Quando un uomo lungo il suo cammino incontra un fiume che gli sbarra la via, o torna indietro o costruisce un ponte.
In alta Val Malone, nelle Valli di Lanzo, i ponti e i cammini degli antichi montanari erano crollati da tempo e con essi l’intero territorio di Corio, capoluogo e storico centro di questa Valle.
Buongiorno a tutti.
Come previsto è stata effettuata sabato 7/05 (2016, N.d.R.) la manutenzione ordinaria (per il Percorso 1 della cartina, sentiero CAI 417) e straordinaria per il sentiero Mulino Avvocato – Trinità.
Abbiamo dunque recuperato un vecchio, storico sentiero, di fondamentale importanza logistica, culturale ed affettiva.
Si tratta di un tracciato che si integra perfettamente con gli altri esistenti (Piano Audi – Trinità percorso 19 Sentiero Cai 416, Case Andrè – Colle Matteo – Colle del Bandito, percorso 20 Sentiero Cai 416A) e con il sentiero Ponte Picca – San Bernardo (Percorso 1 della cartina, sentiero Cai 417), nonché con la prevista futura bretella che arriverà dalla zona di San Rocco.
Questo sentiero permetterà di scendere e salire da Corio alla Trinità e di completare diversi itinerari ad anello. Il “sentiero della Trinità” fa parte dei percorsi “ascensore” che portano dal capoluogo alle principali frazioni montane.
Cartellonistica ufficiale CAI-Regione Piemonte posizionata negli anni precedenti. Ora ci sono altri 180 cartelli in procinto di essere piazzati, oltre alla manutenzione dei 36 sentieri recuperati
Con il recupero di questo tracciato completiamo definitivamente questa operazione. Ora abbiamo a disposizione:
* Corio – Case Vergon Cudine
* Corio – Ritornato
* Corio – Piano Audi
* Corio – Trinità
* Corio – San Bernardo
Un sentito ringraziamento a tutti coloro che hanno partecipato. In modo particolare al gruppo Alpini, promotore e riferimento per gli interventi effettuati, ed al gruppo AIB di Corio, formidabile come presenza, disponibilità, cura nel lavoro… ed a tutti coloro che hanno condiviso fatiche e soddisfazioni.
L’attività prosegue…
“Passo dopo passo”…come cita il motto presente nel nostro logo…
Il presidente
Mauro Salot
Partendo dal primo ponte del 2009 sono ben 36 i sentieri riemersi dagli abissi dell’oblio ovvero da quando Mauro Salot e l’Associazione Sentieri Alta Val Malone, nata ufficialmente il 5 novembre del 2015, hanno deciso di non tornare indietro.
Se negli ultimi anni nelle adiacenti Valle Tesso, Val di Viù, Val d’Ala e Val Grande (la altre quattro Valli di Lanzo) ci si è esclusivamente occupati di accaparrarsi il denaro dei P.S.R. – ma si continua a farlo imperterriti – per fare piste inutili che hanno distrutto la montagna, prendendo nel contempo a calci gli escursionisti che l’amano e la curano, nella Valle di Corio si è guardato oltre. La meschinità e la miopia di chi cerca soldi facili (complice anche l’ignoranza della Regione Piemonte), che disintegrano importanti occasioni di sviluppo, sono state buttate nelle gole di quei torrenti su cui sono risorti i ponti.
Oggi l’Associazione Sentieri Alta Val Malone è un progetto lungimirante, ad ampio respiro che coinvolge tutto il territorio coriese, oltre ad una macchina da guerra che ha la pretesa di rimetterti in cammino.
Siamo giunti ora all’ultimo impegno “pesante” della stagione: sabato 4 giugno (2016, N.d.R.), tempo permettendo, cercheremo di ripristinare il sentiero che dal Colle Matteo, sale tagliando a mezza costa la nostra montagna, e tra alpeggi, boschi e pietraie raggiunge la località Artè sulla strada del Soglio: il sentiero “del Redio”, dal nome del margaro che lo percorreva per portare la sua mandria agli alpeggi. Si tratta sicuramente di un lavoro impegnativo, vista la lunghezza del tracciato e lo stato decisamente precario nel quale attualmente si trova. Parliamo però di un sentiero molto bello, panoramico e strategico per le possibilità che, una volta recuperato, darà agli escursionisti.
