Ci siamo seccati

Crediti: TAM (Convegno “Energia dall’acqua in montagna: costi e benefici” )

Fiumi senz’acqua. Segnalateci i prelievi idrici eccessivi da fiumi e torrenti

Non sto parlando di corsi d’acqua che scorrono in Africa ma di una campagna promossa da Legambiente e CIPRA Italia, Dislivelli e Pro Natura al fine di monitorare lo stato di salute di fiumi e torrenti alpini.

Sempre piu’ spesso si vedono, in estate, fiumi e torrenti in secca. Le cause sono da imputare ai prelievi per l’agricoltura, per la produzione idroelettica e solo  in piccola parte alla carenza di precipitazioni.

Foto estrapolata dalla presentazione TAM  in merito al Convegno “ENERGIA DALL’ACQUA IN MONTAGNA: COSTI E BENEFICI”. Qui il link e qui il post dove ne avevamo già parlato.

Non sempre vengono rispettate le leggi che prescrivono il rilascio di un certo quantitativo d’acqua (D.M.V.) a valle delle derivazioni irrigue o idroelettriche.

Per Deflusso Minimo Vitale (D.M.V.) s’intende “quel quantitativo d’acqua rilasciata da una qualsiasi opera di captazione sull’asta di un lago, fiume, torrente, o qualsiasi corso d’acqua, in grado di garantirne la naturale integrità ecologica, seppure con popolazione ridotta, con particolare riferimento alla tutela della vita acquatica” (definizione presa da wikipedia).

Vedendo un corso d’acqua in secca come puo’ continuare ad esserci la vita acquatica? Viene a meno anche l’attività umana come la pesca, la balneazione…

Chi di voi non ha mai provato a riempire la borraccia durante un’escursione, quando il caldo ci chiede di idratarci ma la scorta d’acqua nello zaino è finita? Per poi trovare un immenso piacere per esserci dissetati grazie a quell’oro bianco che cade dal cielo e poi lungo i pendii delle montagne?

E cosa dire quando osserviamo l’acqua ed i suoi giochi e magari, accaldati dopo un lungo cammino, provare sollievo mettendo i “piedi a mollo”? E quando notiamo divertirsi dei bambini vicino ad una fontana o ad una pozza d’acqua?

Partecipando a questa iniziativa, chiunque (cittadino o associazione) puo’ segnalare i casi di sfruttamento intensivo o mancato rilascio dell’acqua che avvengono nelle regioni alpine italiane.  Le schede raccolte (comprensive di foto) verranno raggruppate in un dossier e trasmesse alle autorità competenti per sensibilizzarle ad un maggiore controllo e tutela  della nostra risorsa acqua.

Per maggiori informazioni qui il link: www.legambientepiemonte.it/fiumiinsecca.html

Tale progetto rientra nella campagna Carovana delle Alpi giunta alla sua undicesima edizione. La stessa che assegna le Bandiere: Bandiera verde (per le buone pratiche ambientali, sociali, culturali legati alla montagna) e Bandiera nera (per le cattive pratiche che minacciano seriamente le località montane).  La Regione Piemonte ha conseguito la  Bandiera nera anche per:

FIUMI La mancanza di linee guida per la realizzazione di nuovi impianti idroelettrici mette a rischio i fiumi alpini, già ora in sofferenza per il mancato rispetto del Deflusso Minimo Vitale e minacciati dalle centinaia di progetti per la realizzazione di nuovi impianti.

Se ne parla su questo link: www.legambientepiemonte.it/doc/Dossier%20Bandiere%202012.pdf 

(pagina 9 del dossier bandiere 2012).

Parlando di fiumi senz’acqua, e di danni ambientali, non posso fare a meno di pensare a Chialamberto ed ai progetti delle centrali idroelettriche della Clear Energy sul rio Paglia ed sul torrente Vassola e quello della Brulli Produzione sempre sul rio Vassola. Ne avevo parlato qui.

