Sentieri chiusi alle moto: danno da 137 milioni di euro!

Sono il presidente di una Associazione che si occupa, ormai da anni, del recupero, della segnalazione verticale ed orizzontale, dell’inserimento nel catasto regionale dei sentieri della Regione Piemonte e della promozione dei sentieri dell’Alta Val Malone (Valli di Lanzo), in provincia di Torino.
Mi permetto di commentare, alla luce dell’esperienza oramai decennale maturata nell’ambito del recupero e della manutenzione dei sentieri, alcune considerazioni apparse su media e social a riguardo dell’argomento in oggetto.
Sia chiaro sin d’ora che le mie valutazioni sulla situazione in essere si riferiscono esclusivamente ai sentieri dell’Alta val Malone inseriti (o in via di inserimento) nel “catasto regionale sentieri della Regione Piemonte”.

Riporto un estratto da “Motociclismo“:

Torniamo a parlare dell’emendamento al Codice della Strada approvato dalla IX Commissione Trasporti Camera per modificare gli articoli 2, 3 e 194 del Codice della Strada, al fine di riservare la circolazione su strade sterrate di larghezza inferiore a 2,5 metri solamente a pedoni, velocipedi e animali. Di fatto è un divieto di circolazione per le motofuoristrada (ma anche ai 4×4…), un provvedimento che per noi è incostituzionale e che, secondo la FMI, può portare alla morte dell’offroad agonistico e amatoriale, con conseguenze disastrose perfino per l’attività della Protezione Civile. Senza contare la ricaduta negativa dal punto di vista economico: chi comprerebbe una moto offroad (ma anche il casco e l’abbigliamento dedicato) sapendo che di fatto non la può usare? A questo proposito, ecco l’analisi dettagliata fatta da Ancma, che sottolinea i gravi rischi per un settore di mercato che da solo vale l’8% della “torta”.

Mi pare bizzarra ed estemporanea questa considerazione, che si limita a valutare l’impatto economico dell’eventuale approvazione della proposta senza scendere assolutamente nel merito della questione, che, a mio avviso, si può ridurre ad una semplice domanda:
Qual è l’impatto di moto e quad sui sentieri di montagna?“.
La risposta, Vi assicuro, può essere una sola:
Devastante“.
Devastante dal punto di vista ambientale, con inquinamento da gas di scarico ed acustico e devastante nei confronti degli abitanti di questi ambienti, gli animali, che vedono turbato e sconvolto il loro habitat da invasivi mezzi, rumorosi ed “odorosi”.
Devastante nei confronti di chi, su questi sentieri, cerca pace, quiete, silenzio in un rapporto armonico con la natura.

Ma la frequentazione dei sentieri montani da parte delle moto è ancor più devastante dal punto di vista strutturale, e questo lo posso affermare a ragion veduta.
Conosco bene i risultati del transito di gruppi di motociclisti sui nostri sentieri, con fatica recuperati dopo anni di oblio: selciati di pietra sradicati e sconnessi, recinzioni e palizzate divelte, scalinate distrutte, zone di attraversamento di rii e torrenti ridotte ad impraticabili pantani ed aree magnifiche di bosco trasformate in campi da motocross. Sentieri in terra battuta ridotti a fossi nei quali le acque trovano sfogo, peggiorandone, se possibile, lo stato di degrado.

Senza calcolare il passaggio a tutto gas nei cortili e nelle strette stradine delle borgate montane, i tagli da sentiero a sentiero attraverso pascoli e campi e l’insofferenza, se non la maleducazione, nei confronti di chi osa far presente che, almeno in Piemonte, una legge regionale esprime chiaramente il divieto di transito di mezzi motorizzati nei percorsi facenti parte della rete sentieristica regionale.

Sottolineo che ciò avviene nonostante ogni sentiero rechi ben chiaramente esposto il divieto di circolazione a tali mezzi.
Non lo sapevo, ho sbagliato strada, ma noi stiamo attenti e andiamo piano“, sono le risposte più urbane, ma si arriva sovente a “fatti i c..tuoi” ed a “io vado dove voglio…” per non dir di peggio.
Non tutti i motociclisti sono vandali ed irrispettosi, questo è vero, con molti, specialmente i “trialisti”, si riesce ad instaurare un dialogo sereno e costruttivo, ma ci rendiamo conto che non si possono fare cernite in simili contesti, e che se esistono delle regole, queste regole vanno rispettate, che piacciano o no.

Non mi è inoltre mai successo, in ormai dieci anni di attività, di vedere un motociclista armato di decespugliatore, soffiatore, motosega, pala o piccone, intento a pulire, ripristinare o recuperare un sentiero.
Dunque non bisogna solo analizzare “la torta” mercificando e monetizzando tutto, anche i comportamenti non virtuosi e le abitudini errate e sconvenienti, ma è necessario analizzare anche “gli ingredienti” di questa torta, valutando danni ambientali e di immagine.

