
[…] La diversità di paesaggi, specie e geni continua a diminuire nelle Alpi. Spesso le strategie e le normative a protezione della biodiversità non sono attuate efficacemente. Settori chiave quali l’agricoltura, l’energia o i trasporti hanno obiettivi in parte contrapposti. La pianificazione territoriale, anello di congiunzione tra questi settori, dovrà fare sì che la biodiversità e l’interconnessione ecologica non cadano vittime degli interessi di singoli soggetti. Perché la protezione della biodiversità sia riconosciuta come obiettivo sociale è necessario mettere in evidenza l’utilità degli ecosistemi funzionanti. La CIPRA è impegnata in questo senso fin dal 1952, anno della sua fondazione. E supporta i Comuni che svolgono un ruolo determinante ai fini della conservazione a lungo termine della biodiversità. […]
Dal Rapporto annuale 2014 Cipra Internazionale
Se avete voglia di capire qualcosa di più di questa opera ciclopica, vi suggerisco alcuni documenti per riflettere.
Devo dire che ho avuto difficoltà nel reperire ulteriori notizie.
La sensazione che percepisco, purtroppo, è che non si abbia ancora la sensibilità per comprendere il significato ed il valore di “impatto ambientale” e di “area di particolare pregio ambientale e paesistico” proprio quando le Valli di Lanzo cercano timidamente di affacciarsi al turismo lento ed all’escursionismo.
Compromettere l’ambiente e il paesaggio può essere fatale ed avere ricadute negative. Invece preservare la biodiversità è una ricchezza per tutti: qualsiasi danno arrecato ad essa ne siamo i responsabili, in quanto trattasi di grave sottrazione di vita per le prossime generazioni.
Non si può ridurre tutto ad una questione di interessi economici. Questo è soprattutto un problema culturale: il nostro impegno ideale, la nostra attenzione a ciò che ci circonda, può fare la differenza tra il prosperare e il soccombere.
L’uomo fa parte di un complesso ecosistema che non riproduce all’infinito le proprie risorse: sua è la responsabilità di mantenerle e salvaguardarle dalle aggressioni da parte di chi ragiona esclusivamente nel breve termine e punta solo al proprio egoistico tornaconto.
Riporto con piacere un pensiero di Vincenzo Maria Molinari, Responsabile del Settore Aree naturali protette delle Regione Piemonte, che ha espresso in merito a Rete Natura 2000, il sistema ecologico diffuso su tutto il territorio dell’Unione Europea:
[…] Perciò è importante riaffermare e ricordare che tutelare e conservare l’ambiente naturale e l’assetto del territorio è un dovere per tutti, che dovrebbe trasformarsi in un abito mentale condiviso, in un comune stile di vita e non rappresentare solo la necessità di adempiere e rispettare l’ordinamento giuridico dell’Unione Europea, dello Stato e della Regione, costituito da un articolato e complesso sistema normativo di azioni virtuose, obblighi e divieti. […]
La prima volta che ho sentito parlare di questo progetto è stato più di dieci anni fa.
Il giornalista Gianni Giacomino su “La Stampa” titola così un suo articolo pubblicato nel 2002: “L’Enel vuole il mega elettrodotto tra la Val Grande e la Val d’Ala”.
Già a quel tempo emergono le perplessità e le preoccupazioni ambientali da parte di alcuni amministratori della zona.
Sempre nello stesso anno – 31 ottobre del 2002 – la Provincia di Torino produce la “Determinazione del Dirigente del Servizio Valutazione Impatto Ambientale e Pianificazione e Gestione Attività Estrattive n. N. 99-263372/2002” in cui si legge:
[…] Lo scopo del progetto consiste nella produzione di energia elettrica mediante derivazione delle acque dai torrenti Stura di Valgrande, Stura di Ala e dal rio Crosiasse. L’impianto in oggetto prevede la realizzazione di due opere di captazione lungo i torrenti Stura di Val Grande e Stura di Ala, il collegamento di queste e di una presa sussidiaria dal rio Crosiasse con un pozzo piezometrico tramite gallerie di derivazione, la posa di una condotta forzata, anch’essa in galleria, e la costruzione di un edificio adibito a centrale in località Bruschi, in sponda destra dello Stura di Val Grande. La restituzione delle acque turbinate è prevista immediatamente a monte dell’opera di presa dell’impianto di Gran Prà. Le captazioni sono di tipo ad acqua fluente, mediante opere di presa subalvee a soglia fissa.
