Scusa, puoi piazzarmi la croce in vetta?

Punta Rossa di Sea

Il prossimo 30 giugno la Sezione del Club Alpino Italiano di Lanzo Torinese ha in programma l’escursione a Punta Rossa di Sea (2910 m), in alta Val d’Ala (Valli di Lanzo) e così il 18 giugno trasmette a tutti gli associati una mail con la locandina contenente le informazioni necessarie per aderire. La segreteria riceve in risposta, lo stesso giorno, una mail firmata da un signore che mi viene inoltrata, chiedendomi se posso rispondere (sono uno dei due accompagnatori che hanno organizzato l’escursione). Ecco la mail:

Buongiorno,
per quanto riguarda la Punta Rossa di Sea, domenica scorsa era ancora presente parecchio accumulo di neve dai 2500 m. in su. In vetta non rinvenuto l’ometto pur scavando per una sessantina di cm.

Per il 30 sicuramente il livello della neve sarà sceso di parecchio. Vi scrivo solo perchè domenica ho portato su una croce in legno di fattezza artigianale che proprio per il livello della neve non sono riuscito ad ancorare se non un paio di metri sotto la cima.

Se il 30 l’ometto di vetta fosse visibile, potreste mica appoggiarci la croce, io provvederò poi a fissarla (forse è da “alzare” un po…) e a legare anche alcune bandiere tibetane.

sarebbe poi possibile mettere anche un libro di vetta? La cima è molto bella, soprattutto raggiungendola dagli speroni di Sea, meriterebbe quindi di essere un pò più pubblicizzata.

Grazie e buona giornata
(segue firma e numero tessera Cai)

Decido di non rispondere perché penso sia giusto investire il Direttivo del Cai Lanzo della questione. Ecco la mia mail inviata alla presidenza:

Non so se questo signore sia del Cai di Lanzo ma personalmente non sono assolutamente d’accordo su posizionare simboli religiosi sulle vette e nemmeno bandierine. Le vette mi piacciono laiche e di tutti (posizione che tra l’altro ho espresso chiaramente sul blog). Detto questo è chiaro che non mi occuperò di portare sulla vetta la croce di questa persona se faremo l’escursione: è una sua personalissima iniziativa (così si evince dalla sua mail) e non ha nemmeno avuto la correttezza di coinvolgere preventivamente il Comune di Balme e il Cai. La montagna è sua?

Essendo una tematica parecchio divisiva (ma mi sembra che il Cai sia contrario a posizionarne di nuove) ritengo che sia il Direttivo a doversene occupare. Nel caso in cui il Direttivo sia favorevole, abbiate la sensibilità di non individuare il sottoscritto e nemmeno Cristiana per portarla in vetta.

Ad ogni modo ne parlerò sul blog (ovviamente senza indicare il nome di chi ha avuto questa iniziativa) perché è giusto che si sappia quale distorto e scorretto rapporto molte persone hanno con le montagne.


Prima di proporvi alcune mie riflessioni, mi sorge una domanda: ma quale estremo fervore religioso ha spinto questo signore a portare un croce sulla Punta Rossa di Sea, che domenica scorsa (16 giugno) si trovava nelle condizioni che potete vedere qui sotto?

Versante Sud della Punta Rossa di Sea fotografata il 16/06/2024

Rimarchevole poi il fatto che questo escursionista abbia nella sua mente un “panorama” ideologico così totalizzante ed arrogante: dà per scontato che tutti siano favorevoli alle croci di vetta (compreso il Club Alpino Italiano), ovvero dà per scontato che tutti gli italiani (e anche gli stranieri) siano cristiani, una posizione integralista connotata da sentimento profondamente illiberale. Non mi sorprende sapere che quest’atteggiamento stia emergendo in questa fase della vita politica italiana, dove ci sono personaggi come il leghista Lorenzo Fontana (che presiede la Camera dei Deputati), definito ultracattolico.

Forse qualcuno di voi si sarà accorto che non ho menzionato il Comune di Groscavallo per quanto riguarda la correttezza nel chiedere il permesso di posizionare croci (il versante Nord della Punta Rossa di Sea precipita nel Vallone di Sea, territorio di Groscavallo). Il sindaco Giuseppe Giacomelli ha in programma di piazzarne una sulla Cima della Crocetta: difficile credere che potrebbe essere contrario.

