Rete Natura 2000

BessaneseL’uomo è la natura che prende coscienza di sé”.
Jacques Élisée Reclus

La rivista Piemonte Parchi non viene più stampata su carta ma la versione web offre contentuti sempre aggiornati e si possono consultare articoli molto interessanti e piacevoli per continuare a conoscere e a meravigliarci del nostro ambiente naturale (per poi, magari, provare a tutelarlo).
Qualche giorno fa ho scoperto che è stata messa online la guida Rete Natura 2000 che credo valga davvero la pena di conoscere per comprendere l’importanza dei sistemi ecologici, fondamentali per la nostra vita.
Riporto qui, a scopo introduttivo, la prima parte dell’articolo di apertura. Al termine trovate il link diretto al file in formato pdf (9 MB) della guida completa di Rete Natura 2000.


La passione e l’impegno di pochi per il bene di tutti

Vincenzo Maria Molinari
Responsabile del Settore Aree naturali protette della Regione Piemonte

L’uomo è il solo essere vivente che, pur dotato di un intelletto “superiore” e non solo di “istinti”, distrugge il proprio e l’altrui “habitat” con assoluta consapevolezza e disinvoltura.
Ancora oggi alcuni si divertono a scorrazzare in motocicletta a 2500 metri di quota “tagliando” e distruggendo sentieri che per millenni hanno consentito il transito delle “genti” sulle nostre montagne. Altri danneggiano un fungo velenoso o calpestano una salamandra, perché quel colore o quella forma non piacciono. Qualcuno abbandona i rifiuti lungo i sentieri o li nasconde in un anfratto sotto una roccia, rendendone così difficile anche il recupero. Questi e altri comportamenti simili risultano ancora ampiamente diffusi.

stambecchi
Stambecchi al Ghicet di Sea (Val d’Ala)

Allo stesso tempo rimane complesso far comprendere che, nell’individuare e realizzare un’opera pubblica o privata, occorra, quanto meno, “compensare” il danno e le alterazioni che si cagionano inevitabilmente all’ambiente, oppure che occorra agire in una logica mitigativa con interventi e atteggiamenti che riducano l’incidenza ecologica di determinate attività e infrastrutture.
Perciò è importante riaffermare e ricordare che tutelare e conservare l’ambiente naturale e l’assetto del territorio è un dovere per tutti, che dovrebbe trasformarsi in un abito mentale condiviso, in un comune stile di vita, e non rappresentare solo la necessità di adempiere e rispettare l’ordinamento giuridico dell’Unione Europea, dello Stato e della Regione, costituito da un articolato e complesso sistema normativo di azioni virtuose, obblighi e divieti.
Sono inoltre ancora troppo poche le persone impegnate ad adottare le cosiddette “buone pratiche”, termine derivante dall’espressione “best practises” che significa “migliori pratiche”: infatti già ordinariamente si dovrebbe operare bene, ma sussistono sempre margini di miglioramento.

cardellino
Cardellino al Pian della Mussa (SIC)

Chi ha il compito di organizzare e gestire la tutela in campo ambientale è quindi cosciente che la strada da percorrere è ancora lunga e tutta in salita.
Il pensiero e il ringraziamento vanno a coloro che in ambito lavorativo e in tante altre situazioni, anche con attività di volontariato, operano con entusiasmo e buon senso, con l’impegno e l’esempio quotidiano, per tutelare le molteplici forme di vita e i loro habitat, affermando principi sociali e ambientali imprescindibili.
Queste persone sono profondamente consapevoli che una foresta, un animale selvatico o un fiore rappresentano un valore fondamentale da cui dipendono la qualità e la sopravvivenza della vita e che l’unico progresso auspicabile è quello che ha come presupposto ogni sforzo per la conservazione della biodiversità, al fine di contrastare l’attuale declino del pianeta.

Continua qui

Sito del Ministero dell’Ambiente su Rete Natura 2000: www.minambiente.it/pagina/rete-natura-2000

5 pensieri riguardo “Rete Natura 2000

  1. Oltre a quelli che vanno in moto hai dimenticato quelli che costruiscono rifugi con ogni comfort dai 2000mt in su….e tutti quelli che per le loro passeggiate all’aria aperta si recano in vallata con SUV 2000tdi e adesivo del cai sul vetro…Anche quello per me è assurdo, dipende solo dai punti di vista.

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    1. Sig. Anonimo, ci terrei solo a precisare due cose:

      1. chi ha citato le motociclette a 2500 metri è il dott. Vincenzo Maria Molinari. Tu a chi ti stai rivolgendo dando del “tu” ?

      2. non si fa un minestrone tra attività legali e tra quelle illegali. Andare in moto sui sentieri in Piemonte è un’attività illegale. Non mi risulta che lo sia andare in Valle Po (per fare un esempio) con un SUV. E nemmeno mi risulta che i rifugi siano stati costruiti illegalmente.