Da case Artè, la primissima parte del sentiero “del Redio” attraversa una faggeta da favola, tra le più belle delle Valli di Lanzo
Cercheremo di formare 3 o 4 squadre:
– una dal Colle Matteo;
– una dalle Artè;
– una o due che da circa metà percorso si congiungeranno con le prime. Saranno utilissimi motosega piccoli (uno per squadra), decespugliatori (almeno quattro), trance per rovi, roncole e picconi. Sarebbero utili anche uno/due soffiatori. Avremo necessità di almeno quattro “verniciatori” per i segnali biancorossi.
Sentiero 416B (“del Redio”) dalla località l’Artè (1190 m) verso il Colle Matteo (1035 m)
Chiedo a tutti un ultimo sforzo per chiudere un programma annuale di ripristini sinora perfettamente rispettato.
Ricordo che a fine lavori ci troveremo alle baite Artè, gentilmente rese disponibili da Italo e Livio, per mangiare qualcosa tutti assieme.
Chiedo gentilmente di comunicarmi la Vostra adesione al più presto in modo da poter ben organizzare le squadre e le attrezzature.
Tutti i partecipanti portino qualcosa di “edibile” che poi integreremo e condivideremo in amicizia.
Attendo Vostro riscontro, grazie
Il presidente
Mauro Salot
Nel 2017 i camosci bianchi, insieme ad altre decine di milioni di escursionisti in tutto il mondo, hanno voglia di camminare. Cercano sentieri per i propri piedi ove far scorrere rivoli di fatica e pensieri verticali. Desiderano ardentemente togliersi di torno i gommati e le ruberie della cultura urbanocentrica per affrancarsi su percorsi di cultura. Si chiama Escursionismo e cerca montagne da solcare con gli scarponi. Desidera conoscenza e pulizia, perché riappropriarsi di un territorio con i piedi significa anche contrastare le mafie. Che prosperano non solo nel Crotonese ma anche nel profondo Nord Ovest d’Italia.
Verso Ritornato (851 m) sul sentiero 411B
L’Associazione presieduta da Mauro Salot sta donando, a noi incalliti pedoni, esattamente quello che avete appena letto. Chiamatela controcultura se volete.
A casa Salot ho tra le mani la prima bozza della nuova edizione della carta escursionistica n. 9 della Fraternali Editore, che racchiude l’imponente lavoro effettuato negli ultimi otto anni dall’ASAVM – all’epoca in stato embrionale – e su cui osservare, con un unico colpo d’occhio, il districarsi dei trentasei sentieri riemersi dalle oscurità profonde dell’universo alpino, oltre a quei pochi già presenti prima dei lavori. Il suggerimento che avevo dato a Mauro, ovvero di contattare Fraternali affinché si ringiovanisse la precedente e datata mappa (sarà un ottimo incontro visto che Mauro un po’ di anni fa è stato l’allenatore di pallavolo di Mario in Serie C) è stato accolto con entusiasmo. Una carta ben fatta e ricca di itinerari. Una carta che fa sognare.