L’articolo poi continua:

Le modifiche al codice della strada recentemente approvate dalla Commissione Trasporti della Camera dei deputati su fuoristrada, rischiano di provocare un danno di 137 milioni di euro e mettere in ulteriore difficoltà un settore che solo negli ultimi tre anni mostra cenni di ripresa. L’emendamento approvato introduce il divieto per i mezzi motorizzati di percorrere sentieri boschivi, penalizzando duramente il segmento delle moto da fuoristrada, che da solo rappresenta l’8% del mercato nazionale delle due ruote a motore.
Nel 2016 sono state vendute circa 10.000 moto per uso fuoristrada (+ 53% rispetto ai due anni precedenti, qui i dati globali del mercato 2017), alle quali bisogna però aggiungere circa 5.000 veicoli non immatricolati perché destinati a essere utilizzati in modo esclusivo in aree non soggette a pubblico passaggio. Il mercato nazionale delle moto da fuoristrada vale circa 117 milioni di euro: valore che rischia di essere bruciato nel caso in cui l’emendamento, presentato in Commissione Trasporti della Camera, dovesse arrivare al termine dell’iter legislativo. Il valore economico del settore del fuoristrada – limitatamente alla componente industriale – è inoltre accresciuto dalla commercializzazione di caschi, abbigliamento protettivo e, in generale, accessori per l’off-road: soprattutto le protezioni individuali sono particolarmente diffuse tra gli appassionati, in considerazione della forte specializzazione che questo tipo di veicoli richiede. Si può stimare un valore di utilizzo legato alla pratica del fuoristrada quantificabile in circa 20 milioni di euro. L’industria del fuoristrada ha inoltre una forte connotazione nazionale: circa un terzo dei veicoli venduti nel nostro Paese provengono infatti da aziende italiane, alcune delle quali con un’elevata specializzazione nel settore off-road.

E qui sfioriamo l’assurdo… Seguendo questo concetto allora giustifichiamo produzione e vendita indiscriminata di armi chimiche o di letali mine antiuomo… Anche questo fa economia e crea fatturato! Ed anche questi sono fatturati in continua crescita! Allora parametriamo gli ipotetici 137 milioni di danni a quelli causati dalle perdite del turismo o dalle devastazioni create dalle moto su percorsi non adatti alle loro caratteristiche… Se volete vedere di persona i risultati di queste frequentazioni non ci sono problemi, gli esempi non mancano di certo. Ed infine non poteva mancare la nota autarchica:

“circa un terzo dei veicoli venduti nel nostro Paese provengono infatti da aziende italiane, alcune delle quali con un’elevata specializzazione nel settore off-road.”

Scusate, ma il turismo e l’outdoor non rappresentano forse una delle principali risorse del nostro paese? E non si tratta forse del settore con maggiori margini di ipotetico futuro sviluppo? Vogliamo confrontare il valore di un turismo pulito e naturale e del suo indotto con quello della produzione nazionale di moto da cross e da trial?

Tursimo del silenzio. Ci sono decine di milioni di persone in tutto il mondo ad averne bisogno! (Foto Farina)

E chiudiamo con il patchwork (o insalata russa se preferite…) finale:

Negli anni Confindustria Ancma ha partecipato in maniera attiva ai tavoli di discussione promossi a livello locale, poiché l’Associazione è convinta che questa tematica non possa essere affrontata senza prendere in considerazione le peculiarità delle diverse realtà territoriali. Sulla base di queste considerazioni i costruttori delle due ruote a motore si mostrano molto preoccupati circa l’imposizione di veti difficilmente giustificabili, mentre ribadiscono la propria disponibilità a partecipare a un tavolo di confronto a livello nazionale.

Cosa significa? Un sentiero è un sentiero ovunque ed una moto su di un sentiero è fuori posto ovunque… anche dove lobby locali, in totale disprezzo delle direttive regionali, permettono il passaggio di moto e quad ove non sarebbe altrimenti consentito… altro che “imposizione di veti difficilmente giustificabili“.

“Non è chiaro il motivo per cui la Commissione Trasporti della Camera abbia deciso di approvare una misura così drastica e restrittiva della libertà personale – dichiara Corrado Capelli, Presidente di Confindustria Ancma – della quale valuteremo anche eventuali profili di incostituzionalità. Il settore dell’off-road è forse tra quelli più rigidamente disciplinati a livello locale, proprio perché è nell’interesse delle amministrazioni periferiche promuovere la pratica del fuoristrada, che porta ricchezza al territorio, senza pregiudicare la sicurezza e il benessere di quanti preferiscono percorrere i sentieri a piedi o con mezzi non motorizzati. Quello che manca, semmai, è una normativa nazionale che coordini e armonizzi le regolamentazioni adottate a livello locale. Inoltre – conclude Capelli – non ci risulta a oggi che tale attività abbia provocato significativi problemi o danni al territorio o abbia messo in pericolo o a rischio l’incolumità delle persone. Proprio per questo non comprendiamo la necessità di intervenire, imponendo limitazioni e veti, in una materia di questo tipo”.

Libertà personale? Ma la libertà di percorrere un sentiero nel silenzio del bosco, in sicurezza, senza fragore, puzza e devastazione?
Quali comunità locali hanno interesse a promuovere l’utilizzo dei sentieri alle moto? Quale ricchezza al territorio? Venite con me, fate un giro di borgate e frazioni ed ascoltate la gente che vi abita o i camminatori ed i bikers!

Venga il Sig. Capelli, passiamo assieme una giornata nelle nostre Valli ed al termine trarremo le conclusioni a riguardo del:

…non ci risulta a oggi che tale attività abbia provocato significativi problemi o danni al territorio o abbia messo in pericolo o a rischio l’incolumità delle persone.

Ha mai incontrato 15/20 motociclisti lanciati su stretti sentieri a velocità folle? Io si, e le garantisco che non è una bella esperienza!!

Ed ancora:

L’industria delle due ruote a motore, che genera un giro d’affari di 3,5 miliardi di euro e impiega circa 50.000 addetti, si è da poco risollevata da una crisi che aveva eroso il 67% del venduto nazionale. Dal 2013 ad oggi il mercato è tornato a crescere (+26% e 194.000 moto immatricolate nel 2016, qui invece i dati del 2017): le modifiche approvate rischiano di compromettere lo stato di salute dell’interno settore. È utile ricordare che le principali fonti di gettito erariale derivanti dalla produzione, vendita e utilizzo delle due ruote in Italia portano ogni anno nella casse dello Stato circa 4 miliardi di euro.

