
L’escursione di oggi si svolge nel territorio di Mezzenile (Valli di Lanzo, provincia di Torino) su una fitta rete di sentieri costruiti dai montanari che accarezzano borgate in pietra, un tempo abitate tutto l’anno.
La bellezza di un percorso escursionistico ad anello sta nella ricchezza degli ambienti attraversati e nella possibilità di percorrere una varietà di boschi e paesaggi in una sola uscita, offrendo più stimoli rispetto ad un tragitto “andata e ritorno”.
La quota del nostro viaggio è compresa tra i 700 e i 1400 metri in un dolce saliscendi tra castagni, betulle, faggi e radure prative, annaffiati dai rii Catelli e Cinaveri.
Qui la montagna è stata operosa e viva, addomesticata dalla mano dell’uomo ed ingentilita dalla testimonianza di piloni votivi e cappelle. Segni, questi, della religiosità popolare dei nostri vecchi e sostegni contro le avversità.
Il giro è ben segnato: i bolli bianco-rossi sono integrati da bandierine e cartelli indicatori posizionati nei crocicchi mentre bacheche illustrative ci raccontano la storia del luogo.
Il gruppo di lavoro che ha realizzato nel 2014 questo percorso è formato dal CAI di Lanzo, dalla Pro Loco, insieme ad altre associazioni di Mezzenile, e dalle squadre forestali della Regione Piemonte (qui le foto dell’inaugurazione).

Partiamo dalla frazione Catelli di Mezzenile (700 m) ed avanziamo nel bosco – a monte dell’abitato – seguendo il sentiero n. 205 che taglia la strada del Consorzio Consolata.
Sulla mulattiera incontriamo sei differenti piloni votivi, in buone condizioni, che ci accompagnano fino alla Cappella della Consolata (1069 m). Il nostro giro ad anello, percorso in senso anti-orario, inizia da qui.
Permettetemi di ricordare, nell’ordine di salita, il nome di ciascun pilone votivo: Pilon d’la Sala, Pilon doou Sououlët, Pilon doou Goulet, Pilon l’Orci, Pilon doou Cazas e Pilon d’la Gava.
La leggenda racconta che le anime penitenti ogni notte salivano alla Cappella della Consolata e durante il tragitto si fermavano ad ogni pilone per recitare le litanie dei defunti e le preghiere.
I mezzenilesi costruirono la Cappella nel XVI come ringraziamento alla Consolata di Torino, dopo essere rimasti illesi dalla peste del 1520. Successivamente la chiesa è stata ingrandita con due navate laterali dedicate ai Santi Giacomo e Rita. E’ ornata da dipinti e cuori votivi, testimonianze delle grazie ricevute (ritorno dalla guerra, sopravvissuti a malattie, incidenti e cadute pericolose o a calamità naturali).

La Cappella, grazie alla sua meravigliosa balconata, è un bel punto panoramico. Osservando verso Nord, emerge in tutto il suo splendore l’erta rupe dove poggia il Santuario di Santa Cristina (1340 m) che fa da spartiacque tra la Val Grande e la Val d’Ala. Alle sue spalle spunta l’Uja di Bellavarda (2345 m) mentre ai suoi piedi si nota l’abitato di Ceres.
Proseguiamo in direzione Alpe Belvedere (recentemente ristrutturata con possibilità di pernottamento). Davanti a noi si apre la pianura torinese con il Santuario di Sant’Ignazio adagiato sulla vetta del Monte Bastia (931 m). Avanzando sul percorso il nostro sguardo incontra il versante a solatio della Val d’Ala. Dal bosco emerge, evidente, il prato della borgata del Monaviel, un tempo coltivato a segale e patate. Ci salutano l’Uja di Mondrone (2964 m) e l’Uja di Ciamarella (3675 m).

Ogni borgata attraversata in questo giro ad anello ha una particolarità: alcune sembrano dormienti in attesa che qualcuno arrivi e sposti di nuovo il secchio o riempia di foglie la stalla, con altre il tempo è stato inclemente ed ha sfondato il tetto, altre ancora sembrano accucciate come gatti al sole…
Nell’ordine: le Tinè, la Moia, Maleggia, l’Orgeri, Chiampassa, Baudè, la Tuie, le Gaie, Bajura, Balmaris, i Ciap, la Riva, Suolo per poi chiudere il giro e ricongiungerci con la Cappella della Consolata da dove in breve si ritorna a Catelli.
Con una deviazione dal nostro anello (dopo Baudè si scende ai Sart) si può raggiungere la Cappella Giardino e i Laghi di Sumiana ma queste meritano una visita a parte.
Parlando di Mezzenile si segnala il Museo “all’aria aperta” dei chiodaioli e il Castello di Francesetti, dimora signorile del XVIII-XIX secolo, con l’annessa cappella gentilizia neogotica di Sant’Anna e le Grotte di Pugnetto (sito naturalistico di importanza comunitaria). Ci tengo anche a ricordare che la Pro Loco e il Comune di Mezzenile hanno censito, con grande amore, rispetto ed umiltà, tutti i piloni votivi del territorio delle Valli di Lanzo (oltre 100) producendo per ognuno di essi una scheda con tutte le informazioni essenziali. Al termine di questo lavoro è nata un’interessante pubblicazione che li raccoglie tutti (“li Pilon” – I piloni di Mezzenile tra Religiosità, Storia e Leggenda).
Anello escursionistico della Consolata
- Partenza e rientro: Catelli (730 m; frazione di Mezzenile)
- Segnavia con bolli bianco-rossi: 205, 206 e 207
- Difficoltà: E
- Dislivello complessivo: 600 m circa
- Tempo di percorrenza: 5 h
- Carta escursionistica: Fraternali 1:25.000 Valli di Lanzo n.8; IGC 1:25.000 – Basse Valli di Lanzo n.110

Per avere una migliore rappresentazione cartografica della zona interessata da questo giro escursionistico, vi suggeriamo vivamente di scaricare l‘estratto della carta Fraternali n. 8 ad alta qualità (pdf 14,5 MB) che Mario Fraternali ci ha gentilmente trasmesso. Tale pdf permette ingrandimenti notevoli e un dettaglio straordinario, oltre ad una più ampia visualizzazione dell’area alpina. Cliccate qui per farne il download.
Vi lascio un assaggio di foto qui sotto e poi, per chi vuole approfondire l’anello, la galleria di foto su Flickr (per attivare lo slideshow cliccare il rettangolino con freccia in alto a destra).
splendida descrizione per un bel giro
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Grazie! Puo’ essere lo spunto per una bella camminata tutti insieme! 😉 o se hai qualcosa in mente tu..
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L’ha ribloggato su solosimo.
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Sono felice che ti sia piaciuto e che l’hai trasferito sul tuo blog. Grazie Simo.
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Ciao Serpillo grazie a te:-)un bacio
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Concordo con te sul fascino delle escursioni ad anello. Incredibile come ogni angolo celi qualche leggenda, qualche pezzo di storia. Grazie di questa testimonianza.
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Sono contenta Andrea che hai apprezzato questo post.
Ai camminatori curiosi una leggenda, un toponimo, una traccia apre la porta a nuovi mondi..
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Luoghi sacri, capitelli votivi, case solitarie, antichi sentieri.
In certe escursioni si prende coscienza di una vita anteriore, con un’altra organizzazione del paesaggio, e si guarda allora con altri occhi quello che ci circonda.
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