Una porzione della bozza della nuova carta della Val Malone sorta in collaborazione con la Fraternali Editore che includerà anche l’elenco di tutti i 36 sentieri ripristinati dall’ASAVM con i dati essenziali. L’uscita è prevista per la fine della primavera. Invece l’aggiornamento della carta n. 9 della Fraternali (Basse Valli di Lanzo, Alto Canavese, La Mandria, Val Ceronda e Casternone) uscirà in concomitanza con il Salone Internazionale del Libro di Torino (18-22 maggio 2017) insieme alle nuove carte n. 24 e 25 (Valle Orco e Valle Soana)
Una buona mappa dei sentieri è fondamentale per stuzzicare la fantasia degli escursionisti e per farli divertire nel creare percorsi personalizzati concatenando tra loro più itinerari. Ci provo anch’io osservando questa meravigliosa chicca. Punto al Monte Soglio (1969 m) percorrendo una lunga ed inedita linea rossa che percorre il filo di una cresta. A sinistra trascuro la pista che si arrampica fin quasi verso la cima, solo fino a qualche mese fa unica via dalla Valle di Corio. Mi invento un giro ad anello: si parte da San Bernardo (970 m), si raggiunge la Testa Brusà percorrendo una lunga sterrata, cresta, vetta e rientro lungo un sentiero che scorre 300 metri circa più in basso e parallelo al crinale sul versante esposto a ovest, quello di Corio (a casa poi, leggendo le mail di Mauro del 2016, scoprirò che si chiama “del Redio”…). Di sicuro non sarà breve e veloce e allora Kalipé, sempre con passo lento, dicono i tibetani. Ce lo suggerisce Messner aggiungendo che in montagna bisogna regredire, non c’è spazio per la fretta. Bisogna tornare alla stasi e poi muoversi… In montagna non c’è nulla da conquistare, c’è solo da lasciarsi conquistare. Sento che quel giro mi conquisterà…
La bellissima cartellonistica che, oltre a segnalare correttamente i percorsi escursionistici della Val Malone, ricorda che sui sentieri è VIETATO il transito dei mezzi motorizzati.
La Val Malone negli ultimi anni è stata frequentata esclusivamente per salire al Soglio da Piano Audi, senza nemmeno sapere che si chiamava Val Malone. Ora non è più cosi perché, oltre alle cime che incoronano Corio, su cui si proiettano panorami indimenticabili, in Valle c’è una fitta rete escursionistica – nata su percorsi storici – adatta a tutti: la scelta è impressionante. Mentre scrivo ci sono 180 cartelli (segnaletica verticale, ovvero pali e frecce) che attendono di essere posizionati lungo decine di chilometri di mulattiere che attraversano ed accarezzano le innumerevoli borgate del circondario di Corio, ricche di storia e cultura.
I sentieri di cui ci siamo occupati hanno radici che affondano nella storia della valle di Corio e delle sue genti.
Corio contava ad inizio del 1900 circa 9000 abitanti, dei quali 3500 residenti nel capoluogo mentre i rimanenti 5500 vivevano negli oltre 180 nuclei abitativi costituiti da frazioni, borgate e case sparse.
Attualmente il Comune conta 3350 abitanti dei quali circa 3000 vivono nel capoluogo e nella principale frazione di Benne di Corio.
Cinquemilacinquecento abitanti scomparsi soprattutto dall’immediato secondo dopoguerra agli anni settanta.
La Val Malone. Sullo sfondo, a sinistra, Corio (614 m)
Ne è un chiaro esempio la frazione di Piano Audi, 870 metri, una delle maggiori borgate, che con le relative case sparse raggiungeva, sempre ad inizio novecento, i 900 abitanti o, a dirla con il Palmero (Cenni storici intorno a Corio e Rocca di Corio Canavese, Stamperia Gazzetta del Popolo 1873) contava “400 focolari”.
Ora vi vivono 32 residenti.
Questi semplici dati forniscono un’idea assai esaustiva di quanto successo sulle montagne piemontesi in generale e nelle nostre valli in particolare nel “secolo breve”.
“La montagna abbandonata, tradita, offesa e ferita.”
La sua sapienza, le sue tradizioni, i suoi mestieri, la sua cultura, abbandonati, dismessi troppo in fretta come le case, i campi, i boschi.
Come le coltivazioni, le transumanze, le fiere, i mercati, le sagre, le carbonaie, le marcite per la canapa.
Come le centinaia di chilometri di muri a secco costruiti con la pazienza dei poveri per strappare alla montagna lo spazio per coltivare di che sostentarsi.
Come la capacità degli scalpellini e dei cavatori delle “losere” o l’abilità delle tessitrici che con i milleduecento telai presenti sul territorio garantivano alle loro famiglie un decoroso reddito integrativo. Sin che non sopraggiunsero le prime fibre sintetiche che resero rapidamente anacronistica la complessa filiera della canapa.