Torniamo daccapo… Lo Stato incassa introiti anche dal gioco d’azzardo, dalla vendita del tabacco e degli alcolici, salvo dover poi spendere ingenti cifre per tamponare o risolvere i problemi causati da questo tipo di attività. Quali sono i costi sociali ed economici del passaggio delle moto sui sentieri? Ed i danni di immagine? E le ricadute negative sul turismo di qualità?


Se voglio fare una passeggiata su di un circuito da motocross, giustamente mi è impedito per ragioni di sicurezza ed allora perché debbo poter impunemente trasporre un circuito da motocross su di un sentiero altrimenti frequentato, in un ambiente delicato e fragile? Lo capiamo il non senso?

E per concludere:

Confindustria ANCMA condivide le preoccupazioni espresse dagli operatori del settore, a partire dalla Federazione Motociclistica Italiana, e auspica che nel prosieguo dell’iter legislativo il Parlamento tenga conto delle legittime aspirazioni delle decine di migliaia di cittadini, sportivi professionisti, appassionati o utilizzatori occasionali, che praticano l’attività fuoristrada in moto nel rispetto di tutti gli altri utilizzatori delle strade bianche.

Si, il Parlamento tenga conto delle aspirazioni – queste sì legittime perché non lesive nei confronti dell’ambiente e dell’equilibrio naturale – della stragrande maggioranza dei cittadini che sperano di poter fare una camminata, un’escursione, un trekking, su sentieri silenziosi, immersi nella natura, godendo di flora e fauna non rovinate e disturbate!
Il rispetto di cui sopra si parla non esiste, né per volontà di chi va in moto sui sentieri né per compatibilità tra questi due elementi, moto e sentieri appunto.

Cordiali saluti.

Mauro Salot
Presidente dell’Associazione sentieri alta val Malone.


Sabato 29 luglio 2017 una troupe della RAI3 Piemonte, con la giornalista Maura Fassio, ha girato un bel servizio sui sentieri dell’Alta Val Malone, andato poi in onda la domenica successiva. Di seguito il link al TG Piemonte (minuto 09:26):
http://www.rainews.it/dl/rainews/TGR/multimedia/ContentItem-8d75c7ad-ea56-44bf-ad57-2e8e835fee4b.html

45 pensieri riguardo “Sentieri chiusi alle moto: danno da 137 milioni di euro!

    1. Ma senti che discorsi. Da quando in qua un emendamento approvato da pluricitate commissioni detta una regola?
      Intanto semmai non si chiama emendamento ma proposta di emendamento; l’emendamento è tale una volta approvato
      E il testo emendato deve essere definitivamente approvato dalla Camera, la quale può a sua volta emendare, bocciare. Solo il testo definitivo approvato dalla Camera modifica una legge

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  1. L’ha ribloggato su Mondo Nudoe ha commentato:
    Questione ormai vecchia e ad oggi risolta con un divieto che molti non rispettano. Mi stanno antipatici coloro che si mettono a litigare sui sentieri, ma li comprendo: un’escursione dovrebbe servire a rilassarsi, invece… invece il relax viene a mancare quando, con i nervi sempre più a fior di pelle, ci si deve continuamente scansare per far passare moto e… biciclette, si biciclette, anche queste ultime possono essere altrettanto pericolose (in un’occasione per poco non mi ammazzano) e dannose, tra l’altro, manco le senti arrivare. Sarebbe ora di trovare un accordo che sia realmente risolutivo e che di base preveda l’impraticabilità per moto e (con qualche eccezione, vedi larghe strade sterrate) bici di tutti quei percorsi da anni manutenuti e segnalati dalle associazioni escursionistiche, con considerevole impegno economico e umano.

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    1. Guarda, evidentemente frequenti zone fortunate, evincere che sia così in tutto il resto d’Italia è però un grosso azzardo, per altro è come dire che io e tutti gli altri che stanno riportando (e documentando) tali fatti siano dei bugiardi: sono più di cinquant’anni che vado per monti, dalla Val d’Aosta all’Alto Adige, dalla base alle vette più alte, percorrendo sentieri d’ogni genere e andando anche dove i sentieri non esistono, scalando all’incirca seicento vie d’arrampicata, credo di saper valutare bene le cose ed essere affidabile su quello che scrivo; fino a vent’anni fa le cose erano assai diverse, ora se dovessi elencare tutti i luoghi dove ho trovato moto e/o biciclette mi servirebbe molto, ma molto, spazio, basta una ricerca su Internet per rendersene conto.

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  2. Mi spiace che lei abbia questa considerazione per un’intera classe di fruitori dei sentieri fuoristrada. Per quanto riguarda la mia esperienza ultra quarantennale di fuoristradista, posso portare ad esempio il comportamento del mio gruppo di amici, con i quali condivido questa passione. Il territorio in cui giriamo non è assimilabile ad aree alpine o appenniniche, non esiste o è molto raro il turismo escursionistico e soprattutto rispettiamo per quanto possibile le riserve, sir sic ed altre aree protette.
    Per quanto riguarda i ripristini dei sentieri, ci adoperiamo per riaprire i viottoli esistenti sulle mappe catastali e topografiche e, se non fosse per noi e i cacciatori, altra categoria sotto la vostra scure, non ci sarebbe più una rete viaria secondaria.
    Detto questo sono convinto che la modifica alla legge sarà bocciata, anche per la ovvia incostituzionalità del contenuto.
    Saluti

