Le antiche fiere

Lia oggi ci delizia raccontandoci della fiera che si svolgeva a Ceres un comune situato nelle Valli di Lanzo.

Scopriamo che la fiera è un luogo d’incontro, di socializzazione e perché no, di svago nelle Valli.

Lasciamole la parola.

Foto da Lou Bouletìn Ёd SérЁss

Nel passato Ceres è stato il centro principale delle Valli di Lanzo. Numerosi erano i servizi che operavano nel Comune, il più importante era la ferrovia Torino-Ceres che univa gran parte del Canavese, permettendo ai valligiani di spostarsi da un luogo all’altro e di recarsi giornalmente al lavoro nel capoluogo piemontese. Era anche utilizzata per altre necessità, specialmente quelle postali e commerciali.

Celebri erano le fiere stagionali e quelle del bestiame che si facevano tra febbraio e novembre: le più frequentate erano due, quelle dell’ultimo lunedì di maggio e di settembre. Continua a leggere “Le antiche fiere”

Neve e cielo, nient’altro

Continua a tirar vento, di qua e di là dal colle e i cani se ne accorgono e abbaiano

L’anno che uccisero Rosetta, leggo nella terza di copertina, è il romanzo d’esordio di Alessandro Perissinotto, un Torinese semiologo e folclorista e conduce ricerche su fiabe e tradizioni delle Alpi.

Mi incuriosisco e capisco perché l’amico Giancarlo, tempo fa, mi ha prestato questo libro senza spiegarmi nulla…

Un riflessivo commissario di polizia, in un nevoso inverno degli anni ’60, si trova catapultato in uno sperduto paesino di montagna delle Alpi piemontesi ai confini con la Francia.

Scelto dai suoi superiori perché “la sua famiglia è di lassù”, deve indagare sull’oscura e misteriosa uccisione di Rosetta, giovane donna del luogo trovata morta davanti ad un antico castello disabitato.

Il fatto risale a vent’anni prima – nel 1944 – e l’indagine è stata chiusa in tre giorni: “Uccisa da ignoti appartenenti alla resistenza a causa di presunte collaborazioni con il comando tedesco”. A quei tempi, di tanti e di troppi morti, non si andava per il sottile e l’assassinio era stato archiviato a discapito della ricerca della verità.

Costretto ad usare massima discrezione perché “è questione molto delicata” ha l’obbligo di conferire solo con l’anziano sindaco evitando di far domande agli altri abitanti. Continua a leggere “Neve e cielo, nient’altro”

Il sentiero delle apparizioni Mariane

Pilone di roc dou Pat (1290 m)

[…] sacralizzano il territorio, mitigano l’ancestrale lotta fra la natura inerte e la natura vivente. In terra o quasi in cielo, costruiti per necessità concrete o per liberare il senso d’infinito, parlano di una vita colma di soprannaturale.

Il pilonèt come il cioché del capoluogo evocano il bisogno di un aiuto che venga dall’alto, più in alto ancora che dalle vette irraggiungibili.

Una fede fatta di simboli, slanci, sacrificio e segreti, vuole farsi segno, dare vita alle pietre, ai boschi, ai pascoli.  Correndo verso l’alto di Marco Fassero

Le Valli di Lanzo, delizioso “parco naturale” del Piemonte, si trovano a Nord-Ovest di Torino e appartengono alle Alpi Graie meridionali. Confinano a Nord con la Valle dell’Orco, ad Est – praticamente ai loro piedi – si adagia la pianura, a Sud con la Valle di Susa mentre ad Ovest confinano con la Val Moriana, in territorio francese.

I confini geografici, soprattutto con la Francia, anziché limitare l’isolamento hanno favorito frequenti spostamenti a piedi attraverso i colli, sia per scambi commerciali e sia per quelli culturali. Ciò che lega ed unisce ancora oggi, gli uni agli altri, è la lingua francoprovenzale e simili usi e costumi.

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Una notte al Daviso

A chi non piace sentire raccontare storie, leggerle o essere, in prima persona, narratore?

Quasi sempre mi capita di partecipare ed essere coinvolta nelle vicende dei personaggi usciti dalla penna di scrittori o raccontati dalla loro voce. Gioisco, mi emoziono alle loro vicende, mi intristisco ed in più amplifico e lego, a quelle sensazioni, i miei ricordi e le mie esperienze personali. In una parola: empatia.

A volte mi capita di essere così coinvolta che la mia curiosità mi spinge a ricercare altre notizie su di loro.