Su di un articolato tessuto sociale ed economico è scesa la mannaia dell’industrializzazione che in trent’anni ha distrutto quanto costruito e preservato in secoli di certosino lavoro…
Su tutto questo è calato l’oblio.
Tutto questo lasciato all’incuria ed ai rovi… che tutto hanno ricoperto con il loro irto sudario.
È un mondo su misura per gli escursionisti quello che sta nascendo grazie all’opera dell’Associazione che ormai conta più di 200 iscritti. Importante aver riscontrato il pieno appoggio da parte del Comune di Corio e del Cai Lanzo che ha contribuito a rendere operative le visioni di Mauro Salot.
Il lavoro, all’ombra del Soglio, è appena cominciato. Mentre Groscavallo si concentrava sul pallottoliere della Val di Sea, scaldando i motori delle ruspe selvagge, da queste parti si sono presentati oltre 20 progetti per accedere ai bandi P.S.R. in favore dell’escursionismo.
Escursione ad anello sui sentieri della Val Malone (Valli di Lanzo) recuperati dall’ASAVM:
San Bernardo (970 m) – Monte Soglio (1969 m) – Alpe Mecio (1410 m) – L’Artè (1190 m) – Sentiero del Redio – Gamba (1100 m) – San Bernardo (970 m)
Partenza: San Bernardo (970 m; fraz. di Corio – Val Malone) Dislivello totale: 1260 m ca. (comprensivo di 160 m di risalite al ritorno) Difficoltà: EE Tempo di percorrenza: 7h e 30 min. (escluse le soste) Lunghezza totale del percorso: 18 km ca. Cartografia: “Valli di Lanzo n. 9“, scala 1:25000, edita dalla Fraternali Editori (aggiornamento in uscita a maggio) oppure “Carta della Val Malone” edita dalla ASAVM in collaborazione con Faternali Editore (uscita prevista a fine primavera) Segnavia: bolli bianco-rossi e cartelli lungo il percorso; segnavia 417 – 401 – 401A – 416B (sentiero “del Redio”). Sul percorso da San Bernardo fino al bivio con il 401A sono presenti bolli bianco-rossi (i cartelli sono in fase di posizionamento); il tratto di percorso dalla Testa Brusà fino al cima del Soglio richiede molto tempo e cautela soprattutto sulla cresta di rocce ed erba da Rocca Perabianca a Rocca Lunga (circa 1h e 30 min.); i bolli bianco-rossi sono ben posizionati.
Il panorama verso NNE dal Soglio
Note: lunga ma magnifica escursione ad anello che offre un’incredibile varietà di ambienti e panorami (la pianura torinese, canavesana, le Alpi Cozie con il Monviso verso sud, i colossi della testata delle Valli di Lanzo a ovest mentre a est domina la Quinseina). In cima stupenda veduta sul gruppo del Gran Paradiso e sulla Valle Orco; lungo tutto il percorso, sotto i tuoi piedi, si distende la bellissima conca della Val Malone, un incantevole ventaglio sotto il cielo, punteggiata da una miriade di piccole borgate. Assolutamente da evitare con terreno umido e/o ghiacciato, soprattutto sul percorso di cresta che risulterebbe oltremodo insidioso. L’ideale è scegliere una giornata con ventilazione per godere dei bellissimi panorami, indimenticabili quando si giunge in vetta al Soglio.
La bozza della carta dei sentieri dell’ASAVM la cui versione definitiva uscirà a fine primavera. Per informazioni: sentierialtavalmalone@gmail.com
Il Monte Soglio si può anche raggiungere da Piano Audi (867 m) con percorso prevalentemente su sterrata (purtroppo con libera circolazione ai mezzi motorizzati) fino al rifugio Alpe Soglia (1723 m) e poi con sentiero finale (diff. T-E) oppure, grazie al ripristino dei sentieri storici, si possono scegliere altri punti di partenza per evitare buona parte della pista (ad esempio dalla frazione Trinità: vedere la carta). In questo caso ci si immetterà nel bellissimo sentiero “del Redio” (consigliato – diff. E) evitando così di incontrare moto, auto, quad, ecc. che salgono da Piano Audi. Da segnalare che l’ASAVM si è intelligentemente prodigata di posizionare, ad ogni imbocco di sentieri, il cartello che segnala il divieto assoluto di circolazione dei mezzi motorizzati sulla rete escursionistica.
