È arrivato l’autunno

L’autunno è la più intima delle stagioni e Lia in questo scritto si lascia dolcemente andare ai ricordi della sua infanzia.


E’ arrivato l’autunno: gli alberi si spogliano delle loro chiome, i prati piano piano perdono il loro colore, la terra si avvia al sonno invernale. Presto arriverà la neve, in passato questa era la stagione autunnale, ma purtroppo non è più così: il tempo, le stagioni sono cambiate.

Un tempo cadeva tanta neve e per chi abitava in montagna la vita diventava più difficile.

Continua a leggere “È arrivato l’autunno”

La prima neve

Gli ultimi tre post sono un sentiero. Un sentiero per un certo verso impossibile da immaginare perché cominciato durante una giornata che per il mondo, per la maggior parte del mondo, si doveva stare a casa, lasciando che il “maltempo” facesse il suo corso.

Ci sono cose che la montagna mi ha insegnato, passo dopo passo. Tante, tutte belle, tutte importanti. Ma una, più preziosa dell’oro, è il credere in se stessi. Sempre.

Quando parti per la montagna, anche quando tutto sembra contro di te, anche quando mille voci ti direbbero di stare a casa, e poi invece scopri che hai vissuto momenti indimenticabili, sempre con mille piccole e grandi sorprese, e con tanti insegnamenti, oltre ai mille e più incanti, allora capisci che la montagna è davvero grande. Comprendi che le montagne non sono sostituibili. Soprattutto quando ti fanno incontrare persone meravigliose. Continua a leggere “La prima neve”

Come una volta?

Poco importa se un sentiero lo percorri decine di volte. Ogni volta sarà diverso. Pensiamo poi a questo 2018, così insolito, dal punto di vista climatico, rispetto agli ultimi anni. Non ricordo ancora così tanta neve sopra i 2000 metri sebbene ci troviamo in primavera inoltrata. Ma questa montagna, così ricca di verde e bianco (l’azzurro non l’abbiamo visto molto…), com’è? Più vera? Più ricca? Più misteriosa? Più severa? Più silenziosa? Più rassicurante?
Ecco, la cosa che si percepisce immediatamente, anche senza percorrere sentieri, è che la montagna è molto più rumorosa perché i torrenti, con il progressivo aumento delle temperature, stanno rilasciando con gradualità imponenti quantità d’acqua. E’ ormai da qualche settimana che il fragore dei rii, di fondovalle o quelli di versante, ti accompagna costantemente. Questa è la prima inevitabile differenza del paesaggio montano (sì, perché credo che il paesaggio sia fatto anche di fondamentali elementi immateriali e invisibili, come i suoni della natura). Se è il silenzio profondo a contraddistinguere un inverno molto nevoso e con temperature “normali”, allora in primavera è il perpetuo fragore delle acque che restituisce anche un importante elemento paesaggistico delle Alpi. Di certo molto rassicurante, soprattutto quando noti come ogni versante sia solcato da rii e cascate che danno vita alla nuda roccia. E poi, quando si tratta di guadare, ti accorgi che finalmente in questa lunga primavera, la montagna è stracolma di energia. Fa quasi paura pensare di dover zampettare sui sassi ricoperti dalla corrente per proseguire lungo la tua ascesa. Questa meravigliosa sostanza arriva dagli estesi nevai che ancora si incontrano a quote relativamente basse per la stagione in corso. E’ davvero difficile credere di essere già a giugno e il confronto con gli ultimi anni ti lascia spiazzato e con mille domande.

Una per tutte: ma questa è la montagna di una volta? Continua a leggere “Come una volta?”