Antonio Castagneri detto Tòni dìi Toùni (1845-1890) ritratto di Gigi Chessa
Antonio Castagneri detto Tòni dìi Toùni (1845-1890). Ritratto di Gigi Chessa

Così è avvenuto, ad esempio, per il balmese Antonio Castagneri detto Tòni dìi Toùni maestro d’alpinismo ed una delle più grandi guide alpine italiane dell’800 al quale è dedicato l’Ecomuseo delle Guide Alpine di Balme (Valli di Lanzo).

Mi sono chiesta: “Possibile che non gli sia stata intitolata anche una cima o un rifugio?”.

In maniera del tutto casuale sono “inciampata” nell’autobiografia di Ugo Manera Pan e Pera ed ho scoperto che nell’autunno del 1968, alla ricerca di nuovi posti da scoprire o sconosciuti, e non valorizzati, l’autore accetta la proposta di Gian Piero Motti “di tentare una nuova via su di un ardito pilastro vergine alla testata della Valle Grande di Lanzo, quella selvaggia cerchia di pareti che forma una delle muraglie più interessanti e suggestive delle Alpi Graie.”
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Piste agro-silvo-pastorali: confronto

il-risveglio-17-11-2016
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Postiamo l’articolo del settimanale “Il Risveglio” uscito giovedì  17 novembre 2016 che sintetizza ottimamente la serata di mercoledì 9 novembre organizzata dal CAI Torino avente titolo: “Le piste agro-silvo-pastorali nelle Valli di Lanzo tra passato, presente e futuro. Un caso attuale: il Vallone di Sea”.

Riporto di seguito qualche mia personalissima considerazione in merito.

Incontro ricco di relatori e di temi interessanti. Peccato, nonostante gli interventi stringati, sia saltato il dibattito causa tarda ora. Mi sarebbe piaciuto sentire le opinioni dei presenti.

Dal pubblico, qualcuno ha fatto notare che la serata dovrebbe essere riproposta nelle Valli di Lanzo per agevolare la partecipazione dei valligiani.

Spero che la voglia di condividere le notizie delle Valli di Lanzo continui e non capiti che, di ritorno da un’escursione, chiedendo all’avventore del bar cosa sono quei segni arancio fosforescenti sul sentiero, picchetti piantati e nastri bianchi-rossi sui rami degli alberi non conosca la risposta (nuove piste in arrivo? Colle di Crosiasse, Urtirè, Piano di Vassola, ecc.?) Continua a leggere “Piste agro-silvo-pastorali: confronto”

Alla scoperta delle Valli di Lanzo

vallidilanzoLe Valli di Lanzo attraversano il cuore della catena alpina, dove affiorano oggi le rocce che si trovavano sul fondo del mare che tra 150 e 50 milioni di anni fa separava l’Europa dall’Africa, prima che i movimenti della crosta terrestre portassero alla chiusura dell’oceano, alla collisione dei due continenti e alla formazione delle Alpi.

Gli itinerari lungo le valli consentono di osservare i relitti preservati degli antichi fondali dell’Oceano Ligure-Piemontese, come viene indicato in geologia questo antico mare, oltre ad alcune porzioni dei margini che lo orlavano sul lato africano e sul lato europeo.

Il paesaggio attuale delle Valli di Lanzo è anche il prodotto degli agenti di modellamento recente: gli effetti dei processi morfo-genetici connessi a ghiacciai, corsi d’acqua, movimenti franosi e eventi alluvionali possono essere riconosciuti nelle forme e nei depositi che si osservano lungo le valli”. (Le Valli di Lanzo – vol. 1 – Aspetti geologici – Arpa Piemonte).

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Sui sentieri dei pellegrini

Bacheca Sui sentieri dei pellegriniPellegrino, nel tuo viaggio | potresti andare lontano, | perché, pellegrino, è un lungo cammino | quello per scoprire chi sei… (Enya)

La prima definizione di pellegrino che ho trovato nel dizionario è “errante”, “errabondo”. Altra definizione è “straniero”, “forestiero”. Ma pellegrino  è anche “peregrino”, ovvero “usanze pellegrine”.

Dal CAI di Lanzo veniamo a conoscenza del nuovo itinerario escursionistico “Sui sentieri dei Pellegrini (SP)” e così, un sabato di inizio primavera, siamo andati a curiosare. Continua a leggere “Sui sentieri dei pellegrini”

I silenzi della GTA

Segnaletica ufficiale della GTA
Segnaletica ufficiale C.A.I.

“Camminare attraverso gli antichi sentieri consente di vivere il mondo alpino dalla prospettiva dei lavoratori che li utilizzavano in passato. Una percezione del tutto diversa da quella turistica.”