Sulla cresta che porta al Monte Soglio con magnifico panorama sulla Valle di Corio e sulla testata delle Valli di Lanzo (in lontananza)
Salita:da San Bernardo (970 m), ove si può parcheggiare l’auto nei pressi dell’omonima Cappella (fontana), si prende in direzione NE una stradina asfaltata che presto diventa una lunga sterrata nel bosco e che porta fin sotto la Testa Brusà (1351 m) per poi attaccare il sentiero (1h e 30 min., picchetto segnavia). Pur essendo, la parte iniziale, una pista (in stato di abbandono nella parte finale tanto che sta per essere inglobata dalla vegetazione) offre comunque scorci affascinanti ed insoliti sulla pianura torinese e canavesana. Abbandonata la strada, si segue il sentiero (bolli bianco-rossi e picchetti segnavia) in direzione N che diviene via via più ripido e panoramico, piega poi a NO per raggiunge Rocca Perabianca (1550 m; 45 min.; 2h e 15 min. da San Bernardo). Da qui inizia il percorso saliscendi di cresta di erba e rocce (cautela), che piega progressivamente verso NNO per toccare Rocca Lunga (1671 m; 1h e 30 min.; 3 h e 45 min. da San Bernardo). Si scende sul Pian dei Bensi (1678 m; cartello) e si inizia a rimontare la dorsale erbosa che ci condurrà fino all’Alpe Rossolo (1940 m) da dove il sentiero piega decisamente a destra (E) per condurci in breve sulla panoramica cima del Monte Soglio (1969 m; 45 min.; 4 h e 30 min. da San Bernardo).
Il tratto di cresta da Rocca Perabianca a Rocca Lunga. In lontananza il Monte Soglio
Discesa: raggiunto nuovamente il Pian dei Bensi (1678 m; 30 min.) lungo il percorso dell’andata, al cartello si devia verso destra (NO) seguendo il sentiero (bolli bianco-rossi e cartelli del Trail del Monte Soglio) che con numerose svolte percorre il versante SO del Monte Soglio. Si attraversa un rio per poi passare tra le baite dell’Alpe Mecio (1360 m; 30 min.; 1h dal Soglio). Seguendo i cartelli del Trial del Soglio (in direzione di un evidente traliccio dell’alta tensione, che si supera) si raggiunge la sterrata che sale da Pian Audi. La si percorre in discesa per pochi metri per poi rintracciare il sentiero che si imbocca sulla destra (bollo bianco-rosso). Percorsi pochi metri, si incrocia nuovamente la pista che, compiendo alcuni tornanti, bisognerà seguire fino ad incontrare sulla sinistra il bivio per il sentiero n. 416B (cartelli; 1220 m; 30 min.; 1 h 30 min. dal Soglio). Questo sentiero, chiamato “del Redio” (…dal nome del margaro che lo percorreva per portare la sua mandria agli alpeggi…) si inoltra nel bosco in direzione NE per poi, in breve, incontrare una guado. Superatolo, si entra come per magia in una faggeta da favola (suggerita la primavera o l’autunno).
