Montagne del diavolo

“QUEST’OGGI TEMPO BELLO SONO A CERCARE SETTE PECORE PER QUESTE MONTAGNE DEL DIAVOLO”.
Una delle tante iscrizioni che si trovano incise sulle rocce della grande parete che sovrasta le case di Balme.

Su queste montagne del diavolo e sulla via per conoscerle, il Labirinto Verticale, si trova molto materiale in rete. Noi qui ne abbiamo parlato in un paio di occasioni grazie a due pilastri della20110528-001 (1024x768) cultura delle Valli di Lanzo, ovvero Giorgio Inaudi e Gianni Castagneri, entrambi innamorati del villaggio di Balme (1439 m), ultimo Comune della Val d’Ala che si incontra prima di raggiungere il Pian della Mussa (in auto) e i valichi ad oltre 3000 metri di quota (a piedi), che consentono di guadagnare l’Alta Moriana in Francia attraversando montagne severe e bellissime.
Nato una quindicina di anni fa da un’idea di Inaudi, questo percorso per escursionisti esperti (il Club Alpino Italiano lo classifica con la sigla “EE“) consente di aggrapparsi alla mastodontica ed impressionante parete che domina, verso nord, i balmesi e coloro che giungono fino a qui per godere degli ambienti di alta quota di un angolo selvaggio delle Alpi Graie meridionali. Se la strada asfaltata terminasse a Balme, per continuare a viaggiare (a piedi, magari dopo aver trovato una tappa di ospitalità in questo minuscolo borgo alpino) avresti ben tre scelte cardinali: verso sud inoltrandosi nel magnifico Vallone del Paschiet, lungo la Grande Traversata delle Alpi, con i suoi laghi e l’omonimo Passo, verso ovest per toccare il Piano e poi i valichi storici con le sue vette oppure verso il diavolo, ovvero in direzione nord, arrampicandosi sui Torrioni del Ru o, come dicono i balmesi, “al ròtches at Bàrmes”, le rocce di Balme che sanno raccontarti qual è la loro anima. Non del diavolo bensì molto verticale e severa, un ambiente di alta montagna adatto a chi dispone di piede fermo ed apprezza gli ambienti aerei, esposti e verticali su terreni prevalentemente rocciosi.

La grande parete che sovrasta Balme. In basso verso sinistra si intravede il muro paravalanghe (appena al di sopra della vegetazione)

Se vi capiterà di passare da questi parti, vi suggerisco di soffermarvi su questa grande parete che sicuramente non potrete fare a meno di non notare. Fatelo anche se non siete escursionisti esperti. Anche se non camminate in montagna ma preferite soprattutto sdraiarvi sotto il sole del Pian della Mussa. Prima di proseguire facendo rotolare gli pneumatici, fermate l’auto a Balme e fate due passi verso la caratteristica frazione Cornetti (a pochi minuti di cammino asfaltato) e magari anche oltre (da qui vi attende, con una breve marcia, la borgata Li Fré). Ogni tanto voltate le spalle e fatevi suggestionare dal paesaggio vertiginoso e grandioso che saprà catturarvi senza indugi. Fatelo pensando che anche su quelle ripide ed aspre balze rocciose i montanari di un tempo trovarono di che vivere, affrontando rischi e difficoltà che oggigiorno sono impensabili ed inaccettabili (addirittura, in certi casi, lo sono anche per coloro che si avventurano solo in veste di esperti escursionisti/alpinisti).

Balme (1439 m) in autunno con la Bessanese (3610 m) sullo sfondo. A destra la parete su cui si sviluppa il Labirinto Verticale (si intravede anche il muro paravalanghe)

Gli articoli sulle rocce di Balme, che abbiamo pubblicato nel 2013 e nel 2014, sono entrambi indispensabili per capire. Ma lo sono anche le foto. Diciamo che la perfezione sarebbe fare entrambe le cose: guardare e leggere. Ma cosa è meglio prima? Lascio a voi e alla vostra disponibilità di tempo (vi prego comunque di tornare a leggere appena trovate cinque minuti: sono convintissimo che vi farà molto piacere scoprire qualcosina di diverso dal solito sulle nostre montagne).

