In punta di piedi

Chi ama la montagna lo sa. Sa che quando passeggia in un bosco, si inerpica su un sentiero, si arrampica su una roccia, affronta una cresta, sta entrando in un territorio che, per quanto conosciuto e nonostante l’esperienza accumulata, non è casa sua. E sa che deve entrarci in silenzio possibilmente, con un passo cadenzato e costante, mai troppo veloce, mai troppo lento, e tutti i cinque sensi allertati perché il pericolo zero da queste parti non esiste.

Camoscio appenninico
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Appennino, la montagna (ancora) per pochi

La sveglia suona impietosa e inesorabile nell’unico giorno in cui potresti dormire più a lungo. Fuori è ancora buio. Sarebbe così facile allungare la mano, silenziare il telefono, e restare al caldo sotto le coperte per ancora qualche ora di sonno. In fondo perché alzarsi? Sono solo pochi secondi. Ai piedi del letto c’è già lo zaino pronto, sulla piccola poltroncina di velluto i vestiti piegati che attendono di essere messi, al piano di sotto, vicino alla porta, la busta con l’attrezzatura. È un attimo e i dubbi svaniscono, il caffè è già bevuto, e sei subito in macchina su un’autostrada che viaggia verso est, verso l’alba, verso le montagne.

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Investire per “valorizzare” la montagna?

Nel silenzio di un giorno appena nato salgo da sola su una delle vette del gruppo del Velino. Nulla di eroico, nulla di adrenalinico, di spettacolare. O meglio, spettacolare è il bosco di faggi ormai scarni che ho appena attraversato, è la salita sulla prima neve, il rumore dei ramponi che rompono la leggera crosta che si è formata nella notte, il vento in cresta e le nuvole in lontananza. Il brutto tempo verrà, ma più tardi, sulla via del rientro. Per questo la scelta di oggi, dopo il confronto con le varie previsioni meteo. Per questo la partenza all’alba. Per questo la decisione di essere sola, più veloce, più leggera. Mi chiedo cosa ci sia da valorizzare. Me lo chiedo e mi fa paura. Conscia di stare per fare un ragionamento elitario, poco corretto, sicuramente egoista e decisamente asociale, non posso fare a meno di pensare che la montagna meno viene valorizzata, pubblicizzata, aperta, fatta conoscere, meglio è.

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