Fa un freddo cane ai Cornetti, il piccolo villaggio in alta Val d’Ala dove in inverno l’ombra e il silenzio ti si appiccicano addosso, mentre calzi le racchette da neve. Non so se per la coda dell’estate infernale, se perché non sono più abituato, se l’abitacolo dell’auto era troppo caldo, ma le mani mi fanno male. Resisto con i ridicoli guantini ma so che tra una mezz’oretta di marcia andrà meglio. E’ sempre stato così. Meno sette non è nulla di strano qui, a 1450 metri, a due passi da Balme dove si dice che l’inverno dura otto mesi. Ma stamane c’è il vento, forte in quota, che appesantisce la sensazione di gelo.

Dagli inizi del 2000, il giro d’inverno qui è il Sentiero Natura Val Servin che ti fa sparire nei boschi scivolando sul manto silenzioso, con i comignoli che fumano e con il campanile che ti avvisa dell’inizio di una nuova giornata. Ti avvii indolenzito e ancora assonnato tra le strette chintane dei Cornetti ammantate dell’odore della stalla di Giuseppe, il più anziano di Balme, e lo stanco gorgoglio delle fontane, mentre qualche uccellino ti osserva fugacemente, infilandosi poi tra le case in cerca di cibo. I Cornetti in inverno sono una cura contro la frenesia dei nostri tempi. La spacca e sei immerso in un tempo ritrovato, lento e che sa di cose che durano, eterne come i turbinii del vento sulle creste della Val Servin.

Uscire qui dal bozzolo confortevole e protettivo dell’abitacolo, è un’esperienza di montagna necessaria, sia quando c’è il sole con il cielo azzurro e sia quando nevica con le brume che ti entrano nelle narici insieme all’odore di legna bruciata. Se scegli il cielo azzurro, allora la grande parete rocciosa di Balme, che emerge dai tetti indorata dal sole, ti fa comprendere appieno la parola “montanari”. Se invece opti per le brume, con i suoi cristalli, capirai facilmente perché il tempo dell’inverno in alta montagna era un tempo di riposo forzato, sia per i valligiani e sia per la natura. Tutto questo era necessario per riproporre i cicli delle stagioni, con i loro ritmi fatti di sole, vento, neve e ghiaccio.

In estate i Cornetti sono un punto di passaggio obbligato per chi percorre il Sentiero Italia – Grande Traversata delle Alpi e mi piace immaginare le sensazioni e i pensieri degli escursionisti mentre passano con gli zaini pesanti tra questi minuscoli agglomerati, dopo aver valicato il Passo Paschiet, che sembrano più che altro delle postazioni difensive, edificati per resistere alle inclemenze dell’ambiente di alta montagna.
“Cosa rimarrà di tutto questo?”, mi domando mentre combatto con il freddo pungente ma necessario.
“Che valore ha ancora tutto questo?”.

Negli anni, frequentando queste vallate, ho imparato ad amare tutto questo, compresi i volti silenti dei vecchi montanari.
“Amo la montagna”, facile da dirsi ma difficile da attuare. Vi siete mai chiesti come fate ad amare la montagna? A me succede sovente. Ad esempio, quando mi sposto in auto per arrivare il più in alto possibile, ovunque ci sia una strada. Magari proprio parcheggiando sul Piano della Mussa oppure qui ai Cornetti.

Scendo, ammiro estasiato la montagna e mi dico “Quanto la amo!”, amalgamando il mio narcisismo con maestria estrema. Ma poi mi soffermo a pensare che per arrivare fin qui da Torino (figuriamoci poi per andare nel Parco Nazionale del Gran Paradiso) ho scaricato nei paraggi qualche chilo di CO2 (leggi: “qualche chilo di merda”) contribuendo, nel mio piccolo, ad innalzare la temperatura del Pianeta. E di conseguenza alla scomparsa del ghiacciaio della Ciamarella.
Tantissimi amano queste montagne.

Sovente sogno di poter raggiungere il Pian della Mussa o i Cornetti con un’auto, o con un mezzo pubblico, che non produca alcun impatto sull’ambiente. Mi piacerebbe poterlo fare prima di passare a miglior vita. Sarebbe entusiasmante poter fare escursionismo, senza aver fatto danni per raggiungere l’attacco del sentiero.
E poi poter dire finalmente e coerentemente: “Amo la montagna”.

Oppure ditemi voi se il verbo “amare” contempla anche fare danni (enormi nel caso dell’ambiente alpino), come un atto necessario per vivere genuinamente questo sentimento.
Hermann Buhl poteva sicuramente dire senza alcun timore e ipocrisia: “Amo la montagna”. Lui per raggiungere l’attacco delle pareti usava una bicicletta. Ecco fatto, così si ama la montagna a zero emissioni, con zero danni.
Adesso chiedetevi cos’è l’alpinismo, lo scialpinismo, l’escursionismo e tutte quelle attività che contemplano l’andar per monti e il relativo e scontato (forse) amore per la montagna rispetto all’Alpinismo di Buhl, leale e non predatorio.

Tra i montanari del Villaggio degli alpinisti e gli amanti della montagna, così come capita in tante altre località turistiche delle Alpi, soprattutto quelle più blasonate, c’è un patto non scritto: voi amate la montagna e noi ve lo consentiamo perché dobbiamo pur vivere di montagna. Ma per fortuna non dovete usare la bici per raggiungerci ed ammirare il ghiacciaio della Ciamarella, o addirittura sperare di percorrerlo un domani (poveri noi…) con i ramponi per raggiungerne la vetta.
Per amarla basta fare il pieno al suv.

Quando impareremo ad amare la montagna come faceva Buhl, allora – forse – potremo davvero tornare ai Cornetti con la coerenza di chi ha capito che un sentimento serio dev’essere espresso con i fatti e non solo a parole. E questo vale sia per i turisti che per i montanari. In caso contrario si fanno danni e si disintegra il domani. Con tanto amore.
Torneremo ai Cornetti e forse potremo ancora sentire male alle mani. E ritrovare un sentiero silenzioso dove perdersi tra i turbinii del vento.
P.S.
Alla domanda “Che valore ha ancora tutto questo?” penso che la risposta corretta sia “Enorme” soprattutto in relazione alla mia totale e completa insignificanza nei confronti delle montagne e di chi le ha edificate. Sono un verme, rispetto a loro. E loro sono totalmente indifferenti alla mia natura predatoria.
Qualsiasi mio gesto o pensiero, sostenuto da un sedicente incrollabile amore per la montagna, si perderà comunque e per sempre nei turbinii del vento della Val Servin.

Grazie, Beppe, mi sembrava di camminare con te! Condivido fino in fondo il tuo pensiero.
"Mi piace"Piace a 1 persona
Grazie Francesca, molto bello accorgersi di camminare insieme!
"Mi piace""Mi piace"