Il Labirinto Verticale è segnalato con tacche rosse di vernice (qui un esempio). Non ci sono bolli bianco-rossi Cai-Regione Piemonte (questo sentiero non è a catasto). Di seguito alcune foto della nostra escursione del 21 agosto:

In direzione nord-est alle prime luci dell’alba, pochi minuti dopo la partenza dal Piazzale “Camussòt”
Dopo pochi metri di dislivello alle nostre spalle (sud) si spalanca il bellissimo paesaggio del Vallone Paschiet con la frazione Cornetti (1450 m) sovrastata (da sx) dalla Torre d’Ovarda (3069 m), dalla Punta Virginia (2870 m), dal Monte Servin (3109 m) e dalla Cima Autour (3022 m)
Alla base della grande parete lungo il Labirinto Verticale
Inizia il percorso verticale della grande parete di Balme
Dall’Alpe Crot (2250 m), sul sentiero n. 217, il versante SO dell’Uja di Mondrone (2964 m) domina l’orizzonte. Il Labirinto Verticale si sviluppa sulla parete tra i due canaloni che scendono dal Lago del Ru (2585), a sinstra, e dal Lago del Mercurin (2497 m) incassato proprio sotto la vetta dell’Uja
I primi tratti attrezzati con corde fisse
Balme e la frazione Cornetti. L’ultimo edificio alla sinistra è lo stabilimento “Pian della Mussa” (acqua e birrificio)
Una delle innumerevoli incisioni che si incontrano lungo il Labirinto Verticale
Progredendo sulla parete si spalancano magnifici panorami da est a ovest. Qui il magnifico paesaggio verso SO. Nel fondovalle si nota la strada che sale da Balme al Pian della Mussa mentre all’orizzonte (verso dx) si notano le vette di confine (in particolare Punta d’Arnas 3563 m e Punta Maria 3298 m)
Stambecchi (femmina con il cucciolo). Emozioni straordinarie!
Verso est il sole stenta ad impadronirsi della giornata (verso le 12 pioverà). A destra il profilo del Monte Rosso d’Ala (2764 m)
A sinistra in basso (si intravede un nevaio residuo) il canalone d’Arnas, accesso invernale per il rifugio Gastaldi (2659 m). Al di sopra le Rocce Pareis e a destra l’Uja di Bessanese (3610 m), mentre nel cielo volteggiano le rondini
Le rondini ci accompagnano verso l’uscita del Labirinto…
I tratti attrezzati con corde fisse nella parta alte del Labirinto Verticale
All’uscita del tratto attrezzato (2120 m circa) si spalanca un meraviglioso panorama verso sud. Da sx, sull’orizzonte, si stagliano le vette della Ciorneva (2920 m), Chiavesso (2823 m), Golai (2818 m), Torre d’Ovarda (3069 m), a destra del Passo Paschiet (2434 m), e Servin (3109 m)
Balme e i Cornetti sempre più piccoli…
Magnifico il paesaggio che si dispiega dal fondovalle fino all’orizzonte con il gruppo del Servin (a sinistra) e la testata di confine a destra. In basso a destra si intravede il piccolo nucleo abitativo di Bogone (1624 m) dove passa il percorso pedonale per il Pian della Mussa
Cenge e anfratti dove i pastori si riparavano durante le intemperie
Altre incisioni sulla grande parete del Labirinto Verticale. Siamo a 2150 m circa di quota
Con lo zoom al massimo riesco a catturare l’Alpe Pian Salè (1581 m) che si incontra lungo la Grande Traversata delle Alpi (salendo dai Cornetti), sentiero n. 214 per il Passo Paschiet (2434 m)
Fine del Labirinto Verticale con tratto a minore pendenza che ci condurrà verso il bivio per il sentiero “normale” (n. 228) che fa rientrare a Balme
A sinistra si scorge il versante SSO dell’Uja di Mondrone (2964 m) su cui passa una via di salita alla vetta (diff. F+)
Bivio a quota 2354 m per il sentiero n. 228
Segnaletica vertiale malconcia al bivio col sentiero n. 228

Tutto quanto avete letto ed osservato fin qui lo si può vivere con i propri piedi e le proprie mani seguendo il sentiero del Labirinto Verticale (qui trovate una relazione sul percorso). Alcune fondamentali osservazioni:

bisogna essere esperti di montagna e per capire cosa si intende, leggete la descrizione della classificazione “EE” (Escursionisti Esperti), così come intesa dalla Commissione Escursionismo del Cai:

