Appennino, la montagna (ancora) per pochi

La sveglia suona impietosa e inesorabile nell’unico giorno in cui potresti dormire più a lungo. Fuori è ancora buio. Sarebbe così facile allungare la mano, silenziare il telefono, e restare al caldo sotto le coperte per ancora qualche ora di sonno. In fondo perché alzarsi? Sono solo pochi secondi. Ai piedi del letto c’è già lo zaino pronto, sulla piccola poltroncina di velluto i vestiti piegati che attendono di essere messi, al piano di sotto, vicino alla porta, la busta con l’attrezzatura. È un attimo e i dubbi svaniscono, il caffè è già bevuto, e sei subito in macchina su un’autostrada che viaggia verso est, verso l’alba, verso le montagne.

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Humus Sapiens

Vi ricordate da piccoli come era bello trovare una pozzanghera per saltarci dentro? 
E non mi dite che non avete mai raccolto una pietra per aprire un pinolo, una noce o una nocciola! 
Ed il profumo del mallo? Uno di quelli impossibili da dimenticare! 
Di quei profumi ancora oggi mi nutro e li cerco nei boschi. Quei profumi che non saranno mai in vendita su nessun scaffale. 

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Il mondo sommerso

Camminare è magico, camminare trasforma.
(Hamish Fulton)

Cesare Ferro Milone (1880 – 1934) – Escursione sulla mulattiera di Malciaussia – Anni ’20 – inizio anni ’30 (Museo Civico Alpino «Arnaldo Tazzetti» di Usseglio). Alta Valle di Viù, Valli di Lanzo.

Difficile oggigiorno posare i piedi su mulattiere così tirate a lucido nelle Valli di Lanzo. Ma questi erano sentieri per montanari, non per escursionisti. Ed era la normalità.

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Il giro della Seitiva

Un anello escursionistico alla scoperta dell’anima più autentica delle Valli di Lanzo

In Val Grande, nelle Valli di Lanzo, la “Seitiva” è una cresta a solatio che separa i territori dei villaggi di Lities (1144 m) e Vrù (1039 m), piccoli e deliziosi agglomerati alpini del Comune di Cantoira. La faccia esposta a ovest guarda verso Lities e verso la testata della Valle mentre quella rivolta a est precipita nel Vallone di Brissout, quello della Miniera della Brunetta e di Vrù da dove partivano i minatori per estrarne il talco. Questi due borghi, raggiungibili dal fondovalle sia in auto che a piedi, su mulattiere in pietra straordinarie, negli ultimi anni si sono risvegliati dal loro lungo letargo proponendo ai visitatori alcune interessanti attrazioni come il Museo diffuso “Ca’ dou Rousét“, grazie all’Associazione amici di Lities (su Fb, Instagram e YouTube), o il famoso presepe meccanico di Vrù, con l’Associazione Culturale “Francesco Berta” (su Fb e Instagram) che negli ultimi anni ha saputo presentare ulteriori aspetti culturali, soprattutto nel periodo natalizio grazie al presepe diffuso, che ha contributo molto alla conoscenza di questi angoli delle Valli di Lanzo, modellati dai ghiacciai pleistocenici e dalla sapienza e maestria dei vecchi montanari, come Francesco Berta, detto “Cichin”.

1 gennaio 2017. Panorama verso nord-nord-est da Santa Cristina (1340 m) con condizioni di innevamento molto simili a quelle incontrate durante il giro della Seitiva del 26 dicembre 2022. All’orizzonte lo spartiacque Val Grande-Valle Orco. Al centro si staglia la cresta della Seitiva, con Lities (1044 m) alla sinistra, mentre a destra si trova Vrù (1093 m). Cliccare sulla foto una volta e poi una seconda per poterla ingrandire e leggere i dettagli
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L’anello del Colle della Fea

Ultima fermata: Alpi Graie

Gli escursionisti che raggiungono Gias Nuovo Fontane, balcone straordinario sulla testata della Val Grande (la più settentrionale delle Valli di Lanzo), si trovano al cospetto di paesaggi grandiosi che lasciano senza fiato.

