
Una donna, curva sotto il peso di una gerla. Il Monumento alla civiltà alpina, collocato a Mocchie (Val di Susa), simboleggia bene il peso, la fatica, il sacrificio della gente di montagna.
Continua a leggere “Le donne muovono le montagne”Una donna, curva sotto il peso di una gerla. Il Monumento alla civiltà alpina, collocato a Mocchie (Val di Susa), simboleggia bene il peso, la fatica, il sacrificio della gente di montagna.
Continua a leggere “Le donne muovono le montagne”Nel silenzio di un giorno appena nato salgo da sola su una delle vette del gruppo del Velino. Nulla di eroico, nulla di adrenalinico, di spettacolare. O meglio, spettacolare è il bosco di faggi ormai scarni che ho appena attraversato, è la salita sulla prima neve, il rumore dei ramponi che rompono la leggera crosta che si è formata nella notte, il vento in cresta e le nuvole in lontananza. Il brutto tempo verrà, ma più tardi, sulla via del rientro. Per questo la scelta di oggi, dopo il confronto con le varie previsioni meteo. Per questo la partenza all’alba. Per questo la decisione di essere sola, più veloce, più leggera. Mi chiedo cosa ci sia da valorizzare. Me lo chiedo e mi fa paura. Conscia di stare per fare un ragionamento elitario, poco corretto, sicuramente egoista e decisamente asociale, non posso fare a meno di pensare che la montagna meno viene valorizzata, pubblicizzata, aperta, fatta conoscere, meglio è.
Mito e fortuna delle Alpi occidentali tra Ottocento e Novecento
Museo Civico Alpino «Arnaldo Tazzetti» | Usseglio
Dal 27 giugno al 26 luglio 2020
Testo di Emanuela Lavezzo*
Il Museo Civico Alpino “Arnaldo Tazzetti” di Usseglio, capofila del Museo Diffuso Valle di Viù, quest’estate propone la mostra Montagne. Mito e fortuna delle Alpi occidentali tra Ottocento e Novecento. Ideata e fortemente voluta da Alberto Tazzetti, presidente del Museo, e realizzata in collaborazione con Luca Mana, direttore della Fondazione Accorsi-Ometto, Antonio Musiari, docente dell’Accademia Albertina di Belle Arti, e con il contributo per gli approfondimenti storici di Eugenio Garoglio e Alessia Giorda.
L’esposizione offre un percorso cronologico su come la montagna è stata percepita e raffigurata da vari artisti, a partire dalla fine del Settecento, quando iniziarono le prime esplorazioni “d’alta quota”, fino alla metà del secolo scorso, attraverso quattro sezioni tematiche: dall’alba dell’alpinismo, al mito delle Alpi, alla montagna come luogo di distensione e svago.
Aprono la rassegna alcune interessanti opere provenienti dalla Fondazione Accorsi-Ometto che propongono al visitatore l’approccio pioneristico di scoperta della montagna, avviato negli ultimi decenni del Settecento, quando contemporaneamente ai primi studi scientifici di botanica e di geologia, nasceva l’alpinismo. Continua a leggere “Montagne”
Vuole la leggenda che, quando la notte scura scende a colmare le valli e tutte le creature sono sprofondate nel sonno, lunghe processioni, silenziose e dolenti, percorrano i crinali delle montagne, si snodino lungo i vecchi sentieri. Sono le anime dei morti che tornano sulla terra per espiare le loro colpe; a volte le anime solitarie di coloro che subirono una morte violenta e non riescono a trovare pace poiché non è stata fatta giustizia. È questa una tradizione di tutta la zona alpina, assai diffusa anche nelle Valli di Lanzo. Queste processioni, dette “couòrs d’li mouòrt” hanno luogo nella notte del primo novembre oppure in qualsiasi momento dell’anno, ripetendosi periodicamente. Esse originano da antiche credenze pagane, soprattutto di matrice celtica, secondo le quali le porte dell’altro mondo sono sempre aperte e non vi sono stati definitivi, dunque sia il morto, sia il vivente possono passare con facilità da un mondo all’altro. Continua a leggere “Processioni della vigilia di tutti i Santi”