L’impianto di derivazione, comprendente le opere di captazione, le gallerie di derivazione, la condotta forzata e la centrale, interessa i seguenti Comuni: Groscavallo; Ala di Stura; Cantoira; Ceres; Chialamberto.
I Comuni coinvolti dalla realizzazione della nuova linea elettrica risultano: Cantoira, Ceres, Pessinetto, Traves, Germagnano. […]
Prosegue:
[…] gran parte dell’intervento ricade in un’area di particolare pregio ambientale e paesistico, così come individuata dal D.M. 01/08/1985 (Galassini). La suddetta zona, denominata “Alte Valli di Lanzo” è inclusa nell’elenco delle aree da sottoporre, su iniziativa della Provincia a piano territoriale con specifica valenza paesistica. […]
Conclude:
[…] la documentazione presentata per la fase di verifica non risulta esaustiva in relazione alle problematiche riscontrate, non evidenziando tutti gli elementi di criticità (ambientali e progettuali) evidenziati in premessa. […]
Suggerisco di sfogliare il documento integrale. Qui ho riportato solo alcune estrapolazioni, che a mio modesto parere ritengo interessanti, e ho voluto evidenziare in grassetto alcune frasi, ma tutta la determina merita una visione.
Passano gli anni e il 15 novembre 2013 il Comune di Groscavallo si riunisce e redige il “Verbale di deliberazione del Consiglio Comunale n.33“. Il sindaco è Giuseppe Giacomelli, marito dell’attuale sindaco Maria Cristina Cerutti Dafarra, e il progetto va avanti: trattasi di una nuova cabina primaria AT, con relativo elettrodotto, nei comuni di Ceres, Mezzenile, Pessinetto, Traves, Germagnano, Funghera, Torino a servizio degli impianti idroelettrici previsti nelle valli di Ala di Stura e Val Grande e proposti da Brixia Energia srl, Sipower srl, Idropadana srl e Idropiemonte srl.
Arriviamo così al presente. Giovedì 12 marzo 2015 il settimanale “Il Risveglio” pubblica l’articolo “Valli divise sull’elettrodotto” al termine del quale viene evidenziata la data ultima per inviare eventuali osservazioni, da parte dei cittadini, alla Regione Piemonte: lunedì 16 marzo (!). Qui l’articolo completo.

Facciamo un passo indietro. Il 28 febbraio 2015 il Comune di Pessinetto ha reso noto sul suo sito l’avviso di pubblicazione del progetto dell’elettrodotto in questione. Tale avviso rimanda al sito della Regione Piemonte-Ambiente-Progetti in corso di valutazione di impatto ambientale (VIA). Si possono consultare e scaricare elaborati, relazioni, autorizzazioni e progetti definitivi (dalla parte I fino alla parte VI) dell’elettrodotto.
La data di pubblicazione di questi atti sul sito web della Regione Piemonte è il 19 dicembre 2014 (qui il link del documento da visionare).
Il termine per la presentazione delle osservazioni è il 16 marzo 2016 (45 giorni dalla data di pubblicazione dell’avviso sul sito web).
Sono dispiaciuta e sconfortata pensando che si è atteso diversi mesi nel divulgare questa importante informazione: sicuramente qualche cittadino o associazione avrebbe avuto il tempo necessario per elaborare le proprie considerazioni in merito.
E’ questo il modo con cui che si agevola il rispetto dei diritti dei cittadini?
Proseguendo nella mia ricerca, non ho trovato pubblicato sul sito degli altri Comuni coinvolti nel progetto (Groscavallo, Ceres, Traves e Germagnano) avvisi o deliberazioni. Niente dal Gruppo di minoranza del Consiglio Comunale di Groscavallo “Groscavallo Domani”.