Il bivio per il sentiero 416 A (direzione case Gamba) sul sentiero “del Redio” arrivando da l’Arrtè
Il sentiero prosegue a mezzacosta in direzione SE risalendo, dopo aver attraversato una pietraia, l’Alpe Grifun (1270 m; 30 min.; 2h dal Soglio), tocca poi l’Alpe delle Secchie (1250 m) e l’Alpe Losera (1200 m) superando alcune pietraie percorse da bellissime mulattiere lastricate. Lasciata alla destra una baita in pietra, si raggiunge il bivio per il sentiero n. 416A (cartelli; 1080 m; 30 min.; 2 h 30 min. dal Soglio) che conduce, come meta ravvicinata, alla Cappella del Bandito. Si prende alla sinistra (E) il 416A per circa 15 minuti fino ad incontrare un nuovo bivio nei pressi di un pilone votivo (cartello). Seguendo le indicazione per la Cappella del Bandito (S), in breve si arriva a case Gamba (1100 m). Il sentiero subito dopo diventa una sterrata che piega verso sinistra (E) e incontra un altro bivio con cartello. Abbandonata la direzione per la Cappella del Bandito, si continua a seguire la sterrata che poco dopo diventa asfaltata (strada privata). La si segue fino ad incontrare una sbarra. Dopo averla superata, si raggiunge in breve San Bernardo dove abbiamo lasciato l’auto (970 m; 30 min.; 3h dalla vetta del Soglio).
Qui la galleria con le foto del giro appena descritto (ogni foto ha la descrizione), effettuato ad aprile di quest’anno (volendo si può attivare lo slideshow con il primo pulsantino in alto a destra).
L’ASAVM mira non solo a rianimare i sentieri storici della Val Malone ma anche a collegare il territorio di Corio con le vicine vallate del Tesso, Orco e Soana, affinché si possano connettere le aree contigue, ampliando e diversificando così le proposte di escursionismo e trekking (più tappe). Se ci si sforza di osservare mentalmente dall’alto questo progetto di innervamento (non solo fisico ma anche culturale), non si può che constatare la ferma volontà di abbattere barriere e gettare ponti per unire i territori alpini. Una visione certamente insolita nel nostro Paese perché guarda finalmente all’avvenire.
Se queste aree alpine possono considerarsi “terremotate” (in senso metaforico), a seguito della desertificazione culturale indotta dall’industrializzazione del dopoguerra (processo drammatico avvenuto in tutto l’arco alpino piemontese, soprattutto in provincia di Cuneo), allora non è difficile cogliere nel breve video che segue (convegno del 28 aprile scorso intitolato “Il CAI e i sentieri protagonisti del dopo terremoto”) l’essenza del sentiero facendo i collegamenti con quanto svolto fin d’ora dall’ASAVM:
Ringrazio sentitamente Mauro Salot e tutti i volontari dell’Associazione Sentieri Alta Val Malone (fiero di farne parte) per la loro splendida opera di in favore dell’escursionismo e dello sviluppo sostenibile.
Mi scuso preventivamente per qualsiasi errore involontario presente in questo post (scrivere di montagna non è semplice) invitandovi serenamente a segnalarmelo o con commento o via mail. Sarò felice di poter apportare correzioni e/o integrazioni.
Per qualsiasi informazione sulle attività dell’Associazione, e sui sentieri, si può scrivere all’indirizzo di posta elettronica: sentierialtavalmalone@gmail.com o contattare il Presidente Mauro Salot al n. 335 696 1354
«“Oltre il confine”, il tema di quest’anno, sottolinea come la cultura e i libri rifiutano gli steccati, sono momenti di inclusione sociale, insegnano ad ascoltare, invitano a conoscere le culture diverse, a rispondere alle angosce del presente e a disegnare nel modo migliore il futuro. Benvenuto al Salone internazionale del Libro di Torino, un bene comune di tutti i cittadini».
Mi piace credere che anche i sentieri (portatori di cultura) conducano l’essere umano oltre il confine, rifiutino gli steccati (anzi, desiderano ponti), sono momenti di inclusione sociale, insegnino ad ascoltare (il territorio e noi stessi mentre camminiamo), invitino a conoscere culture diverse (ad esempio quelle che hanno modellato le montagne), rispondano alle angosce del presente (in cammino) e disegnino nel modo migliore il futuro (il futuro esiste come concezione temporale, dice Annibale Salsa che preferisce il termine “avvenire” perché richiede l’intervento umano per edificarlo).
Mi sembra che tutto questo sia sintetizzabile nello spirito che fino ad ora ha animato l’Associazione Sentieri Alta Val Malone.