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  3. Salve, trovo la sua visione limitata, ma la cosa non mi stupisce, d’altronde siamo in italia, più facile puntare il ditto invece che trovare win win solutions.
    Premetto che sono alpinista ed endurista, amo la natura e la risppetto, io ed il mio gruppo andiamo spesso in moto con strumenti atti alla riapertura di sentieri ormai abbandonati quindi noi, come tantissimi altri enduristi ci mettiamo “del nostro”, se lei in dieci anni non ne ha mai visti mi dispiace, ma potrebbe essere perchè la val Malone, dove mi sembra di capire lei passi la sua esistenza, copre una superficial limitata rispetto alla totalità delle aree frequentate da enduristi.
    Ritengo che Invece che fare la Guerra ad uno sport che genera business ed è in continua crescita, non sarebbe molto più semplice richiedere di pagare una fee annuale utile alla pulizia e ristrutturazione dei sentieri? 50€ all’anno pagati da ogni endurista o trialista genererebbero un indotto che come risultato avrebbe la creazione di posti di lavoro e metterebbe fine alle lamentele inerenti il fatto che roviniamo i sentieri.
    Considerando invece il discorso inquinamento, lei ha una vaga idea della quantità di Co2 generate dalla totalità delle moto da fuoristrada in un anno?dubito, perchè se ce l’avesse e se la paragonasse con la Co2 emessa da industrie poco controllate o anche solo alle emission della sua macchina noterebbe che è ridicola.
    Inerentemente il fatto dell’odore, beh è relativo, io preferisco l’odore del mio 2tempi a miscela piuttosto che la puzza di una persona sudata che cammina sui sentieri.
    “last but not least”, non ci volete comunque ed a prescindere sui sentieri? nessun problema, createci delle aree dove si possa fare enduro e trial a livelli seri.
    Proibendo l’enduro non si ferma l’enduro, ma purtroppo si spinge solo persone serie e beneducate a sganciare la targa quando si è su sentieri ed a scappare appena qualcuno vuole fermarci.

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  4. Quante bugie dette tutte assieme per tirare l’acqua al vostro mulino…posso postarle centinaia di foto di sentieri puliti annualmente da noi motociclisti…ma l’opportunismo è tipicamente italiano. Siamo angeli in moto quando senza alcun invito o sprone eravamo i primi sul luogo del terremoto in Abruzzo…siamo brutti e cattivi , quando condividiamo una passione che nulla ha da togliere alla vostra…non parlare di inquinamento perché è ridicolo solo il paragone se andiamo a guardare gli scarichi di industrie o di mezzi pubblici e privati euro 0/1/2.. il danno che facciamo noi…e le jeep? E le pioggie? Finirà in un niente, diversamente si girerà senza targa …che tristezza!

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  5. Caro signor Mauro, ho letto con un certo interesse la sua disamina sui disastrosi impatti che il fuoristrada –nella sua opinione- arrecherebbe all’ambiente e, dopo aver sorriso amaramente, ho deciso di risponderle.

    Lasciamo stare le considerazioni sull’impatto economico dello scellerato disegno di legge, e soffermiamoci sulle sue considerazioni relative agli altri aspetti:
    Parla di inquinamento da gas di scarico ed acustico, potrei anche darle ragione, ma se avesse ragione non vedo come stabilire dove i mezzi a motore possano arrivare, forse che per raggiungere la partenza dei sentieri, lei ed i suoi colleghi escursionisti non utilizzano rombanti mezzi a motore? E forse una comitiva di escursionisti vocianti e ridanciani (e magari canterini) non fa lo stesso baccano , se non più, baccano di un motore?
    Per quanto riguarda il simpatico accenno ai mezzi “odorosi”, per un qualsiasi selvatico lei, gli escurionisti, i ciclisti ed i motociclisti, puzzano tutti esattamente allo stesso modo, quindi non vedo perché lei dovrebbe essere libero di cantare, vociare e puzzare (sempre dal punto di vista animale, non mi permetterei mai) in un bosco, mentre io no.

    La devastazione dal punto di vista “strutturale” è causata esattamente allo stesso modo dal disboscamento, dall’abbandono della montagna, dalle biciclette in discesa o da un gruppo di motociclisti scriteriati che passano per un sentiero quando le condizioni del terreno non lo consentono, il fatto che ci siano motociclisti scriteriati non vuol dire che tutta la categoria lo sia. Ho conosciuto escursionisti di un livello di cafonaggine e vandalismo inavvicinabile da qualsiasi motociclista. Secondo il suo punto di vista, loro possono, i motociclisti no. Secondo il punto di vista di una persona di buonsenso, si dovrebbe cercare di far capire alla gente, a TUTTA la gente, quando si può fare qualcosa, quando non lo si può fare e COME va fatto.

    Per quanto riguarda la sistemazione dei sentieri, pratico escursionismo ed alpinismo ormai da una trentina d’anni e –non metto in dubbio che sia un caso- non ho mai visto una “tessera cai” con badile e piccone a sistemare un sentiero. Non dubito assolutamente che sia dovuto ad una serie di sfortunate coincidenze, in compenso ho visto enduristi andare a sistemarsi i percorsi, e decine di Km di sentieri sistemati dai cacciatori.
    Non per questo ho l’arroganza di dire che NESSUNA “tessera CAI” abbia mai sistemato un sentiero, come invece lei sostiene degli enduristi (senza neppure avere avuto l’umiltà di informarsi prima, esempi se ne trovano a centinaia).