Itinerari generalmente segnalati ma che implicano una capacità di muoversi su terreni particolari. Sentieri o tracce su terreno impervio e infido (pendii ripidi e/o scivolosi di erba, o misti di rocce ed erba, o di roccia e detriti). Terreno vario, a quote relativamente elevate (pietraie, brevi nevai non ripidi, pendii aperti senza punti di riferimento, ecc.). Tratti rocciosi, con lievi difficoltà tecniche (percorsi attrezzati, vie ferrate fra quelle di minor impegno) […] Necessitano: esperienza di montagna in generale e buona conoscenza dell’ambiente alpino; passo sicuro e assenza di vertigini; equipaggiamento, attrezzatura e preparazione fisica adeguati.
– è indispensabile conoscere le condizioni del terreno che non deve essere ghiacciato e/o bagnato;
– scegliere esclusivamente giornate di bel tempo con zero rischio di precipitazioni (leggere attentamente le previsioni meteorologiche di Nimbus e dell’Arpa);
– al termine del Labirinto Verticale (2354 m) è possibile rientrare a Balme seguendo l’itinerario “normale” ovvero il sentiero Cai-Regione Piemonte n. 228 e compiere così un giro ad anello; prima di tornare a valle, potete raggiungere il Lago Mercurin (2497 m) se avete ancora energia e tempo a disposizione (aggiungete un’ora di marcia; bolli bianco-rosso dal termine del Labirinto Verticale a quota 2354 m);
– il sentiero n. 228 che fa scendere direttamente su Balme presenta tratti di terreno roccioso/erboso molto ripidi ed insidiosi (soprattutto tra quota 2350 m e 2050 m) che in certi periodi dell’anno si possono trovare parecchio scivolosi (quest’anno ancora ad agosto) al limite della percorribilità; in questi casi valutare con attenzione se rifare in discesa il Labirinto Verticale. Altra alternativa valida (soprattutto in caso di maltempo non previsto) è salire al Lago del Ru (2585 m) e seguire verso ovest il sentiero n. 227 (E) con discesa sul Pian della Mussa (Grange della Mussa). Se il maltempo dovesse sorprendervi al Lago Mercurin, risalire verso ovest il calino detritico di 100 metri circa di dislivello (EE; bolli rossi) per raggiungere il Lago del Ru.
Verso Balme lungo il sentiero n. 228 (terreno ripido e scivoloso)
La prima parte della discesa sul sentiero n. 228. Qui a quota 2150 m circa
Il nostro suggerimento è quello di fare il Labirinto Verticale ad inizio autunno, soprattutto se tale stagione si presenta come negli ultimi anni, ovvero con scarse precipitazioni e con temperature miti, tenendo sempre ben a mente le raccomandazioni appena esposte.
Autunno sul Labirinto

La fitta rete di cenge e passaggi, al séndies e li vioùn, rappresentavano normali ed esposte vie di comunicazione la cui abituale frequentazione sarebbe servita come palestra per quando, da adulti, ci si sarebbe dedicati ad altre imprese e attività attinenti, come quelle ad esempio delle guide alpine.
(Citazione di Gianni Castagneri tratta dall’articolo Lou tchavrìn dal ròtches)

6 pensieri riguardo “Montagne del diavolo

  1. E finalmente mi si spalancano le porte su sentieri sconosciuti e difficili ma di una bellezza unica e incontaminata. E finalmente Beppe , non capisco se più grazie alle immagini o alle parole, riesco a immedesimarmi nell’escursionista esperto (EE), e a seguire i tuoi passi …a tratti arrampicandomi, a tratti inerpicando la mente e il cuore per un lungo labirinto verticale … grazie sempre per queste porte spalancate su paradisi lontani ma non irraggiungibili ( la speranza c’è sempre 😉)

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    1. Grazie Lucia per il tuo commento. Mi fa sempre piacere leggerti.
      Molto contento che sia riuscito a farti immedesimare!
      C’è un sentiero, un percorso, per arrivare a fare escursioni EE. Il più bello e curato si chiamo Club Alpino Italiano. Se pensi sia troppo difficile, prova a chidere a @Pocahontas1913…
      Grazie a te!

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      1. Conosco persone del CAI qui nella mia zona e sono stata tentata più volte di iscrivermi…poi sempre rimandato per impegni di famiglia e programmi diversi…ma il sogno resta…il cassetto prima o poi si aprirà..spero non troppo tardi!😁 grazie a te sempre per le letture e le foto di montagna che mi regali!😘

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  2. Ciao e complimenti per il tuo sito !
    Sull’iscrizione da te citata a suo tempo ci ho perso parecchie ore. In totale dice , scritta come sulla pietra :
    Sulla corona esterna :
    GIOVANNI BATTISTA M.
    14 AGOSTO 1879
    All’interno :
    QESTOGGI
    TEMPO BELLO
    IO VADO CERCA
    RE PECORE PER
    QUESTE MONTA
    GNE DEL DIAVOLO

    Mario

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