Uno sguardo sull’infinito

Testo di Luca Giunti*

Montagne e domande vitali dalle quali non possiamo sfuggire

La montagna si sta appiattendo. Tutte le montagne del mondo si stanno sgretolando. In senso geologico: l’erosione agisce incessantemente e mette a disposizione della forza di gravità pietre sempre nuove che rotolano in basso. In senso climatico: l’aumento delle temperature riduce i ghiacciai, abbassa le vette e fonde il permafrost che da millenni incolla insieme strati di rocce diverse, liberandole alla caduta. Non basta a contrastare il fenomeno la pressione delle placche continentali, che non smette mai di spingere, né il sollevamento dei continenti, ininterrotto dalla fine dell’ultima glaciazione. Sono troppo lenti rispetto alla velocità della demolizione.

Soprattutto, le montagne si sono livellate nella nostra testa e nei nostri comportamenti. Il mondo moderno fa di tutto per eliminarle, fisicamente e culturalmente. Gallerie ferroviarie e stradali le traforano continuamente alla base, per andare dritti. Skylift ed elicotteri le risalgono usando energia fossile anziché quella di uomini e animali addomesticati. Reti elettriche e informatiche annullano i dislivelli e collegano istantaneamente luoghi isolati fino a vent’anni fa.

Perché tutto questo? Perché la montagna ci sbatte in faccia attributi che la nostra specie non vuole vedere, o non vuole più vedere. Continua a leggere “Uno sguardo sull’infinito”

I progetti hanno voce, ma non in capitolo

Testo e foto di Manuela Casalino

Ecco il primo vero freddo e la prima neve, che scatta subito il “dove andare a sciare”. Basterà digitare “pullman da Genova per località sciistiche” che vi si aprirà un mondo. È iniziata anche quest’anno la sfida a chi offre di più come comfort di viaggio, wi-fi, TV, skipass, addirittura percorsi spa per il relax della giornata sulla neve! Ed ancora navette gratuite per andare a cena la sera! Il “compreso di…” è quello che ci fa sentire dei grandi ad aver saputo apparentemente risparmiare. Le partenze sono strutturate per fare in modo che la giornata possa svolgersi interamente sulla calca delle piste. Perciò si parte presto ed in poche ore si è già pronti per quella che è la giornata ideale dell’amante della neve, pardon, dello sci. Sì, perché anche io Amo la neve, la montagna, ma quella ben oltre e lontana dalle piste. Amo quella che profuma di sentiero in tutte le stagioni, quella che devi camminare e camminare, fermarti, scoprire, baciare; quella dove i nuovi fiori e le vecchie foglie giocano a nascondino in quel tramando di saggezza che è la Terra. Ma un pullman diretto per le Valli di Lanzo, per i tanti come me, non c’è. Lo dico meglio: NON C’È! Prova a partire con me da Genova. Senza auto. Continua a leggere “I progetti hanno voce, ma non in capitolo”

Parchi naturali in Piemonte: 25, 40, 100 anni di natura protetta

Parco Alpe Veglia Devero

Testo e foto di Toni Farina

“Quanto spendiamo in Italia per i parchi naturali? Meno di un cappuccino all’anno. È quanto emerge dal rapporto Check-up Parchi nazionali italiani del WWF Italia che fotografa lo stato di salute delle aree naturali protette” nostrane”.
Titolo e sottotitolo a effetto di un articolo apparso di recente su Piemonte Parchi web. Un magazine istituzionale edito dalla Regione Piemonte.
Piemonte Parchi è uno spunto ideale per parlare ancora di parchi naturali. A suo tempo il mensile “cartaceo” fu un’esperienza unica nel suo genere. Un caso editoriale che si conquistò fama e apprezzamenti su vasta scala. Come apprezzamenti su vasta scala caratterizzavano il “Sistema Piemonte” di aree naturali protette.
Le prime sei furono istituite nel 1978, 40 anni fa. Presidente Aldo Viglione, assessore Luigi Rivalta. Da sud a nord della regione: Parco naturale Alta Valle Pesio e Tanaro (oggi Parco naturale del Marguareis), Parco naturale La Mandria (aveva un altro nome che non ricordo, ne ha cambiati tanti), Riserva naturale del Bosco del Vaj, Parco naturale delle Lame del Sesia, Parco naturale della Valle del Ticino (oggi solo Ticino), Parco naturale dell’Alpe Veglia.

