Dopo importanti lavori di ristrutturazione, a metà maggio 2015 è prevista la riapertura dello storico Albergo Camussòt di Balme, in alta Val d’Ala (Valli di Lanzo).
Vorrei condividere con voi la riapertura del Camussòt con delle note note bibliografiche di Claudio Santacroce pubblicate su Barmes news n.25 – Gennaio 2006 : una sorta di recensioni dei media del tempo.
Nichols R.C.N., Ascensione all’Albaron, in “Bollettino del C.A.I.”, 1868, p. 143
Il piccolo albergo [Belvedere? ndr] a Balme non ha nulla di particolare; mi diede un letto pulito e non ebbi da lagnarmi di nulla, fuorché dell’orribile schiamazzo che alcuni convitati del paese facevano, cantando … [1866]
Bertetti-Vallino G., Una salita alla Ciamarella, in “Bollettino del C.A.I.”, 1874, p. 265-266.
Da due giorni eravamo a Balme, confinati quasi sempre nelle camere d’albergo del signor Stefano Drovetto detto Marietta da una pioggia insistente … Alcuni minuti prima della nostra partenza arrivò a Balme una comitiva di signore, signori e ragazzi composta da 18 membri per la quale lasciammo sgombro in buon punto il veramente alpestre albergo del Marietta… [1873]
Il versante Est dell’Uja di Mondrone (2965 m)
Martelli A.E., Nell’inverno l’Uja di Mondrone in C.A.I., Le Valli di Lanzo, Torino, 1904.
[…] La natura di quest’albergo non può più essere in oggi sospettata da chi frequenta quelle valli e vi trova edifizio e trattamento che meglio rispondono a tale qualifica; ma in allora era grazia trovare un tugurio che vi ricoverasse e nel quale vi venisse apprestato qualche frugale cibo, accordandovi posto nel fienile per dormire. Infatti entriamo senz’altro in una stalla, che rappresenta cucina, sala da pranzo e dormitorio dell’oste con tutta la sua famiglia e col suo armento.
L’ambiente è fiocamente rischiarato da un lume ad olio; ma subito in nostro onore s’accendono altri lumi, si strofinano la tavola e gli scanni, si attizza il fuoco nella stufetta e Camusot si mette in quattro per preparare la cena e ogni altra cosa a nostro migliore e più decoroso servizio; perché, se a tutta prima ci ha forse sospettati contrabbandieri o disertori, essendo con noi Toni dei Tuni, tosto ci fiutò alpinisti, magari inglesi, di quelli di buona razza che, pratici della montagna sanno adattarsi a quel che si trova; ma che vogliono tutto quanto si può avere col miglior garbo e sono talora buoni piccioni da pelare allo scotto.
Camusot, lo chiamano così perché è più noto col suo nomignolo che col nome di sua famiglia comune ad altre della valle ove le generazioni formano tribù, è l’unico oste di Balme; ma egli lo fa quasi solo di ripiego, forse per la stessa scarsità in allora degli avventori, e la sua attività si esplica nel mestiere di brentatore a Torino (per cui si trova a casa sua un buon bicchier di vino), ed in quello di cacciatore di camosci, pel quale ha rinomanza; onde il suo soprannome.
[…] Nel tepore di quella stalla, di cui avevamo acquistato l’ambiente dimenticando le agresti suppellettili e gli abitatori per noi insoliti, ci saremmo trovati come in paradiso se vi fosse stato un buon giaciglio pulito; ma la doverosa deferenza di Camusot e la nostra dignità di avventori cittadini ci obbligarono a sloggiare, ed usciti all’aperto, per una scala di legno fummo condotti in una stanza del piano superiore dove si trovavano due forme di letti in legno con pagliericcio di foglie, lenzuola di canape, copertoni di lana e pelli di montone, riservati ai forestieri di alto bordo: ma il tutto con una temperatura che faceva gelare il fiato sui baffi. Però il bollore del nostro sangue giovanile vinceva quel freddo reso anche più pungente dalla bise, che penetrava sibilando a traverso le sconnesse tavole dell’uscio e per gl’incapaci telai delle finestre. Insensibili anche alla ruvidezza delle coltri, dopo pochi minuti e senza rivoltarci, russavamo; il sonno aveva già quetato il tumulto dei nostri pensieri, agitati dalla lotta per l’ideale che ci aveva lassù condotti.
Martelli A.E. – Vaccarone L., Guida delle Alpi Occidentali. Vol. II – Graie e Pennine. Parte I. Le Valli di Lanzo e del Canavese, Torino, 1889, p. 67.