27 settembre 2020. Gruppo delle Levanne (versante sud-est), sulla cresta di confine con la Francia (Alta Moriana): dalla Punta Clavarino (3260 m), a sinistra, alla Levanna Orientale (3555 m), a destra. Foto scattata poco prima di toccare Gias Nuovo Fontane (1996 m)
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Homo sapiens über alles

Sedersi con le spalle all’ingresso del bivacco Molino (2283 m; Val d’Ala – Valli di Lanzo) ed osservare un branco di stambecchi che pascolano a pochi metri di distanza, è al contempo un evento inconsueto ed un’emozione straordinaria.

Dopo aver pascolato, il branco ha sfilato davanti a noi andando avanti e indietro in fila indiana, le femmine in testa e i piccoli al seguito, mentre alcuni esemplari sono rimasti appostati come sentinelle sulle prominenze rocciose, che si erigono alle spalle al bivacco.

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In ricordo di Carlo e Marina

Testo di Agostino Testa. Foto “I camosci bianchi”.

Domenica 22 maggio, la sezione CAI “Monviso” di Saluzzo ha organizzato una gita sociale al Rifugio Alpetto in Valle Po. Questa escursione è stata dedicata in modo particolare al ricordo dei nostri cari amici Carlo Mattio e Marina Zambelli, che ci hanno lasciato dieci anni fa.

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Sulla via della desertificazione?

La seggiovia “Karfen” di Ala di Stura (siamo in Val d’Ala, Valli di Lanzo) è stata recentemente sequestrata. E’ La Stampa del 21 aprile scorso a darne notizia (qui l’articolo) e tra le righe del pezzo si parla – sorprendentemente – di paesaggio: secondo gli inquirenti non sarebbero state rispettate le relative norme.

Che ne sappiamo di paesaggio? Soprattutto di quello di montagna? E che cosa avrebbero combinato le ennesime ruspe sguinzagliate sui versanti all’ombra di Ala di Stura?

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L’alpe Corniele: un nido d’aquila nelle Valli di Lanzo

Un brandello di memoria lo si può tramutare in un’escursione al limite dell’impossibile?
Ho recuperato un numero del 2015 della rivista “Panorami-Vallate Alpine”, che purtroppo ha chiuso i battenti, in un angolo buio e polveroso di uno scantinato. In quel cantuccio, uno scritto della cara amica Ariela attende di dimostrarti che il concetto di tempo (cronologico) è una pura invenzione umana. Aspetta di confermarti che semplicemente non esiste. È la coscienza l’ingranaggio del “tempo”. Sfuma in noi, lentamente ed inesorabilmente, mentre andiamo incontro alla vecchiaia. Abbiamo solo un’arma per tenerla vigile: la memoria, l’unica ed insostituibile “bomba nucleare” che possa annientare le ombre tenebrose che eclissano la coscienza.

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Intorno all’Uja di Calcante

Reportage a pedali in un sabato di mezza estate

Lanzo, tre valli in cerca di futuro

È ormai trascorso più di un secolo da quando les touristes scoprirono il piacere di inerpicarsi sui bricchi alpini. Da luogo di fatica e lavoro per molti, le montagne divennero luogo di svago per pochi. Prossime alla pianura, le Valli di Lanzo parteciparono di buon grado a questa trasformazione epocale.
Non c’erano strade per salire ai borghi più alti, ma non era certo la mancanza di comodità a frenare i signori, avidi di altezze, ansiosi di respirare l’aria fina dei 3000. Un privilegio il loro: farsi accompagnare da Antonio Castagneri (Tòni dìi Toùni), emerita guida balmese, a “conquistare l’inutile” e vantare poi le gesta nei salotti buoni della città.

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L’anello di Rocca Tovo

Gli escursionisti provetti che risalgono in auto tutta la Val d’Ala (la mediana delle Valli di Lanzo), per guadagnare il Pian della Mussa (1800 m), difficilmente si accontenteranno di salire sulla vetta di Rocca Tovo che è alta “solo” 2298 metri e richiede poco meno di due ore di marcia per raggiungerla.

Intorno a questo ex lago di origine glaciale -il Piano-, su cui passa la Strada provinciale 1 delle Valli di Lanzo, ci sono vette molto più accattivanti che possono attirare le loro ambizioni.

