Il turismo degli orsi

Testo di Luca Giunti

Crediti: Grandi carnivori in Trentino (Provincia Autonoma di Trento).

Ritornano. Scendono dai monti, si spostano col buio, appaiono inattesi al limite dei campi e nelle periferie dei paesi. È un eufemismo dire che erano quasi estinti. Li avevamo sterminati. A fucilate, con trappole e tagliole, con esche avvelenate. È accaduto ovunque più o meno fino a cent’anni fa. All’epoca le terre alte sull’arco alpino e lungo la dorsale appenninica erano intensamente abitate. Ogni monte, poggio, collina, prato, pascolo, era frequentato e sfruttato. Dove c’erano boschi, si tagliavano per avere più terre da coltivare e legna da bruciare. Dove c’erano pendii scoscesi, si spianavano e si tratteneva la terra con quella meraviglia di ingegneria contadina che sono i muretti a secco. Sono ancora lì a ricordarci quelle esigenze e quella vita, quando oggi passiamo loro accanto durante un’escursione di piacere.

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Parchi naturali in Piemonte: 25, 40, 100 anni di natura protetta

Parco Alpe Veglia Devero

Testo e foto di Toni Farina

“Quanto spendiamo in Italia per i parchi naturali? Meno di un cappuccino all’anno. È quanto emerge dal rapporto Check-up Parchi nazionali italiani del WWF Italia che fotografa lo stato di salute delle aree naturali protette” nostrane”.
Titolo e sottotitolo a effetto di un articolo apparso di recente su Piemonte Parchi web. Un magazine istituzionale edito dalla Regione Piemonte.
Piemonte Parchi è uno spunto ideale per parlare ancora di parchi naturali. A suo tempo il mensile “cartaceo” fu un’esperienza unica nel suo genere. Un caso editoriale che si conquistò fama e apprezzamenti su vasta scala. Come apprezzamenti su vasta scala caratterizzavano il “Sistema Piemonte” di aree naturali protette.
Le prime sei furono istituite nel 1978, 40 anni fa. Presidente Aldo Viglione, assessore Luigi Rivalta. Da sud a nord della regione: Parco naturale Alta Valle Pesio e Tanaro (oggi Parco naturale del Marguareis), Parco naturale La Mandria (aveva un altro nome che non ricordo, ne ha cambiati tanti), Riserva naturale del Bosco del Vaj, Parco naturale delle Lame del Sesia, Parco naturale della Valle del Ticino (oggi solo Ticino), Parco naturale dell’Alpe Veglia.

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Appennino piemontese: un parco naturale per la Val Borbera

Sull’ampio crinale fra Monte Chiappo e Monte Ebro (foto T. Farina)

Testo di Toni Farina

Il Consiglio comunale di Carrega Ligure, riunitosi il 27 maggio, ha votato all’unanimità i due seguenti punti:

1. Richiesta di istituzione di un’area protetta regionale denominata “Parco naturale Alta Val Borbera” gestita dall’Ente strumentale Aree protette dell’Appennino piemontese.

2. Richiesta di delimitazione di un’area contigua di Carrega Ligure al “Parco naturale Alta Val Borbera” e annessi proposti indirizzi per la disciplina della gestione della caccia e della tutela dell’ambiente e della biodiversità.

Direi che non c’è miglior modo di iniziare un articolo. Per noi, abituati a novità tutt’altro che confortanti, quanto sopra è davvero una notizia, una bella notizia.
Un comune di montagna che chiede l’istituzione di un parco naturale. Non sarà la prima volta, ma certo è accaduto di rado.

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A cosa servono?

A cosa servono le piste agro-silvo-pastorali alla cui realizzazione la Regione Piemonte sta desitinando i fondi PSR 2014-2020  dell’Unione Europea?
E’ la domanda a cui non abbiamo ancora avuto risposta.
Gradiremmo poter ricevere, anche grazie a questo blog, delle considerazioni in merito, magari corroborate da dati che dimostrino quanti posti di lavoro sono stati creati negli ultimi anni (le vallate alpine sono cosparse di piste), quali attività sono sorte per lo sviluppo della montagna e le varie “ricadute” economiche. Nessuno al momento è riuscito a spiegarci queste cose, né da parte di esperti in materia e né da parte del mondo politico.