L’Albergo d’Italia (il meglio situato dei due indicati) che occupa l’ultima casa a monte del villaggio. L’albergatore Bricco Giacomo ha pure rivendita di sigari e tabacco.
Ratti C., Da Torino a Lanzo e per le Valli della Stura, Torino, 1883, p. 149.
Sono in Balme due alberghi: […] quello d’Italia o del Belvedere di Stefano Druetto, detto Marietta, accensatore, presso le ultime case.
Vaccarone L., Ascensione invernale dell’Uja di Mondrone in Val d’Ala in “Alpinista”, n. 2, 1874.
[…] Stefano Drovetti, l’alpestre albergatore, che fummo lesti visitare, conciossiaché in noi già fosse per il moto e l’aria la fame arcadica e classico l’appetito, piangeva dalla consolazione e non si stava dallo interrogarci come quegli che sorpreso non ne capisce nulla di nulla.
Con schietta cordialità il dabben’uomo ci introdusse nella invernale salle à manger, dove, ahimé! …strani commensali ci occorsero alla vista: due vacche, una capra, una nidiata di conigli, alcune galline ed altri animali.
Ne fummo a tutta prima dolenti, e più di tutti ci stava a disagio il naso, essendoché in quell’ambiente l’aria non fosse profumata a odor di rose, ma di poi vi ci assuefacemmo e tanto da conchiudere alla perfine, che nella sala-cucina-stalla di mastro Drovetti, facendo buona tavola, vi si poteva stare per benino.
[…] Cristina Drovetti, la bella e rinfronzita montanina, figlia allo Stefano, quella che sogghignando diceva noi venimmo a Balme perché avevamo il ruzzo da cacciare, volle scaldarci il letto; se non avessimo visto che veramente aveva adoperato della buona brace, avremmo di leggieri creduto non ci avesse ella fatto una burla, tant’erano fresche le lenzuola. In quelle cameruccie sof¬fiava dalla Bessanese un’aria fina fina, indiavolata, che penetrando nelle ossa ci pareva essere in preda di una febbraccia terzana, laonde avemmo a rimpiangere amaramente di non trovarci più nella buona compagnia degli individui ruminanti, rosicchianti e gallinacei della salle à manger.
Però cacciato il capo sotto le coltri, preso sonno, dormimmo come ghiri.
Copertina del libro “Le Valli di Lanzo. Bozzetti e leggende”
Savi Lopez M., Le Valli di Lanzo. Bozzetti e leggende, Torino, 1886, pp. 249-250.
Una sera in Balme.
L‘albergo tenuto in Balme dal famoso cacciatore di camosci, detto Camussot, trovasi a metri 1500 di altezza, e dopo le discese faticose dalle montagne, molti alpinisti e non poche signore vennero a cercare il riposo nelle sue pulite camerette, o passarono la sera in questa cucina, che è pur sala da pranzo e bottega.
Sopra un registro che il padrone dell’albergo conserva con molta cura, e che si potrebbe leggere interamente per diletto da chi fermasi in Balme, si trovan narrate le forti impressioni provate da molti sulle alte cime, o si dice dei pericoli corsi sui ghiacciai; di qualche pericolosa ascensione sulla Ciamarella e sulla Bessanese, o della sorpresa provata da chi oltre Balme, all’altezza di 1708 metri, si è visto dinanzi i pascoli al Pian della Mussa. Nelle pagine numerose di quel registro, quasi ad ogni periodo cambiano i caratteri, vergati da forti mani maschili o da bianche dita femminee, stanche forse per aver tenuto a lungo l’alpenstock, e par che tutti abbiano avuta la parola facile, per dire la bellezza della montagna.
La cucina, bottega, sala da pranzo è a dispetto del soffitto annerito dal fumo, ordinata e pulita. Innanzi ad alcune finestre si trovano le tavole per gli avventori, nel fondo della stanza vedesi l’ampio camino intorno al quale pendono molti arnesi lucenti in rame, e non lungi dalle tavole coperte di piatti, di scodelle e di bicchieri, sono gli scaffali lungo le pareti, colle lucide bottiglie allineate, e stoffe, droghe, carta da scrivere e quaderni.
Una bella bambina è seduta accanto ad una tavola ove è posato un lume acceso, e la luce le irradia in tal maniera la faccina, ch’essa con una tinta calda spicca sullo sfondo oscuro della cucina. Un’altra dorme colla testa poggiata ad una panca vicino ad una bassa culla in legno, ove riposa un figlio di Camussot futuro cacciatore di camosci; un altro lume è sospeso alla cappa del camino, ed illumina la fronte stanca di una vecchia nonna, seduta accanto alle fiamme rosse delle fascine; altre donne sono sedute nell’ombra, e Camussot aiuta sua moglie che prepara la cena per alcune signore venute a respirare l’aria fine di Balme, e già salite nelle camere al piano superiore.
