Se fosse così, che tu procedi su un piano, con la buona volontà di andare avanti e però fai dei passi indietro, allora sarebbe una situazione disperata; ma poiché ti stai arrampicando su un pendio ripido, così ripido come tu stesso appari visto dal basso, i passi indietro possono anche essere causati soltanto dalla natura del terreno e non devi disperare.
L’amore per Usseglio1 e per la montagna, che frequento da quando sono nata, mi è stato trasmesso da mio padre che vi andò per la prima volta nel 1951; s’innamorò subito delle punte della Torre d’Ovarda2 perché gli ricordavano le Alpi venete, essendo vicentino.
Mi capita di sentire che una cima mi chiami, è una sorta di magnetismo che mi attrae in modo estremamente istintivo, quasi atavico: lo sguardo viene sedotto in direzione dalla vetta che resta scolpita nella memoria, per ripresentarsi alla mente di tanto in tanto, come una grande passione fra due persone che attendono solo l’occasione di incontrarsi nella giusta circostanza per amarsi. Capita sovente di non riuscire ad assecondare tale richiamo in tempi brevi, perché non ci sono le circostanze: manca il socio giusto, l’adeguata preparazione o le condizioni meteo, così passano i giorni, i mesi e a volte gli anni, ma il desiderio di quella cima resta inalterato. Un giorno, infine, ti svegli e capisci che il momento è quello giusto, che le circostanze ci sono, ti senti bene e sai che potrai arrivare in vetta, anche da sola. Lo sai e basta, nella piena consapevolezza di te stessa, dei tuoi limiti come delle tue capacità e inizi a muovere il primo passo: giovedì 23 giugno 2022, la mia giornata è iniziata così.
Era da diversi anni che ci pensavo e il 23 maggio 2021 sono finalmente partita da Finale Ligure per iniziare la traversata delle Alpi, che volevo esplorare e conoscere. L’ho fatta da sola, in una volta sola, tutte a piedi, allenandomi alcuni mesi, con uno zaino che conteneva un sacco da 15 kg di pellet. Ho concluso il mio viaggio il 9 settembre a Monfalcone e ora vi racconto una giornata tra tutte quelle che ho trascorso attraversando flora e fauna dell’arco alpino.
Testo di Sara Bonfanti. Foto e video di Sara Bonfanti e Adriano Di Giovanni
Il 17 maggio 2022 ho deciso di prendere del tempo per me e partire per un lungo cammino percorrendo il Sentiero Italia CAI: “oltre 7000 chilometri di grande bellezza” che attraversano tutta l’Italia sulle catene montuose. L’ideatore del Sentiero Italia CAI fu, negli anni Ottanta, Riccardo Carnovalini che maturò questo progetto mentre attraversava gli Appennini.
Partita da Muggia in provincia di Trieste arriverò in Sardegna a Santa Teresa di Gallura prima di Natale.
Satá: ti ne sawén: na kanien ‘keha skwenienhst tsi nitisé: non tsi sonkwehón: we
Parla la tua lingua sii orgoglioso della tua ancestralità
Risotto con porri e alghe [wakame e dulce] è un menù inconsueto per un Rifugio di montagna dove ci si aspetta di mangiare polenta e cervo, fontina, oppure di bere in compagnia di amici con una grolla. Qui all’Orestes Hütte tutto è vegano, libro, legno e rocce. Tutto è marmotta e dimenticanza. Meditazione e miscuglio di etnie. È un luogo adatto a disarticolare le ossessioni, a ritrovare il centro.
Adoro l’alta montagna dove la roccia quando diventa terra si copre di un tappetto d’erba verdissima alta pochi centimetri e macchie di minuscoli fiori azzurri e viola. A queste quote non ci sono più alberi: è un ambiente estremo dove la natura ha adottato strategie per sopravvivere al gelo, al vento e per sfruttare i pochi mesi senza neve.
Tutto iniziava con dei bauli. Due grandi bauli di cuoio, uno bordeaux e l’altro verde scuro, con le cerniere dorate: mia madre cominciava a riempirli venti giorni prima della partenza con la roba “pesante”. A Roma era giugno e faceva già caldo, ma lei impilava con ordine golf tirolesi, pantaloncini di pelle, pedule, camicette a quadretti con i colli rotondi, ma anche giacche di lana cotta, cappelli e fazzoletti… non si sa mai. Poi il baule veniva chiuso e ci si applicava sopra un pezzo di carta con l’indirizzo, fissato con il nastro adesivo. Avevo appena tre anni, non sapevo leggere, ma il nome lo ricordo ancora: presso Signora Aloisi, Moena.
Passo Valparola – Capanna Alpina – Col de Locia – Grande Fanes – Piccolo Fanes. Nord-Est, Dolomiti, cuore delle Conturines e Regno dei Fanes. Tra le viscere di quel cuore di pietra sognai di salire dall’età di 6 anni, ci riuscii a 28, da sola.
Amo camminare da sola. Amo il silenzio della natura, degli spazi aperti. Amo il suono del bosco, il rumore del vento, gli alberi, i versi lontani degli animali, quando giungono fino a me. Mi piace arrivare dove si può, soltanto con fatica, camminando. Evito i luoghi che si possono raggiungere con le auto o altri mezzi a motore.
Testo di Barbara Tutino. Foto di Glorianda Cipolla, Gaetano Lo Presti ed Oliviero Toscani
Quando mia madre è morta, ho deciso di “tornare a casa”, nel paese di montagna della mia infanzia e che rappresenta per me le radici da cui la sua partenza mi aveva strappata via. Siamo a 1682 metri in Valnontey, valle secondaria della Val di Cogne, Comune situato nella Valle del Gran Paradiso in Valle d’Aosta.
Testo di Chiara Ravera. Foto di C. Ravera, V. Lauthier, D. Antonucci
Avevo circa 30 anni quando al semplice camminare si sono affiancate attività alpinistiche via via più impegnative: l’arrampicata, lo scialpinismo, le cascate di ghiaccio, le grandi salite alpinistiche in quota, le lunghe vie di roccia sulle Alpi e nelle Dolomiti, a picco sul mare e nel deserto.
Mi raccomando Manu stai attenta, ricordati che sei madre. Mamma torna come sempre, ancora più bella.
Genuini contrasti. Perché lei è unica nella sua fanciullezza e lo sa quanto mi fanno essere bella le montagne. Lassù sano le ferite, annullo le violenze.
Ho coronato il mio sogno, ho trovato la mia strada e il mio “posto nel mondo” attuando una scelta di vita radicale: lasciare la città e gli affetti per vivere tra i monti. Ho preso questa decisione poiché amo le montagne e voglio trascorrere qui la maggior parte del mio tempo libero dai turni in ospedale. Pratico trekking, scialpinismo, alpinismo e arrampicata. Sovente vado in montagna da sola perché i miei giorni liberi sono in settimana, mentre la gente di norma lavora.
L’Uja di Mondrone è la mia amata montagna; situata in Piemonte nelle valli di Lanzo, e precisamente tra Ala di Stura e Balme, non arriva a 3000 metri, per l’esattezza 2964. Viene chiamata il Cervino delle Valli di Lanzo per la sua linea e per la sua inconfondibile forma piramidale.