    Il “passaggio a tutto gas nei cortili e nelle strette stradine delle borgate montane” (che immagine poetica) è purtroppo dovuto ad una piccola percentuale di deficienti, non lo nego, non diversi da quelli che, dopo un’allegra escursione “alla ricerca di pace quiete e silenzio” abbandonano Kg di rifiuti, rompono la vegetazione, lasciano cancelli di pascolo aperti o spaventano il bestiame per vederlo correre (Episodi visti e rivisti). Sembra però che il fatto che ci siano imbecilli tra gli escursionisti sia perdonabile, mentre il fatto che ce ne siano tra i motociclisti non lo sia.
    L’unica frase sensata in tutto il suo scritto è “se esistono delle regole queste regole vanno rispettate, che piacciano o no”. Però le faccio cortesemente notare che la stragrande maggioranza dei divieti improvvisati posti su sentieri, mulattiere e tratturi è illegale in quanto emanata da enti locali che non hanno competenza in materia di viabilità, che è esclusivo appannaggio dello Stato. Quindi se vogliamo veramente rispettare le regole, eliminiamo tutti i divieti che non sono stati emessi in concordanza con quanto prescritto dalle leggi dello Stato medesimo.
    Riguardo al turismo e l’outdoor, mi piacerebbe farle sentire l’opinione di un buon numero di rifugisti riguardo a quanto “rendono” escursionisti e ciclisti che arrivano da casa col panino, pretendono di mangiarlo sulla terrazza del rifugio, e pretendano che sia il rifugista a portare a valle i loro rifiuti. Mi dispiace ma il suo è un discorso che non regge. Se vogliamo parlare dell’indotto del turismo e dell’outdoor, quello generato dall’offroad ha la stessa dignità di quello generato dai suoi colleghi (e probabilmente è di entità maggiore).
    E “la libertà di percorrere un sentiero nel silenzio del bosco” non vale più della MIA libertà di andare a fare un giro in moto nel bosco, dato che la sua libertà termina laddove inizia la mia.
    Mi piacerebbe invitarla a fare un’escursione in montagna in moto, ma dubito che avrebbe l’apertura mentale per accettare e godersela. A differenza di chi ritiene che l’escursionismo, il ciclismo, il motociclismo siano attività che hanno pari dignità.

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    1. Grandioso anche tu….posterei a questo signore le foto dei luoghi post festività, frequentati degli escursionisti a piedi …latrine a cielo aperto…e i cretini in moto con i sacchi che vanno a pulire…

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  6. dalle.nostre.parti.in.romagna.e.il.contrario.i.sentieri.li.teniamo.aperti.e.puliti.noi.motociclisti.e.non.lasciamo.sportine.carta.e.rifiuti.nei.sentieri.nel.inverno.del.2012.dopo.il.nevone.i.sentieri.si.erono.chiusi.dalle.piante.rotte.sui.sentieri.noi.enduristi.con.trattore.e.motoseghe.in.due.settimane.abbiamo.aperto.10.chilimerti.di.sentieri.ma.di.chi.li.frequenta.a.piedinon.si.e.fatto.vivo.nessuno.dopo.pulito..si.sono.fatti.vivi.in.massa.con.questo.vuol.dire.che.si.potesse.collaborare.in.sieme.sarebbe.piu.facile.per.tutti.perche.il.bosco.e.di.tutti.io.e.40.anni.che.giro.in.moto.e.rispetto.tutti.serve.solo.il.buon.senso.da.parte.di.tutti.questo.e.il.mio.parere.ciao.a.tutti

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  7. Io posso solo dire che per una persona che si indisponibilità al passaggio di due o tre moto, ce ne sono tante che salutano cordialmente e non disdegnano scambiare qualche parola. A me è capitato di essere morso da un cane sciolto di una famiglia mentre ero a piedi… può capitare, basta rispettare le altrui passioni essere usare un minimo di educazione.
    È una passione e che lega quella per la natura e quella per le moto, che porta gli enduro si a ricostruire quello che le frane distruggono, ad aprire sentieri chiusi dalle spine e dalle piante….
    Tutto quello che leggo è assurdo, se pur convinto che ci siano una riga di maleducati che rovinano la nostra immagine, non si può annullare un “modus vivendi” che non è solo uno sport, è legame, è aiuto reciproco, allontana i ragazzi dal vizio delle serate ubriache e tossiche, come qualsiasi altra passo e SANA.

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    1. Posso semplicemente dire che non si può fare di tutta l’erba un fascio, non si può vietare a un’intera categoria per tutto il territorio italiano di usufruire di sentieri e mulattiere. È giusto preservare certi luoghi in alta montagna, io per primo non mi sognerei mai anche se mi piacerebbe di percorrere una pista da sci in salita con la moto, ma ci sono tante altre zone collinari e possiamo dimostrarlo con qualsiasi mezzo, che il passaggio di 10-20 moto a settimana non provocano alcun danno, tanto è vero che la settimana dopo non si vede più alcuna traccia. Oltretutto ci sono zone dove giriamo che di gente a piedi non se ne vede mai perché zone difficili da raggiungere e se non passassimo noi sarebbere già chiuse da decenni. Quindi giusto vietare certi sentieri e certe strade ma non tutte e in tutta italia a prescindere. E parlare dell’inquinamento di pochi motori da 450cc max rispetto alle emissioni giornaliere del traffico circolante nazionale mi sembra veramente da studente elementare. Allora tutti gli aerei che passano sopra alle montagne che consumano quintali di carburante in pochi km cosa fate? Gli cambiate le rotte? E con tutti gli yacht di lusso che scorazzano per il mare per solo divertimento (e sono più delle moto di noi poveretti sicuro come l’oro) come la mettiamo? I ricchi non si toccano vero?