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Mettiamoci in scena

Chiudete gli occhi per cinque secondi e pensate ad un parco. Appena li riaprite, proseguite con la lettura di questo post e leggete alcune visioni delle aree protette del nostro legislatore. E nel resto del mondo della montagna.

Ma forse tu non sei mai stato in un parco. Ok, allora prova ad entrarci contemplando per qualche istante la foto qui sotto:

Parco dell’Alpe Veglia e dell’Alpe Devero (foto di Toni Farina)

Nella riforma della legge sui parchi (manca solo più l’approvazione al Senato), tra le varie cose, alcune molto discutibili, si prevede il divieto dell’eliski.

Solo nei parchi? E nelle altre montagne? Sono di serie B?

Il divieto invece non è previsto (?) per tutti gli altri mezzi motorizzati sebbene il Cai l’abbia proposto. Continua a leggere “Mettiamoci in scena”

Punti di contatto

Leggere la Natura con cuore aperto, ascoltare la Natura con la mente pronta: questo è il nutrimento per una sana crescita dell’intelligenza naturalistica.

Trovo molto suggestivo il pensiero del biologo Giuseppe Barbiero quando ipotizza punti di contatto con Gaia e la nostra psiche. Anzi, abolisco le ipotesi – con tutti i suoi “se” – e le do immediatamente verificate. Perdonatemi questa presunzione che è più che comprensibile dopo una magnifica escursione negli affascinanti ambienti naturali delle Alpi Graie.

“[…] Stiamo scoprendo che Gaia può influenzarci ad un livello psichico profondo. Proprio come una vera madre, Gaia è capace di attivare la nostra attenzione involontaria, affascinando i nostri sensi e favorendo la nostra capacità di attenzione. Se questo è vero siamo di fronte ad una questione cruciale che va colta nella sua interezza: qui Gaia è il soggetto attivo, mentre l’umanità riceve nutrimento psichico. Per chi, come l’uomo moderno, è abituato a considerare se stesso al centro dell’universo, agente unico nel bene e nel male del proprio destino, si tratta di un ribaltamento di prospettiva che lo pone in una prospettiva nuova e più umile: dipendiamo dall’integrità di Gaia non solo fisicamente, ma anche su un piano psichico […]. Continua a leggere “Punti di contatto”

Parchi naturali, sono davvero utili?

parco-del-monviso
Parco del Monviso

Testo e foto di Toni Farina

Provate a immaginare un neo-ministro della difesa che all’atto del suo insediamento esordisca con queste parole: “L’Arma dei Carabinieri non si deve limitare a garantire l’ordine pubblico e la sicurezza dei cittadini ma, pattugliando le strade, deve anche tappare le buche (sempre più numerose). Nel volgere di qualche ora il neo-ministro sarebbe sommerso da critiche e richieste di dimissioni provenienti dall’intero arco politico/parlamentare. Il compito primario della Benemerita non è infatti in discussione, e nessuno accampa dubbi in merito. Nel caso dei parchi naturali questo però non avviene, anzi il loro ruolo primario, ovvero la tutela dell’ambiente naturale (si badi bene, ruolo stabilito dalla LEGGE) è continuamente in discussione e deve essere sempre ribadito. Tant’è che ogni neo-ministro (o neo-assessore regionale) all’atto del suo insediamento ripete come un mantra: “i parchi non si devono limitare alla tutela (dell’ambiente naturale) ma devono al contempo promuovere lo sviluppo economico”. Continua a leggere “Parchi naturali, sono davvero utili?”