Solo Pessinetto (sindaco Gianluca Togliatti) e Monastero di Lanzo (sindaco Nicola Ferroglia) hanno espresso e deliberato l’atto di dissenso al Progetto “Connessione alla rete MT di Enel Distribuzione di cessione per l’impianto di produzione da fonte idraulica per una potenza di immissione di 1500 KW sito in corso Savoia. Realizzazione nuova cabina primaria AT (Ceres) e relativo elettrodotto (…), a servizio degli impianti idroelettrici previsti nelle valli di Ala di Stura e Val Grande”, localizzato nei Comuni di: Ceres, Monastero di Lanzo, Pessinetto , Traves e Germagnano in Provincia di Torino. Codice di rintracciabilità TO297758. Cat B1.16 pos. 23VER/2014”.
Entrambi i sindaci esprimono le loro preoccupazioni in merito ai seguenti aspetti:
- impatti ambientali e paesaggistici permanenti ed irreversibili, assolutamente inaccettabili, incompatibili e in contrasto con i principi di qualità paesaggistica e di valorizzazione della montagna;
- inquinamento elettromagnetico;
- fenomeni che possono incrementare il rischio idrogeologico dell’area
Inoltre il Comune di Monastero di Lanzo scrive:
[…] che nessun tipo di compensazione, di qualunque natura, possa mai mitigare e/o compensare il danno ambientale e paesaggistico che l’elettrodotto potrebbe comportare sul territorio comunale; […]
Qui la Deliberazione di Consiglio Comunale n. 3 del 27 febbraio 2015 del Comune di Pessinetto.
Qui il Verbale di Deliberazione della Giunta Comunale n.16 del Comune di Monastero di Lanzo.
Il progetto definitivo della nuova C.P. Ceres ed il nuovo elettrodotto C.P. Ceres – C.P. Funghera prevede che:
[…] La nuova Cabina Primaria di Ceres sarà collocata nell’omonimo Comune, a nord-est dell’abitato di Ceres, in località Chiamorio, in un’area attualmente compresa tra il torrente Stura di Valgrande e la strada comunale di Cantoria.
Alla nuova C.P. di Ceres si attesterà il nuovo elettrodotto a 132 kV che realizzerà il collegamento all’esistente C.P. di Funghera sviluppandosi in sinistra idrografica del torrente Stura di Lanzo. […][…] Nello specifico la linea elettrica, in uscita dalla nuova C.P. di Ceres, segue una prima valletta lungo il versante montuoso, alla fine della quale si diparte in direzione della località Benale; da qui la linea si sviluppa nel versante meno visibile del complesso montuoso aggirando l’abitato di Chiave, in Comune di Monasterolo di Lanzo, scollinando poi per dirigersi in direzione della località di Tortore, in Comune di Pessinetto sempre senza interessare alcun centro abitato in maniera diretta, e da qui affiancare una linea M.T. esistente fino ad entrare nella C.P. di Funghera. […]
[…] Il trasporto dell’energia elettrica sarà operato da una nuova linea elettrica AT 132 kV che si svilupperà a partire dall’area della futura C.P. di Ceres, sui versanti delle montagne poste in sinistra orografica delle Valli di Lanzo fino a ridiscendere, in comune di Germagnano, verso l’esistente C.P. di Funghera.
L’elettrodotto in progetto ha una lunghezza di circa 9 km per un numero di nuovi sostegni pari a 29 e una campata media di circa 300 m. […]
L’intero documento è rintracciabile sul sito della Regione Piemonte sotto il nome di “Relazione ex art.10 l.r.40/98”.
Le quote a cui si trovano i territori interessati dalle opere sono comprese tra circa 500 m e 1250 m.
L’elettrodotto risulterà completamente visibile dal percorso che collega il Passo della Croce con la località Benale e travalica Punta Serena (nel territorio di Chiaves, frazione del Comune di Monasterolo) con vista sul Santuario di Sant’Ignazio adagiato sulla vetta del Monte Bastia (931 m) che domina le tre Valli di Lanzo.
Punta Serena, sebbene di quota modesta, è una deliziosa cima che catapulta il tuo sguardo a 360°. A Sud, come appollaiati su di un balcone, verso la pianura torinese, mentre volgendo lo sguardo ad Ovest si osserva l’imbocco della Val di Viù, il Monviso in lontananza, i piccoli villaggi che punteggiano la bassa Val di Lanzo mentre verso Nord si possono ammirare montagne come l’Uja di Ciamarella (3676 m), l’Uja di Mondrone (2964 m), la Levanna Orientale (3555 m), e le altre vette minori della bassa Val d’Ala e della Val Grande.