Vivere una fiaba

Provate ad aprire quella porticina, semi sommersa dalla neve, cliccando qui

Sulla nostra pagina Facebook oltre 6100 persone hanno visto uscire da questa piccola baita (foto a sinistra) le caprette di Giuseppe, durante la transumanza nella bufera avvenuta ai primi di dicembre dello scorso anno (qui invece su questo blog).  Le reazioni sono state oltre un migliaio.
Sabato scorso è il momento perfetto per ritornarci: nevica, ma non troppo, le strade dell’alta Val d’Ala sono percorribili senza problemi e soprattutto c’è il minuscolo villaggio dei Cornetti (subito a sinistra di Balme, salendo) situato esattamente sul bordo tra il domestico e il selvatico: una soglia, un confine tra la nostra anima, ingabbiata dalla vita sintetica, e l’Uomo Selvatico.
In estate frotte di trekker nordeuropei giungono qui dal Ghicet Paschiet, ad oltre 2400 metri di quota, grazie alla Grande Traversata delle Alpi, lungo gli scenari grandiosi delle Alpi Graie meridionali. Cercano risposo e accoglienza, un sorriso, una doccia calda e un pasto per poi ripartire il mattino seguente cavalcando i sentieri delle Valli di Lanzo. Continua a leggere “Vivere una fiaba”

La montagna indorata

Quando scende la neve, come quella che ha fatto cadere la depressione Dora, è davvero oro in montagna.

Pensate a quante cose contiene un fiocco di neve: stupore, meraviglia, acqua, gioia, denaro, paura (se cade esageratamente), fanciullezza, ghiacciai, pulizia, silenzio, avvenire…

La domanda a questo punto sorge spontanea: dipendiamo più dal petrolio o più da un cristallo di neve?

Dora ha sconquassato per benino le Alpi Graie, Valli di Lanzo comprese. Nei fondovalli vento e secchiate d’acqua hanno provocato qualche danno mentre in quota si contano metri di neve.

Sabato scorso è grand beau in Val d’Ala. La neve, sui versanti a solatio, la si trova dai 1100-1200 metri in su, giusto per calzare le racchette da neve a Martassina e sparire nel manto nevoso che si diverte a cambiare pelle continuamente, obbligandoci – insolitamente – anche a togliere le ciaspole per progredire nei traversi dei pendii più ripidi.

Ma la pillola è davvero indorata. Sebbene siano ricomparsi i candelotti di ghiaccio dai tetti (non ne vedevamo da tempo), i torrenti rumoreggiano come se fosse primavera. Non illudiamoci di questo finto e strampalato inverno, soprattutto se pensiamo che solo due mesi fa (o poco più) la Valle di Susa bruciava dentro ad una siccità infinita.

Nel frattempo noi prendiamo quello che viene per continuare a gioire del silenzio caduto dal cielo che sabato si specchiava in un cielo blu indaco. Cosmico.

Finché c’è neve, c’è speranza. Continua a leggere “La montagna indorata”

Una transumanza nella bufera

Nevica forte nelle Valli di Lanzo, molto di più di quanto previsto.
Tutti rimangono molto sorpresi dalla tanta neve caduta nella notte e al mattino continua a fioccare incessantemente.
Progredire con le ciaspole nello spesso strato di neve (quasi un metro…) è faticosissimo ma fantastico.

Anche Giuseppe non si aspettava tutti questi fiocchi. Le sue caprette, ricoverate a 1600 metri all’Alpe Arbösetta, sono bloccate dalla tormenta a monte di Balme (1450 m), in alta Val d’Ala.
Con suo figlio Daniele affronta la bufera per riportarle a valle. Noi siamo davanti che battiamo la traccia e non ci accorgiamo che loro ci seguono senza le racchette da neve. Sarà un grande piacere, appena si uniranno a noi, deviare dal nostro tragitto programmato per battere traccia fino all’Alp dove le capre stanno attendendo il loro pastore per mettersi al sicuro.

Giuseppe e il figlio Daniele sono due montanari veri delle Valli di Lanzo. Giuseppe (82 anni portati magnificamente) ha un sorriso meraviglioso. Sincero e genuino. Come le Alpi. Continua a leggere “Una transumanza nella bufera”

Un sogno nella neve

2017-02-05-410-1024x768«Rimanere isolati dalla neve, senza la possibilità di ricevere o di trasmettere notizie al mondo, è un’esperienza incredibilmente piacevole e unica nel suo genere. Si è a contatto solo con gli elementi della natura e si prova un’ebrezza panica. Ci si sente, per così dire, reintegrati nella natura. È una specie di apo-catastasi. I rumori del mondo e la commedia della vita sono lontani, e questo dà pace allo spirito.»