Se da una parte non abbiamo risposte verso questi “investimenti” pubblici sulle Alpi legati alla realizzazione di piste, invece dal punto di vista della fruizione dolce della montagna (ovvero godere di natura, paesaggi e cultura senza motori) le risposte sono assolutamente sicure e convincenti mentre i costi sono di gran lunga inferiori rispetto alle scorribande di ruspa selvaggia (ad esempio questa pista è costata circa 80mila euro al km (!), pista attualmente sotto inchiesta da parte della magistratura).
Sui rapporti costi-benefici dell’escursionismo ne avevamo già parlato nel 2013 con questo post ampiamente documentato (siamo in Svizzera). Qualche giorno fa invece la versione internet della rivista Trekking.it ha pubblicato un articolo interessantissimo (soprattutto dal punto di vista economico) dal titolo Quando camminare e andare in bici migliora l’economia (oltre che la salute) riprendendo uno studio del Colorado Office of Economic Development and International Trade pubblicato dal The Denver Post.  Continua a leggere “A cosa servono?”

Basta schiaffi!

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Inaugurazione sentiero “Carlo Mattio” (30 nov. 2013)

Il Club Alpino Italiano, forte dei suoi 310 mila soci, è il primo portatore di interessi verso l’escursionismo e l’alpinismo tant’è che le istituzioni statali si affidano ad esso quando c’è bisogno di manodopera gratuita e qualificata per intervenire sul territorio montano. Ad esempio, la Regione Piemonte nel 2009 ha cercato le oltre 80 sezioni Cai piemontesi per assoldare volontari affinché si tracciassero con il GPS i sentieri delle montagne piemontesi, allo scopo di realizzare il catasto regionale del patrimonio escursionistico. Il 13-14 giugno di quell’anno anche il sottoscritto partecipò al corso dopo essersi munito di dispositivo GPS a proprie spese (e non è stata l’unica sostenuta). Pensate che c’è chi si è talmente adoperato per tale missione – dimostrando encomiabile spirito volontaristico e di sacrificio per una giusta causa – da mappare ben 500 Km di sentieri negli ultimi anni. Questo signore, socio del Cai di Lanzo (ma potrebbe essere un qualsiasi altro volontario di una qualsiasi altra sezione Cai), ama l’escursionismo e i sentieri che consentono di praticarlo, soprattutto quelli storici, modellati dalla sapiente opera dei vecchi montanari che non avevano petrolio da estrarre ma gambe alimentate da niente. Bel messaggio ecologista-salvifico contiene un sentiero, vero? Soprattutto in questi tempi antropocenici.

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Combanera ci salverà

La diga di Ridracoli è simile nello scopo e nelle dimensioni a quella di Combanera

E’ ora di tirare nuovamente in ballo la diga di Combanera in Val di Viù (pensate che lo si fa dagli anni ’60) dopo due mesi di siccità che sta colpendo il Piemonte. Questa volta a parlarne è il presidente della Cia del Piemonte, Ludovico Actis Perinetto. L’articolo è stato pubblicato il 13 dicembre scorso su Targatocn.it, quotidiano online della Provincia di Cuneo.

A cosa servirebbe quest’opera ciclopica? E perché bisognerebbe sommergere una parte della Val di Viù?

Forse non tutti sanno che questa Valle (siamo in provincia di Torino) già dagli anni ’60 è stata letteralmente requisita per tutelare il fabbisogno umano di acqua per Torino e la sua cintura.

Si ripresenta puntualmente il drammatico rapporto tra sviluppo economico fuori controllo, che “corre” come una locomotiva impazzita senza macchinista, e risorse finite del Pianeta.

Se non avete ancora letto questo post, pubblicato la prima volta sui camosci l’11 gennaio 2013 (adesso aggiornato con l’ultimo articolo di Targatocn.it), vi invito a farlo perché continua ad essere oltremodo attuale e perché credo che saprà spiegarvi molte cose dello schizofrenico rapporto tra uomo e ambiente, tra Torino e le Alpi.  Continua a leggere “Combanera ci salverà”

Strade, moto, quad sui sentieri del Piemonte (e nel resto d’Italia)

A piedi in Piemonte vol.3Come suggerisce il titolo di questa bella pubblicazione, la natura del Piemonte può riservarci fantastiche sorprese se le andiamo incontro a piedi. E ai nostri piedi, che amano portarci lontano, basta davvero poco per muoversi e sentirsi liberi.
Appena sfoglio le prime pagine di “A piedi in Piemonte“, scritto da Filippo Ceragioli, Aldo Molino e Mariano Salvatore, e stampato da Iter Edizioni nel 2008, mi imbatto sulle indicazioni pratiche dove, guarda caso, ci sono anche quelle relative alle strade, alle moto e ai quad: qui gli autori denunciano il rischio di devastazione della rete sentieristica piemontese.
Chi segue questo blog sa bene che nulla è cambiato negli ultimi anni, anzi, le cose peggiorano e l’escursionismo è sempre più minacciato e sotto attacco dalle politiche di sviluppo (?) per la montagna e dalle lobby dei motori (accoppiata perfetta). Nel 2013 l’Emilia Romagna ha legiferato dando la possibilità di percorrere i sentieri di montagna anche con mezzi motorizzati. Lo scorso anno invece è stata la Lombardia ad approvare una legge che consente ai Comuni di autorizzare lo svolgimento di manifestazioni che prevedono l’utilizzo di mezzi a motore su sentieri, mulattiere e boschi.