Mi chiedo perché sia così in voga continuare a piazzare croci sulle montagne. Nel caso di Groscavallo la risposta potrebbe essere puramente ideologica e opportunistica. Domanda: c’è forse il bisogno di ingraziarsi il Ministero del Turismo che potrebbe finanziare un progetto per realizzare una ciclovia (definito “nuovo sentiero”, come quello che si intende realizzare nel Vallone di Sea, con una larghezza di ben 2,5 metri) tra Groscavallo e Ceresole Reale? E chi preside questo dicastero?

Resto basita dalla decisione del Cai senza aver comunicato nulla al ministero (del Turismo, ndr). Non avrei mai accettato una simile decisione che va contro i nostri principi, la nostra cultura, l’identità del territorio, il suo rispetto. Invito il presidente del Cai a ripensarci”, ha commentato la ministra Daniela Santanchè.

Da La Repubblica del 25 giugno 2023.

Nella polemica dello scorso anno sulle croci, quando si sollevò un gran polverone, la Ministra Santanchè intese (forse pretestuosamente e non solo lei tra gli esponenti della destra) che il Club Alpino Italiano volesse smontarle dalle vette, sbagliandosi. In verità il Cai non ha un posizione ufficiale in merito (sic!), lasciando così le singole Sezioni sul territorio a confrontarsi con questa tematica, mentre da più parti si ritiene che non se ne debbano piazzare di nuove. Di ufficiale c’è però che il Cai è sottoposto alla vigilanza del Ministero del Turismo (sic!).

La Ministra Santanché (Fratelli d’Italia) sarà contenta di sapere che a Groscavallo c’è un sindaco (appena rieletto) molto favorevole alle croci di vetta, come peraltro quello di Ceresole Reale, così tanto da accollarsi addirittura il costo dell’elicottero per trasportarne una a 2800 metri! Saranno mica schierati a destra? Magari di stampo ultracattolico, come il Presidente della Camera?

Personalmente sono pienamente d’accordo con Paolo Cognetti che ad agosto 2023, interpellato da SettimanaNews (portale di informazione religiosa curato dai dehoniani), ha risposto sul tema (qui l’articolo) affermando che sarebbe favorevole a toglierle tutte.

Se vogliamo ringraziare Dio, invece di innalzare simboli, proteggiamo il suo creato (Paolo Cognetti). Foto: vetta della Punta Rossa di Sea (2910 m)

L’aspetto triste che emerge da questo revanscismo armato di croci è che è puramente ideologico e fa pensare alle istanze dell’estrema destra (in avanzata in Europa), spalleggiata dagli ultracattolici:

L’analisi, al di là dei dati economici, mostra un legame inossidabile fra questi “credenti” e le destre più conservatrici, a volte addirittura estreme, legami che, inevitabilmente, rischiano di mettere nell’angolo i cattolici più moderati imponendo un proprio “credo” come l’unico e vero Vangelo a cui aderire (tratto da questo articolo: “Chi sono gli ultracattolici?“).

Il Cai su Rocca Moross nel 1897 (Italia liberale) e nel 2023 (Italia illiberale). Comune di Mezzenile (basse Valli di Lanzo)

Con l’avanzata della destra in Italia (i suoi verbi: identità, nazionalismo e sovranismo, con i gruppi religiosi estremisti che li fomentano, compresa la Gioventù nazionale), non c’è da stupirsi che torni prorompente la voglia di simboli, anche tra le montagne. Ma la storia non ci insegna che sono stati utilizzati più che altro per indottrinare il popolo, ovvero strumenti per alimentare il potere, sovente per fini distruttivi? Non ci insegna che le Valli di Lanzo sono state il nascondiglio dei combattenti per la Libertà, durante la Resistenza?

Peccato che a rimetterci siano le vette che invece dovrebbero essere conservate e consegnate alle future generazioni come un autentico e cristallino punto d’incontro tra la finitudine umana e l’infinito (l’universo sopra di esse), soprattutto se raggiunte con mezzi leali, libere da simboli religiosi o politici, perché imporli ritengo sia un comportamento autoritario ed oppressivo.

