Il 10 dicembre 2009 sette capodogli si arenano sulla spiaggia di Foce Varano, nel Gargano, in Puglia. Quando arriva la squadra di pronto intervento della facoltà di veterinaria dell’Università di Padova, tre sono ancora vivi, ma appare evidente che non sarà possibile salvarli.
Dalle analisi si scopre che quei giovani cetacei, frequentatori di acque profonde, stranamente finiti nei bassi fondali dell’Adriatico, avevano nei tessuti alti livelli di mercurio metallico, metilmercurio e di due inquinanti organici, quali Ddt e policlorobifenili o Pcb. Quarant’anni dopo il bando del Ddt, un pesticida, e 20 anni dopo lo stop ai Pcb, il loro fegato conteneva abbastanza inquinanti da indurre sintomi neurotossici nei piccoli pesci a cui venne somministrato dai ricercatori.
Lo racconta Maria Cristina Saccuman nel saggio «Biberon al piombo» (Sironi editore), in cui ricostruisce, da neuroscienziata, la storia delle sostanze neurotossiche con cui la società moderna ha convissuto (e convive). Sostanze a cui si è esposti ancora prima di nascere e che mettono a rischio la salute dei bambini. […]
Da Tutto Scienze e teconologia del quotidiano La Stampa (21.11.2012)
Quello che avete appena letto è un estratto dell’articolo intitolato “L’inquinamento che ci fa stupidi” scritto da Gianna Milano.
Un estratto che ritengo si addica perfettamente ad introdurre il prossimo post che tratterà un tema che ci riguarda tutti.
Dai fondali dell’Adriatico torneremo tra le nostre montagne per tentare di capire 45 anni di storia di un progetto ciclopico mai realizzato.
Un progetto di cui si è nuovamente parlato alla fine della scorsa estate.
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