L’ordine disordinato

2015-01-18 613 (1024x768)Crediamo che la natura sia ordinata e pulita. Da lontano tutto sembra netto, preciso, goniometrico. Non è così. Avvicinandoci agli anelli di Saturno la sonda Cassini ha fotografato la situazione. Anelli spessi in media soltanto dieci metri e composti da materiale raccolto in giro per lo spazio, rocce e sedimenti quasi invisibili. Distano seimilaseicento chilometri dalla superficie gassosa del pianeta e si estendono per centoventimila chilometri. Gli anelli di Saturno sono divisi in sette fasce. Le forze gravitazionali che consentono a questo enorme marchingegno cosmico di funzionare dipendono dal pianeta e dalle sue “lune pastore”: lune che orbitano intorno al pianeta e concomitano alla creazione degli anelli. Tutti i pianeti gassosi ne hanno: per questa ragione Giove, Urano e Nettuno hanno anelli ma sono scarsamente visibili. Da distante anche il bosco sembrerebbe perfetto, ordinato. Nella stagione invernale la neve rafforza la percezione dell’inganno. La coltre lattiginosa ricopre e nasconde, mette in pari e appiattisce le chiome rimaste verdi. Le compatta. In estate la vita si moltiplica, la predazione e la dipendenza reciproca, e il senso materiale del disordine cresce a dismisura, il grado di entropia estetico aumenta. Bisogna metterci le zampe dentro per constatare la sovranità del disordine, un disordine splendido, ruggente, avvolgente, chimicamente fermentante. Continua a leggere “L’ordine disordinato”

Mondi altri

finis terraeNato in città, ho scoperto il mondo dalle strade, credendo, come tanti altri bambini, che il mondo erano le strade. Strade senza fine che fanno il giro del mondo. Strade che creano i luoghi.

E’ stato così fino a quando un giorno mio papà mi portò in montagna a bordo della bellissima Lancia Appia nera, sempre lucidissima e che mi piaceva tanto, già appartenuta ad Enza Sampò.

Durante le uscite in auto da Torino io amavo seguire con lo sguardo il nastro di asfalto e le sue strisce bianche. Una curva, poi un’altra, poi un rettilineo, poi un tornante e una curva ancora… le righe non finivano mai così come la strada. Ogni volta che salivo a bordo speravo sempre, prima o poi, di scendere dalla macchina esattamente dove la strada, finalmente, sarebbe terminata. Ma non succedeva mai.

Mi ero ormai arreso all’idea che le strade non avessero mai fine: potevo viaggiare all’infinito senza vederle terminare. Così mi immaginavo il mondo. Un mondo dove l’asfalto ti portava dappertutto: bastava non abbandonarlo mai affinché la tua mente fosse guidata in ogni dove con precisione assoluta. E dove c’era una strada c’era la realtà: il resto apparteneva all’ignoto e all’insondabile. Il resto semplicemente non era realtà e non riguardava gli esseri umani.

Quel giorno successe una cosa incredibile ed inaspettata: mio padre guidò l’Appia fino ad un villaggio di alta montagna dove il nastro d’asfalto giunse al capolinea, interrotto di colpo da una barriera invalicabile. Alzai lo sguardo e attraverso il parabrezza osservai una possente barriera di roccia che dominava la strada e la sua pervasiva realtà.

In quell’istante provai la stessa grande meraviglia che mi colse quando vidi la prima volta cadere la neve. Il luogo reale di colpo si era dissolto esattamente dove l’auto si era dovuta arrestare.

In un attimo percepii la mia mente posarsi su di una soglia: il mondo non era solo asfalto. Al di là di esso c’era qualcos’altro. Un altrove che un giorno, poi, avrei avuto la fortuna di esplorare. Oltre quella strada, nettamente tranciata dalle montagne, c’era la via di fuga dal déjà vu.

Agli occhi di quel fanciullo quella soglia era Forno Alpi Graie.

Buone Feste dai camosci bianchi.

Le montagne uniscono

Poggio Tre Croci
Sajjad ricorda il suo caro amico Mohammad Mokhtari, martire per la libertà, il giorno del suo anniversario sul Poggio Tre Croci (Val di Susa)

Sebbene percepite dalla cultura urbanocentrica come barriere naturali, le montagne in verità hanno spesso favorito l’unione tra gli abitanti delle Terre Alte.

Sono stati gli esseri umani ad erigere le montagne come frontiere (per motivi politici), tracciando a tavolino dei confini.

