
Grazie a Giorgio Inaudi ho potuto apprendere la storia della collocazione dell’immagine della Vergine sulla vetta di una delle mie montagne preferite.
La vicenda si svolge centoquattordici anni fa.
Per chi non lo sapesse, l’Uja di Ciamarella (3676 m) si eleva completamente in territorio italiano e rappresenta la cima più alta delle Valli di Lanzo (superata nel settore delle Alpi Graie meridioniali solo dallo Charbonel, 3752 metri).
Il primo salitore è stato l’ingegnere catastale Antonio Tonini insieme al suo canneggiatore Ambrosini, aprendo così la via “normale” il 31 luglio 1857. Erano ancora lontani i tempi dell’alpinismo eroico ed il Club Alpino Italiano non era ancora stato fondato.
Il nostro uomo si avventura in cima alle montagne per portare a termine il suo lavoro: misurare i rilievi. Le sue doti alpinistiche e di intuizione possono essere paragonate ai grandi alpinisti attuali. Non dimentichiamoci che in quel periodo la montagna era dimora di diavoli, mostri e di anime in pena del purgatorio imprigionate nei ghiacci e lo stesso Tonini non trovò nessuno che in Balme lo accompagnasse nelle sue ascensioni. Ambrosini fu obbligato nella salita sulla Ciamarella, pena il licenziamento.
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