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  8. Una moto da enduro in configurazione originale quindi omologata per la libera circolazione su strada “puzza”,”inquina” e”rumoreggia” come qualsiasi mezzo omologato libero di circolare in citta.
    A maggior ragione nel bosco l’impatto sonoro é meno incisivo che in città in quanto la vegetazione assorbe le onde sonore.
    L’inquinamento ancora meglio.
    A scuola mi hanno insegnato che una foresta di giorno produce ossigeno.
    Quindi una moto nel bosco inquina meno che in città.
    Sui danni dovuti al passaggio possiamo discuterne….dipende dal fondo.
    Il passaggio di un cavallo su fondo umido é sicuramente più devastante

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  9. Il mio desiderio non è quello di offendere la persona che scrive, però purtroppo ritengo che tale persona sia povera dal punto di vista dei valori umani: si erge a grande esperto in materia di sentieri, usa paroloni d’effetto al solo scopo di influenzare altre persone e condurle a sostenere la propria prepotenza, il proprio bullismo, il proprio atteggiamento discriminatorio. Sì, perché vietare ai mezzi motorizzati i sentieri della Repubblica Italiana non è altro che la prepotenza di chi vuole accaparrarsi l’uso esclusivo di luoghi pubblici sostenendo con pochezza di argomentazioni che sia l’unico modo sostenibile per utilizzarli. Questa persona probabilmente è abbastanza ipocrita da andare a messa ogni domenica e poi con disinvoltura discriminare e maledire gli enduristi, una minoranza di fruitori dei sentieri con cui potrebbe serenamente convivere. Questa persona probabilmente è abbastanza ipocrita da sfrecciare sulle strade senza rispettare i limiti di velocità e poi scrivere che le leggi vanno rispettate. Questa persona probabilmente quando guida la sua auto si lamenta anche delle buche sull’asfalto ma riterrebbe assurdo che chiudessero le strade perché non ci sono soldi per ripararle… questa persona probabilmente è fiera di ciò che scrive e non valuta l’ipotesi di vergognarsene. Leggo la parola “devastazione” e penso che il modo di pensare di questa persona mi rattrista. Saluti, Boris, un escursionista ed endurista (sì, incredibile, si può essere entrambi)

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  10. A me sembra che ci sia una incongruenza: parla di effetti devastanti, ma dalle sue stesse foto si vede al massimo un solco nel terreno. Danno a cui si può rimediare facilmente con una pala. Poi se non ha mai visto un motociclista pulire un sentiero, venga dalle nostre parti, o si documenti meglio.
    Diciamo la verità, le moto vi stanno sul cazzo per puro egoismo, e magari riuscirete a rendere illegale uno sport, ma questo vi si ritorcerà contro, come ogni gesto egoistico. Otterrete sentieri abbandonati e pieni di erbacce, meno motociclisti, ma tutti fuorilegge e quindi senza regole, ecc ecc.
    Invece tolleranza e regolamentazione, porteranno solo benefici, come è successo qui in emilia romangna dopo la legge reer. Si informi.

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  11. Il problema è costituito dai danni da erosione lungo i sentieri percorsi in moto. Se si tratta di un mulattiera lastricata ancora peggio in quanto i pneumatici a seguito accelerate e frenate smuovono le pietre e poi si creano dei canali nei quali scorre l’acqua meteorica. Tutte cose rilevabili percorrendo i sentieri alpini abitualmente soggetti a transito moto.

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    1. Alpini….qui si vuol chiudere tutto
      Ciò che ha una misura inferiore a 2,5 mt….un po’ di razionalità…il
      Lastricato si trova in tutti i sentieri sotto i 2,5 mt?e aggiungo in caso di calamità naturali come si arriva in certi posti? Con il teletrasporto? Cioè siamo
      Angeli su 2 ruote quando conviene? Ipocriti!

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  12. Lungo, severo, ma giusto!
    Strano che chi ha scritto l’articolo che hai riportato non abbia fatto anche riferimento al servizio di Striscia dell’anno scorso!
    Quando leggo queste cose, mi rincuoro del non essere il solo a pensarla così!

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  13. Sono d accordo e vorrei anche ricordare che spesso le aree interessate sono luoghi di nidificazione e riproduzione di specie spesso.protette a rischio estinzione o in.forte declino. Inoltre come escursionista appiedata mi domando quanta economia girano quelli come me che gia in alcune periodi dell.anno sono limitati dai cacciatori. .. anche noi dovremmo pur avere delle tutele

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  14. Di contro però, sono sempre più d’accordo con chi dice che ci vogliono spazi per tutti, ma sono anni che aspetto di incontrare i gruppi di enduristi delle “mie” zone per metterci a tavolino e insieme definire una linea di collaborazione con le amministrazioni locali. Anche trovata l’intesa comunque, ci saranno sempre le mele marce a fare il loro. Allora sarà compito di associazioni e siti di informazione del settore a dover fare il loro.
    Con chi scrive che moltissimi ciclisti ed escursionisti sono altrettanto maleducati, concordo. Purtroppo la montagna ed i boschi stanno diventando appannaggio di troppe genti che cercano solo la foto per i loro social media…

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  15. Salve a tutti,
    segnalo questo link dei Camosci Bianchi.
    https://camoscibianchi.wordpress.com/2013/09/18/lesperienza-del-margaro-un-anno-dopo/
    ove i miei figli, giovanissimi e “cittadini”, pertanto della generazione dei “motorizzati”, si sono trovati a vedere delle scene non edificanti, causa dei motociclisti “trialisti”.
    Tutto sommato ringrazio questi motociclisti montani, grazie di aver fortificato la passione della montagna, e il loro rispetto alle regole, scritte e non, ma soprattutto alle regole del buonsenso e del rispetto.
    Purtroppo per voi, avete due persone in più che non vi ammirano, per fortuna delle montagne ci sono due persone che sicuramente non si comportano come voi!
    Cordialmente
    Piero Troglia (Rok 64)

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      1. Certo…..
        non comprendo però, l’oggetto nel contesto del blog.
        come dire che con un coltello si può sbucciare una mela o uccidere una persona…..
        Slt.
        Rok 64