      Ma perché non succede mai di leggere su questo blog, quando per qualche motivo si tirano in ballo le attività fuoristrada in montagna (illegali sui sentieri come da precisa normativa della Regione Piemonte) che qualcuno imposti onestamente un dibattito serio e credibile, esordendo con:

      “Premetto che sono un amante delle moto da trial (da cross, quad, fuoristrada, ecc.) e che vorrei tantissimo poter scorazzare liberamente sui sentieri fino a 3000 metri di quota MA non lo faccio perché rispetto la legge del Piemonte che vieta questa attività…(http://arianna.consiglioregionale.piemonte.it/base/coord/c1982032.html). Ecco, fatta questa premessa, mi permetterei di esprimere la mia opinione su tale divieto in quanto ritengo che… ”

      Ma è davvero fantascienza immaginare una volta tanto di poter leggere di una persona che si presenta rispettando la legalità in questo Paese, prima di manifestare tutta la tipica arroganza di chi si sente libero di fare quello che vuole (i padroni del vapore), alla faccia delle leggi (e le notizie di ogni giorno rivelano costantemente lo schifoso lato oscuro di questo Paese, proprio sulla totale mancanza di rispetto della legalità)?

      Ma come si fa a poter confrontarsi onestamente e serenamente su certi temi delicati se non sai chi hai davanti, ovvero se il tuo interlocutore è una persona che parla di ideologie quando in verità non ne avrebbe il diritto perché non si comporta da cittadino facendo il possibile (e l’impossibile) per rispettare la legge, comunque?

      E tu, da che parte stai? Fai quello che vuoi e poi vieni qui a puntare il dito sul dott. Molinari, sul CAI, sugli automobilisti con il SUV, sui gestori dei rifugi, oppure sei uno che non va in moto sui sentieri piemontesi perché sei consapevole che è illegale? Perché forse sai che quel divieto ha anche il preciso scopo di tutelare ambienti delicatissimi?

      Beppe Leyduan

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      1. vado principalmente su sentieri autorizzati, cercando di rispettare le leggi e con mezzi dal minor impatto possibile. mi fa sorridere che il problema siano SEMPRE le moto, neanche le montagne ne fossero piene. ci fossero tante moto quanti rifiuti abbandonati dai gitanti della domenica allora si che sarebbe un problema. sarebbe bello che ci fosse un dialogo con le esigenze di tutti, non basta dire i sentieri sono in gestione al cai e sono esclusivamente ns (per prendere i soliti oboli statali di gestione alla faccia dei molti iscritti che fanno volontariato perchè ci credono). in bassa montagna (sotto i 1000mt), sopratutto nelle aree di fondo valle, avete pulito bellissimi sentieri che sfrutto regolarmente per passeggiate o giri a funghi…dopo qualche anno dai vs interventi, purtroppo, la maggior parte sono chiusi dai rovi e tornano all’abbandono. gli unici realmente interessati a fare certi sentieri, in modo costante e non a spot 1 volta l’anno per le castagna, sono quelli delle mtb e delle moto. parlando si potrebbero gestire insieme, tenere aperti e puliti e in caso di problemi basta rimuovere l’autorizzazione. se ci fosse una rete integrata, dove solo certi mezzi possono passare e i sentieri fossero costantemente curati e sistemati (come avviene in america, vedi parco di yellow stone), magari la gente avrebbe meno interesse di andare in giro ovunque…se hai un polmone per praticare il tuo sport (riconosciuto a livello federale), probabilmente il numero dei “selvatici” diminuisce drasticamente

        eventi ben gestiti possono anche portare turismo, sopratutto nelle ns vallate spente

        mi scuso se ti sono sembrato sgarbato, ma magari un giorno prova anche a fare un articolo “moto in montagna, forse non sono una blasfemia e non tutti puzzano di zolfo”

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  2. La guida Rete Natura 2000 è stimolante.

    Qualsiasi essere vivente fa parte del creato ed ha un ruolo fondamentale al benessere della nostra comunità.

    L’uomo è parte di un complesso ecosistema che non riproduce all’infinito le proprie risorse e sua è la responsabilità di mantenere e preservare le risorse ambientali per le future generazioni.

    Tanto si è fatto ma tanto si deve ancora fare.. la tutela dell’ambiente, al di là della mancanza di denaro, è sempre più un problema culturale.

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  3. Notizia del 4 maggio 2015:

    Ambiente, la Ue bacchetta l’Italia: “Aree protette a rischio, fermate il degrado”

    Nel nostro Paese ci sono centinaia di siti “Natura 2000” per difendere specie rare o a rischio estinzione. Ma la loro tutela, affidata agli enti locali, è spesso un optional. Tanto da essere perfino teatro di esercitazioni militari non autorizzate. E ora Bruxelles, che ha aperto un’inchiesta, minaccia sanzioni.

    http://espresso.repubblica.it/attualita/2015/04/27/news/ambiente-la-ue-bacchetta-l-italia-aree-protette-a-rischio-fermate-il-degrado-1.209647

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