Da notare come sul territorio del Comune di Pessinetto siano stati recentemente recuperati i “Sentieri dei Pellegrini” grazie al finanziamento del PSR 2007-2013 per il “Sostegno agli investimenti non produttivi nelle aree forestali”.
Riporto i pareri del sindaco di Groscavallo, Maria Cristina Cerutti Dafarra, e del sindaco di Ceres, Davide Eboli, rintracciabili sull’articolo pubblicato sul Risveglio il 12 marzo 2015.
Qui di seguito l’euforia del sindaco di Groscavallo Maria Cristina Cerutti Dafarra (capofila del maxi progetto e fervente sostenitrice delle recenti piste forestali del Pasé):
“Siamo solo alla fase iniziale della progettazione di quest’opera che è l’unica soluzione per produrre energia e garantire una boccata di ossigeno alle vallate. Credo che ci sarà tutto il tempo per chiarire paure e perplessità, d’altronde è normale che si sia un confronto. Comunque i tralicci dell’alta tensione sarebbero collocati lontano dalle case.”
Qui invece la preoccupazione del sindaco di Ceres, Davide Eboli:
“Quest’opera deve essere realizzata ma non come è stata pensata fino adesso. Sarebbe opportuno che tutte le linee venissero interrate per avere un impatto ambientale minimo, che non stravolga la natura del territorio.”
Come risolvere l’eterno conflitto fra produzione di energia rinnovabile e protezione della natura e dei paesaggi delle Alpi? Paesaggi straordinari che sono sicuramente importanti ai fini turistici ma che lo sono anche e soprattutto per custodire l’immagine dell’umanità che in essi si identifica?
Il paesaggio ha anche un valore simbolico ed affettivo: non possiamo sempre ridurre tutto ad un mero calcolo di profitto a discapito di tutto il resto!
Di quanta energia abbiamo bisogno per vivere? E’ ragionevole pensare a dei limiti nel consumo di energia se per produrla bisogna sostenere costi che verranno inevitabilmente scaricati alle future generazioni, come è successo col nostro debito pubblico? E tutto questo per il nostro egoismo e la nostra miopia?
In nome della realizzazione degli impianti a fonti rinnovabili (considerati di pubblica utilità ed indifferibili ed urgenti ai sensi dell’art. 12, comma 1 del d.lgs. 387/2003 ) quanti scempi si dovranno ancora compiere?
Per concludere segnalo a tutti i sindaci di buona volontà il convegno finale nato dal progetto recharge.green (che ha analizzato il conflitto fra costi e benefici nella produzione di energie rinnovabili) ed organizzato dalla Cipra nei giorni 20 e 21 Maggio 2015 a Sonthofen (Germania): “Energia e natura nelle Alpi: un difficile esercizio di equilibrio“. Verranno resi pubblici i potenziali per la produzione di energia idroelettrica, eolica, solare e da biomassa a livello alpino e verranno esposte alcune esperienze pilota.
E’ giunto il momento che i comuni alpini facciano il possibile e l’impossibile per difendere la biodiversità delle Alpi anziché succhiarle le ultime risorse ancora intatte.
“Come i Comuni alpini possono mettere in rete gli habitat naturali”
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Gran bel video che può suggerire chiari, giusti e lungimiranti esempi per avere comuni oltre i confini!
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Grazie Serpillo per averci informato di questo progetto che certamente farà discutere…
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Sicuramente..
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Mobilitarsi prima che sia troppo tardi, raccogliendo firme di dissenso, informando il più possibile..Ci sono un sacco di centrali che sono ferme perchè la domanda di energia è crollata e si crea un mostruosità simile? Possibile che in queste valli siano fermi a 40 anni fa e costruiscano solo inutili strade e opere di queste genere??
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Sintomo di grave degrado morale e culturale? Eppure gli esempi positivi esistono!
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Se qualcuno vuole documentarsi sull’impatto sugli uccelli delle linee elettriche, veda questo documento del Ministero per l’ambiente
Fai clic per accedere a linee_guida_linee_elettriche_avifauna_new.pdf
Comunque, non sono i soli impatti, ovviamente.
Saluti
Giuseppe
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Grazie mille!