Al centro la Punta Rossa di Sea vista da est

Ma poi, al di là delle questioni religiose e politiche, è deprimente e molto annichilente accorgersi per l’ennesima volta che c’è una profonda ed insanabile ignoranza storica e culturale sulle Valli di Lanzo, sia tra chi crede di amministrarle con le croci e sia tra chi le frequenta, alpinisti quotati compresi (leggete il post che peraltro fa riferimento a una leggenda con morti inesistenti): “pensiamo che quest’iniziativa sia fortemente identitaria“, sostiene il membro del CAAI sulla croce di Groscavallo. Ecco le parole che ritornano richiamando una precisa ideologia. Le Valli di Lanzo sono così particolarmente affascinanti e seducenti perché la loro origine è pagana, non cristiana. Sì, avete letto bene. Sono pagane. Le hanno fabbricate i liguri e poi i celti, lasciando sui sentieri tracce di una cultura straordinaria. Sono poi state amate, studiate e descritte da personaggi di elevato spessore culturale e scientifico (alpinisti compresi), proprio perché accolti da un immenso spazio di libertà.

Se non mi credete, potete provare a scoprirlo da voi sfogliando tra i 154 volumi fin d’ora pubblicati dalla Società Storica delle Valli di Lanzo.

I pagani, avversati e “annientati” culturalmente dai cristiani, non hanno lasciato nulla sulle vette, solo qualche mucchietto di pietre ammonticchiate e panorami intatti stracolmi di libertà, dove l’anima può espandersi all’infinito, sbarazzandosi, per qualche attimo, della finitudine.

L’esperienza unica, profonda, che non ha prezzo è quella che ci regala la montagna quando tocchiamo una vetta dove non c’è nulla, niente tranne la montagna.

Niente tranne il tuo respiro.

8 pensieri riguardo “Scusa, puoi piazzarmi la croce in vetta?

  1. MI sembra che facciate un’inutile polemica.

    Questo gentile signore si è accorto che su questa cima mancava il classico manufatto che identifica il punto d’arrivo, ossia la cima. E il classico manufatto che da noi indica questo punto è la croce. E normalmente sotto la croce troviamo il libro di vetta, per tutti. Semplice, no?

    La decisione che sulla cima di una montagna non ci debba essere nulla è assai opinabile, secondo me ci sta benissimo la croce, da sempre o quasi simbolo del punto più alto raggiungibile su “quella” montagna.

    Il signore in questione non vi ha chiesto di portarla su, perché questo l’ha già fatto lui. Vi ha solo chiesto di posizionarla alla meglio, poi lui stesso provvederà a fissarla bene.

    Non facciamo polemiche inutili e pretestuose: mettete quella croce!

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  2. Io andrei a separare le due faccende: per quanto riguarda la vicenda specifica della croce sulla Punta Rossa, mi verrebbe da rispondere che il caro signore, se ci è salito una volta a portare il suo manufatto, può ritornarci a piazzarlo come meglio gli pare e piace, senza delegare altri. Non è semplice questione di fare o non fare un piacere a X, ma di prendersi in carico il compimento dei propri desideri. “Ci tieni alla tua croce/bandierina/targa/dolmen/minareto? e allora fattelo da te”

    Diverso è il discorso più allargato su croci e segnacoli vari. Se iniziamo a correre dietro alle identità cristiane, pagane, laiche, astrali allora non finiamo mai più. Ogni giorno per lavoro mi aggiro per case e appartamenti costipati di oggetti che un tempo forse erano cari a qualcuno, ma ora sono classificabili sotto il termine “ciarpame”. E fin qui non ci sarebbe nulla di male: il mio caro ricordo “identitario” (nel senso che afferma la mia identità) diventerà il ciarpame di nipoti, pronipoti ed eredi vari. E dovrà essere gestito, per far posto ad altri cari ricordi che diventeranno altro ciarpame. Gestito? Si certo, come no… Termovalorizzato, interrato, riciclato, buttato a mare, spedito sulla Luna. Stiamo soffocando città paesi colline pianure di ciarpame. E qui ritorno al discorso di quel che si trova/porta in vetta. Possiamo smetterla di portare su in cima oggetti e manufatti estranei? Va bene l’ometto di pietre, se le pietre le raccolgo in cima o nelle immediate vicinanze. ma se cominciamo con il cemento, i tiranti in ferro, le statuette, i basamenti, le costruzioni, ebbene, o c’è un valido motivo pratico per questa ansia fabbricatoria, oppure, per davvero, lasciamo perdere, tutti, a voler ergere dei simboli identitari che varranno per un battito di ciglia, e poi saranno superati dalla Storia, quella vera, dell’Universo.

