Il Pasé. E una strada, o due…

Pasé
“Il Pasé” in Val Grande di Lanzo (foto Camosci bianchi)

Al post “Una storia conosciuta da pochi sulle montagne di Gian Piero Motti” fa purtroppo seguito questo di dragoonflame dove potete ammirare l’opera meravigliosa di “sviluppo economico” che si sta realizzando in Val Grande di Lanzo.

La storia di questa pista forestale va avanti dal 1998. Adesso finalmente la miseria umana è riuscita a fare breccia tra coloro che hanno fatto di tutto per difendere questa meravigliosa zona delle Valli di Lanzo, anche ricorrendo al Consiglio di Stato.

C’è da stupirsi in questo Paese? Dove siamo riusciti a far crollare anche Pompei? C’è da meravigliarsi se stiamo diventando sempre più poveri quando siamo incapaci di intercettare le vere e concrete possibilità di sviluppo economico? Quelle che andrebbero a beneficio di tutti e non solo dell’impresucola con la draga e del progettista di zona?

Questa strada la si sta facendo grazie ai fondi dell’Unione Europea. Ma visto che trattasi di soldi che piovono dal cielo, invece che andare a devastare un intero versante di una montagna, non sarebbe più furbo ed intelligente prendere i soldi e fare delle buche? E poi dopo riempirle? Almeno si lascerebbe la possibilità alle future generazioni di godere di ambienti intatti dove ritrovare benessere  – per il fisico e per la mente – lontano da metropoli appestate di strade, di inquinamento e di logiche predatorie (che ormai hanno infettato anche le vallate alpine), in paesaggi e natura che meritano di non vedere incisi nelle loro straordinarie bellezze la mediocrità umana.


Testo e foto di dragoonflame

Il “Pasé”. Luogo di natura, luogo di confine. Luogo di alberi, pietre ed acqua e luogo di diatribe.

Il “Pasé”, nei vecchi documenti “pezzé”, significa pecceta, bosco di abeti rossi; ma molti sono anche i larici e non mancano nella parte più bassa faggi e qualche betulla. Questo bosco fu a lungo conteso tra i comuni di Groscavallo e di Bonzo che ne reclamavano il possesso e l’usufrutto ed il confine venne più volte spostato in base alle decisioni di volta in volta differenti, mentre più a valle era il Rio Vercellina a far da confine e a muoversi di sua sponte per le piene dovute alle troppe piogge; su qualche pietra ancor oggi devono celarsi le incisioni di termine che testimoniano tali dispute.

I litigi terminarono quando, con regio decreto agl’inizi del ‘900, i comuni di Bonzo, Groscavallo e Forno Alpi Graie (Val Grande di Lanzo, provincia di Torino) furono riuniti sotto un unico nome ed un’unica territorialità.

All’estremità occidentale il Pasé vide poi scontrarsi – nell’aprile del 1945 – un gruppo di partigiani contro i fascisti, sulla sponda del Vercellina; una lapide sul posto ancora ricorda il comandante di distaccamento partigiano Pocchiola Francesco che in quella battaglia perse la vita, mentre un quadro ex-voto è stato portato dai suoi compagni al Santuario di Santa Cristina (Comune di Cantoira).

E oggi, all’inizio del nuovo secolo e del nuovo millennio, il Pasé ritorna ad essere al centro di discussioni riguardo al suo sfruttamento; due strade sterrate (una già iniziata, l’altra comincerà a breve) l’attraverseranno partendo da Pera Berghina in direzione, rispettivamente, delle Riane e della Vaccheria.

Molto si può dire o non dire su queste strade. Io non sono un margaro e non posso sapere quanto possano aiutare chi lavora d’allevamento; non sono nemmeno un tecnico e non posso sapere quali criteri siano stati usati per valutare i progetti e la realizzabilità di queste opere.

Tuttavia alcune domande me le pongo lo stesso.