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Grazie per questo interessante documento tecnico-scientifico. Ho appreso notizie che non sapevo. Siamo in equilibrio sempre più precario.
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Attenzione che anche l’ipotesi dell’interramento di una linea ad alta tensione pone problemi seri di impatto ambientale.
Ho come l’impressione che ci sia il rischio di soffermarsi sui problemi ambientali determinati dall’elettrodotto senza invece porre maggiormente l’attenzione sulla compromissione degli ultimi corsi d’acqua ancora integri delle Valli di Lanzo, visto che trattasi di centrali idroelettriche!
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Sono d’accordo. Il mini-idroelettrico rischia di asciugare corsi d’acqua secondari molto importanti da diversi punti di vista e di stravolgere gli ecosistemi montani, oltre che a cambiare gli assetti idrologici e danneggiare le comunità locali.
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Grazie.
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Gent.ma Serpillo1,
per quanto riguarda il gruppo di minoranza “Groscavallo Domani” citato nel post ed esistente da meno di un anno, non posso che associarmi alla tua espressione di rammarico per il fatto che anche noi siamo venuti a conoscenza dell’avviso solo a mezzo stampa, con soli 3 giorni utili per le osservazioni.
Rimaniamo a disposizione per eventuali confronti sul tema.
Cordiali saluti.
Fabio Santo
capogruppo “Groscavallo Domani”
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Buongiorno Fabio,
mi lascia un pò perplessa che all’interno di un comune (per lo più proponente di un progetto) non si parli del proprio “operato”.
Neanche rumors?
Pensavo che gli enti avessero difficoltà a comunicare all’esterno ma al proprio interno.. non ci sono delle procedure da seguire?
Evidentemente mi sbagliavo..
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Gent.ma Serpillo,
da quando vivo questa esperienza ti posso assicurare che ci sono molte cose che mi lasciano perplesso…In alcuni casi, quando chi porta avanti un progetto non vuole renderne partecipe la minoranza i rumors non ci sono e le notizie si hanno solo dall’albo pretorio. Proprio per superare queste difficoltà di “comunicazione” abbiamo recentemente chiesto di vedere tutta la posta in entrata ed in uscita dall’Ente. Le cose poi si complicano, quando gli iter sono molto lunghi ed iniziati molti anni fa come nel caso del progetto in oggetto.
Cordiali saluti
Fabio Santo
capogruppo “Groscavallo Domani”
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Abbiamo così bisogno di trasparenza in tutti i settori.
Buon cammino.
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Volevo mettermi in contatto con qualcuno delle redazione. Ho delle foto sullo scempio della Mea!!
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Trovi la mia mail cliccando sulla mia foto.
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Segnalo un articolo del Corriere delle Alpi (quotidiano locale) del 14 aprile 2015:
“Un documento da presentare al governo e alla Regione per chiedere una riforma normativa in materia di concessioni di derivazione e di autorizzazione a costruire e gestire gli impianti idroelettrici.
I sindaci bellunesi chiedono che la competenza in materia sia trasferita interamente alla Provincia e gli enti locali possano esprimere un parere vincolante sul rilascio delle autorizzazioni.”
Segue su:
http://corrierealpi.gelocal.it/belluno/cronaca/2015/04/14/news/spetta-ai-sindaci-l-ultima-parola-sulle-centraline-idroelettriche-1.11240250
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L’ATA (Associazione Tutela Ambiente – Ciriacese e Valli di Lanzo) ha partecipato il 15 maggio 2015 alla riunione convocata presso il Comune di Groscavallo relativa all’elettrodotto.
Riporto il link: https://www.facebook.com/ata.ambiente/posts/1578572072411570
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Hai svolto un lavoro immane, di ricerca e memoria storica. Penso che il tuo articolo per la profondità che ha meriterebbe di essere posto all’attenzione di quanti operano a livello pubblico nella zona e sarebbe bello se tu riuscissi a farne fare tesoro anche agli amministratori regionali che di sicuro hanno dei siti.
Io intanto comincia a condividerti su fb.
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Grazie Paolo del bellissimo complimento.
Questo tuo apprezzamento mi stimola a scrivere e parlare ancora di montagna, nel bene e nel male.
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E fai bene a scriverne, anche se chi decide la destinazione di un territorio non è guidato dall’amore per i luoghi che va a trasformare, un lavoro come il tuo può diventare la base per un serio approfondimento da parte di chi ha veramente a cuore la questione.