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        1. Il contesto c’entra perché se siamo brutti e cattivi perché roviniamo a dir vostro le strade di tutti, non possiamo essere angeli quando serviamo per passare per quelle stesse strade e salvare persone …cosa che voi non mi sembra che abbiate mai fatto…..e mai farete…non siete padroni dei boschi e il mondo non lo salvate facendo gli ostruzionisti…

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  16. L’amaca del 2 agosto 2017 di Michele Serra

    “Non bastassero le moto d’acqua, che tritano il mare e i timpani, qualcuno ha pensato di attraversare il Lago di Como con una moto vera, una moto da fuoristrada adattata con pale motrici e pattini laterali, aggiungendo ai motoscafi già all’opera nuove e mirabili fonti di fracasso e inquinamento. Il piccolo show, accolto da una piccola folla entusiasta, farà sicuramente proseliti, perché l’idea che possano esistere, sul pianeta, luoghi inadatti al solco dei battistrada e all’uomo smanettone deve sembrare insopportabile a parecchi: gli stessi che andrebbero in funivia, meglio in tram, sopra ogni cima del mondo, e organizzano gare nei deserti, e spetazzano lungo sentieri alpini in teoria destinati alle gambe e al fiato dei camminatori.
    Il motore a scoppio è una delle meraviglie del Novecento; e uno dei suoi simboli più importanti, da Nuvolari a Lindberg, dalla Parigi-Pechino alla Ferrari. Ma già esistono infinite e meravigliose strade, per i motori e per i guidatori, e pretendere che tutto il mondo, compresi i laghi e le foreste, i monti e le brughiere, diventino una pista, è arrogante e idiota. La natura merita rispetto: non è nostra serva, è nostra padrona, ma per capirlo, probabilmente, ci serve qualche catastrofe esplicativa.”

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  17. Per il trial si possono, come in alcuni luoghi avviene, dedicare aree delimitate, al di fuori dei sentieri battuti, ove sfruttare gli ostacoli naturali per la pratica sportiva. Ovviamente le aree dovrebbero essere gestite e gli Enti Preposti le dovrebbero autorizzare. Per l’enduro turistico ci sono strade bianche attualmente percorribili e in talune zone attirano turisti motociclisti anche dall’estero ad es strada Assietta, Sommeiller e Jafferau in val Susa. Il problema ed il conflitto si manifesta quando il transito avviene su sentieri e mulattiere.

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  18. Alla fine della partita, NO moto per i sentieri!
    Per le strade, anche se agro-silvo-forestali ok, SE aventi diritto (proprietari/affittuari)
    per la rimanenza divertitevi in uno zoo-parco con tronchi e rocce posizionate ad ok, magari al coperto.
    Se un margaro, deve “visitare” le proprie manze, asciutte o vitelli, e utilizza la propria moto da trial, NON MI PIACE, ma lo posso accettare!
    Chi lo fa per divertimento, no!
    Rok 64

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    1. Ma non sei tu a deciderlo…la dittatura è finita con mussolini..se dovesse andare in porto questa porcata, c’è sempre tempo per farla abrogare con il governo non PD che verrà..nel frattempo tutto senza targa ed assicurazione..-)

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      1. Circolare senza targa ma soprattutto senza assicurazione espone il conducente e il proprietario del mezzo a elevate sanzioni . In questa discussione non è chiaro il nesso tra assicurazione e libera circolazione ovunque. Come se non si sapesse che molte moto da fuoristrada, trial in particolare, non sono nemmeno immatricolate.

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        1. Le moto da enduro sono immatricolate con frecce, specchietti e stop e assicurate…per vostra conoscenza, da non confondere con le moto da motocross…sono anche omologate euro 4…il problema è che se devo assicurarla e non poterla usare…la uso senza assicurarla e gli tolgo la targa… -) immagino in una Italia in cui funziona tutto, i posti di blocco nelle mulattiere…-)

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  19. In primis le presentazioni: Massimo, fuoristradista 4×4 ed escursionista. (Al momento sono un ex-fuoristradista in quanto ho solo una veramente-troppo-bassa-stradale-2wd)
    Per molti sono anche Maxtd5 (il mio nick usato sui vari forum del settore)

    Parlando del mio passato fuoristradistico posso dire che purtroppo non ho avuto l’onore di salire allo Chaberton, la più alta e pericolosa pista d’Europa chiusa nel lontano 1986. Non ho potuto fare la foto di rito a Rocca Tagliata e nemmeno affrontare i famigerati tornanti inversi sommitali (da affrontarsi in avanti e uno in retro) a sangue freddo pena di ardite e pericolose manovre di svolta sui ghiaioni, con l’alimentazione tagliata e singhiozzante data dalla rarefazione dell’aria, il salto nel vuoto al primo errore…. senza ritorno e ….ovviamente vivere in prima persona le varie cose che accadono in questi casi ……… i vari “spettatori dell’imminent failure”, pronti a folgorarti con macchina fotografica alla prima indecisione….i pedoni ….. sempre in mezzo ….. i motociclisti…. che di traiettorie ne possono scegliere infinite….. i vari Zukkisti e Taftisti dell’epoca che come i motociclisti, non avrebbero avuto problemi di traiettoria obbligata e tantomeno di peso ma di aria ed erogazione a singhiozzo si…….etc…….etc E ovviamente….. sul più bello….. vedere uno con il tuo stesso mezzo…. ma nel senso inverso
    La Guerra del Piero

    Questo mio scritto , di una situazione non accaduta, può far sorridere i più, far pensare al rischio “inutile” che avrei corso, alla follia mia, della mente che ti porta a spingere oltre i limiti sensati dell’autoconservazione ma sono un elenco di situazioni simili vissute in altri luoghi, su altre strade e piste che ho ancora avuto modo di percorrere, molte delle quali ormai inaccessibili. Ma non su quella….. per che cosa poi ? Soddisfazione personale? Sinceramente non lo so! Ho sempre utilizzato il mio mezzo 4×4 per esplorare luoghi nuovi e sconosciuti o vedere altri particolari che alla prima occasione non avevo notato.
    Alla domanda se lo rifaresti cosa hai fatto , rivivresti le stesse situazioni ? Si , le rivivrei .