Ratti C., Guida per il villeggiante e l’alpinista nelle Valli di Lanzo, Torino, 1904, p. 170.
Antico Albergo del Belvedere (nell’ultima casa a monte), di Stefano Bricco, figlio del noto Camussot, con negozio di vari generi: tiene pensione.
C.A.I., Guida illustrata delle Valli di Lanzo – Vademecum del gitante, 2° ediz., Torino, 1914, p. 42.
Balme è ora dotato di confortevoli alberghi …del Belvedere…
T.C.I., Guida d’Italia – Piemonte, Lombardia, Canton Ticino, Milano, 1914, p. 48.
Albergo del Belvedere, raccomandato, 40 letti L. 1,50, pensione L. 6 e più, v.c.
T.C.I., Guida d’Italia – Piemonte, Lombardia, Canton Ticino, Milano, 1926, p.184.
Balme – Alberghi: del Belvedere, raccomandato, 40 letti.
T.C.I., Guida pratica ai luoghi di soggiorno, Milano, 1934, p. 73.
Hôtel Belvedere Camussott. Camere 70, letti 100. Acqua corrente fredda. Bagni comuni 4. Riscaldamento centrale. Telefono. Autorimessa. Tennis. Giardino. Pensione tutto l’anno L. 20-35. Prati adiacenti, pineta a 50 m. All’estremità superiore di Balme, in posizione elevata al disopra della carrozzabile: gruppo di edifici bene esposti con terrazze e verande. Trattenimenti e balli d’estate.
Antica insegna (15 giugno 1817) con lo stemma della famiglia Drovetto dove si riconoscono le tre ruote d’arcolaio.
d. Carpano S., Le Valli di Lanzo, Torino, 1930, pp. 204-205.
Il più rinomato, grandioso e raccomandabile albergo di Balme è il Grande Albergo del Belvedere del Cav. Stefano Bricco.
Esso fu fondato nel 1870, ed ha un passato glorioso: fu per sessant’anni l’albergo più popolare delle valli di Lanzo, l’albergo che ospitò i più rinomati alpinisti che facevano di esso il punto di partenza delle loro ascensioni, molte delle quali restarono famose nei fasti dell’alpinismo italiano.
Venne, anno per anno, continuamente ampliato e rimodernato secondo le nuove esigenze dei tempi; ed attualmente è uno degli alberghi migliori e più moderni, e ben lo sanno i turisti e gli alpinisti e i villeggianti che ogni anno sempre più numerosi accorrono a Balme.
Possiede oltre 100 camere con acqua corrente; è dotato di tutte le più moderne comodità; ha verande e saloni per pranzi, concerti e feste; ha giardino, parco e giochi di lawn-tennis. Offre speciali facilitazioni per famiglie per lunghi soggiorni e nei mesi di giugno, luglio e settembre.
È aperto tutto l’anno, e nell’inverno è ben riscaldato, per cui è raccomandabile anche in modo tutto particolare e per la stagione sciistica e per le ascensioni invernali.
Redaelli C., Guida delle Villeggiature italiane, Milano, 1929, p. 293.
Hotel Belvedere, tutto l’anno, 150 letti, bagni, pensioni da L. 25 a 45.
Redaelli C., Guida delle Villeggiature italiane, Milano, 1932, p. 293.
Albergo Belvedere, tutto l’anno, 100 letti, bagni, pensioni da L. 20 a 35.
Savarino G., Valle di Ala di Stura. Piccola guida turistica di Ceres, Ala, Balme, Piano della Mussa, Torino, 1936, p. 18.
Grand’Albergo Belvedere “Camussot”. 100 camere. Camere con acqua corrente. Tutti i confort. Salone per pranzi. Ristorante a tutte le ore. Scelta cucina. Salone per feste. Orchestra. Radio. Termosifone. Condizioni speciali per famiglie. Facilitazioni per Giugno, Luglio e Settembre. Giardini. Campi di giuochi. Tennis. Telef. N. 3. Aperto tutto l’anno. Stagione Estiva ed Invernale. Propr. Bricco Cav. Stefano.
T.C.I., Guida Breve – Italia Settentrionale, Milano, 1° ed. 1937, p. 30-31.
Albergo Belvedere, 100 letti.
Solero S., Storia onomastica delle valli di Lanzo – Ceres e la valle d’Ala di Stura, Torino, 1955, pp. 223-224.