Mi chiedo quanto costi realizzare queste strade lunghe quasi 5 km, mi chiedo come si gestirà l’attraversamento di varie pietraie nel caso della strada più alta e dei rii, in particolare quello prossimo alla borgate degli Alboni. Borgate dalle quali raggiungere la Vaccheria sarebbe stato assai più breve (meno della metà) tant’è vero che il margaro che usa quell’alpeggio sale e scende a piedi con due muli in meno di quindici minuti… e mi vien da pensare che ci si impieghi di più in macchina su una strada sterrata di tale lunghezza.

“Ma la strada per gli Alboni è in parte franata” vien da dire. Ma quando il progetto è stato fatto la frana non era ancora avvenuta… o meglio, non l’ultima volta; perchè già nel 2000 quella frana s’era fatta sentire, poco più in alto, a lambire la borgata Surneis. E vicino alla borgata passerà la strada, così come ora passa quel sentiero di cui la strada prenderà a breve il posto. E allora mi chiedo: ma una strada può passare così vicino a una frana ancora attiva, per ora non messa in sicurezza a causa della grave natura della stessa?

E poi mi chiedo molte altre cose, sulle piante abbattute e su quelle che abbatteranno e su quelle che dovranno ripiantare. Ma forse è ancora troppo presto per queste domande.

«Fa più rumore un albero che cade di una foresta che cresce»


Se volete vedere tutte le 77 foto scattate da dragoonflame potete cliccare qui sotto:

galleria foto (scatti visualizzabili singolarmente)

slideshow (presentazione)

Grazie a dragoonflame per il suo contributo.

29 pensieri riguardo “Il Pasé. E una strada, o due…

  1. Da altre fonti apprendo che si sta realizzando una strada che, partendo da Cantoira, arriva quasi fino a Santa Cristina (!!!!) mentre ne viene allargata e allungata un’altra che arriva (forse) a Senale e Pian Uccello. Beppeley, ti risulta anche la realizzazione di queste opere sempre in Val Grande?

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    1. Sì. Purtroppo quella che va a Lussel è stata già realizzata da quanto ho saputo dal CAI di Lanzo.

      E anche per la seconda ho le tue stesse informazioni.

      Ci sono ben 30 km di piste in progetto nelle Valli di Lanzo grazie ai fondi europei (PSR) e alle iniziative del GAL che intravedono stupefacenti occasioni di sviluppo economico grazie alle sterrate.

      Intanto proprio oggi ho appreso questa bellissima notizia (pubblicata sul sito dello Scarpone online) per la rete sentieristica del Piemonte:

      “Dalla Regione Piemonte 900 mila euro per migliorare la rete sentieristica”

      http://loscarpone.cai.it/news/items/dalla-regione-piemonte-900-mila-euro-per-migliorare-la-rete-sentieristica.html

      Tra i comuni beneficiari non ne compare nessuno delle Valli di Lanzo:

      Ecco l’elenco dei Comuni beneficiari: Montemale (Cn) 80 mila euro, Varallo (Vc) 78 mila euro, Acceglio (Cn) 50 mila euro, Macugnaga (Vb) 44.500 euro, Riva Valdobbia (Vc) 80 mila euro, Garessio (Cn) 50 mila euro, Boccioleto (Vc) 45600 euro, Exilles (To) 50 mila euro, Roure (To) 79 mila euro, Borgosesia (Vc) 50 mila euro, Quincinetto (To) 49600 euro, Coggiola (Bi) 50 mila euro, Usseaux (To) 80 mila euro, Campertogno (Vc) 50 mila euro, Carcoforo (Vc) 79 mila euro.

      Comunicato stampa Giunta regionale del Piemonte

      _________________________________________________________

      Nelle Valli di Lanzo si va avanti a suon di ruspe e piste.