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Paolo Rumiz nel 2009 (intervista sulla Rivista della Montagna del CAI):
“Viviamo un momento terribile in cui c’è un assalto alla baionetta alle ultime risorse pulite del paese, che si trovano tutte quante in quota.”
“…ormai la montagna è il peggior nemico di se stessa: da una parte per un discorso speculativo, dall’altra perché non ha più la capacità di opporsi a nulla.
Ad esempio, oggi un sindaco di un piccolo paese di montagna, privato dell’ICI, venderebbe anche sua madre per avere qualcuno che gli finanzi l’illuminazione pubblica; i Sindaci sono in balia di ricatti: è chiaro che se arriva un signore da fuori con una valigia piena di soldi e dice: “ti secco il tuo fiume o le tue sorgenti in cambio di un contributo sostanzioso”, ecco che il sindaco non può far altro che accettare. Ma così si svende il paesaggio, si svende la nazione si svende il grande bene comune che è la cosiddetta res publica.”
Lo scorso anno la CIPRA ha denunciato che “il 90% circa dei torrenti alpini e dei fiumi è già utilizzato per la produzione di energia idroelettrica che “se fonte pulita, locale e rinnovabile, non può comunque evitare un impatto notevole sia sugli habitat naturali sia sul paesaggio” (qui il post http://wp.me/p21s7m-6bJ).
In tutto il Piemonte ci sono ben 800 (!) richieste per nuovi centrali idroelettriche!
Articolo diffusto su Twitter dall’UncemPiemonte (aprile 2015):
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Eh sì… “se non si vogliono i tralicci si torna alle candele”… ma sta Dafarra è proprio un genio. E poi ci si chiede perché Groscavallo devasta il proprio territorio.
Ottobre rosso
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La realizzazione (devastazione della montagna con i soldi/contributi della Comunità Europea) dei 30 km di piste agro-silvo-pastorali nelle Valli di Lanzo ha forse altri fini?
Non mi sembra ci sia un’enorme richiesta da parte della filiera del legno di legname e tanto meno la coda a valle di margari transumanti che spingono per salire in alpeggio (purtroppo).
Quindi a cosa servono tutte queste strade?
Alla costruzione di centraline idroelettriche o al mega elettrodotto?
Sono già pronte ad ospitare i “signori con la valigia piena di soldi”?
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Aggiornamento con un articolo de Il Risveglio del 4 Giugno 2015 “Elettrodotto: l’opera fa discutere”.
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Ultimo numero (maggio 2015) della newsletter della CIPRA (http://www.cipra.org/it/pdfs/1505_alpMedia_I.pdf):
“La nostra priorità deve consistere in una riduzione del consumo di energia nella nostra società, attuando modelli come la Società a 2000 Watt”, dichiara Katharina Conradin, presidente della CIPRA. Ciò significa anche bloccare la costruzione di nuove centrali idroelettriche e ottimizzare gli impianti esistenti. “Perché i corsi d’acqua alpini non sono rinnovabili”, conclude Katharina Conradin.
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Nella Società a 2000 Watt (http://www.2000watt.ch/it/)…
… vivono persone che s’impegnano con entusiasmo per una qualità della vita altamente sostenibile. Stimano le risorse disponibili, le utilizzano con parsimonia e le distribuiscono in modo equo a livello globale. I membri di una Società a 2000 Watt altamente sviluppata hanno compreso che la qualità della loro vita non è legata a uno standard materiale in costante crescita. Efficienza, sostituzione e sobrietà costituiscono le tre strategie principali per l’attuazione. Sempre più istituzioni, Cantoni, Comuni, cooperative, nonché committenti e privati si riconoscono in questa visione e, nell’ambito della politica energetica, camminano insieme nella stessa direzione.
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Sono perfettamente d’accordo. “Efficienza, sostituzione e sobrietà” (a partire da noi stessi, sono la base da cui partire per recuperare un concetto di vita più a dimensione d’uomo e non di finanza, rispettando l’ambiente. Limitare le nuove opere solo se strettamente necessarie per garantire la sopravvivenza ed il mantenimento dell’esistente, con il minor impatto possibile sull’ecosistema e con l’apporto di soggetti “portatori di interessi diffusi” per l’ambiente, non solo a livello nazionale ma anche e soprattutto locale.
