Monte Bellavarda

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Il versante Ovest del Monte Bellavarda

Nelle Valli di Lanzo il Bellavarda (2345 m) è una bella montagna di forma piramidale se la si osserva dall’alta val Grande di Lanzo ma è già riconoscibile dalla strada di fondovalle subito dopo l’abitato di Pessinetto da dove si mostra nel suo versante Sud, meno appuntito.

E’ una cima molto frequentata per l’ottimo panorama che comprende una ampia porzione di monti che vanno dalle Alpi Liguri al Monviso, dalle Valli di Lanzo all’estremo limite del Monte Rosa. Strepitoso il colpo d’occhio sull’alta val Grande e sulle cime che la cingono.

Il versante Sud, molto esteso, è prevalentemente occupato da pascoli ed è costituito nella parte centrale da una pronunciata costola percorsa da una buona traccia. Essendo esposto a mezzogiorno, questa escursione è fattibile già in primavera fino in autunno avanzato.

Sulla punta si trova una grande croce metallica eretta nel 1950.

Di questa montagna – intesa non solo in senso di vetta  – ho già avuto modo di parlarne su questo blog in occasione della bellissima uscita fatta nel 2009 con l’amica Marzia.

Il monte Bellavarda è straordinario, sia che si parta da Lities, sia che si ascenda da Vonzo, perché intorno ad esso sono adagiati mondi alpini osservabili sotto molteplici aspetti, uno più interessante dell’altro.

Oggi ho deciso di decollare da Lities (1144 m, frazione di Cantoira) stupendo villaggio, situato nel versante solatio della Val Grande di Lanzo, immerso in paesaggi incantevoli.

20131109-566E’ una splendida giornata di inizio novembre quella che mi vede risucchiato dalle pendici di questa montagna profondamente segnata dalle fatiche dei montanari di un tempo.

Soffiano venti tesi da nord ovest e sulle creste di confine si forma la goùnfia: qui garanzia di bel tempo con assenza di umidità in quota, aspetto questo che garantisce ottime fotografie.

Provo sempre grande stupore nell’accorgermi della bravura dei montanari mentre percorro il sentiero 329 che attraversa le “miande”, borgate di media quota (situate intorno ai 1400-1500 metri di altitudine), che anno dopo anno purtroppo si presentano sempre più malconce: ormai nessuno le utilizza più e sono destinate a diventare un mucchio di macerie con grave perdita di quella cultura materiale unica e di quella sapienza straordinaria che hanno permesso ai montanari di sopravvivere alle asprezze e alle severità degli ambienti di montagna.

Di fronte alle incognite ambientali del prossimo futuro, soprattutto per quanto riguarda gli sconvolgimenti climatici, perdere certe conoscenze, che hanno permesso all’uomo alpino di adattarsi con ammirevole ingegno all’asprezza dell’ambiente montano (verticalità, climi estremi, valanghe, frane, alluvioni, scarsità di risorse, ecc.), è davvero un peccato mortale.

pilone votivoPurtroppo non sono solo i gias e gli alp ad essere martoriati dall’abbandono: anche i meravigliosi piloni votivi, simboli della devozione dei valligiani e che qui ti conducono fino alla cappella di San Domenico (già un’ottima meta), non se la passano molto bene. E’ un vero peccato che negli sconfinati sperperi di denaro pubblico del nostro Paese, di cui tutti i giorni ne abbiamo notizia, non si riesca a destinare qualche goccia di quei fondi per mantenere in buono stato questi simboli della religiosità popolare, elementi fondamentali del paesaggio alpino in quanto in grado di dipingerlo di orizzonti di senso.

Perdere la montagna, significa perdere la cultura del limite, oggi così fondamentale per la sopravvivenza di tutti noi.

Vi invito a visionare lo slideshow che ho preparato scegliendo le foto che ho ritenuto più belle e significative: spero che riescano nell’intento di raccontarvi un’escursione stupenda dalla partenza fino al rientro, quando oramai gli ultimi raggi del sole scaldavano le baite di Martinin, uno dei tre nuclei abitativi che compongono la frazione di Lities.

Se poi osservando le foto vi viene la curiosità di sapere come sono riusciti i valligiani ad addomesticare queste montagne severe, allora vi lascio l’articolo che il bravissimo Gian Marco Mondino scrisse nel 2004 per il periodico “Panorami – vallate alpine” nel numero 52 (1° Trimestre 2004).

Qui lo slideshow (il pulsante in basso a destra permette di vederlo a tutto schermo).

L’articolo di Gian Marco Mondino: “Conoscere Lities” (pdf; 3 mb).

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Monte Bellavarda (2345 m)

Località di partenza: Lities (1144 m, fraz. di Cantoira)

Dislivello in salita: 1200 m circa

Tempo di salita: 3 h

Difficoltà: E

Cartografia: Valli di Lanzo n. 8, scala 1:25000, edita da Fraternali editori

Segnavia: 329 con bolli bianco-rossi sbiaditi; fare molta attenzione dalla cappella di San Domenico (1770 m) in quanto la traccia prosegue su ripidi pendii erbosi dove non ci sono i bolli ma solo qualche picchetto di legno e ometti posti nei punti più importanti per l’orientamento.

Evitare di avventurarsi in caso di nebbia fitta (anche perché vale la pena godersi il panorama ed osservare i svariati paesaggi naturali e culturali che si spalancano ai nostri occhi).

4 pensieri riguardo “Monte Bellavarda

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