Sognare a Usseglio

IL MOVIMENTO DELLE DONNE SOLITARIE.

Testo e foto di Emanuela Lavezzo

L’amore per Usseglio1 e per la montagna, che frequento da quando sono nata, mi è stato trasmesso da mio padre che vi andò per la prima volta nel 1951; s’innamorò subito delle punte della Torre d’Ovarda2 perché gli ricordavano le Alpi venete, essendo vicentino.

Torre d’Ovarda

Usseglio per me è il posto più bello, perché me lo sento addosso. Lì sto bene, sono felice. È bello camminare nei boschi di faggi e di larici, leggere le iniziali e le date scritte sulle cortecce dei tronchi, sentire il profumo delle foglie; costeggiare il torrente Stura e ascoltare il rumore dell’acqua, inerpicarsi sui sentieri per salire a quote più elevate, sentire i versi delle marmotte e degli altri animali che vivono in quota, che magari non riesci a vedere ma appunto puoi ascoltare e scorgerne le tracce lasciate dal loro passaggio.

A Usseglio ho camminato tante volte da sola ma soprattutto in compagnia dei miei cani.

Usseglio: Emanuela con il suo cane Laika

Finora ne ho avuti tre e con loro ho vissuto buona parte della mia vita, da quando avevo diciassette anni fino ai sessantatré; con York, Tully e Laika ho condiviso molti passi, e in loro compagnia mi sentivo protetta e non avevo paura, anche in situazioni non proprio simpatiche come l’incontro con un cinghiale femmina e i suoi cuccioli. Fu un incontro molto ravvicinato, “protetto” da un cespuglio e inaspettato perché era pieno giorno… ma i cinghiali non escono al tramonto? Comunque, dopo lunghissimi attimi di assoluto silenzio e d’immobilismo da parte mia e di Laika, la mamma cinghiale ha proseguito il suo percorso degnandoci di un ultimo sguardo e di un grugnito che ho interpretato, con sollievo, come un saluto!

Dal 2020, quando Laika mi ha lasciato, cammino veramente da sola; all’inizio ero abbastanza timorosa pur se agevolata dalla conoscenza dei posti, molto attenta ai rumori e con occhio vigile camminavo tesa e concentrata sugli eventuali pericoli, rendendo la passeggiata un esercizio fisico e nulla di più. Poi ho ripreso ad avere più sicurezza, attenta al paesaggio sì, ma soprattutto ai miei sensi, in particolare all’udito e all’olfatto. Ci sono dei suoni e degli odori che non cambiano mai nonostante il passare degli anni e che sono legati in modo indelebile al ricordo della prima volta che li hai percepiti. Così come il rumore dei tuoi passi sul letto di foglie in un bosco e l’odore di terra umida che senti quando gli scarponi sollevano il loro strato superficiale, scomodando dai loro rifugi i ragni con il piccolo corpo tondo portato dalle lunghe zampe simili a trampoli.

Usseglio: terrazzamenti nascosti da giovani alberi

Tuttavia, insieme alle sensazioni, cammino immersa nei miei pensieri in un dialogo con me stessa su quel particolare cruccio che preoccupa o su quel recente incontro che forse mi può cambiare la vita. A volte trovi la risposta ad un problema ingarbugliato o riesci solo a ridimensionarlo. Sì, camminare da soli è un grande consiglio per la tua vita, puoi camminare in montagna, nella natura e perché no in città, significa sempre la scoperta di qualcosa che è in me e qualcosa che è attorno a me.

In te scopri le risorse inimmaginabili del coraggio e della fiducia; attorno a te scopri le tracce di chi ti ha preceduto: il resto di un muretto a secco per creare un piccolo pianoro da coltivare a patate o segale, il segnale di un sentiero ora impraticabile, il pilone votivo con dipinto un santo protettore dei viandanti, i segni scalfiti sulle rocce da antichi pastori; vestigie dei cammini fatti nel tempo dagli abitanti di quel territorio.

Usseglio: Pian Benot

Usseglio, per me, è tanto significativo perché molti di loro hanno lasciato un caro ricordo di rispetto e di saggezza, sono stati parte della mia vita; ora sono rimasti in pochi, sempre meno, e questo mi addolora. A volta sogno che il piccolo museo di Usseglio “Arnaldo Tazzetti”, che dirigo da alcuni anni, possa contribuire a ridurre lo spopolamento, diventando un’opportunità di lavoro per qualche giovane del posto; come tutti i cammini solitari che per completarsi hanno bisogno dell’incontro con i cammini degli altri, anche per questo sogno occorre camminare insieme, in sinergia con tutti i valligiani, i villeggianti e gli enti; chissà che si riesca a realizzarlo.


Biografia

Sono nata a Torino nel 1956, nel 1980 mi sono laureata in architettura con tesi sul restauro architettonico. Dopo alcuni anni di libera professione e d’insegnamento, ho lavorato per 28 anni all’Ufficio tecnico del Comune di Torino, occupandomi di edifici storici con destinazione culturale, prevalentemente musei. Sono in pensione dal 2018 e nello stesso anno ho iniziato ad occuparmi, come responsabile, del Museo civico alpino “Arnaldo Tazzetti” di Usseglio, in Val di Viù, la più meridionale delle tre Valli di Lanzo.

Per formazione scolastica m’interessa l’arte nelle sue varie espressioni e in particolare mi piace “leggere” il paesaggio e individuare le tracce storiche lasciate molte volte in modo inconsapevole, di conseguenza mi piace molto anche la storia.


Note 

  1. Comune a 1260 metri in alta Valle di Viù (Valli di Lanzo);
  2. La Torre d’Ovarda (3075 m) è una montagna delle Alpi Graie Meridionali; nelle giornate limpide è visibile anche dalla città di Torino.

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