    E’ stata chiusa? si! Qualche motociclista la tenta a suo rischio e pericolo , con i francesi non si scherza…. c’è il divieto ed è giusto che ti sequestrino il mezzo ……però in Francia dove non vi è divieto puoi circolare liberamente e soprattutto senza essere insultato …. basta avere un pelo di buon senso, ovviamente andare piano , non impolverare etc. E casomai tu volessi andare forte o fare Trial 4×4 vi sono un notevole numero di centri del 4×4. Ti forniscono una mappa e ti garantiscono il recupero del mezzo…… Perchè qua da noi non si riesce?
    Perchè nel paese inventore della notissima catena commerciale che ha reso l’Outdoor alla portata di tutti: Offroad e Outdoor convivono senza troppi screzi ?
    Perchè in periodo estivo 1 macchina su 15, fuoristrada o non ha una tenda da tetto montata? Ovviamente nessuno mette una ruota su terreno incontaminato e chi la mette, non la metterà una seconda volta…..
    Perchè in Francia stanno rimuovendo l’asfalto dalle strade secondarie ?
    Perchè nella cittadina di Valloire, a pochissimi km da Torino, fanno sia la Fiera del Fuoristrada che quella del Ciclismo, due cose inconciliabili qua da noi? Nel contempo riescono anche a convogliare una notevole quantità di escursionisti che intraprendono le varie mete li intorno.

    Sicuramente non è oro tutto quel che luccica. Hanno anche loro gli ecomostri e sicuramente quanto hanno ottenuto richiede tempo.
    Che vi sia rispetto per l’ambiente , direi di si , da quanto ho visto …. No bottiglie, lattine e no carte di caramella sparse, uno strano senso di ordine e pulito, sia per le strade che per i sentieri a piedi. Forse dovremmo imparare qualcosa…

    Tornando allo Chaberton sono salito in Vetta per la prima volta non troppi anni fa , a piedi…. e pensare che davanti al corpo si guardia ci potesse essere una strada carreggiabile , mi risulta difficile. Pensare che il forte sia stato costruito a mano senza mezzi meccanici mi risulta ancor di più……
    La vetta, nel suo silenzio, mi ha ripagato comunque di tutta quanta la fatica fatta per la mulattiera.

    massimo p.

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  20. Speriamo che non diventi legge, come sempre facciamo la guerra tra poveri, possiamo tutti quanti usufruire delle nostre terre insieme senza combatterci, scaut, ciclisti alpinisti e motociclisti. Il suo articolo è semplicemente fazioso e pretestuoso.

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  21. Qui nella mia zona sopra le alture di Recco zona Uscio e quindi Liguria, finalmente ci siamo decisi di armarci di motoseghe, picconi, decespugliatori e stiamo realizzando un bel lavoro di rivalutazione di cio’ che era scomparso da non meno di 30 anni, bellissimi percorsi di cui solo i vecchi si ricordavano. Io sono un biker da MTB, nel gruppo ci sono giovani biker e meno giovani come me, ma anche chi fa treking, e trialisti, anche squadre di cacciatori, cercheremo di mantenere puliti i sentieri periodicamente anche durante la settimana. In questa situazione come vedete ci sono un po tutti gli attori chiamati in causa, e puntare il dito in modo discriminatorio non fa bene a nessuno, e a mio avviso, occorre adottare un certo senso di autoresponsabilita’. Abbiamo inserito nel POF, quindi nei nostri plessi scolastici dei progetti x educare i giovani alla conservazione e vivere il loro territorio ed il suo patrimonio di antichi sentieri e mulattiere. Deve venir da se che se con la mia attivita outdoor provoco involontariamente del danno strutturale, dovro’ andare a ripristinare, se spacco delle tubature o sfondo dei tombini di un privato, necessariamente ne rispondo in prima persona. Essendo cosciente che ho ripristinato un vecchio percorso anche per la felicita delle famiglie, bambini e anziani, che vengono a passeggiare x boschi, non posso pretendere di fare l’acrobata sulle loro teste con la bici o venire giu a razzo; per far questo pago il tiket e utilizzo il bike park. Sta un po tutto al buon senso come sempre, ma il territorio ligure, cosi aspro e di difficile manutenzione ha bisogno di tutte le forze di chi pratica sport x sentieri e boschi. L’OUTDOOR come mezzo di rivalutazione e non distruzione.

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    1. Quanto relazionato da Mauraccio mi sembra una ipotesi di convivenza e collaborazione tra utenti dei sentieri che appartengono a categorie diverse e a volte contrapposte. Tra le moto, sicuramente la meno impattante è quella da trial. Occorre usare i mezzi a due ruote quando le condizioni del terreno lo consentono, no dopo le piogge in quanto il terreno è vulnerabile e facilmente si possono creare erosioni profonde. È il numero degli utilizzatori a fare la differenza. Comunque speriamo che ľ esperimento di convivenza e collaborazione possa funzionare in modo da recuperare e mantenere i sentieri descritti dall’autore della notizia. Di conflitti, nella ns società, ce ne sono già tanti ed un poco di collaborazione non guasta.

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