In compagnia di Sajjad ed Ahmad si sono trascorse due intense giornate a camminare in montagna con il Cai Uget Torino all’insegna della conoscenza e del rispetto reciproco.

Ahmad (iraniano) nella sua breve vacanza di otto giorni a Torino (mai vista prima) non si è fatto sfuggire l’occasione per realizzare un suo sogno: fare un’escursione nel cuore della Alpi Graie Meridioniali.

E di sogno ha anche realizzato il mio: ovvero di conoscere finalmente un turista che sapesse coniugare le bellezze di una città italiana con il contorno strepitoso delle sue montagne. Insomma… Torino e le Alpi.

Ahmad è rimasto molto sorpreso nell’accorgersi che noi italiani, quando camminiamo, non cantiamo e non condividiamo insieme la gioia di un’uscita tra i monti. Lui sostiene che con l’unione delle voci si trova la forza per andare avanti ed essere liberi.

Mi ha canticchiato una nostalgica canzone persiana che parla di partigiani e di libertà.

Ed io gli ho intonato la nostra “Bella ciao“. Ha sorriso perché già la conosceva e mi ha accompagnato con la melodia della bocca. Continua a leggere “Le montagne uniscono”

La montagna in una tazzina di caffè

tazzinaHo partecipato al convegno “Ripensare l’idroelettrico”  che ha avuto un grande riscontro di pubblico.

Ci sono rimasti pochi torrenti alpini in condizioni naturali. La situazione è pietosa e attualmente in Piemonte ci sono centinaia di richieste di derivazione dell’acqua alpina per scopi idroelettrici.

Lo stato dei corsi d’acqua valdostani non è stato presentato in quanto nessun responsabile della Regione Valle d’Aosta ha partecipato al convegno, per documentare e informarci sulla situazione, senza comunicare alcuna giustificazione malgrado siano stati invitati amabilmente dagli organizzatori (Pro Natura Piemonte e Legambiente Piemonte e Valle d’Aosta, in collaborazione con CIPRA Italia).

Sebbene in Piemonte la potenza che verrebbe installata è davvero ridicola, i profitti che si possono fare con tali impianti sono tanti e quindi c’è un vero e proprio assalto alla diligenza con la scusa dello sfruttamento delle risorse rinnovabili (ovvero quelle che non sono, o non dovrebbero essere, destinate a finire, prima o poi, come invece succederà, ad esempio, al petrolio). Continua a leggere “La montagna in una tazzina di caffè”

Un tour nelle Alpi svizzere

Le Alpi” è il mensile del CAS, il Club Alpino Svizzero, che da quest’anno è pubblicato anche in versione in lingua italiana (come il sito web).

Solo raccontarvi le peripezie a cui sono andato incontro per ricevere via posta l’abbonamento a questa rivista meriterebbe un film alla Alberto Sordi.

Così come lo meriterebbe accorgersi delle indicazioni che potete vedere qui a lato, pubblicate insieme alle informazioni utili (tappe, accesso, carte e bibliografia), relative ad uno stupendo trekking che viene raccontato dall’escursionista Fanny Dupont la quale, insieme alle sue due compagne di viaggio (più Fido), ha compiuto un giro di tre giorni intorno al Mont Fort (3328 m), nelle zona delle 4 Vallées.

Cosa mai vorranno dire quelle cifre?

E perché sulla rivista del Club Alpino Svizzero vengono indicate al termine della descrizione di un’escursione?

Vorranno mica invitarci a riflettere sulla nostra impronta che lasciamo nell’ambiente quando ci spostiamo per raggiungere le montagne? Continua a leggere “Un tour nelle Alpi svizzere”

No Ads

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Con questo post vorremmo rimanere fedeli a quanto ha scritto qualche anno fa Franco Michieli sulla oramai estinta Rivista della Montagna (articolo pubblicato nel 2001 dall’allora casa editrice Edizioni CDA: se vi interessa leggerlo integralmente qui il post, più attuale che mai). Continua a leggere “No Ads”

Le Camminate Spirituali

Si può “incontrare” la propria anima, il proprio spirito, anche senza dover salire a tutti i costi con il SUV  fino all’Alpe d’Ovarda.

