Punta del Lago

Dalla cima di Punta del Lago SudA fine settembre l’aria fresca ed il cielo terso ci hanno sospinto in Val Sangone, alle falde delle Alpi Cozie, per percorrere un delizioso giro ad anello, reso ancora più piacevole dalle chiome mutevoli degli alberi che si preparano all’autunno, da un valzer di cielo blu genziana – per dirla alla Robetto – , da pascoli arsi dal sole estivo e da mosaici di mondi di pietra disseminati su ampi valloni. La mano e il lavorio d’erosione delle glaciazioni del Periodo Quaternario è evidente.

Ho trovato alcuni paralleli con le nostre amate Valli di Lanzo.

Le popolazione celto-liguri la scelsero per la tranquillità e la sicurezza. Rispetto alle adiacenti Val Chisone e Val di Susa, questa non è una valle di transito. Anche le Valli di Lanzo sono “valli chiuse” perché i suoi valichi confinanti con la Savoia (tutti sopra i 3000 metri) non hanno facilitato i passaggi di commercianti, pellegrini, eserciti, ecc. Certo, contrabbandieri, cacciatori e pastori che valicavano i passi ad alta quota ci sono sempre stati ma questi attraversamenti avvenivano a piedi ed in condizioni ambientali estremamente disagevoli e pericolose, sicuramente non di massa.

Durante la Resistenza entrambe le valli hanno contribuito significativamente nella lotta di liberazione dal nazi-fascismo.

L’ecursione di oggi del Cai di Lanzo parte dalla strada di Pian Neiretto in località Cara ’d Taié (1182 m) per seguire il sentiero n. 415A attraversando boschi di betulle e faggi. Dopo qualche passo si costeggia il Rio della Balma che ci accompagnerà per un bel tratto della nostro giro: fin dopo il Rifugio della Balma (1986 m).

L’istinto atavico di raccoglitori di bacche e funghi prevale: alcuni fra i nostri amici setacciano attentamente il sottobosco… ma solo una vecchia crava (Leccinum aurantiacum) entrerà nel loro “bottino”.

Crava (Leccinum aurantiacum)
Crava (Leccinum aurantiacum)

Un cartello ci indica un bivio per raggiungere il Rifugio La Balma passando dal versante orografico destro o da quello sinistro. Noi scegliamo quello di sinistra.

Si attraversa il ponte sul Rio della Balma, si costeggia e si supera la fontana e l’edificio dell’associazione di cercatori di funghi “Real Bulaj” e, camminando su di un ripido pendio, si giunge sulla dorsale di una morena. Lì si incrocia il sentiero 415 che nasce dalla borgata Molè. Noi imbocchiamo il ramo sinistro.

Particolare del bosco
Particolare del bosco

Cangianti faggi, un’esplosione rosata di erica e verdi pini silvestri allietano la nostra marcia sino al raggiungimento della quota 1400 metri circa dove il confine del Parco Naturale Orsiera-Rocciavrè viene segnalato da una bacheca. Ad un lato del sentiero, in prossimità del confine del bosco, c’è un’incisione rupestre a forma di croce.

Incisione rupestre a forma di croce semplice
Incisione a forma di croce semplice

Poco dopo la foresta si dirada dando ampio spazio ai pascoli alpini.

Il nostro passo li percorre ed è scandito dal mormorio amico del Rio della Balma. Si supera il pianoro dei Pianhei ed una fontana, ci si issa su tornanti verso Nord dove le pareti rocciose sulla sinistra e sulla destra orografica (Rocca di Bauti -1724 m – e Rocca Tana dell’Orso -1708 m-) dominano il paesaggio.

Salendo al Rifugio La Balma
Salendo al Rifugio La Balma

Proseguendo il percorso a mezza costa, e superando i contrafforti rocciosi, si intravede già la nostra prima meta adagiata nel suo vallone.

Rifugio La Balma (1986 m) e Monte Robinet (2681 m)
Rifugio La Balma (1986 m) e Monte Robinet (2681 m) quest’utlimo ben riconoscibile per la bianca cappella “Madonna degli Angeli”  illuminata dai raggi solari. A sinistra della cappella c’è una porta per accedere al piccolo bivacco.

Prima di raggiungere Rifugio, tra salite più o meno irte, si attraversa un piccolo rio e un tratto ricco di rabarbaro alpino (che buone le marmellate olandesi e riprodotte con quello piantato nel mio orto).

