La fata del fuoco

salamandra3Inaspettati incontri si sono verificati per tre settimane di fila.

Ho anche effettuato un salvataggio dietro casa: l’ho presa e lasciata libera nei prati, in prossimità di castagni e di un rivo d’acqua e lontano dal traffico delle auto perché temevo venisse schiacciata ed investita.

Sto parlando di salamandre pezzate trovate sul mio cammino.

Sono quelle dipinte di nero con sgargianti pois gialli, pelle lucida, liscia e lunga coda ed hanno una buffa camminata. Per difendersi dai predatori e per proteggere la pelle dalle infezioni, secernono una sostanza leggermente tossica.

salamandraLa salamandra, nell’animale totem, significa rinascita e rigenerazione e rappresenta una metamorfosi, un cambiamento.

Al di là della simbologia, il loro incontro non è stato poi tanto casuale.

Amano i luoghi umidi, in prossimità di corsi d’acqua non stagnanti, e frequentano boschi di latifoglie (faggi e castagni principalmente). Non vanno in letargo e si possono vedere tutto l’anno ma sono più attive in maggio ed ottobre.

Mi trovavo nel loro habitat ideale: in più nella notte era piovuto. Forse l’intrusa ero io… loro erano semplicemente nel loro territorio.

Fin dal I secolo d.C., alla salamandra si sono  attribuiti poteri magici e favolosi, leggende e credenze popolari.

Fata del fuoco per i celti, simbolo di purezza nei bestiari medioevali e legata a Cristo stesso perché risorge.

salamandra2Plinio il Vecchio documenta nella sua Naturalis Historia  “…è così fredda che spegne il fuoco al semplice contatto; il muco che, come il latte, le sgorga dalla bocca distrugge i peli e scolora e decompone ogni parte del corpo che ne è toccata. Un solo individuo può sterminare con il suo veleno un intero popolo; avvelena i frutti e chi ne mangia muore prima che sia inverno. Se con il legno da essa appena toccato si cuoce il pane, questo ne è tutto avvelenato, cosò come l’acqua del pozzo in cui cada…”

Nel Medioevo queste superstizioni continuano.

salamandra1Nelle Valli di Lanzo ho sentito raccontare di salamandre sterminatrici di intere famiglie perché precipitate dal camino e cadute nel paiolo della polenta e di salamandre con il potere di spegnere il fuoco e di dominarlo perché della stessa natura del fuoco stesso.

Nulla di ciò è vero: è solo un’abile cacciatrice e divoratrice di insetti nocivi!

Anzi, la salamandra patisce dei cambiamenti antropici dei torrenti e della sparizione di abbeveratoi e pozzi d’acqua legati all’abbandono della pastorizia in montagna.

In questa ultima foto, la bestiola, è tra la mani di Mario Cavallo, naturalista, Guida Ambientale Escursionistica e Guida del Parco Orsiera-Rocciavré.  Sembra che anche lei partecipi con attenzione alla sua lezione!

20091115-0078

7 pensieri riguardo “La fata del fuoco

  1. Meravigliosa creatura e molto interessante la parte che riguarda le credenze popolari e le citazioni da scritti del passato.
    Povere salamandre, accusate di qualunque misfatto!
    Non l’ho mai vista la tua salamandra pezzata, a dirti il vero però non credo che la prenderei in mano, non penso che ce la potrei fare, ecco 🙂
    Buona serata!

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  2. La salamandra è compagna di tanti passi autunnali. Tra i detti cattivi ricordo quello piemontese: se ti tocca la piuvana, quaranta dì e na smana… o qualcosa del genere insomma.

    Mi piace troppo quello che hai scritto per questa cara bestiola.
    Buon autunno!

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