L’ermellino del Gran San Bernardo

ermellinoHo avuto la fortuna di trovarmelo davanti proprio mentre avevo la fotocamera in mano, pronta per scattare. E’ la prima volta – e credo che sarà anche l’ultima – che riesco a fotografarlo, anche perché è una specie animale a rischio estinzione. Guizzava come un matto a destra e a manca tra le rocce della via per il Gran San Bernardo, forse per prepararsi alla notte di San Silvestro.
Incontrare la fauna alpina è sempre uno dei momenti più emozionanti dell’escursionismo. Se poi si riesce anche a portarsela a casa, lasciandola comunque nel loro habitat, allora si può essere sicuri che l’escursione programmata è comunque riuscita, anche se per qualche motivo non raggiungiamo la nostra meta prefissata.
Il fato ha poi voluto farmi sfogliare uno dei libri di montagna che amo più. Tra quelle pagine un guardaparco del Parco Nazionale del Gran Paradiso, nei primi anni ’50, scrive anche di questo piccolo mammifero (quando non era ancora a rischio estinzione), che raggiunge a malapena i 30 centimetri di lunghezza.


7 marzo 1953

L’ermellino ha molte affinità con la donnola, però è notevolmente piú grande, almeno di un terzo. Ma l’abilità di assalire e di scannare le prede è la stessa. Sembra incredibile che un animaletto cosí grazioso sia tanto assetato di sangue. Non ha paura di niente e all’occasione sarebbe anche capace, come un gatto inferocito, di saltare addosso all’uomo. La sua audacia è 2015-12-31 449 (1024x683)inversamente proporzionale alla sua mole e la sua indole sanguinaria è in netto contrasto con la sua bellezza ed eleganza. Caccia ogni sorta di piccoli mammiferi, quali topi, talpe, conigli selvatici, lepri, ma anche serpenti, lucertole e uccelli. Si tenga presente che la lepre è notevolmente piú grande dell’ermellino. La caccia avviene soprattutto sull’imbrunire. Ma già nelle ultime ore del pomeriggio incomincia ad agitarsi e a saltare con grande destrezza. Schizza di qua e di là o si arrampica sugli alberi. Non ha paura neanche dell’acqua, dove non esita a lanciarsi e a nuotare velocemente per rincorrere qualche topo. L’unica cosa che gli faccia paura, ma per motivi estetici, è l’acqua sporca o fango che sia: teme di sporcarsi la sua candida pelliccia, che è bianca come la neve. Solo d’inverno, però, perché d’estate cambia colore. L’ermellino nuota un po’ come il cane, cioè con la testa in alto. Comunque l’acqua non è proprio il suo elemento. Ma la maggior parte del giorno la passa dormendo sull’albero che si è scelto come dimora. Però non è un dormiglione e spesso lo si vede andare in giro anche sotto il sole. Ha gli occhi incredibilmente vispi.

Anacleto Verrecchia, Diario del Gran Paradiso (Fògola Editore in Torino)

14 pensieri riguardo “L’ermellino del Gran San Bernardo

    1. Ho mirato da qualche parte, ho scattato… poi e sparito come un fulmine. Ho subito richiamato lo scatto dalla memoria della fotocamera. Pensa alla gioia di trovarmelo lì, da condividerlo con tutti voi!

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  1. che simatico questo piccolo ermelinio 😉 e da volere bene quasi da baciare … quando si sente la parola ermelino mi viene istintivo a pensare quanti hanno uscisi per la loro pellica.. 😦

    almeno questo e libero e felice complimenti per la foto♥

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  2. Fantastico…probabilmente stava cercando la neve per mimetizzarsi…ma poi ha visto te! Chissà … Sembra stia pensando “peccato…non ho la macchina fotografica anch’io x immortalare questo umano in via d’estinzione!” bravo Beppe…così bello da sembrare un peluche, così fermo da sembrare imbalsamato…in posa come se volesse davvero essere immortalato lì in quel momento…”carpe diem” alla prossima! 👏🏼☺️❄️

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  3. Invidia nera per Beppe che ha avuto la fortuna di tale incontro! Dev’essere bellissimo poter ammirare un ermellino vivo e non solamente sulle mantelle di papi e magistrati…!
    Viva papa Francesco che ha scelto di non indossare più i paludamenti di un tempo e di rispettare tutte le creature.
    ariela

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