Questo Giacomo Bricco, cacciatore, guida alpina e proprietario del¬l’albergo Belvedere di Balme, fu un pioniere dell’alpinismo, del turismo e della villeggiatura nelle nostre Valli; egli continuò a Balme un’industria alberghiera incominciata dal suo suocero Stefano Droetto-Marietta, e che il suo figlio Cav. Stefano portò poi a un prospero sviluppo. […]
Un interessante album dell’Albergo Belvedere, incominciato nel 1874 fa passare sotto ai nostri sguardi, nelle sue pagine, nomi illustri e pensieri peregrini. Vi si leggono le firme di noti alpinisti, come Martelli, Vaccarone, Ratti, Guido Rey, Luigi Cibrario, dei Delleani e dei Ricca-Barberis, dei Sigismondi e di Toesca di Castellazzo. Uomini politici: i deputati al Parlamento Bertetti, Palberti, Rastelli, Frola, Badini-Confalonieri.
Artisti e pittori, che spesse volte si esprimono con disegni sugosi: Balduino, Francesco Gonin, Casimiro Teja (il caricaturista, direttore del Pasquino), il senatore Leonardo Bi-stolfi. Scienziati: l’astronomo padre Denza, venuto a Balme nel 1875 per l’impianto del-l’osservatorio meteorologico, il naturalista Chionio, il chimico Arnaudon, il matematico D’Ovidio; i medici professori Mercandino, Mattirolo, Precerutti; gli ingegneri Alessandro Albert con i figli Luigi e Alfredo, Thovez, Cesare e Carlo Iorio, Soldati, Francesetti di Mezzenile; gli avvocati Murialdo, Saccarelli, Cavaglià; i letterati e scrittori Maria Savi-Lopez, Leopoldo Usseglio, Dino Mantovani, Francesco Pastonchi, Virginio Gayda; uomini noti nella Torino dei nostri padri e nonni, come il tipografo Vinciguerra, l’orefice Musy, il Biolley, il maestro Delfino Thermignon, Leopoldo Reycend, Mario Lessona. e via via. I conti Antonielli d’Oulx, Marchetti di Muriaglio, Lovera di Maria, Baudi di Vesme, Daviso di Charvensod. E in tempi già vicini ai nostri i Principi della Casa di Genova e i Principi Reali Umberto, Iolanda, Giovanna…
In tutti gli ospiti è desto il sentimento d’ammirazione per le bellezze della Valle, per Balme in particolare, la nostalgia di doverne andar lontano, l’augurio di potervi ritornare. E incessanti, caldissime son le lodi per il vecchio Stevo Droetto, e per il suo genero e successore Giacomo Bricco-Camussot, alpinista, guida, cacciatore, albergatore, “maestro della montagna”.
Dalla primitiva stalla-albergo, di cui parlano Martelli e la Savi-Lopez, oggi si arriva alle 150 camere fornite di tutte le attrezzature e comodità moderne. Continua la scelta clientela, specialmente di milanesi, genovesi, romani.
T.C.I., Villeggiature montane, vol. I, Milano, 1952, p. 126.
3a categoria Belvedere, all’estremità superiore di Balme, in posizione elevata al disopra della strada, con giardino, terrazzi, verande, dancing, prati adiacenti e pineta a 50 m: camere 30, letti 50, bagni 4, acqua fredda, termosifone, autorimessa, tennis, telefono.
T.C.I., Guida d’Italia – Piemonte, Milano, 1940, p. 441.
Albergo Belvedere, 128 letti, pensione L. 22 -33, acqua corrente.
T.C.I., Guida Breve – Italia Settentrionale, Milano, 2° ed. 1940, p. 31.
Albergo Belvedere, 125 letti.
T.C.I., Villeggiature delle Alpi e delle Prealpi, vol. I, Milano, 1966, p. 69.
III categ. Belvedere, tel. 5903, cam. 31 (con bagno 6); pensione tutto compreso 3000-3800 (3500-4300 con bagno), piccolo parco, tennis, vista.
IV categ. Belvedere (dipendenza), tel. 5903, camere 16 (con bagno 1); acqua fredda, senza termosifone, pensione tutto compreso 2600-3600.
Bacheca sull’Hotel Camussòt
Pollino P., Guida delle Valli di Lanzo, Torino, 1966, p. 104; Torino, 1970, p. 249.
