IL MOVIMENTO DELLE DONNE SOLITARIE
Rubrica di Emanuela Provera
Il 15 agosto 2021 il sito “I camosci bianchi” ha pubblicato l’articolo di Emanuela intitolato Il movimento delle donne solitarie. Sin da subito altre donne hanno voluto condividere un breve pensiero o un lungo racconto della loro solitaria, pubblichiamo qui il primo.
Mi amo, così come sono
Testo e foto di Elena Lolli*
“Devo trovare qualcuno con cui fare cose. Da sole è da “sfigate”.
Mi fermai all’improvviso, si stava passeggiando, con una amica. Quell’affermazione mi stupì. Io abituata un po’ dalla vita e un po’ da come la vita mi aveva formata a “fare cose” in solitudine, trovai terribilmente fuori luogo quell’affermazione, quella richiesta esasperata di compagnia.
Amo da sempre la montagna: è la mia dimensione. Per me è stata madre e padre, per quei diversi insegnamenti e diversi approcci che hanno, le madri e i padri, alla vita.
Mi ha temprato, insegnato l’accoglienza della fatica, la concentrazione all’obiettivo. Mi ha regalato emozioni incredibili.
Molti dicono che la felicità non è piena se non viene condivisa. Io dico che le mie impressioni le condivido anche con me stessa, che sono una persona che amo. Proprio così come sono. Partire all’ultimo, con il buio, esplorare…
Ed infine mi dico, mi ripeto, che vivere avventure in solitudine non rimane mai fine a sé stesso: migliora e rende felice me, e di conseguenza le persone che mi avvicinano. E c’è sempre un momento di condivisione, con qualche scarpone incontrato lungo il percorso: incontri magici, scambi di frammenti di vita, di esperienze. Occhi che magari non si rivedranno mai più, ma che ci regalano storie.
Si è mai soli, quando si va all’avventura da soli? No, mai, se si è contenitori. Se si è disposti e capaci di accogliere.
Amo lasciare uno spazio nel mio “zaino” per riempirlo dei profumi, dei suoni, dei silenzi, delle parole di incontri inaspettati. Chi non ha provato ad ascoltare il suo respiro, il suono dei suoi passi, si è perso molta vita. E diamine, è solo martedì!
Ci sono tantissimi posti da visitare, ma ce n’è uno che ho nel cuore: ci sono stata decine e decine di volte, fin dalla mia più tenera età. Quello per me è il rifugio delle confidenze, dei pensieri da depositare, dalle parole da consegnare, delle lacrime da lasciare congiungere alla potenza del torrente che sgorga dal ghiacciaio. Mi piace scappare lì in maniera del tutto improvvisata, partendo nel cuore della notte, senza averlo programmato. E sentire il battito del mio cuore, e il fiato, le marmotte, l’irruenza dei corsi d’acqua.
A sei mesi ho trascorso la mia prima vacanza in Valmalenco e lì ci sono stata tutte le mie estati ed inverni fino ai 17 anni. Successivamente sono tornata con i miei figli: per me è un vincolo irrinunciabile.
Ecco, il rifugio Bignami, ma anche tutto d’intorno, (tre ore di viaggio per arrivare a Campo Moro da casa mia, una per arrivare al rifugio) per me è un luogo magico, soprattutto fuori stagione, in completa solitudine. È bello poi salire al Ghiacciaio Fellaria, e tornare facendo il giro del lago. Una passeggiata facile e rapida, nulla in confronto ad altre escursioni fatte molto più impegnative e lunghe. Ma per me lì, è magia pura.
*Elena vive con tre figli al centro della grande Milano, sebbene il suo cuore fugga spesso sui monti. Là torna ogni volta che la sua vita di impiegata e soprattutto trismamma, genitore unico, glielo permette. Res non verba, è la massima nel cammino della vita, che Elena cerca di mordere, spinta da passione e curiosità.

Gli articoli della rubrica “Il movimento delle donne solitarie” vengono raccolti in una pagina dedicata di questo blog. Il collegamento diretto lo trovate in home page (sotto il titolo), se caricata da desktop, oppure nel menù (pulsantino con tre linee orizzontali in alto a sinistra) nelle versioni per smartphone o tablet, sempre in home page. A tutti questi articoli, viene anche dedicata una categoria ad hoc “Donne solitarie“.
Romano Mazzuccato ha così commentato su Twitter:
Sono molto d’accordo con lui. Il mondo ha urgente bisogno della forza mentale delle donne per affrontare le sfide terribili che ci toccano, affinché si tracci un “sentiero” possibile per il nostro avvenire.
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