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Lago del Servin o delle Tre Pietre

Risalendo il Vallone del Servin

“[…] Partiamo presto e nella fresca mattinata primaverile ci innalziamo lungo il ripido sentiero che risale il Vallone di Servin, ammirando sempre il sublime spettacolo del levar del sole che indora le alte superbe vette; la Lera vista da qui in quest’ora è veramente magnifica: una guglia di fuoco puntata contro il cielo. Breve fermata al Piano di Servin per prendere fiato, poi per l’ultima ripida scarpata raggiungiamo il Piano 3 Pietre, e qui ci riposiamo. […] “

Fra cielo e abisso – Carlo Virando alpinista, da Viù al Club Alpino Accademico Italiano di Marino Periotto (edito dalla Società Storica delle Valli di Lanzo)

Oltre che dal volo maestoso dei gipeti, il cielo del versante sud del Comune di Usseglio, in alta Valle di Viù, è dominato dalla Punta della Forcola (2248 m), contrafforte della Torre d’Ovarda (3069 m) i cui versanti precipitano delimitando due valloni: quello di Venaus, verso est, e quello del Servin ad ovest. Su quello di Venaus passa la conosciutissima “autostrada” escursionistica del Nord-ovest, ovvero la Grande Traversata delle Alpi coincidente con il Sentiero Italia CAI (oltre 7000 chilometri lungo tutto lo Stivale), mentre quello del Servin è solcato da un sentiero (il n. 124 nel catasto dei sentieri della Regione Piemonte) che nel 2016 è stato rianimato dai volontari del Cai di Lanzo, dopo molti anni di abbandono e incuria.

Coppia adulti di Gipeto in Val di Viù: Italia 150 BG660 e Bellacò (2 febbraio 2020 – foto di Beppe Castelli tratta dal n. 2 del 20 luglio 2021 di “Avvoltoi Piemonte“)

Da ovest verso est, le vette principali che fanno da corona al nostro Vallone sono: la Punta Corna (2960 m), il Monte Servin (3109 m), la cima Ortetti (2974 m) e la Torre d’Ovarda, con queste ultime tre che giacciono sullo spartiacque Val di Viù-Val d’Ala. A 2463 metri, proprio al centro del vallone, si adagia un piccolo ma incantevole specchio d’acqua: il Lago del Servin. Per scoprire perché chiamato anche “delle Tre Pietre” avete solo una cosa da fare: mettervi in cammino e lasciarvi sorprendere da un altro angolo stupefacente delle Valli di Lanzo. Continua a leggere “Lago del Servin o delle Tre Pietre”

Selvaggio ritorno e domestico abbandono

Uno sguardo sulla fauna alpina dimenticata

Testo e foto di Pier Mario Migliore*
(pubblicato sul numero di dicembre 2020 de “L’escursionista”, rivista online dell’UET – Unione Escursionisti Torino, sottosezione del CAI Torino).

Il lupo è arrivato alle porte di Torino. Le aquile, ieri una rarità, oggi decisamente più visibili.
Il gipeto, dagli iniziali insediamenti sulle Alpi Marittime, è ora presente sulle Cozie e Graie.
Il tipico volteggio in gruppo dei Grifoni, negli anni passati solo prerogativa delle Alpi francesi, è ora visibile anche nelle nostre valli di Susa, Chisone, Lanzo…

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Anche i Monti cambiano colore

Rosso, arancione, giallo… Lockdown dalle – alle… Passeggiate sì e no, sport individuale sì, forse… Mascherina su, mascherina giù… Lascio tutto lontano e imbocco un sentiero.
Pace. È un’immediata sensazione di pace. Tutto torna a posto, è la normalità.
Camminare è tornare a sentirsi Vivi.

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Le suggestioni del Plu

Un ambiente tra i più suggestivi delle Valli di Lanzo; soprattutto in autunno il paesaggio del Plu assume un fascino veramente straordinario, per la vastissima gamma di colori dei fitti boschi alla base degli speroni. Anche in inverno quando la neve colma i ripidi e profondi canaloni il Plu è interessantissimo; il paesaggio muta e si avvicina assai a quello dell’alta montagna.

Gian Piero Motti (1974)

Non è necessario essere alpinisti provetti per sentire un ambiente così affascinante, come quello descritto da Motti. Continua a leggere “Le suggestioni del Plu”