Anacleto Verrecchia, Diario del Gran Paradiso, 1997

Tutto questo un giorno qualcuno l’ha sognato. Qualcuno ci ha immaginato liberi di fare esperienze profonde immersi nella natura delle montagne.
Un sogno nato dalla pace che solo i silenzi oceanici degli angoli più remoti delle Alpi Graie sanno donare.
Ma attenzione: un angolo è remoto non perché fisicamente distante dal baccano della civiltà. Lo è perché qualcuno lo sogna.
E in quel sogno si racchiude un dono, prezioso come la libertà che non soggiace ad alcun compromesso. Continua a leggere “Un sogno nella neve”

Neve! Neve!

Riserva d’acqua, riserva di bellezza, riserva di futuro nell’attesa della primavera, riserva di skipass per l’economia montana. Pensate a quanto è importante la neve, non soltanto per i nostri occhi e per i nostri polmoni che così possono respirare aria più pulita.
Finalmente sulle montagne piemontesi è arrivata e adesso possiamo davvero sentire, soprattutto con i piedi, cosa ci stiamo giocando se continueremo imperterriti a devastare il Pianeta, se continueremo a vivere anni sempre più caldi, tenendo conto che le Alpi sono particolarmente sensibili agli effetti dei cambiamenti climatici.

Suggerisco vivamente di visualizzare queste foto con Flickr (presentate in ordine cronologico):

  • galleria
  • slideshow (pulsante in basso a destra per visualizzare a tutto schermo; pulsante “esc” della tastiera per uscire)

Il respiro dell’eterno

EternoConcedimi, o Grande Spirito, di imparare la lezione che hai nascosto in ogni foglia in ogni sasso.
Io voglio essere forte, non per dominare il mio fratello, bensì per combattere il mio più grande nemico: me stesso.
Fai in modo che io possa essere sempre pronto a venire da Te con le mani pulite e lo sguardo leale.
Così che, quando la mia vita finirà sul calare del tramonto, il mio spirito si presenti a Te senza onta.

Preghiera Cheyenne

Borgo, minuscola frazione di Groscavallo, si trova infossato nel fondovalle dell’alta Val Grande di Lanzo a 1117 metri di quota, poco distante da Forno Alpi Graie, ultimo villaggio di questa Valle.

Aldo Chiariglione, nella sua Guida Naturalistica delle Valli di Lanzo, ci spiega come da queste parti faccia mediamente più freddo che a Balme (Val d’Ala), sebbene questo Comune si trovi 300 metri più in alto. Non è infatti insolito trovare ancora i pendii esposti a mezzogiorno ricoperti di abbondante neve, fino a stagione avanzata, quando solo pochi chilometri prima, salendo dalla bassa Valle, invece li si nota totalmente senza.

Subito dopo aver attraversato questo paesino, proprio dall’asfalto della provinciale, si stacca un sentiero strepitoso che, come un ascensore naturale, sa innalzarti fin dove le rocce incontrano il cielo.

Continua a leggere “Il respiro dell’eterno”

A volo d’aquila

In cimaTesto e foto di Rox (Souleiado)

Stamane il cielo è un telo turchese teso ai quattro cardini dell’orizzonte…

La scelta di questa escursione si rivela pertanto ideale ed animata da forti ricordi personali.

L’Aquila è una bella località a meno di 50 km da Torino che offre un fantastico colpo d’occhio sull’intero arco alpino e sulla pianura, a volo d’uccello nel vero senso della parola.

