La montagna dolce è l’unica possibile

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Il rosa evoca un ritorno alla fanciullezza, alla dolcezza, al tramonto. Un colore che dipinge ed abbellisce le pareti delle montagne e contrasta con la sua “rudezza”.

Il progetto Sweet mountains intende creare una rete di turismo consapevole nelle Alpi Nord-occidentali che diverrà esecutiva entro la fine di ottobre.

L’Associazione Dislivelli lo presenta, in collaborazione con Slow Food, al Salone Internazionale del Gusto – Terra Madre 2014 per essere operativa nella stagione invernale 2014-2015.

Mi è piaciuto intitolare questo post con il decimo comandamento di Sweet Mountains ovvero “La montagna dolce è l’unica possibile”.

Qui i “dieci comandamenti”:

1. Nessuno va in montagna per ritrovare la città
2. Nessuno ha il diritto di portare la città in montagna
3. Il turista non è una merce, ma una persona
4. Il montanaro non è un servo, ma un ospite
5. Se ospite e montanaro non si parlano, hanno perso entrambi
6. Il turismo sostenibile non si mangia la montagna, la alimenta
7. La lentezza non è una rinuncia, ma una conquista
8. Il viaggiatore responsabile è curioso, rispettoso, attento
9. La montagna non è un museo e nemmeno un lunapark
10. La montagna dolce è l’unica montagna possibile.

Il cammino, arte antica.Questo decalogo è un condensato del nostro andar-per-monti acquisito dopo migliaia e migliaia di passi sui sentieri montani, dopo aver vissuto e camminato con la gente alpina, dopo aver riconosciuto luoghi di profonda e nascosta bellezza, dopo aver capito la saggezza e la sagacia montanara.

Auguriamo tutto il successo che si merita.

Unico neo: avrei preferito che questa rete venisse battezzata con un nome in italiano o che meglio identificasse le nostre vallate alpine…

Troverete informazioni dettagliate nell’ultimo numero della rivista di Dislivelli (n. 49/luglio-agosto 2014) nell’articolo di Enrico Camanni “Sweet mountains: è tempo di un nuovo turismo per le Alpi del Nordovest”.

Trattando di reti, vi riporto un passaggio del libro “Un’idea di felicità” di Sepúlveda e Petrini (Guanda 2014) che condensa questo sentimento racchiuso in un gesto semplice e quotidiano: il cibarsi.

un'idea di felicità

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