Un amante della montagna, quella vera, non quella stereotipata della neve e dello sci.
Accompagnatore del CAI, mi piace fare escursioni in tutte le stagioni cercando di vedere con occhi nuovi la montagna, trasformando la mia "vista" da cittadino adulto in quella da bambino che scopre cose nuove.
Mostra tutti gli articoli di Beppe Leyduan
11 pensieri riguardo “Sui sentieri della Val Malone”
“Quando un uomo lungo il suo cammino incontra un fiume che gli sbarra la via, o torna indietro o costruisce un ponte”.
Oppure può risalire e cercarne la sorgente
Un’entusiasmante testimonianza di persone, ognuna con dei talenti, che si occupa del prorio territorio.
Mi emoziona pensare che ciascuno ha il proprio sentiero da accudire.
Madre Teresa di Calcutta diceva “Non possiamo sempre fare grandi cose nella vita, ma possiamo fare piccole cose con amore”
Ecco, anche questo è volontariato.
Passo dopo passo.
Dopo aver ripercorso, settant’anni dopo, i passi di Jean Giono in Alta Provenza, ritrovando intatti sentieri e paesaggi, non credevo che questo fosse più possibile sulle nostre montagne.
Grazie ai volontari della Val Malone per sapere conservare, oltre alla sentieristica, la memoria e la toponomastica, ricchezza incomparabile in grado di tracciare un filo rosso con gli uomini che ci precedettero.
A volte non occorrono grandi finanziamenti e stanziamenti pubblici, sono sufficienti il cuore, la volontà,il coraggio e il desiderio.
Ariela Robetto
Mi fa piacere incontrare conoscitori delle opere di Giono, scrittore molto “piemontese” a mio avviso e che personalmente adoro. Sì ,” l’uomo che piantava alberi” è uno scritto affascinante ed educativo che ci racconta una storia di amore per la propria terra e di una pervicace volontà di operare per migliorarla…una volontà che arriva alle soglie di una lucida follia….Bisogna essere un poco folli per mettere la barra verso nuove strade. Grazie per gli apprezzamenti, probabilmente non tutti meritati, ma certo è che l’operazione che stiamo effettuando in quel di Corio sta avendo effetti insperati e , sotto molti aspetti, neppure ipotizzabili all’inizio dell’avventura.
Speriamo di aver la volontà , la forza e , soprattutto di poter contare su di un consenso sempre più esteso, per proseguire e consolidare questa ambiziosa operazione di recupero materiale, sociale e culturale, con la tipica cadenza montanara però… “passo dopo passo…”
Beppeley mi porta a conoscenza del suggestivo progetto di recupero capillare della rete sentieristica della Val Malone. I sentieri sono relazioni del territorio: camminarli e conservarli sono atti culturali, avversi ad una visione scontata e banale delle nostre montagne…
Il ringraziamento è doveroso per i tanti determinati Elzéard Bouffier che in modi diversi, attraverso la cura dei sentieri, sono parte attiva dell’avvenire della Montagna
Solamente un uomo colmo d’amore verso la propria terra e dotato di una sana follia (quella che fa progredire l’uomo conferendogli il dono dell’utopia) poteva intraprendere l’opera di Mauro Salot. E potevo aspettarmi che fosse un amante di Jean Giono, scrittore che ha saputo proiettare tutta la sua vita nel sogno tradotto in azione (e quanto ha pagato personalmente per le sue scelte!) e in un amore senza confini per la sua Alta Provenza.
Peccato che i suoi romanzi e i suoi film siano poco tradotti in italiano: le sue pagine veramente allargano il cuore e sanno insegnare a ciascuno a ritrovare le proprie radici, ovunque queste siano.
Grazie anche per questo a Mauro Salot.
Ariela R.
Sabato 29 luglio 2017 un troupe della RAI3 Piemonte con Maura Fassio è andata a fare un servizio sui sentieri dell’Alta Val Malone. Servizio andato in onda domenica 30.7 alle 19:30. Di seguito il link al TG Piemonte (andare al minuto 09:26)
“Quando un uomo lungo il suo cammino incontra un fiume che gli sbarra la via, o torna indietro o costruisce un ponte”.