Werner Bätzing

Mi hanno sempre attirato le lunghe escursioni come la GTA che congiunge l’arco alpino piemontese  ma immagino che ben poche persone la percorrano nel suo insieme.

La Grande Traversata delle Alpi (G.T.A) si dipana in 65 Tappe, è lunga circa 1.000 km e somma circa 65.000 metri di dislivello.

Chi è in cerca di ambienti selvaggi, panorami indimenticabili, silenzi – sempre più rari nel nostro mondo caotico -, storia locale, alpeggi ancora attivi e specialità culinarie è nel posto giusto.

I nostri piedi, in questa escursione di qualche settimana fa, marciano su parte di una tappa della GTA che qui coincide, per un breve tratto, con la Via Alpina.
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Primule rosse di montagna

Primula pedemontanaIl nome del genere Primula fa riferimento alla precocità della fioritura che caratterizza la maggior parte delle specie che vi appartengono.

Durante le mie escursioni alpine, quando vedo le primule fiorite penso immediatamente alla primavera.

Sbocciano poco dopo la fusione della neve rallegrando i pascoli pietrosi, le cenge e le fessure con le loro foglie verdi brillanti e i loro fiori esuberanti porporini o lilla.

Nel linguaggio dei fiori significano nuovo inizio, speranza, rinascita.

Le Primule rosse vivono sulle Alpi in terreni acidi e rocce silicee tra i 1500 e 3000 metri, sono rare e protette. Sono anche difficili da riconoscere tra di loro ma si distinguono come gruppo perchè hanno foglie grassottelle, pelose, dentate e fiori rossi a volte delicatamente profumati.

Particolarmente importante evitare la raccolta anche solo dei fiori.

Al di là della bellezza, perché conoscere e difendere i fiori selvatici?

La flora spontanea cresce e si riproduce unitamente all’ambiente dove vive in un delicato equilibrio tra uomo, animali e complessi legami di un sistema complicato di vita. Se questo sistema si altera, l’equilibrio può modificarsi negativamente e diventare irreversibile.
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Il maestro dei fiori

Fioritura primaverile nel pascolo alpino
Fioritura primaverile nel pascolo alpino

I fiori mi hanno parlato più di quanto posso dire scrivendo. Sono i geroglifici degli angeli, amati da tutti gli uomini per la bellezza del loro carattere, perché pochi possono decifrare anche frammenti del loro significato.
Lydia M. Child

Incontriamo Cesare Lasen, montanaro e studioso di flora e vegetazione alpina, in un cortometraggio di 10 minuti intitolato “Cesare, figlio del San Mauro”.

Dieci vitali minuti dove le immagini, dense di poesia e silenzio, ci raccontano il suo cammino dentro la natura e le montagne, mentre esprime il suo immenso amore, passo dopo passo. Continua a leggere “Il maestro dei fiori”

Anello della Consolata

Cappella della Consolata
Cappella della Consolata

L’escursione di oggi si svolge nel territorio di Mezzenile (Valli di Lanzo, provincia di Torino) su una fitta rete di sentieri costruiti dai montanari che accarezzano borgate in pietra, un tempo abitate tutto l’anno.

La bellezza di un percorso escursionistico ad anello sta nella ricchezza degli ambienti attraversati e nella possibilità di percorrere una varietà di boschi e paesaggi in una sola uscita, offrendo più stimoli rispetto ad un tragitto “andata e ritorno”.

La quota del nostro viaggio è compresa tra i 700 e i 1400 metri in un dolce saliscendi tra castagni, betulle, faggi e radure prative, annaffiati dai rii Catelli e Cinaveri.

Qui la montagna è stata operosa e viva, addomesticata dalla mano dell’uomo ed ingentilita dalla testimonianza di piloni votivi e cappelle. Segni, questi, della religiosità popolare dei nostri vecchi e sostegni contro le avversità.

Il giro è ben segnato: i bolli bianco-rossi sono integrati da bandierine e cartelli indicatori posizionati nei crocicchi mentre bacheche illustrative ci raccontano la storia del luogo.

Continua a leggere “Anello della Consolata”

Acrobati delle cime

A volte penso che questo posto, così in alto tra le montagne, è una sorta di passeggiata che conduce al cielo…

Rick Bass

Il fotografo Martin Dellicour ci invita a seguirlio nel Parco Nazionale del Gran Paradiso, in una giornata di fine novembre, per catturare le acrobazie dei camosci.

Il paesaggio invernale, tra nebbie, nuvole e folli corse del camosci, ci trasportano in un ambiente intimo e rigoroso.

Abbiamo tutti bisogno di inverno.