Qui potremmo quasi parlare di “archeologia” alpina e di una progettualità ahimè abortita: L’Aquila è infatti stata una ridente stazione sciistica negli anni ’60/’80 del secolo scorso, ben più importante di ciò che è stato ed è tuttora Pian Neiretto (situato poco sopra Coazze).

Ricordo ancora belle piste molto frequentate, un vivace Sci Club Val Sangone, ed un hotel ristorante tuttora esistente dallo stile vagamente autarchico/bauhaus (ma al limite dell’ecomostro), dove la sera ci si ristorava con cibi e beveraggi vari. Continua a leggere “A volo d’aquila”

Giochi di nebbia

Vaghiamo nella nebbia.

I confini si dilatano e si perdono.

Solo i contorni neri delle malghe, delle pietre e degli alberi rimangono meno ovattati. Ma sono senza ombra.
Continua a leggere “Giochi di nebbia”

Ancora masche…

2014-02-09 509 (1024x768)Dal Roc d’le Masche di Vonzo in Val Grande (io preferisco pensare a delle fate…) al sentiero delle masche in Val d’Ala ci separa una settimana di nuove nevicate.

Con noi un “camoscio bianco” che spesso ci ha accompagnato lungo i sogni di vette tra le Alpi.

Grande energia, grande forza, grande coraggio e grande determinazione.

Forse con gli anni si diventa un po’ come le rocce a furia di frequentarle e di strapparne l’odore?

E’ stato molto faticoso aprirsi una traccia tra la tanta neve, cercando di trovare la giusta via in un ambiente abbacinante, morbido ed irriconoscibile: in mente avevo ancora la “mappa” della bellissima escursione di metà ottobre.

Oggi è tutto diverso: sembra un altro luogo, un luogo mai visto e tutt’intorno danza l’odore di selvatico che ci prende a ceffoni: solitudine palpabile, aquile che volteggiano, tracce misteriose sulla neve e presenze estranee ci rapiscono con violenza dalla rassicurante civiltà di pianura.

Eccola la sensazione che piano piano emerge dal profondo, come bolle d’aria dai fondali dell’oceano: ci sentiamo degli intrusi che, senza rientro rapido e senza aiuti, farebbero una misera fine strattonati dalle forze della natura.

Continua a leggere “Ancora masche…”

Un soffio di libertà nella conca del Ciavanis

Il Santuario della Madonna del Ciavanis (1880 m) è un luogo molto amato da chi apprezza le Valli di Lanzo, meta in estate di una facile e breve escursione (detta semplicemente “Ciavanis”) con partenza da Vonzo (1231 m), deliziosa borgata alpina adagiata nel versante solatio della Val Grande.

Il bianco splendente della costruzione accompagna il viandante lungo gli innumerevoli itinerari che si ramificano nel Vallone del Rio della Paglia (soprattutto nella parta alta). Stupendo è contemplarla dalla cima del Monte Bellavarda (2345 m) mentre signoreggia sulla conca di Vonzo.

Ora però nevica e tutto intorno è candidamente bianco come i muri che custodiscono la Madonna del Carmine (da Monte Carmelo, in Palestina): noi abbiamo voglia di salire fin lassù, noncuranti della fatica a cui andremo incontro e senza particolari pretese di “riuscita”.

Fatica (e assenza di pretese) ampiamente ripagata da paesaggi straordinari spolverati da leggeri fiocchi di neve e di sorrisi che riempiono il cuore facendoti amare la montagna ancora di più.

Altre foto di questa fantastica ciaspolata le potete ammirare nello slideshow (pulsante in basso a destra per vederle a tutto schermo) oppure nella semplice galleria.

A tutti gli amanti delle escursioni in ambiente innevato rivolgo l’invito a prestare la massima attenzione nel programmare le uscite: fondamentale è consultare metodicamente e costantemente il bollettino delle valanghe e saperlo interpretare (per il Piemonte: www.arpa.piemonte.it/bollettini/bollettino_valanghe.pdf).

Indispensabile indossare l’ARTVA e avere nello zaino pala e sonda (e saperli usare).