Strade, moto, quad

Testo di Filippo Ceragioli, Aldo Molino e Mariano Salvatore.

ruspaPer l’escursionista le strade sterrate sono meno piacevoli che i sentieri, ma camminare su sterrato è pur sempre meglio che non sgambare sul duro asfalto. Nella prima edizione di questa guida ci auguravamo che qualche amministratore si accorgesse prima che fosse troppo tardi di come i sentieri e le mulattiere siano un bene prezioso da salvare dalla distruzione. In qualche caso l’augurio è stato messo in pratica, ma a inficiare il lavoro di non pochi amministratori illuminati il partito dello sviluppo ad ogni costo ha proseguito insensibile nella sua strada. Ci si lamentava allora di “ruspa selvaggia”. Quelle considerazioni valgono tuttora. Strade agro-pastorali si insinuano nei boschi, sulle colline e nelle valli e decretano l’abbandono o la distruzione – a colpi di ruspa – delle vecchie mulattiere. E alle prime piogge, essendo ques’ultime fatte quasi sempre senza il minimo criterio che non sia quello del minore costo possibile, ecco frane, smottamenti e fango. Continua a leggere “Strade, moto, quad sui sentieri del Piemonte (e nel resto d’Italia)”

La Luna di Baldissero

I Monti Pelati di Baldissero Canavese

Questo non è un post astronomico, come il titolo potrebbe lasciar supporre, ma è invece dedicato ad un luogo decisamente particolare, situtato indicativamente tra i paesi di Castellamonte, di Vidracco e di Baldissero Canavese, ovvero i Monti Pelati. Si tratta di fatto di una serie di rilievi molto modesti, che si sviluppano appunto nel Canavese, e molto conosciuti nell’ambito naturalistico piemontese. Come mai? Perché sono in sostanza piccole montagne prevalentemente “pelate” (come dice il nome) a causa della loro natura geologica che certamente non favorisce la crescita di una ricca e lussureggiante vegetazione.

Questo non vuol dire che non vi sia vegetazione, anzi, vi sono infatti alcune specie piuttosto interessanti dal punto di vista biogeografico, solo che le specie arboree sono decisamente scarse, sia per le caratteristiche del suolo e sia, occorre sottolinearlo, per l’azione dell’uomo che a più riprese, e a diversi livelli, ha interferito con le dinamiche ecologiche dell’area. Questa relativa mancanza di una flora lussureggiante rende i Monti Pelati immediatamente riconoscibili, tanto che spiccano con evidenza in mezzo alle aree boscate dei dintorni.

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Mistero e potenza di un luogo

Santa CristinaDunque la piccola Cristina pare affondare le sue origini in un’epoca veramente lontana: la rupe fu sede del numen, della dea o del genio topico, o di entrambi, poi diventati Fata e successivamente Santa attraverso mumerose rifrazioni e metamorfosi, iter comune a molteplici divinità pagane presentatesi nel trascorrere del tempo con aspetto e nome proteiformi, ma con ruolo, funzione e localizzazione immutata nei secoli.

Quanto avete appena letto l’ho estrapolato dal volume LXXXII edito della Società Storica delle Valli di Lanzo intitolato I luoghi delle certezze ed è stato scritto da Ariela Robetto che dedica pagine straordinarie al Santuario di Santa Cristina.

Ne abbiamo già parlato di questo affascinante luogo su questo blog, più di una volta. Se per caso non sapete cos’è Santa Cristina, allora vi invito a scrivere, in alto e alla destra del giovane stambecco, “Santa Cristina” e cliccare su “vai”. Continua a leggere “Mistero e potenza di un luogo”

La RPE del Piemonte nel 2012

escursionismoQuanto trovate scritto qui di seguito è opera di Paolo Caligaris che ha commentato il post “Basi economiche dei sentieri escursionistici“.

Ringrazio sentitamente Paolo Caligaris che so che sta lavorando intensamente, insieme ai suoi colleghi, affinché la nostra Rete del Patrimonio Escursionistico (RPE) possa nei prossimi anni essere curata e resa funzionante come merita essendo essa un pilastro importante dell’offerta turistica di base.

