Fino all’imbrunire

E’ impressionante percepire la velocità con cui tutto sta cambiando nella nostra epoca. Il clima, modificato da noi oppure no, è l’imperituro giudice che stabilisce chi avrà il diritto di continuare ad abitare la Terra.

Ma è altrettanto impressionante osservare, durante le escursioni sulle Alpi Graie, come ci sia qualcosa che non scompare tanto facilmente, sebbene quest’ultime siano spazzate da ogni sorta di evento atmosferico: sono le imponenti opere in pietra dei vecchi montanari.

Se volete ristabilire un contatto con il tempo cronologico portatevi in Val Grande di Lanzo e dimenticatevi l’auto a Bonzo. Il sentiero da prendere è il n. 322 (andate qui per la mappa), magari proprio in autunno per farvi accogliere dalle foreste incantate. Accorgersi di quante cose cambiano e passano rapidamente nel nostro tempo, osservando i lentissimi manufatti di nuda pietra, che resistono a tutto, è una doccia di benessere psicofisico. Sono stupefacenti e commuoventi.
Mentre ci passano a fianco sentiamo il loro sussurro che ci narra di come sia arduo, difficile e terribilmente faticoso modellare l’avvenire. Loro sapevano farlo e sono qui a testimoniarcelo. A noi non resta che riprendere l’incerto cammino a testa bassa, vergognandoci profondamente per non aver saputo cogliere il messaggio.
In tempo.

P.S.
Raggiunto a piedi Alboni, incantevole villaggio di pietra, si può ritornare a Bonzo con un giro ad anello molto appagante (basta proseguire per la Mea col sentiero 323 e poi scendere nel fondovalle col n. 322A).

Torneranno tutte le genti
che non hanno voluto parlare
scenderanno giù dai monti
ed allora staremo a sentire
quelle storie da cortile
che facevano annoiare
ma che adesso sono aria
buona pure da mangiare
.
(Negroamaro – Fino all’imbrunire)

2 pensieri riguardo “Fino all’imbrunire

  1. Bravissimi i Negroamaro!

    “Giuliano Sangiorgi in un’intervista esclusiva rilasciata ai microfoni di Vincenzo Mollica: “Una canzone sulla speranza assoluta, vista e cantata con più consapevolezza: siamo certi che questa speranza ci darà buoni frutti. Abbiamo immaginato in qualche maniera uno scenario post apocalittico, e davanti a questo scenario così nero, così grigio e così pieno di niente abbiamo immaginato che dalle montagne potesse tornare tutta la bellezza nascosta. In realtà la bellezza è solo nascosta e tornerà con tutte le sue camicie fiammanti”.
    http://www.soundsblog.it/post/493452/negramaro-fino-allimbrunire-il-delicato-e-poetico-ritorno-che-convince-ed-emoziona

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  2. Che belle fotografie e quali significative parole!
    E’ vero: quando si percorrono i vecchi sentieri di montagna, si ha spesso la percezione di partecipare ad una vita antica, trascorsa, ma non definitivamente scomparsa. Sussurri, grida, risate, pianto di persone di cui non resta che polvere, sono rimaste nell’aria, negli alpeggi in rovina, sembra che lontani passi ancora scandiscano i selciati sconnessi di mulattiere invase da alberi e rovi… A volte le pietre parlano a chi le sa ascoltare e palpitano di vita.
    Scriveva Thomas Eliot: “In una vecchia casa c’è sempre qualcuno in ascolto e più s’ode che non si dica. E qualunque cosa si dica rimane nella stanza in attesa che il futuro la oda”.
    Grazie Beppe.
    Ariela

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