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    1. E’ stato trasmesso la scorsa settimana un fax alla Soprintendenza dei beni architettonici e paesaggistici Piemonte per richiedere una risposta in merito, visto che non hanno manifestato alcun parere sulla strada del Pasé, facendo scattare così l’autorizzazione paesistico-ambientale da parte dello stesso Comune di Groscavallo (!).

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  2. Sabato scorso sono salito a Santa Cristina e sono rimasto senza parole …….
    Esisteva già un tratto di strada forestale, costruita alcuni anni fa, che partiva da Inverso e saliva verso Santa Cristina tagliando in due punti il sentiero di salita; le nuove opere consistono nel proseguimento di questa strada verso il Santuario dalla quale si stacca una diramazione a destra che raggiunge Piano degli Uccelli e torna indietro fino a Senale.
    Quest’ ultimo tratto è terminato.
    Il tratto verso Santa Cristina e oramai giunto a poco più di duecento metri (in linea d’aria) dall’inizio della scalinata ( che dite, sarà previsto anche un bel parcheggio sotto la scalinata o arriverà direttamente alla porta del santuario?).
    Non avevo con me nè telefono nè macchina fotografica per cui non posso farvi vedere lo scempio effettuato, ma vi assicuro che è impressionante, considerata anche la notevole larghezza della strada (due auto si incrociano comodamente). Col tempo la natura mitigherà sicuramente la situazione però ora…..
    Il sentiero per il Santuario, attraverso il quale per centinaia di anni i cantoiresi (e non) salivano pregando per chiedere l’intercessione della Santa, è stato divelto in più punti.
    Considero quest’ opera una vera è propria profanazione di un luogo sacro …..ma evidentemente non è così per i cantoiresi e la loro Amministrazione.
    Si parla di rilancio dell’economia, magari green economy, strada necessaria per agevolare il taglio degli alberi, posti di lavoro ecc ecc ….
    Ma quanti tagli di alberi avete visto lungo le strade già esistenti negli ultimi anni….io vedo solo un bosco pressochè impenetrabile a lambire addirittura le abitazioni di fondovalle….
    E’ stata fatta una valutazione sull’impatto economico ? Ovvero quali e quante sono le aziende che beneficeranno di questi interventi, quanti sono realmente i posti di lavoro che tutto ciò creerà, oppure il tutto si esaurirà nel taglio di un paio di alberi all’anno per il camino di casa ( e magari in qualche affrettata ristrutturazione di baite usufruendo di qualche prestito a fondo perduto).
    Il tutto è stato fatto a tempo di record e nel più totale silenzio…e per un paese come l’Italia questo non è un buon segno.

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  3. Intanto dalla Val Maira arriva un esempio di turismo che ha preso una direzione davvero interessante. Proprio questa sera il Tg3 regionale ha trasmesso un bel servizio che possiamo vedere al seguente link: http://www.rai.tv/dl/RaiTV/programmi/media/ContentItem-6c392d3a-1570-458e-ab19-76581ac73524-tgr.html#p=0
    Il servizio di cui parlo si trova a 6:35 minuti.
    Alla faccia della montagna da vivere rapidamente, con bulimia, un bell’esempio alternativo ci arriva da queste persone…

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  4. Evidentemente, siccome qualcuno protestava perchè facevano salire la Fornero e Vietti in elicottero, adesso stanno preparando una strada per portarli su… Non ci sono parole, soprattutto perchè gira gira, è fatto tutto in “casa” e tra amici. Disegnatori di strade, politici locali, portaborse…

    Ottobre Rosso

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    1. In queste Valli tutto avviene sotto l’ala protettrice del vicepresidente del CSM. Sono sicuro che non si troverà neppure un giornalista disposto a scrivere un articolo che contenga almeno un po’ di contraddittorio. Non parliamo poi dei giornali locali !