La fondazione dell’Albergo Belvedere “Camusot” risale al 1870. Dall’umile osteria di 8 camere, sempre gestito da padre in figlio è migliorato tanto che oggi può ospitare, con attrezzatura ancora recentemente aggiornata, 150 persone. Termo centrale, acqua corrente calda e fredda, camera con bagno. Salone per pranzi 200 coperti e sale per pranzi da 60-90 coperti caduna. L’attrezzatura di ristorante permette 300 coperti contemporanei. Ampia entrata, sala lettura, sala televisione. Servizio di ristorante, specialità per pranzi classico e normale. L’albergo gode una posizione meravigliosa, ampio giardino, viale alberato, gioco bocce, terrazzo da sole, tennis, posteggi e rimessa. Sala da ballo. Scelta orchestra. Organizzazione veglie e serate danzanti. Garantisce ai suoi ospiti una perfetta attrezzatura, il massimo comfort prezzi modici in un ambiente famigliare ottimamente frequentato.
T.C.I., Nuova Guida Rapida – Italia settentrionale, Milano, 1972, p. 59.
Belvedere (3a cat.); stagionale, tel. 5093; camere 37; bagni 7; parco; tennis; vista; autorimessa.
T.C.I., Vademecum del turista – Alberghi e ristoranti d’Italia 1972-73, Milano, 1972, p. 77.
Albergo Belvedere (3a – 37 camere/69 letti), via Roma 21, t. 5903, centrale; acqua corrente fredda, bagni (6), riscaldamento centrale, bar, autorimessa, posizione panoramica, giardino, tennis; pensione 4000/5000 + (IVA).
[L’Hôtel Belvedere Camussot fu chiuso nel 1992. Il libro dell’albergo fu donato nel 1998 dall’ultimo proprietario, Giorgio Bricco, al Centro di Documentazione del Museo Nazionale della Montagna di Torino]
Articolo del 30 aprile 2015 pubblicato sul settimanale “Il Risveglio”
Frequento praticamente da sempre le Valli di Lanzo, mi piace "rallentare", nel mio tempo liberato, facendo escursionismo tutto l'anno. Sono accompagnatrice nel C.A.I.
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7 pensieri riguardo “Camussòt”
E’ una bella notizia per Balme e le Valli di Lanzo.
Speriamo che possa tornare agli antichi splendori ma personalmente credo che il fatto che il soprastante Piano della Mussa sia aperto alle auto non lo aiuta perché in questo modo il villaggio di Balme in estate non è un punto di arrivo (per poi partire a piedi verso le sue montagne) bensì soltanto di transito.
Penso sia il momento giusto per chiudere alle auto il Piano della Mussa facendo apprezzare cosi’ la natura, i colori, i profumi e gli animali.
Certo non basta vietare il parcheggio dei veicoli ma è necessario far scoprire questo luogo bellissimo con proposte turistiche di qualità.
Il Colle del Nivolet (Parco Nazionale del Gran Paradiso) è un esempio da cui prendere spunto.
E’ sempre bello quando si sentono notizie di questo genere. In un epoca in cui la montagna è sempre più soggetta all’abbandono, la riapertura di un rifugio, di un bivacco, di un albergo come in questo caso è una bellissima notizia.
Eppure sono sempre di più le persone che si avvicinano alla montagna, sarà forse a causa della vita frenetica, della disillusione per le cose mondane, della sete di natura in un mondo sempre più pervaso di tecnologia e finzione…
E’ una bella notizia per Balme e le Valli di Lanzo.
Speriamo che possa tornare agli antichi splendori ma personalmente credo che il fatto che il soprastante Piano della Mussa sia aperto alle auto non lo aiuta perché in questo modo il villaggio di Balme in estate non è un punto di arrivo (per poi partire a piedi verso le sue montagne) bensì soltanto di transito.
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Penso sia il momento giusto per chiudere alle auto il Piano della Mussa facendo apprezzare cosi’ la natura, i colori, i profumi e gli animali.
Certo non basta vietare il parcheggio dei veicoli ma è necessario far scoprire questo luogo bellissimo con proposte turistiche di qualità.
Il Colle del Nivolet (Parco Nazionale del Gran Paradiso) è un esempio da cui prendere spunto.
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L’ha ribloggato su Natura-E .
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Grazie!
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E’ sempre bello quando si sentono notizie di questo genere. In un epoca in cui la montagna è sempre più soggetta all’abbandono, la riapertura di un rifugio, di un bivacco, di un albergo come in questo caso è una bellissima notizia.
Eppure sono sempre di più le persone che si avvicinano alla montagna, sarà forse a causa della vita frenetica, della disillusione per le cose mondane, della sete di natura in un mondo sempre più pervaso di tecnologia e finzione…
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Hai ragione Andrea. Una chiusura è sempre una sconfitta per tutti.
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