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    1. Il Cai di Lanzo ha risposto a questo signore informandolo che “la collocazione di manufatti di qualsiasi genere su vette o luoghi di montagna devono essere comunque autorizzati dal Comune di pertinenza, altrimenti passibile di denuncia”.

      Mi sembra giusto, soprattutto in un Paese dove ognuno pensa di fare quello che vuole, senza il minimo rispetto per gli altri.

      Recita l’art. 3 della Costituzione italiana (versione Terre Alte):

      “Tutti i cittadini hanno pari dignità sociale e sono eguali davanti alla Montagna, senza distinzione di sesso, di razza, di lingua, di religione, di opinioni politiche, di condizioni personali e sociali.”

      Non parlerei di identità pagane ma mi riferisco semplicemente alle prime popolazioni che hanno trovato “casa” nelle Valli di Lanzo e che ci hanno consegnato un territorio libero da simboli di potere ma colmi di una cultura ineguagliabile per quanto riguarda la capacità di vivere le difficilissime e complicate condizioni ambientali. Noi cristiani faremmo bene a imparare qualcosa da loro (anche per quanto riguarda l’adorazione di divinità legate alla natura) invece di rigettarli come se fossero stati il diavolo.

      Un caro amico su WhatsApp mi ha scritto una bellissima cosa:

      “Avrei aggiunto un’altra riflessione legata al simbolismo di conquista e di dominio antropocentrico sulla natura… e ora di finirla: i disastri che abbiamo fatto sulla nostra povera Terra sono frutto di questa ideologia.”

      Sono d’accordo con lui: noi cristiani ci riteniamo ancora i padroni del mondo dopo averne combinare di tutti i colori nei confronti dell’ambiente. Posizionare un simbolo di “conquista” (ma de che?) come la croce (definito identitario, figurati!) su di una montagna (ultimo baluardo naturale) è un gesto davvero inutile e antistorico che ci fa comprendere quanto la nostra “civiltà” non abbia ancora capito nulla di quello che ci attende a forza di ritenerci immortali dominatori del pianeta.

      Grazie per il tuo commento che sul ciarpame è davvero originale e condivisibile.

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  3. Anche dichiarare di essere d’accordo con Cognetti a toglierle tutte è una forma di revanscismo, dichiararsi padroni autorizzati ad un decisionismo che non condivido, dimenticando che la maggior parte di croci vecchie esiste da secoli, venivano portate su e piazzate in ben altri contesti che nulla hanno a che fare con l’attuale invadenza di cazzuola e cemento. Molte delle antiche popolazioni che hanno trovato casa nelle valli e anche in quota sui monti, almeno per i pascoli estivi, non ponevano simboli sulla vetta, mentre altre si, e va bene, rimangono piccoli segni di storia minore, lasciamoli/le a documentare antichi pensieri e bisogni, in una natura che prima o poi riprenderà le sue cime. L’Attuale invadenza che farei risalire all’ultimo secolo, questa sì, sono d’accordo a evitarla e fermarla. Anche le ‘moderne’ manutenzioni in vetta sempre a base di cemento, tiranti e quant’altro, mentre poco più sotto nei boschi si trovano tanti piccoli grumi di baite abbandonate e crollate che non interessano alcuno. Discorso lungo, ex proprietari ed eredi non coinvolti o non più viventi, ma… i resti affidati al riequilibrio della natura hanno un significato che passando non avvertiamo, peccato. Tocco quelle ultime pietre e chiudo gli occhi, e saluto delle anime antiche. Ogni tanto trovo segni non cattolici, es. le bandierine tibetane. Forse in qualche caso sono più l’espressione una moda tra il naif e l’esotico, che un sentimento profondo, ma in certi casi so perché sono lì e chi commemorano, e non mi danno fastidio. Non veicolano un messaggio di antropocentrismo. Torno a vederle dopo anni e rimangono pochi brandelli… questo alla fine è il messaggio e significato più giusto che mi hanno trasmesso.

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