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      1. Ho contattato mountainwilderness, inviando anche il link di questa pagina web. Vediamo se rispondono.
        Ieri ero in zona, nel vallone di Sea, e guardando verso Roci Ruta mi è venuto il groppo in gola…

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          1. Niente macchina foto. Però MW Piemonte mi ha risposto e mi ha detto che vedranno cosa si può fare. Quando ricapito in zona faccio due scatti.

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  5. Diciamo che avviene tutto in famiglia…lo spiffero fa nomi e cognomi e non sbaglia affatto. La cosa incredibile è che mi risulta che a Cantoira ci sia un comitato per le tradizioni che dovrebbe aborrire progetti del genere trattandosi per di più di S.Cristina. Ma evidentemente è perfettamente allineato oppure domandiamoci chi è il suo presidente… e che lavoro fa….

    Ottobre Rosso

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  6. Ma questa primavera il comune di Cantoira ha fatto pulire e segnalare dai volontari del CAI il sentiero per Senale e Pian Uccello!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!
    Ci abbiamo lavorato una giornata intera.

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      1. Saranno contenti i volontari del Cai di Lanzo che erano stati chiamati proprio dal Comune di Cantoira, per fare quel sentiero ora ricoperto dalla pista, senza sapere di questi progetti di strade sterrate nelle Valli di Lanzo. Che beffa!
        Personalmente mi sa di presa in giro e penso all’affermazione di una persona che ama l’escursionismo e i sentieri storici delle Valli di Lanzo:

        “Se continua così, ci spazzano via!”

        Lo penso anche io.

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  7. Tanto per restare in tema sono iniziati i lavori e gli scavi per la strada di San Domenico, precedentemente bloccata. Stesso geometra disegnatore di quelle dei Rivotti – Riane e stessa ditta che ha fatto il lavoro a S.Cristina. Lo scempio continua con l’egoismo e la compiacenza di montanari stolti…ed anche il businnes…

    Ottobre Rosso

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    1. i montanari stolti sono gli unici che la vivono la montagna.. che si consumano due o tre paia d stivali a stagione in alpeggio e si consumano le giunture e le anche a forza di camminare.. è comodo parlare quando in montagna si va una volta o due x hobby .. bisognerebbe provare la vita dei montanari stolti.. e poi il sentiero è sempre al suo posto non è che una strada lo cancelli .. se vuoi farti la tua passeggiata sei libero di farla x il sentiero.. dovrai magari attraversare la strada ma il sentiero è li.. non ti cambia la vita a te che vieni 4 o 5 volte all’anno.. la cambia a chi ci vive ed ha fatto sacrifici x mantenere le montagne pulite senza che le piante prendessero il sopravvento sui prati x anni e mantenere il territorio pulito e togliere le immondizie degli escursionisti che si dicono tanto amanti delle montagne… se voi la montagna la vedete così non vi chiedete il perchè?? non pensate che è perchè qualcuno è stato li prima di voi ?? e i sentieri chi li ha fatti secondo voi?? non li ha fatti il CAI .. magari li han fatti i muli.. con i loro conducenti.. ed ora x due righe di ghiaia cosa cambia da avere un sentiero.. la strada poco tempo dopo ha l’erba a metà e sul pendio di fianco.. certo se mettete le foto di una strada appena fatta non che sia bello però una strada dopo un po quasi non la si vede.. poi ognuno la vede come vuole.. bisognerebbe viverla un po di più la montagna però prima di parlare…

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      1. Ma quanta retorica! E’ assurdo prendere come esempio di “montanari” quei 4 o 5 margari che ancora portano le mucche in alpeggio! Ma dove vivete? non sono forse “montanari” quelli che disegnano le strade? e per chi? Chi c’è realmente dietro le strade? il margaro o il ricco montanaro proprietario che vuole i contributi? Ti ricordo che i montanari tenevano puliti i boschi 50-60 anni fa, poi hanno preferito mandare tutto in malora per inseguire il nuovo businness degli affitti in nero! hanno preferito costruire case ignobili e deturpare l’aspetto del paesaggio. Ma quelli che scaricavano rifiuti non biodegradabili nel bosco degli Alboni non erano forse montanari? Ma che cosa stiamo raccontando! Per fortuna che la sensibilità all’ambiente, disinteressata, viene da fuori.