Ma per maneggiare questa “materia” così eterea e sfuggevole, ma anche così desiderosa di esprimersi nella natura che le ha dato la vita, abbiamo bisogno di lasciare in pianura le tensioni di chi ci “comanda” quotidianamente di superare i nostri limiti, di fare sempre di più, di correre come dei pazzi per andare non si sa dove.

Allora perché per una volta non “mollare gli ormeggi” e lasciarci trasportare nel nostro mondo guidati dalla nostra anima? Per andare dove lei desidera?

Dalla newsletter del Circolo dei Lettori apprendo di questa interessante iniziativa che si terrà a settembre in occasione di Torino Spiritualità:

Le Camminate Spirituali

Otto percorsi condotti da guide d’eccezione tra le valli piemontesi, per incrociare strade e sentieri, intrecciare parole e voci, riallacciare memorie e sguardi. Progetto speciale dell’edizione 2012 di Torino Spiritualità, le Camminate Spirituali, in programma sabato 22 e domenica 23 settembre, riprendono l’antica idea di pellegrinaggio in chiave laica e aconfessionale, mettendo in viaggio corpi e menti alla scoperta di straordinari paesaggi naturali e delle storie che sanno raccontare.

Ad accompagnare il cammino dei pellegrini sono Enrico Brizzi, Pino Petruzzelli, Giuseppe Cederna, Enrico Camanni, Carlo Grande, Marco Pozzi, Davide Longo, Giacomo Agazzini, Roberto Fresia, Helga Niederwald, Gabriella Brun, Valentina Porcellana: scrittori, antropologi, alpinisti, musicisti che costruiranno una strada tutta da percorrere fatta di reading, performance, racconti e musiche sui luoghi e l’arte del camminare.

Le Camminate Spirituali sono realizzate in collaborazione con Torino e le Alpi, un progetto a cura di Dislivelli con la collaborazione del Museo Nazionale della Montagna e della Compagnia di San Paolo.

Tutte le info le trovate qui: www.circololettori.it/index.php?evt[event-viewEvent]&id=716

La regina Tasso e le radici degli alberi

Alcune domeniche fa,  parlando con amici di alberi e di libri, me ne e’ venuto in mente uno di Guido Mina di Sospiro che si intitola “L’albero”.

La “regina” Tasso cavalca, nella sua isola, 2000 anni di storia sia come protagonista che testimone di cambiamenti. Libro mai noioso, nato dopo lunghi anni di ricerche e di studio, grazie all’aiuto di botanici e naturalisti dei nostri tempi.

In Val d’Ala (Valli di Lanzo), sul versante solatio, appare, in mezzo al bosco un esemplare di tasso che ha circa 250 anni:  chissa’ come  e’ arrivato sin qui e che storie ha da raccontare….

Sfogliando l’inserto de La Stampa  TuttoScienze del 25-4-2012  apprendo che gli alberi hanno comportamenti simili a quelli delle formiche, che tra le radici c’è comunicazione  e riescono a sfruttare le vibrazioni del terreno proprio come gli animali a contatto con il suolo (ad esempio serpenti e vermi).

Meravigliata? A dire il vero già mia nonna mi diceva che parlando con le piante queste crescono meglio quindi non li ho mai considerate come esseri inanimati……

Un appello per la montagna

[…] Le montagne dispongono di quello di cui gli esseri umani avrebbero realmente bisogno: acqua, silenzio, serenità e bellezza, condizione per continuare a pensare, immaginare e sognare. […]

“Qu’on y vive, qu’on en vive, qu’on s’y ressource, la montagne nous offre l’expérience de la beauté des paysages, de la nature et du partage. Cette expérience n’est possible que grâce à un équilibre entre l’homme et la montagne. Conscients de la fragilité de cet équilibre nous nous sentons le devoir de lancer un appel pour nos montagnes.”

La CIPRA Francia è alla ricerca di visioni per un futuro sostenibile dell’uomo e della montagna.

Tutte le informazioni di questa campagna le trovate qui:

http://www.cipra.org/it/alpmedia/notizie-it/4541

http://www.appelpournosmontagnes.org/