Il giro della Seitiva

Un anello escursionistico alla scoperta dell’anima più autentica delle Valli di Lanzo

In Val Grande, nelle Valli di Lanzo, la “Seitiva” è una cresta a solatio che separa i territori dei villaggi di Lities (1144 m) e Vrù (1039 m), piccoli e deliziosi agglomerati alpini del Comune di Cantoira. La faccia esposta a ovest guarda verso Lities e verso la testata della Valle mentre quella rivolta a est precipita nel Vallone di Brissout, quello della Miniera della Brunetta e di Vrù da dove partivano i minatori per estrarne il talco. Questi due borghi, raggiungibili dal fondovalle sia in auto che a piedi, su mulattiere in pietra straordinarie, negli ultimi anni si sono risvegliati dal loro lungo letargo proponendo ai visitatori alcune interessanti attrazioni come il Museo diffuso “Ca’ dou Rousét“, grazie all’Associazione amici di Lities (su Fb, Instagram e YouTube), o il famoso presepe meccanico di Vrù, con l’Associazione Culturale “Francesco Berta” (su Fb e Instagram) che negli ultimi anni ha saputo presentare ulteriori aspetti culturali, soprattutto nel periodo natalizio grazie al presepe diffuso, che ha contributo molto alla conoscenza di questi angoli delle Valli di Lanzo, modellati dai ghiacciai pleistocenici e dalla sapienza e maestria dei vecchi montanari, come Francesco Berta, detto “Cichin”.

1 gennaio 2017. Panorama verso nord-nord-est da Santa Cristina (1340 m) con condizioni di innevamento molto simili a quelle incontrate durante il giro della Seitiva del 26 dicembre 2022. All’orizzonte lo spartiacque Val Grande-Valle Orco. Al centro si staglia la cresta della Seitiva, con Lities (1044 m) alla sinistra, mentre a destra si trova Vrù (1093 m). Cliccare sulla foto una volta e poi una seconda per poterla ingrandire e leggere i dettagli
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Io non mi diverto

Ho guardato il bellissimo documentario “Le Temps d’une Vie” che il Gran Paradiso Film Festival ha concesso gentilmente in visione gratuita.

E’ la storia a ritroso di uno stambecco del Parco Nazionale del Gran Paradiso. Si chiama Becco e i suoi geni sono sopravvissuti alle ere glaciali fino a quando non ha incontrato Homo sapiens, rischiando così l’estinzione. Ma poi ha incrociato un Re e dei guardaparco e così la sua traiettoria è cambiata. Il film narra del tempo di una vita: quando hai imparato il segreto dell’infinito, è tempo di morire. Continua a leggere “Io non mi diverto”

L’inverno che non c’è

Vi mostro due foto scattate sul Piano della Mussa (1800 m circa) in alta Val d’Ala, nelle Valli di Lanzo. Quella di sinistra riporta la data del 9 novembre 2019 mentre la seconda quella del 18 gennaio 2020.

Due mesi in cui su questo affascinante pianoro di origine glaciale si è depositata tanta neve, per la gioia di tutti. Neve è divertimento e denaro ma anche una carta in più in mano ai negazionisti della crisi climatica.

Eppure le persone serie e perbene, che cercano di convincerci – da decenni – dell’approssimarsi del disastro planetario, devono costantemente attirare l’attenzione su eventi imponenti, come la scomparsa della calotta polare o i rapidi arretramenti dei ghiacciai sulle Alpi, come sulle estinzioni di massa o sull’innalzamento degli oceani. E poi incendi, tempeste inaudite… Tutte cose mostruose che facciamo fatica ad afferrare. E a capire. Continua a leggere “L’inverno che non c’è”

Se

Testo e foto di Manuela Casalino

“Tu sei pazza Manu!” E se incontri un animale? Se cadi? Se ti perdi? I se… se… se… intanto risuonano sempre più lontani. È notte, da poco passata l’1 e mentre alle finestre della città ormai lontana si spengono le ultime luci, io accendo la mia per entrare nel sentiero.
L’aria è sempre fresca a quest’ora, sta preparando il nuovo giorno e mi domando con quale dipinto si presenterà l’alba oggi.
Di notte tutto cambia; c’è il “me stessa” a contatto con le paure e insicurezze del giorno, i miei umori si confondono con i rumori tra gli alberi e le piccole lucine brillanti che a tratti mi fanno compagnia, mi piace credere che siano i miei Angeli della notte. Sobbalzo, respiro profondamente, mi fermo a guardare il mare così immensamente perfetto tra le luci della città e ogni volta è un’emozione diversa e unica.
Questa notte è piuttosto limpida; la poca neve scesa in questi giorni è ghiacciata e la frontale lascia dei giochi di luce bellissimi tra i rami innevati.
Accade sempre qualcosa di misterioso nelle notti lassù, tra i miei Monti, nei Monti Liguri mentre gli ultimi metri del sentiero si aprono insieme al Cielo. È sempre un tremare di emozione e commozione per quell’attimo in cui il Cielo mi lascia entrare nel suo Creare. L’attesa, lentamente, la nuova nascita.
Mi scendono lacrime di gratitudine.
Ma adesso silenzio, guarda soltanto ciò che i miei occhi ti regalano. Continua a leggere “Se”

