
Sulla nostra pagina Facebook oltre 6100 persone hanno visto uscire da questa piccola baita (foto a sinistra) le caprette di Giuseppe, durante la transumanza nella bufera avvenuta ai primi di dicembre dello scorso anno (qui invece su questo blog). Le reazioni sono state oltre un migliaio.
Sabato scorso è il momento perfetto per ritornarci: nevica, ma non troppo, le strade dell’alta Val d’Ala sono percorribili senza problemi e soprattutto c’è il minuscolo villaggio dei Cornetti (subito a sinistra di Balme, salendo) situato esattamente sul bordo tra il domestico e il selvatico: una soglia, un confine tra la nostra anima, ingabbiata dalla vita sintetica, e l’Uomo Selvatico.
In estate frotte di trekker nordeuropei giungono qui dal Ghicet Paschiet, ad oltre 2400 metri di quota, grazie alla Grande Traversata delle Alpi, lungo gli scenari grandiosi delle Alpi Graie meridionali. Cercano risposo e accoglienza, un sorriso, una doccia calda e un pasto per poi ripartire il mattino seguente cavalcando i sentieri delle Valli di Lanzo.
Noi indossiamo le ciaspole subito dopo aver incontrato il sorriso di Giuseppe, nelle chintane dei Cornetti, su cui rimbalza l’annunciato “freddo” siberiano. Dal suo volto capisco in un amen che non se ne preoccupa minimamente. “Proviamo a fare due passi, vediamo fino dove riusciamo ad andare…” gli diciamo mentre lo salutiamo. La volta della transumanza c’era tantissima neve e fioccava forte e così i passi erano stati pochi ma comunque unici ed indimenticabili grazie alle emozioni di una transumanza nella neve. Anche il Risveglio aveva pubblicato l’articolo.
Questa volta l’anello Val Servin riusciamo a completarlo, vivendo come in una fiaba: la neve è stupenda, gli alberi accolgono il cielo sui loro rami, cadono fiocchi leggeri ed è piacevole sentire i piedi sprofondare dolcemente nella soffice coltre nevosa, sebbene la fatica sia stata tanta perché ogni quattro passi si formava uno spesso e pesante zoccolo di neve sotto la parte basculante delle ciaspole, rendendo precaria la progressione.

Le delibere, come quella del Comune di Balme del 30 novembre del 2016, sono atti politici importanti perché contengono genuini slanci di coraggio, traboccanti di avvenire. Ne abbiamo bisogno. E noi crediamo che qui il coraggio, tra le giogaie delle Alpi, non dovrebbe proprio mancare.
Grazie infinite a chi mantiene viva questa soglia. Soprattutto nel proprio cuore.
Una versione di questo post la trovate anche su Facebook.
Caro Beppe, la montagna che era “dentro di me” ha ricominciato a farsi sentire, anche per merito del tuo blog, di questi racconti che sono simili a quelli che sentivo da bambina nelle voci di mio padre e di mio nonno. La montagna è roccia, acqua, stalle, alpeggi, territorio, muretti a secco, fatica.
La montagna si guarda, si conquista, ma è anche difficile viverla.
Purtroppo non sono in grado di viverla “fisicamente” come fai tu, la vivo con la memoria, con il cuore, con il rispetto, con il mio modo di essere.
Ti sono grata per questa riscoperta.
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Sono commenti come questi che mi iniettano tanto coraggio per continuare a scrivere di montagna, come quella che noi amiamo. Ti ringrazio tanto!
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Questo rituale che dalla notte dei tempi, vita dopo vita tiene saldamente legata la #nostra
a quei rituali che ci trasmettono quel senso di appartenenza. #Madre natura e il suo mistero non ancora scoperto .Ci sentiamo parte integrante e da quell’abbraccio impalpabile caldo non vorremmo mai uscire.
L’uomo della montagna sempre alla ricerca di una risposta che gli permette di andare oltre al di là degli orizzonti visibili per conquistare l’invisibile il mistero #passioni #anima #vita
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Grazie!
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Incontro privilegiato con uno stambecco a Balme: http://www.lastampa.it/2018/02/26/multimedia/cronaca/uno-stambecco-a-spasso-per-le-strade-a-balme-h8YmDDsKseRdIZGP0JFMmL/pagina.html
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Davvero entusiasmante accorgersi di quanta vita meravigliosa prosperi nelle Valli di Lanzo.
Difficile però credere che il povero stambecco stia scappando dai lupi, conoscendo il versante dove amano vivere.
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Carrellata meravigliosa di fotografie.
“Bianchi paesaggi” che incredibilmente scaldano il cuore
Rok 64
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E’ fantastico osservare il mondo scomparire sotto una spessa e candida coltre nevosa.
Per qualche momento ci sei solo tu e il pianeta, con flebili segni di presenza umana.
Sembra un’occasione per reinventare tutto.
La neve, quando scende copiosa, ha il potere di azzerare tutto, lasciandoti libero di immaginare.
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Beppeley,thank you ever so for you post.Much thanks again.
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Thank you!
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