Rifugio La Balma (1986 m)
Rifugio La Balma (1986 m) gestito ottimamente da volontari del CAI di Coazze. Rientra nella prima tappa del Giro dell’Orsiera.

Rimango colpita dall’immenso scenario del vallone della Balma, circondato da Nord a Sud da una corona di montagne: la Punta del Lago Nord (2616 m), il Monte Robinet (2681 m), la Punta Loson (2650 m) e la Punta del Lago Sud. (2535 m).

Dopo una breve sosta al Rifugio, ed un’ottima colazione a base di caffè e torta appena sfornata, ci si incammina sul segnavia n. 415 in direzione del Colletto del Robinet.

Si prosegue su alcuni tornanti ed al bivio a quota 2048 metri si prosegue per il sentiero n. 441. Piccola sosta per poter fotografare il primo specchi d’acqua chiamato il Laghetto (2043 m).

Laghetto
Il Laghetto (2043 m)

Dopo circa mezz’ora ammiriamo altre due gemme blu rimbalzano di bellezza nell’universo lapislazzulo: il Lago Sottano (2102 m) e quello Soprano (2213 m).

Lago Sottano (2102 m)
Lago Sottano (2102 m)

 

Ultimo strappo prima di raggiungere il Colletto della Balma (2436 m)
Ultimo strappo prima di raggiungere il Colletto della Balma (2436 m)

Lasciamo alle nostre spalle i tre laghi e ci dirigiamo al Colletto della Balma (2436 m) e poi alla vetta di Punta del Lago Sud (2570 m).

La nostra fatica è ampiamente ripagata in cima dopo un’erta salita su traccia di sentiero.

Grazie alla lucente giornata la pianura si apre a raggera: si riconosce Superga e Torino, la Rocca di Cavour e il Monviso, la pianura padana fino a Chivasso ed oltre… il Monte Rosa e il Gran Paradiso.

Foto di gruppo Cai Lanzo
Foto di gruppo CAI Lanzo

Una sosta è d’obbligo per ritemprarci e godere del bel paesaggio.

Si scende con cautela sulla dorsale…

Discesa al Colle La Roussa (2017 m)
Discesa al Colle La Roussa (2019 m)

…e si arriva al Colle della Roussa (2019 m) dove c’è una graziosa edicola. E’ un erboso colle che ci permette di osservare un ottimo panorama su una parte della Val Chisone e della Val Sangone.

Colle La Roussa
Colle della Roussa (2019 m)

I pascoli e gli alpeggi del Sellery sono silenti: le mandrie sono oramai scese a valle. La transumanza riprenderà il prossimo anno con l’inizio della bella stagione.

Pascoli del Sellery
Pascoli del Sellery

Noi ci godiamo gli ultimi raggi del sole.

All'ombra dell'ultimo sole..
All’ombra dell’ultimo sole..

Il nostro ultimo posto tappa è la Palazzina Sertorio (1454 m).

Durante la Seconda Guerra Mondiale, nel maggio e nell’agosto 1944, la zona del Sellery e la Palazzina Sertorio furono teatro di aspri scontri tra le formazioni partigiane e le truppe nazi-fasciste.

Il rientro è su una pista agro-silvo-pastorale (414A) a circa un’ora dal nostro punto di partenza ma prima ci aspetta una merenda sinoira, illuminata da candele ed allietata da sane risate ed allegre facezie.

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Giro della Punta del Lago

Partenza e Rientro: località Cara ’d Taié (1182 m)

Segnavia con bolli bianco-rossi: 414a, 415, 441.

Difficoltà: EE (richiesto passo sicuro ed assenza di vertigini dal Colle della Balma alla Cima del Lago Sud e discesa al Colle La Roussa). Dislivello: 1427 m. Tempo di salita: 4h 30′ circa.

Carte escursionistiche: Fraternali 1:25000 n. 4 Bassa Valle Susa, Musinè, Val Sangone, Collina di Rivoli; Carta turistica del Parco Naturale Orsiera Rocciavrè e Riserve degli Orridi di Chianocco e Foresto 1:25.000; IGC 1:50000 n.17 Torino Pinerolo e Bassa Val di Susa.

2 pensieri riguardo “Punta del Lago

  1. Ah, la Val Sangone!! Due miei post su questa valle testimoniano che si tratta proprio di uno dei miei luoghi più cari…. Bella escursione avete fatto in una giornata dalla visibilità eccezionale!

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