Lasciateci liberi di rischiare

Ad esclusivo vostro rischio e pericolo

Metti a repentaglio tutto ciò che hai. Diventa un giocatore d’azzardo! Rischia tutto, perché il momento successivo non è mai certo, quindi perché preoccuparsi? Perché angustiarsi? Vivi pericolosamente, vivi gioiosamente. Vivi senza paura, vivi privo di sensi di colpa. Vivi senza temere l’inferno, e senza bramare il paradiso. Vivi e basta. (Osho)

Un aforisma bellissimo e vero.

Ad ogni morte in montagna si scrivono fiumi di parole sulla sicurezza, dando notizie che non sono notizie. Poi ci si affanna a fare di tutto per inventarsi una montagna asfissiante (come le città dove nascono i soloni della sicurezza ad ogni costo) e per soffocare gli ultimi aneliti di libertà degli umani. Ma bastano poche righe sagge per smontare in un amen tutto il misero ambaradan, perché il momento successivo non è mai certo.

Osho forse non pensava alla montagna. Ma questa è la Montagna e chi la chiude (leggete qui e qui), invocando un concetto subdolo e labile come la “sicurezza” (che per il 99% puzza di marketing), non fa altro che comportarsi da tiranno erigendosi così a portatore di false verità.

Insomma, patacche (o fake) – molto più pericolose della Montagna – di cui il mondo trabocca. Continua a leggere “Lasciateci liberi di rischiare”

Vivere una fiaba

Provate ad aprire quella porticina, semi sommersa dalla neve, cliccando qui

Sulla nostra pagina Facebook oltre 6100 persone hanno visto uscire da questa piccola baita (foto a sinistra) le caprette di Giuseppe, durante la transumanza nella bufera avvenuta ai primi di dicembre dello scorso anno (qui invece su questo blog).  Le reazioni sono state oltre un migliaio.
Sabato scorso è il momento perfetto per ritornarci: nevica, ma non troppo, le strade dell’alta Val d’Ala sono percorribili senza problemi e soprattutto c’è il minuscolo villaggio dei Cornetti (subito a sinistra di Balme, salendo) situato esattamente sul bordo tra il domestico e il selvatico: una soglia, un confine tra la nostra anima, ingabbiata dalla vita sintetica, e l’Uomo Selvatico.
In estate frotte di trekker nordeuropei giungono qui dal Ghicet Paschiet, ad oltre 2400 metri di quota, grazie alla Grande Traversata delle Alpi, lungo gli scenari grandiosi delle Alpi Graie meridionali. Cercano risposo e accoglienza, un sorriso, una doccia calda e un pasto per poi ripartire il mattino seguente cavalcando i sentieri delle Valli di Lanzo. Continua a leggere “Vivere una fiaba”

La montagna indorata

Quando scende la neve, come quella che ha fatto cadere la depressione Dora, è davvero oro in montagna.

Pensate a quante cose contiene un fiocco di neve: stupore, meraviglia, acqua, gioia, denaro, paura (se cade esageratamente), fanciullezza, ghiacciai, pulizia, silenzio, avvenire…

La domanda a questo punto sorge spontanea: dipendiamo più dal petrolio o più da un cristallo di neve?

Dora ha sconquassato per benino le Alpi Graie, Valli di Lanzo comprese. Nei fondovalli vento e secchiate d’acqua hanno provocato qualche danno mentre in quota si contano metri di neve.

Sabato scorso è grand beau in Val d’Ala. La neve, sui versanti a solatio, la si trova dai 1100-1200 metri in su, giusto per calzare le racchette da neve a Martassina e sparire nel manto nevoso che si diverte a cambiare pelle continuamente, obbligandoci – insolitamente – anche a togliere le ciaspole per progredire nei traversi dei pendii più ripidi.

Ma la pillola è davvero indorata. Sebbene siano ricomparsi i candelotti di ghiaccio dai tetti (non ne vedevamo da tempo), i torrenti rumoreggiano come se fosse primavera. Non illudiamoci di questo finto e strampalato inverno, soprattutto se pensiamo che solo due mesi fa (o poco più) la Valle di Susa bruciava dentro ad una siccità infinita.

Nel frattempo noi prendiamo quello che viene per continuare a gioire del silenzio caduto dal cielo che sabato si specchiava in un cielo blu indaco. Cosmico.