Oppure può risalire e cercarne la sorgente
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Un’entusiasmante testimonianza di persone, ognuna con dei talenti, che si occupa del prorio territorio.
Mi emoziona pensare che ciascuno ha il proprio sentiero da accudire.
Madre Teresa di Calcutta diceva “Non possiamo sempre fare grandi cose nella vita, ma possiamo fare piccole cose con amore”
Ecco, anche questo è volontariato.
Passo dopo passo.
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che bello vedere tanto entusiasmo.
Speriamo che a forza di piantare semi nasca una foresta (Jean Giono che hai citato all’inizio insegna)
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Dopo aver ripercorso, settant’anni dopo, i passi di Jean Giono in Alta Provenza, ritrovando intatti sentieri e paesaggi, non credevo che questo fosse più possibile sulle nostre montagne.
Grazie ai volontari della Val Malone per sapere conservare, oltre alla sentieristica, la memoria e la toponomastica, ricchezza incomparabile in grado di tracciare un filo rosso con gli uomini che ci precedettero.
A volte non occorrono grandi finanziamenti e stanziamenti pubblici, sono sufficienti il cuore, la volontà,il coraggio e il desiderio.
Ariela Robetto
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Mi fa piacere incontrare conoscitori delle opere di Giono, scrittore molto “piemontese” a mio avviso e che personalmente adoro. Sì ,” l’uomo che piantava alberi” è uno scritto affascinante ed educativo che ci racconta una storia di amore per la propria terra e di una pervicace volontà di operare per migliorarla…una volontà che arriva alle soglie di una lucida follia….Bisogna essere un poco folli per mettere la barra verso nuove strade. Grazie per gli apprezzamenti, probabilmente non tutti meritati, ma certo è che l’operazione che stiamo effettuando in quel di Corio sta avendo effetti insperati e , sotto molti aspetti, neppure ipotizzabili all’inizio dell’avventura.
Speriamo di aver la volontà , la forza e , soprattutto di poter contare su di un consenso sempre più esteso, per proseguire e consolidare questa ambiziosa operazione di recupero materiale, sociale e culturale, con la tipica cadenza montanara però… “passo dopo passo…”
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Beppeley mi porta a conoscenza del suggestivo progetto di recupero capillare della rete sentieristica della Val Malone. I sentieri sono relazioni del territorio: camminarli e conservarli sono atti culturali, avversi ad una visione scontata e banale delle nostre montagne…
Il ringraziamento è doveroso per i tanti determinati Elzéard Bouffier che in modi diversi, attraverso la cura dei sentieri, sono parte attiva dell’avvenire della Montagna
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Solamente un uomo colmo d’amore verso la propria terra e dotato di una sana follia (quella che fa progredire l’uomo conferendogli il dono dell’utopia) poteva intraprendere l’opera di Mauro Salot. E potevo aspettarmi che fosse un amante di Jean Giono, scrittore che ha saputo proiettare tutta la sua vita nel sogno tradotto in azione (e quanto ha pagato personalmente per le sue scelte!) e in un amore senza confini per la sua Alta Provenza.
Peccato che i suoi romanzi e i suoi film siano poco tradotti in italiano: le sue pagine veramente allargano il cuore e sanno insegnare a ciascuno a ritrovare le proprie radici, ovunque queste siano.
Grazie anche per questo a Mauro Salot.
Ariela R.
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Sabato 29 luglio 2017 un troupe della RAI3 Piemonte con Maura Fassio è andata a fare un servizio sui sentieri dell’Alta Val Malone. Servizio andato in onda domenica 30.7 alle 19:30. Di seguito il link al TG Piemonte (andare al minuto 09:26)
http://www.rainews.it/dl/rainews/TGR/multimedia/ContentItem-8d75c7ad-ea56-44bf-ad57-2e8e835fee4b.html
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Grazie del prezioso articolo,
B.
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