Senza opportunità sostenibili di sviluppo economico, le nostre montagne sono destinate ad un pericoloso declino che andrebbe ineluttabilmente anche a riflettersi in pianura per i problemi legati all’abbandono di un territorio molto fragile e bisognoso di attenzioni, un territorio che ha bisogno di essere custodito.

Vi invito a leggere con attenzione quanto ci spiega con estrema chiarezza Paolo Caligaris perché è un invito a riflettere con sereno rigore su una parte fondamentale del territorio piemontese, quello appunto rappresentato dalle nostre bellissime vallate alpine.

Una riflessione che non può prescindere dall’importanza dell’Unione Europea nel convogliare risorse finanziare per progetti assolutamente importanti e condivisibili proprio in un momento drammatico delle nostre finanze.

Il riferimento allo studio di cui ci parla Paolo Caligaris proprio all’inizio del suo scritto è quello che trovate in questo post.

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Il pastore sulle Alpi piemontesi nel XXI secolo

Grazie al blog di Marzia scopro che in Rete c’è il trailer del film sulla pastorizia piemontese, in attesa di fondi per essere ultimato. Questo documentario fa parte del progetto ProPast finanziato dalla Regione Piemonte con la partecipazione del CAI Torino nell’ambito del progetto del Gruppo Terre Alte del Comitato Scientifico Centrale del CAI e l’Università degli Studi di Torino.

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Per saperne di più: www.gruppoterrealte.it/projects/il-pastore-piemontese-del-xxi-secolo

Escursionismo 2.0

Grazie a Tele di Ragno, la newsletter della Rete Escursionistica, della quale ho parlato qui, apprendo con piacere che è stato messo online il materiale relativo al convegno che si è tenuto il 1 dicembre dello scorso anno a Torino intitolato “Escursionismo 2.0. Evoluzione dell’informazione turistica e nuove tecnologie” che ha avuto un grande riscontro di pubblico.

Ecco i link di riferimento molto interessanti che vanno ad aggiornare e a completare  il post precedente:

Da segnalare che tra le notizie dalle province, che si trovano nella newsletter Tele di Ragno,  è possibile richiedere gratuitamente materiale promozionale relativo alla Rete Sentieristica (guide e carte).

Buone escursioni!

Il CAI e la Regione Piemonte insieme per l’escursionismo

La Regione Piemonte, con la collaborazione del Gruppo Regionale del CAI, ha organizzato per Sabato 5 Maggio 2012, al Rifugio Città di Ciriè (Pian della Mussa – Balme – TO), un corso per formare delle persone idonee alla rilevazione dei sentieri al fine di aggiornare il Catasto Regionale del Patrimonio Escursionistico ed introdurre alla conoscenza ed all’uso dei ricevitori GPS, strumento indispensabile per tale mansione. A corso ultimato gli allievi ritenuti idonei verrà consegnato un tesserino di rilevatore CAI che annualmente verrà vidimato in base al numero di sentieri rilevati e trasmessi al catasto (qui il volantino del Corso con tutte le informazioni).

Nel sito del Catasto Regionale del Patrimonio Escursionistico è possibile accedere alla RPE (Rete del Patrimonio Escursionistico del Piemonte) e visualizzare così i sentieri che attualmente, nella nostra Regione, sono stati accatastati a seguito del lavoro eseguito dai volontari che hanno partecipato ai corsi precdenti.

Il lavoro che viene svolto consiste inizialmente nel tracciare i sentieri con i rilievi GPS, come verrà insegnato nel Corso, e poi di effettuare una raccolta dei dati tramite utilizzo di tabelle in formato Excel che verranno poi trasmesse all’IPLA che si occuperà di validare i dati e di procedere al successivo accatastamento informatico. Continua a leggere “Il CAI e la Regione Piemonte insieme per l’escursionismo”

Arp sensa counfìn – escursionismo in alpeggio

Alpi 365 - Alpeggi senza confiniDomenica 25 Ottobre 2009 presso lo Spazio Incontri ad Alpi 365 si è svolta una tavola rotonda dal titolo Alpeggi senza confini: escursionismo in alpeggio. Una sintesi ed un commento relativi all’evento la potete trovare sul sito della Rete Sentieristica della Regione Piemonte. Se invece volete approfondire alcune tematiche trattate durante l’evento, allora proseguite nella lettura di quest post dove ho cercato di riportare quegli interventi che maggiormente hanno catturato la mia attenzione. Purtroppo la registrazione audio si è rilevata in più punti molto disturbata cosa che non mi ha permesso  di trascrivere alcuni passaggi importanti. Al termine lascerò alcune mie personalissime osservazioni inerenti soprattutto al ruolo che il Club Alpino Italiano può avere, anche in questo ambito, nel portare avanti la sua missione di conoscenza del luogo montagna a tutti i livelli.

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