Finché c’è neve, c’è speranza. Continua a leggere “La montagna indorata”

Tra Valle Tesso e Val Malone

Il tratto di cresta Rocca Rubat-Bric Castello (in primo piano) visto nei pressi di Punta Prarosso

In bassa Val di Lanzo, tra la Valle Tesso e la Val Malone, stanno rinascendo antichi sentieri che consentono di fare escursionismo tutto l’anno. Un lavoro straordinario è svolto dall’Associazione Sentieri Alta Val Malone (ASAVM) che, tra ottobre e novembre, insieme al Cai di Lanzo e ai volontari di Coassolo, ha deciso di riaprire il tratto di cresta tra Pian di Rossa (1307 m) e Punta Prarosso (1499 m), da anni impraticabile. Un’ultima fatica dell’ASAVM per chiudere in bellezza un anno intenso di lavori sulla rete sentieristica.

Si sviluppa tra gli 850 e i 1500 metri la bellissima escursione ad anello che abbiamo inventato grazie a questi interventi, con un affascinante e divertente percorso in cresta, ricco di panorami a 360°. Si parte da Vietti (849 metri, frazione del Comune di Coassolo), si tocca il Pilone del Merlo (1044 m, con stupendo panorama sulle Valli di Lanzo), immersi in boschi magnifici, per poi decollare verso la cresta passando da Pian di Rossa (1307 m, altro bellissimo colpo d’occhio verso ovest). Si rientra a Vietti passando da Saccona (900 m) con breve percorso su strada asfaltata.

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Una transumanza nella bufera

Nevica forte nelle Valli di Lanzo, molto di più di quanto previsto.
Tutti rimangono molto sorpresi dalla tanta neve caduta nella notte e al mattino continua a fioccare incessantemente.
Progredire con le ciaspole nello spesso strato di neve (quasi un metro…) è faticosissimo ma fantastico.

Anche Giuseppe non si aspettava tutti questi fiocchi. Le sue caprette, ricoverate a 1600 metri all’Alpe Arbösetta, sono bloccate dalla tormenta a monte di Balme (1450 m), in alta Val d’Ala.
Con suo figlio Daniele affronta la bufera per riportarle a valle. Noi siamo davanti che battiamo la traccia e non ci accorgiamo che loro ci seguono senza le racchette da neve. Sarà un grande piacere, appena si uniranno a noi, deviare dal nostro tragitto programmato per battere traccia fino all’Alp dove le capre stanno attendendo il loro pastore per mettersi al sicuro.

Giuseppe e il figlio Daniele sono due montanari veri delle Valli di Lanzo. Giuseppe (82 anni portati magnificamente) ha un sorriso meraviglioso. Sincero e genuino. Come le Alpi. Continua a leggere “Una transumanza nella bufera”

Un sogno nella neve

2017-02-05-410-1024x768«Rimanere isolati dalla neve, senza la possibilità di ricevere o di trasmettere notizie al mondo, è un’esperienza incredibilmente piacevole e unica nel suo genere. Si è a contatto solo con gli elementi della natura e si prova un’ebrezza panica. Ci si sente, per così dire, reintegrati nella natura. È una specie di apo-catastasi. I rumori del mondo e la commedia della vita sono lontani, e questo dà pace allo spirito.»


Anacleto Verrecchia, Diario del Gran Paradiso, 1997

Tutto questo un giorno qualcuno l’ha sognato. Qualcuno ci ha immaginato liberi di fare esperienze profonde immersi nella natura delle montagne.
Un sogno nato dalla pace che solo i silenzi oceanici degli angoli più remoti delle Alpi Graie sanno donare.
Ma attenzione: un angolo è remoto non perché fisicamente distante dal baccano della civiltà. Lo è perché qualcuno lo sogna.
E in quel sogno si racchiude un dono, prezioso come la libertà che non soggiace ad alcun compromesso. Continua a leggere “Un sogno nella neve”

Valli di Lanzo, zona franca dall’eliski

Pian della Mussa (1280x967)
Pian della Mussa – Foto di Gianni Castagneri

Uno dei post più visti di sempre su questo blog è stato “Il Silenzio di Pian della Mussa“. Lo pubblicai a fine novembre del 2013, appena dopo essere stato trattato terapeuticamente da quell’immenso e profondo serbatoio di silenzio che è il Pian della Mussa, alla testata della Val d’Ala, nelle Valli di Lanzo (provincia di Torino). Su Twitter ho iniziato da poco ad associare alle foto che condivido, di queste superbe vallate, l’hastag #AlpidiTorino. Questo silenzio nutriente, spalmato su montagne bellissime, dista dal caos della pianura torinese, e da tutto il resto di inquinante e malsano, appena poco più di un’ora d’auto.
Adesso immaginate il mondo impestato dal rumore in ogni suo angolo, montagne comprese, e fate finta di essere straricchi come Zuckerberg per andarvi a comprare il Silenzio.
Poi tornate qui e diteci in quale store l’avete trovato. Continua a leggere “Valli di Lanzo, zona franca dall’eliski”