        Ottobre Rosso

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      2. Ai montanari che descrivi davo volentieri – nel mio piccolo – tutto il mio appoggio, un (modesto) ma frequente apporto economico, magari una mano nel sistemare un muretto o una palizzata.
        Ai montanari che vogliono far realizzare queste opere inutili ed orribili auguro di fallire con le parole di Toro Seduto, capo sioux:

        “Quando avranno inquinato l’ultimo fiume, abbattuto l’ultimo albero, preso l’ultimo bisonte, pescato l’ultimo pesce, solo allora si accorgeranno di non poter mangiare il denaro accumulato nelle loro banche”.

        Di mio boicotto e boicotterò d’ora innanzi il comune di Groscavallo: non vedranno mai più un mio euro.

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      3. Buonasera, vorrei dire anche io la mia opinione, non sono un montanaro, non ho mai lavorato in alpeggio, vivo in città (purtroppo) sono figlio di persone nate e cresciute in montagna e frequento la montagna tutte le volte che posso. Secondo me occore maggiore moderazione in generale da parte di tutti! in primis forse proprio da parte del CAI che spesso si arroga diritti manco fosse il proprietario di tutte le montagne..
        Le piste forestali servono ai margari per svolgere il loro duro lavoro, considerando che gli alpeggi a quote più alte sono sui 2000m non mi sembra che portino chissà quale scempio alla montagna! non mi sembra nemmeno che venga costruita una pista per ogni singolo alpeggio esistente! Tutti che vogliono fare “i bilogici” a mangiare “la toma a km zero” ma se il povero contadino non ha nemmeno la possibilità di portarvela con un mezzo a motore volete pure che venga a piedi fino in città ad imboccarvi?!?!
        Gli ambientalisti o “i verdi” come spesso li sento chiamare dai più anziani sembrano sbarcati da un’altro pianeta!! Tutti bravi a volere acqua limpida e pura dal rubinetto ed energia elettrica a basso costo per far funzionare ogni sorta di diavoleria elettronica a casa, ma guai a costruire una diga!! l’eolico poi fa tanto brutto ed il fotovoltaico ancora di più!! c’è addirittura chi si lamenta dei tralicci elettrici.. e che dobbiamo fare? non so magari una catena umana? idem poi per ripetitori ed antenne, ma sono questi stessi ambientalisti dell’ultima ora ad andare per monti con l’ipad per postare le foto dell’ultima avventura su facebook!!
        Ormai basta fare un salto sabato pomeriggio da decathlon e sono tutti alpinisti provetti, poi non sanno leggere una cartina, ma tanto chi se ne frega, c’è l’app che ti riporta alla macchina..
        I margari dal canto loro potrebbero evitare di sbarrare con il filo elettrico il passaggio ai sentieri! o perlomeno segnalarlo adeguatamente.. e magari dare un occhio che il loro bestiame non incorni i passanti non sarebbe nemmeno malaccio..
        Il CAI poi è bravissimo a mettere cartelli di legno ovunque (tranne dove servono) ma la proprietà privata è tutelata anche in montagna eh.. e poi scrivere “miniera” su ogni singolo buco o simile, senza nemmeno curarsi se sia vero o no, mi sembra davvero poco professionale, e sto parlando di un fatto reale con tanto di indicazioni ed addirittura bacheca descrittiva, dove invece, parlando con persone che hanno abitato e vissuto in quei luoghi, la “miniera” altro non era se non un buco iniziato per la ricerca di acqua e, non avendola trovata, convertito in deposito di tome!!
        Detto questo trovo in generale che le valli di lanzo siano molto poco predisposte al turismo, in molti bar e/o ristoranti in cui sono entrato sembrava quasi di dar fastidio per l’atteggiamento con cui sono stato servito.. Le poche iniziative sportive che si fanno, sono publicizzate malissimo, per non dire per nulla e questo lo si vede anche dal numero degli iscritti (mi riferisco per esempio al trail punt del diau del 2013).. Guai ad una manifestazione che blocchi anche solo momentaneamente la circolazione stradale poi!! tutti nervosi!!
        Qui sembra che il turista sia visto come un pollo da spennare e basta! sembra che gli si debbano prendere quanti più soldi possibili in una sola volta, quasi ad essere già sicuri che tanto non tornerà!
        Valorizzazione del territorio poi?! parole sconosciute.. sono stato due anni a Trento ed ho girato molto la, lassù ogni minima cavolata viene valorizzata, basta un mucchio di pietre che a fianco c’è una bacheca e ti dice cos’è!! Qui a CAI, pro loco, comuni, comunità e compagnia bella è mai venuto in mente, una su tutte, di valorizzare la vecchia decauville da malciaussia al lago dietro la torre?! fosse a Trento avrebbero trovato anche una locomotiva da piazzarci sopra per portare i turisti..
        E vogliamo parlare del pian della mussa?! ci sono targhe che descrivono vita morte e miracoli del canto “la montanara” ma guai a sprecare una parola per Aurelio Robotti che fece volare il primo missile contraereo proprio dal piano!
        Non penso ci sia molto altro da dire, dico solo che dovremmo farci tutti un bell’esame di coscienza prima di aprire bocca!

