Il Santuario della Madonna del Ciavanis (1880 m) è un luogo molto amato da chi apprezza le Valli di Lanzo, meta in estate di una facile e breve escursione (detta semplicemente “Ciavanis”) con partenza da Vonzo (1231 m), deliziosa borgata alpina adagiata nel versante solatio della Val Grande.
Il bianco splendente della costruzione accompagna il viandante lungo gli innumerevoli itinerari che si ramificano nel Vallone del Rio della Paglia (soprattutto nella parta alta). Stupendo è contemplarla dalla cima del Monte Bellavarda (2345 m) mentre signoreggia sulla conca di Vonzo.
Ora però nevica e tutto intorno è candidamente bianco come i muri che custodiscono la Madonna del Carmine (da Monte Carmelo, in Palestina): noi abbiamo voglia di salire fin lassù, noncuranti della fatica a cui andremo incontro e senza particolari pretese di “riuscita”.
Fatica (e assenza di pretese) ampiamente ripagata da paesaggi straordinari spolverati da leggeri fiocchi di neve e di sorrisi che riempiono il cuore facendoti amare la montagna ancora di più.
Altre foto di questa fantastica ciaspolata le potete ammirare nello slideshow (pulsante in basso a destra per vederle a tutto schermo) oppure nella semplice galleria.
A tutti gli amanti delle escursioni in ambiente innevato rivolgo l’invito a prestare la massima attenzione nel programmare le uscite: fondamentale è consultare metodicamente e costantemente il bollettino delle valanghe e saperlo interpretare (per il Piemonte: www.arpa.piemonte.it/bollettini/bollettino_valanghe.pdf).
Indispensabile indossare l’ARTVA e avere nello zaino pala e sonda (e saperli usare).
Un libretto interessante ed utile sulle valanghe è pubblicato dall’AINEVA: www.aineva.it/download/levalanghe2012.pdf
Attenzione che solo un comportamento responsabile e consapevole potrà allontanare definitivamente il rischio (crescente) che venga vietata la montagna sebbene il numero dei morti da valanga sia costante da decenni (circa 20 a stagione; leggete cosa dice un esperto). Eppure il clamore suscitato dai giornali provoca reazioni scomposte ed esagerate da parte delle istituzioni (qualche notizia di sindaci che ultimamente hanno chiuso la montanga la trovate sfogliando i tweet recenti: vedete a destra del blog).
[…] Libertà in montagna è libertà di movimento arricchita dall’esercizio della consapevolezza: che vuol dire preparazione, disciplina, consapevolezza del limite, e, solo secondariamente, raggiungimento di una prestazione. Libertà è anche quella di rinunciare, avere il coraggio di tornare indietro se i presupposti non sono sufficienti alla progressione o se qualcuno ci sconsiglia di farlo. Per questi motivi l’attività alpinistica e scialpinistica è e deve rimanere libera, pura e consapevole, ovunque e in ogni periodo dell’anno. E non deve essere confusa con l’attività sportiva, ispirata invece a criteri di pratica “sicura”.
Tratto da www.banff.it/divieto-sul-grignone (31 gennaio 2014).
Grazie ad Alessandro Gogna (Twitter@capo1946) che difende vigorosamente e con genuina passione la libertà dell’andar-per-monti.
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