Sport e montagna

Testo e foto di Virgilio Giacchetto

Sono nato alla fine di un novembre carico di neve. Nevicate copiose che scandivano il tempo dell’inverno, del silenzio e del riposo per la gente della montagna.
L’auto a noleggio che mi portava a casa dall’ospedale di Aosta fu costretta a fermarsi per la troppa neve a qualche chilometro dal paese dove la mia famiglia viveva, in Valsavarenche. Mio padre si incamminò a piedi nella neve fresca a battere la traccia seguito da mia madre col suo piccolo fagotto avvolto in una coperta di lana.
Forse è per questo che quando il cielo si colora di quel grigio lucore mi sorprendo a guardare le nuvole che calano lente ad abbracciare le montagne e mi pare di sentire nell’aria il richiamo della neve: è il profumo che ha nutrito i miei respiri nei primi mesi e anni della mia vita.
Infilo giacca scarponi cappello ed esco a camminare nel bosco, sotto la neve: è un modo anche questo per tornare bambino ed essere felice. Continua a leggere “Sport e montagna”

Neve! Neve!

Riserva d’acqua, riserva di bellezza, riserva di futuro nell’attesa della primavera, riserva di skipass per l’economia montana. Pensate a quanto è importante la neve, non soltanto per i nostri occhi e per i nostri polmoni che così possono respirare aria più pulita.
Finalmente sulle montagne piemontesi è arrivata e adesso possiamo davvero sentire, soprattutto con i piedi, cosa ci stiamo giocando se continueremo imperterriti a devastare il Pianeta, se continueremo a vivere anni sempre più caldi, tenendo conto che le Alpi sono particolarmente sensibili agli effetti dei cambiamenti climatici.

Suggerisco vivamente di visualizzare queste foto con Flickr (presentate in ordine cronologico):

  • galleria
  • slideshow (pulsante in basso a destra per visualizzare a tutto schermo; pulsante “esc” della tastiera per uscire)

Beigua di inverno

Da Prato Rotondo (Comune di Varazze) verso il mare

Si era già parlato del massiccio del Beigua nell’Appennino Ligure che, posto sopra i paesi di Arenzano e Cogoleto, appartiene geologicamente alle Alpi, mentre da punto di vista geografico lo possiamo includere appunto negli Appennini. Questa porzione di territorio durante l’orogenesi alpina venne interessata dagli stessi fenomeni geologici che condussero alla formazione della catena alpina tant’è che le tipologie di rocce che compongono tale massiccio sono analoghe a quelle che troviamo nelle basse Valli di Lanzo e nelle Valli Casternone e Ceronda. Da un punto di vista geomorfologico, il Beigua è caratterizzato da due diverse facce: mentre infatti un versante settentrionale digrada dolcemente verso Nord, indicativamente verso la pianura padana, il versante opposto precipita piuttosto ripidamente verso la costa Ligure. È proprio in questo versante che si osservano gli aspetti maggiormente “alpini” del Beigua dove pareti rocciose, a volte anche piuttosto imponenti, si alternano a boschi di conifere e, soprattutto, ad estese praterie costellate da vaste pietraie e affioramenti rocciosi.

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Il respiro dell’eterno

EternoConcedimi, o Grande Spirito, di imparare la lezione che hai nascosto in ogni foglia in ogni sasso.
Io voglio essere forte, non per dominare il mio fratello, bensì per combattere il mio più grande nemico: me stesso.
Fai in modo che io possa essere sempre pronto a venire da Te con le mani pulite e lo sguardo leale.
Così che, quando la mia vita finirà sul calare del tramonto, il mio spirito si presenti a Te senza onta.

Preghiera Cheyenne

Borgo, minuscola frazione di Groscavallo, si trova infossato nel fondovalle dell’alta Val Grande di Lanzo a 1117 metri di quota, poco distante da Forno Alpi Graie, ultimo villaggio di questa Valle.

Aldo Chiariglione, nella sua Guida Naturalistica delle Valli di Lanzo, ci spiega come da queste parti faccia mediamente più freddo che a Balme (Val d’Ala), sebbene questo Comune si trovi 300 metri più in alto. Non è infatti insolito trovare ancora i pendii esposti a mezzogiorno ricoperti di abbondante neve, fino a stagione avanzata, quando solo pochi chilometri prima, salendo dalla bassa Valle, invece li si nota totalmente senza.

Subito dopo aver attraversato questo paesino, proprio dall’asfalto della provinciale, si stacca un sentiero strepitoso che, come un ascensore naturale, sa innalzarti fin dove le rocce incontrano il cielo.

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