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Riporto un altro articolo pubblicato sempre su “Il Risveglio” dell’11 giugno 2015 intitolato: “L’Enel chiarisce i motivi della costruzione del nuovo elettrodotto”.
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E intanto, a forza di domandare sempre più energia, ci stiamo giocando il Pianeta.
Non c’è nulla di “rinnovabile” in un’energia prodotta per alimentare il mondo opulento che, nonostante tutto, continua a vivere senza limiti e questo l’Enel lo sa benissimo ma lei opera per il profitto: quello è il suo obiettivo, quella è la sua “mission”.
Ma cosa fa intanto il nostro Pianeta in risposta alla nostra vita “no limits”?
Articolo di Luca Mercalli su La Stampa del 1 luglio 2015:
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Propongo il punto di vista di Aurelia Ullrich-Schneider, responsabile di progetto per biodiversità e paesaggio presso la CIPRA Internazionale (notizia del 8/7/15 pubblicata su http://www.cipra.org/it/notizie/verita-dei-costi-per-le-energie-rinnovabili)
Punto di vista: Verità dei costi per le energie rinnovabili
Nel corso della svolta energetica le Alpi devono produrre più energia da fonti rinnovabili, in molti casi a spese della natura e del paesaggio. I costi e i benefici vanno analizzati con obiettività, chiede Aurelia Ullrich-Schneider della CIPRA Internazionale.
Le decisioni sulle fonti energetiche rinnovabili, siano esse l’idroelettrico, l’eolico, il solare o la biomassa, interessano persone con esigenze diverse e conducono inevitabilmente a conflitti. Per una soluzione ottimale di questi conflitti, le decisioni devono essere basate su criteri obiettivi più che su discussioni appassionate.
Nelle Alpi c’è un certo potenziale energetico da fonti rinnovabili. La maggior parte dell’energia ricavabile senza danneggiare eccessivamente la natura, proviene dal vento e dal sole. Questo risulta dai calcoli dei partner del progetto recharge.green. Per determinare il mix energetico ottimale in un certo sito è necessario esaminare criteri diversi.
Se vogliamo sfruttare le energie rinnovabili occorre indicare il prezzo che siamo disposti a pagare. Le decisioni non si devono e non si possono basare sul solo prezzo dell’energia. A seconda della fonte energetica, la società paga spesso dei costi a lungo termine: la perdita dei prati alpini coperti dalle acque dell’invaso; il calo del numero di turisti non disposti a passare la vacanza nei pressi del nuovo parco eolico; la maggiore frequenza dei pericoli naturali dovuta al minore effetto protettivo delle foreste intensamente sfruttate.
Il progetto recharge.green offre uno strumento online che, con fatti fondati su solide basi scientifiche, aiuta i decisori sul posto nelle scelte complesse in materia di energia da fonti rinnovabili. Ma i soli strumenti non bastano: le migliori soluzioni implicano il coinvolgimento tempestivo e ampio nei processi decisionali delle persone interessate.
Maggiori informazioni: http://www.recharge-green.eu/it/
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E’ stato pubblicato, sull’Albo Pretorio del Comune di Groscavallo, il verbale di deliberazione della Giunta Comunale n. 20 del 9 Giugno 2017.
Oggetto: Avvio della domanda di autorizzazione unica ex art. 12 d. lgs. 387/2003 e s.m.i. riguardante una nuova cabina primaria AT e relativo elettrodotto linea AT nei comuni di Ceres, Mezzenile, Pessinetto, Traves e Germagnano (Funghera) a servizio degli impianti idroelettrici previsti nella Valle di Ala di Stura e nella Val Grande e proposti da Brixia Energia srl, comune di Groscavallo, Sipower srl, Idropadana srl e Idropiemonte srl. Riconoscimento spese aggiuntive per redazione studio impatto ambientale, variante all’elettrodotto e della cabina primaria allo Studio Bettiol Ing. Lino srl.
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Segnalo un articolo pubblicato su “La Stampa” del 30 giugno 2017 nella sezione Metropoli “Montagna e Acqua. Ottocento invasi contro la grande siccità”. (Per ingrandire l’articolo cliccarci sopra)
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