(Grazie all’amica Anette di Francoforte che mi ha fatto scoprire questo bellissimo video).

 

Punta del Lago

Dalla cima di Punta del Lago SudA fine settembre l’aria fresca ed il cielo terso ci hanno sospinto in Val Sangone, alle falde delle Alpi Cozie, per percorrere un delizioso giro ad anello, reso ancora più piacevole dalle chiome mutevoli degli alberi che si preparano all’autunno, da un valzer di cielo blu genziana – per dirla alla Robetto – , da pascoli arsi dal sole estivo e da mosaici di mondi di pietra disseminati su ampi valloni. La mano e il lavorio d’erosione delle glaciazioni del Periodo Quaternario è evidente.

Ho trovato alcuni paralleli con le nostre amate Valli di Lanzo.

Le popolazione celto-liguri la scelsero per la tranquillità e la sicurezza. Rispetto alle adiacenti Val Chisone e Val di Susa, questa non è una valle di transito. Anche le Valli di Lanzo sono “valli chiuse” perché i suoi valichi confinanti con la Savoia (tutti sopra i 3000 metri) non hanno facilitato i passaggi di commercianti, pellegrini, eserciti, ecc. Certo, contrabbandieri, cacciatori e pastori che valicavano i passi ad alta quota ci sono sempre stati ma questi attraversamenti avvenivano a piedi ed in condizioni ambientali estremamente disagevoli e pericolose, sicuramente non di massa. Continua a leggere “Punta del Lago”

Meteora alpina

057-pietrasanta..Se la salita era stata difficile e pericolosa, la discesa m’appariva impossibile. Il valligiano che ci accompagnava, passata la corda ad un grosso anello infisso nella parete, la gettò nel vuoto, incitandomi a scendere. Dapprima mi rifiutai, tanto la cosa m’apparve pazzesca, e mi decisi solamente, quando vidi la mia fedele guida avvolgersi la corda attorno alla gamba destra, facendola poi scorrere su la spalla sinistra, creando così una specie di carrucola frenabile, che gli permetteva di scivolare lento giù per la fune. Con misurati colpi di piedi contro la parete, si staccò dalla roccia ed iniziò la discesa.
Mi accorsi allora che la cosa era assennata e anche assai divertente. Mi ci provai e ci presi gusto. Scendevo lentamente, senza scosse, senza rumore: librata così nello spazio, senza alcun contatto con le rupi del monte, mi pareva di essere un ragno, sospeso al proprio filo, intento a tesser la sua tela.
Quando la mia trasvolata ebbe termine, mi trovai su una piccola cengetta, dove mi liberai dal groviglio dei cordami. Per ultimo discese il valligiano, che tirò a sè la corda.
Così, un po’ coi mezzi soliti, un po’ con l’aiuto provvidenziale della corda, ci ritrovammo in breve ai piedi del Campanile.
Lo contemplai lieta e commossa. Mi rispose il sorriso della vetta baciata dal sole.
(Pellegrina delle Alpi – Ninì Pietrasanta che racconta “..La prima volta che sperimentai le precipiti pareti rocciose delle Dolomiti, fu nella scalata del Campanile Basso di Brenta, fantastico obelisco che si eleva, per trecento metri dal punto d’attacco, in linea arditamente verticale; slanciato, severo, è una delle Dolomiti più audaci, più eleganti, più classiche..”)

La curiosità e la passione nel leggere libri di montagna mi hanno portato ad incontrare Ninì Pietrasanta. Continua a leggere “Meteora alpina”

Sentieri: risorsa o problema?

Salendo al Rifugio PonteseRiportiamo la sintesi dell’incontroI sentieri anima del turismo sostenibile e accessibile. La questione della frequentazione non regolamentata con motoslitte, mezzi motorizzati, trial e dell’eliski” organizzato dal CAI nell’ambito del Festival di cultura di montagna “La magnifica terra” e ne condividiamo il pensiero.

L’Italia – è emerso nel convegno – è il Paese con la più alta biodiversità d’Europa, è caratterizzata da paesaggi culturali e ambientali di rara bellezza e da produzioni enogastronomiche di eccellenza. In questo scenario si inseriscono i sentieri, un valore aggiunto del territorio sul quale puntare per promuovere ulteriormente i punti di forza del Bel Paese.

È tempo di impegnarsi con decisione per vincere le resistenze di chi vede il turismo a passo d’uomo come marginale e minore per farlo riconoscere una fonte di uno sviluppo che coniuga tutela dell’ambiente e arricchimento culturale. Continua a leggere “Sentieri: risorsa o problema?”