Radici

IL MOVIMENTO DELLE DONNE SOLITARIE.

Testo di Barbara Tutino. Foto di Glorianda Cipolla, Gaetano Lo Presti ed Oliviero Toscani

Quando mia madre è morta, ho deciso di “tornare a casa”, nel paese di montagna della mia infanzia e che rappresenta per me le radici da cui la sua partenza mi aveva strappata via. Siamo a 1682 metri in Valnontey, valle secondaria della Val di Cogne, Comune situato nella Valle del Gran Paradiso in Valle d’Aosta.

Foto di Glorianda Cipolla

E pensare che fino a quel momento non avevo fatto altro che scappare io, da quella casa e da quelle radici e dall’amore di mia madre, che in qualche modo mi soffocava. Da allora la montagna, e non solo questa montagna, ma tutte le montagne del mondo, sono diventate la mia casa, le mie radici e anche mia madre. Adesso la montagna è madre e il mare è padre.

Tutto il resto è in qualche modo diventato secondario, seppure sia vitale e importante.

CASA – Vivo da sola in montagna da ventidue anni. In una casa antica costruita con alberi incrociati e un tetto di pietra. Quando non ci sono le invasioni dei turisti, oramai per periodi sempre più ridotti, mi fanno compagnia gli alberi e gli animali selvatici con cui cerco di stabilire rapporti basati esclusivamente sul cibo. Io gli do da mangiare. Loro vengono, mangiano, io li guardo. Il nutrimento, d’altra parte, in qualunque forma è il legame, legante tra gli esseri viventi. Che si tratti dell’anima, del corpo o dello spirito.

Foto di Gaetano Lo Presti

Nel tempo, questa casa è diventata una specie di tempio dei ricordi. Oltre a contenere più di 400 dipinti miei, escludendo i disegni, conserva scritti, libri, dischi, archivi famigliari, fotografie e oggetti raccolti da cinque generazioni nell’arco di due secoli. Basterebbe per farne un museo, se non fosse che ormai i musei sono diventati audiovisivi. Perciò forse piuttosto una stiva, un’arca di Noè dei ricordi di prima dell’avvento dell’elettronica.

MONTAGNA – Per sfuggire al turismo di massa, che non sopporto e all’elettronica che detesto, scappo in montagna. “Oggi non ci sono: sono andata in Montagna”, c’è da ridere, visto che abito a quasi 1700 m… Ma per me la Montagna è più su. Il mio habitat ideale è situato a duemilacinquecento metri.

Adoro i boschi, ma mi rigenero dove non ce n’è più traccia, oltre l’ultimo larice, tra i pascoli erbosi attraversati dai ruscelli, immergendomi nei laghetti gelidi d’alta quota, prima delle morene e dei ghiacciai. Sono innumerevoli le “gite” che potrei raccontare, ma l’essenziale purtroppo è inenarrabile. Come non si può raccontare l’esperienza di un sapore o di un profumo. In Montagna vado sempre da sola con il mio cane, e solo molto raramente con il mio compagno o un’amica. Qualcuno dice che un tempo l’uomo non si azzardava ad avventurarsi oltre a dove arrivavano le mandrie. Come non si profanano i luoghi sacri. Per me è come se non avessi superato quella fase lì. Se c’è una evoluzione umana, io sono rimasta a quello stadio, chiedo scusa, e nello stesso tempo attenzione e cura per tutto ciò che per me è ancora prezioso e sacro e finché sarò viva potrò mostrare.

KAMAZ” – Ciononostante, un’avventura l’ho raccontata, in un libretto, che si intitola “Kamaz”. Nel 2017 ho realizzato un sogno che avevo da 30 anni. Sono riuscita, con tre amiche, ad organizzare una piccola spedizione nella Repubblica degli Altay, nel sud della Siberia, e a raggiungere attraverso un colle a 3500 metri un altopiano dove 1500 anni fa era stata sepolta la cosiddetta “Principessa del ghiaccio” in un “kurgan” (tomba a tumulo) a 8 metri di profondità. Di lei è scritto ampiamente in tutte le salse da anni, ma… ecco, io volevo andare lì sul posto, da quando ne avevo sentito parlare per la prima volta, subito dopo il suo ritrovamento nel 1993. E ci sono andata. E ho respirato l’aria di quelle montagne, ancora prive di elettronica e di turismo di massa, e ho perfino improvvisato con le mie amiche un piccolo rituale in omaggio a quella donna, vissuta 1500 anni fa improvvisamente vicino a noi seppure tanto lontana nel tempo e nello spazio.

Foto di Oliviero Toscani

Perché quando sono in Montagna il tempo e lo spazio spariscono insieme a tutti gli assilli, le preoccupazioni, gli orpelli che ci affliggono nella vita quotidiana ma di cui abbiamo, nonostante tutto, bisogno.


BIOGRAFIA

Barbara Tutino, vive e lavora a Cogne (Ao) nel Parco Nazionale del Gran Paradiso, paese d’origine della madre. Suo nonno Franz Elter, lo storico direttore della Miniera di Cogne, fu anche tra gli organizzatori della Resistenza antifascista in valle d’Aosta e della costituzione della Repubblica partigiana di Cogne. Suo padre, Saverio Tutino è stato a sua volta partigiano prima a Cogne, poi nella Serra di Ivrea e dopo la guerra fu noto giornalista di inchiesta e inviato speciale nel “terzo mondo” delle lotte d’indipendenza della seconda metà del Novecento. Infine, fondatore dell’Archivio Nazionale dei diari e della memoria.

Barbara Tutino è stata disegnatrice archeologica e viaggiatrice. Ha lavorato in Iraq nelle campagne di scavo dell’Università di Torino, alla fine degli anni Settanta. Ha operato a Berlino alla fine degli anni Ottanta. Tra il 2000 e il 2004 ha lavorato al restauro delle pitture murali nelle Centrali idroelettriche valdostane degli anni Venti. È ideatrice di ARThéatre, una serie di eventi artistici a partecipazione collettiva nel segno della memoria. Ha inoltre ideato e curato mostre etnografiche ed eventi multimediali con altri artisti italiani e stranieri.

Dall’età di quindici anni ha esposto in mostre personali e collettive in Italia e all’estero, conseguendo premi e riconoscimenti.

Il suo lavoro è caratterizzato da cicli narrativi monotematici e dall’uso di materiali di recupero difficili quali: legno, juta, ardesia, cartone da imballaggio, cartone ondulato, carta vetrata, carta catramata, lamiera zincata e corten. Cura personalmente gli allestimenti delle proprie mostre, spesso in spazi pubblici o estranei ai circuiti espositivi abituali. Ha esposto in fabbriche, carceri, cimiteri, torri, boschi, castelli e santuari.

È inoltre autrice di libri d’artista, biografie, poesia, saggistica e narrativa.

Barbara Tutino, 12 aprile 2022

4 pensieri riguardo “Radici

  1. “Oggi non ci sono: sono andata in Montagna”, c’è da ridere, visto che abito a quasi 1700 m… Ma per me la Montagna è più su. Il mio habitat ideale è situato a duemilacinquecento metri.“ parole d’oro in cui mi riconosco!

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