Un libretto interessante ed utile sulle valanghe è pubblicato dall’AINEVAwww.aineva.it/download/levalanghe2012.pdf

Attenzione che solo un comportamento responsabile e consapevole potrà allontanare definitivamente il rischio (crescente) che venga vietata la montagna sebbene il numero dei morti da valanga sia costante da decenni (circa 20 a stagione; leggete cosa dice un esperto). Eppure il clamore suscitato dai giornali provoca reazioni scomposte ed esagerate da parte delle istituzioni (qualche notizia di sindaci che ultimamente hanno chiuso la montanga la trovate sfogliando i tweet recenti: vedete a destra del blog).

[…] Libertà in montagna è libertà di movimento arricchita dall’esercizio della consapevolezza: che vuol dire preparazione, disciplina, consapevolezza del limite, e, solo secondariamente, raggiungimento di una prestazione. Libertà è anche quella di rinunciare, avere il coraggio di tornare indietro se i presupposti non sono sufficienti alla progressione o se qualcuno ci sconsiglia di farlo. Per questi motivi l’attività alpinistica e scialpinistica è e deve rimanere libera, pura e consapevole, ovunque e in ogni periodo dell’anno. E non deve essere confusa con l’attività sportiva, ispirata invece a criteri di pratica “sicura”.

Tratto da www.banff.it/divieto-sul-grignone (31 gennaio 2014).

Grazie ad Alessandro Gogna (Twitter@capo1946) che difende vigorosamente e con genuina passione la libertà dell’andar-per-monti.

Rifugio Giorgio Bertone

Per cominciare l’anno con buoni auspici, ci ritroviamo al cospetto di Sua Maestà il Bianco che, sebbene svogliato, alla fine riesce a farsi ammirare nella sua splendida livrea invernale.

Per gustare altre foto della bellissima escursione con le racchette da neve, ecco la collezione su Flickr (slideshow) oppure la semplice galleria delle foto.

***

Courmayeur – Rifugio G. Bertone

BiancoLocalità di partenza: Courmayeur (1220  m).

Dislivello: 750 m

Difficoltà: E o EAI (a seconda della stagione).

Tempo di salita: 2 h e 15 min. dal centro di Courmayeur; 1h e 45 min da Villair Superiore (1327 m).

Cartografia: Carta dei sentieri n.1 – Monte Bianco Courmayeur 1:25000 edita da L’Escursionista Editore.

Segnavia: n. 42; bolli gialli con paline segnaletiche (questo itineriario fa parte dell’Alta Via n.1 della Val d’Aosta. Rientra nel TMB); attenzione a non farsi ingannare dai bolli bianco-rossi (in uso dalla Forestale). In Valle d’Aosta i bolli ufficiali sono di colore giallo. Continua a leggere “Rifugio Giorgio Bertone”

Il giro del Bec di Mea

cartelli bivio 322A
Il bivio per Bonzo al Bec di Mea

La storia di questa escursione comincia a fine agosto dello scorso anno quando al Bec di Mea incontro casualmente una famiglia tedesca di Stoccarda che mi chiede se il sentiero 322A è percorribile, ovvero quello che fa planare nel fondovalle guadagnando Bonzo (975 m, frazione di Groscavallo) e chiudendo così un giro ad anello.

Per farmi comprendere le loro intenzioni tirano fuori dallo zaino una vecchia carta dell’IGC in scala 1:25.000 (quella con la copertina di colore giallo: anno di pubblicazione 1998) ed io immediatamente mi chiedo chi ha dato loro un pezzo da museo come quello. Nel mentre vengo a sapere dalla mamma, che parla perfettamente l’italiano, che sono in soggiorno da qualche tempo in un agriturismo del fondovalle e che sono in procinto di percorrere la GTA per sei tappe, fino a Fondo, in Valchiusella.

“Siamo qui da qualche giorno ma non vediamo mai nessuno camminare da queste parti!”.

“Eppure la zona è molto bella!”
Continua a leggere “Il giro del Bec di Mea”