsi d’acqua alpini attualmente ancora integri, e di porre fine alla realizzazione di qualsiasi nuovo impianto idroelettrico che li riguardi. Non è infatti questa la soluzione al problema energetico, che è invece legata, in primo luogo, alla riduzione dei consumi e all’utilizzo più efficace ed ecologico degli impianti stessi.Continua a leggere “Vassola ed idroelettrico”