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        1. Stefano, scusa, ma il tuo intervento condito da “di tutto un po’” è alquanto fumoso e un vagamente superficiale. Mi pare di udire le frasi fatte che da anni circolano sugli ambientalisti nelle nostre valli. In genere (ed è anche il tuo caso) denotano scarsa informazione sui casi specifici. Su questo sito, credimi, non scrivono solo cittadini insensibili ai veri problemi della montagna, al contrario, si esprimono persone che ci vivono o che conoscono in modo approfondito problematiche e dinamiche territoriali. Al Cai e a volontari della “pianura” si deve il recupero del 90 % della rete sentieristica alpina delle nostre, altrimenti totalmente abbandonata a se stessa. Qualche errore certo ci può stare e nello specifico non so a che cosa alludi, ma tutti gli interventi sono sempre stati motivati da un obiettivo comune: salvare dall’oblio un pezzo di quella civiltà dei contadini-pastori ormai persa. E le strade, se tu conoscessi a fondo il problema, ti accorgeresti che non partono spesso dal medesimo obiettivo ma mal celano interessi egoistici di pochi (non certo i margari) a danno dell’ambiente che è patrimonio di tutti. Se le valli di Lanzo stentano a decollare dal punto di vista turistico è perché gli stessi amministratori ci credono poco, o perché comunque prima devono rispondere a logiche interne e a interessi di parte che forse nemmeno t’immagini. Possibilmente mostrandosi arrendevoli e non troppo pretenziosi con la “politica” della pianura.
          Allora ti dico: bisogna viverci qua per capire come vanno davvero le cose.
          M.B.

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  8. Tornando al Pasè dovrebbero iniziare, a breve, il collegamento con Pianè di sopra, Vaccheria , Mea………
    Purtroppo ormai i danni sono stati fatti…. Per eliminare questi scempi bisognerebbe riuscire cambiare la testa della gente, evitare il progetto a monte ed evitare che inizino proprio i lavori effettivi.
    In pratica queste opere non dovrebbero essere nemmeno pensate.
    Non mi esprimo sulle altre opere menzionate nei post sopra in quanto mi viene il voltastomaco

    Dico solo che da altre parti, se vengono fatte, le piste forestali vengono create per la manutenzione e taglio boschivo e una volta utilizzate per il loro scopo vengono ripristinati i versanti senza lasciare traccia alcuna……

    massimo

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