Verranno portati avanti i progetti proposti dai due proponenti o vincerà il migliore? Entrerà anche qui il “gioco” della concorrenza? Entrambi sono stati assoggettati alla procedura di Valutazione Impatto Ambientale.

Io mi auguro che il buon senso e la tutela dell’ambiente prevarranno nelle scelte assennate delle autorità competenti.

11 pensieri riguardo “Ci siamo seccati

  1. Per quel che ho visto anche sopra i 2000 non si sta troppo bene, almeno sino a 12 giorni fa (e sino a domenica sono in castigo). Alcuni nevai sono ridotti all’osso. Stanno meglio gli svizzeri, ma quelli le dighe le aprono quando traboccano, magari provocando danni immani.

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    1. E si’ popof non siamo messi bene. Stiamo divorando il pianeta Terra…..ovunque ti giri senti notizie infauste.
      Ma stamane mi sono rincuorata: ad una stazione del Bike sharing http://www.tobike.it/ era rimasta una sola bici. Ed un giovane ragazzo ha rinunciato alla bicicletta per lasciarla a me.

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  2. Vedere i torrenti in secca in montagna è davvero molto triste.

    Quando ero bambino credevo che i torrenti non si prosciugassero mai, così come credevo che esistessero nevai perenni, come mi dicevano a scuola.

    Quella parola, “perenne”, mi trasmetteva un senso di eternità misto a profonda certezza.

    C’era qualcosa, nel nostro mondo tangibile, che era eterno.

    Come l’acqua che scorre dalle montagne.

    Non è così, e la desolante estate dell’anno 2003 lo ha dimostrato con disinvolta eloquenza mostrandoci che torrenti visti sempre carichi d’acqua improvvisamente ne risultavano completamente privi.

    E’ stato terribile, come sentire dentro di te che qualcosa muore.

    Perché siamo soprattutto costituiti d’acqua.

    Come si fa a pensare di non vederla scorrere più intorno a te?

    Come è possibile immaginere un paesaggio senza acqua?

    Non esitiamo a testimoniare queste cose utilizzando la scheda apposita per segnalare un fiume senz’acqua: http://www.legambientepiemonte.it/fiumiinsecca.html

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    1. Sono d’accordo anche io, Beppeley.
      L’unica cosa che possiamo fare e’ tenere gli occhi aperti e segnalare, denunciare un fiume senz’ acqua usando l’apposita scheda che abbiamo entrambi citato ed inviarla a Legambiente.

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  3. Il progetto del a diga di Combanera potrebbe ‘mettere in secca’ la Stura, da Lanzo in giù, lasciando un deflusso minimo vitale (da progetto) a circa un terzo del flusso attuale, convogliando l’acqua verso la centrale di Pralungo, il bacino di potabilizzazione e da lì alle tubature del torinese. E’ un progetto vecchiotto (1969) ma in cima alle priorità del piano di tutela delle acque della Regione Piemonte.
    Non da ultimo, c’è da considerare che i lavori della TAV si dice taglino molte delle falde acquifere e che ci sarà bisogno di nuova acqua per Torino.

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    1. Benvenuto e grazie per il tuo commento.

      Confermo che l’invaso di Combanera (Valle di Viu’) e’ una delle cinque priorità “ripescate” dal governatore Cota e dall’assessore all’ambiente Ravello. E’ una notizia proprio di oggi, come riporta l’Anonimo (h.10:17) sotto il mio commento.

      La TAV e’ un’opera faraonica, e al di là che sia utile o meno, girano tanti, tanti, tanti Euro…..

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  4. L’idea di Cota:

    Molti invasi in Piemonte, già progettati, sono rimasti sulla carta Invasi da costruire, altri da rimettere in funzione. Interventi diversi, un obiettivo: dare una risposta, strutturale e non episodica, alla siccità che devasta sempre più spesso intere aree del Piemonte (e dell’Italia). Attualmente è il Canavese, ma non solo, a trovarsi nel mirino. Parola di Roberto Cota, deciso ad affrontare un problema che, per la sua attualità, si è ritagliato uno spazio anche all’interno della giunta politica convocata sul Lago d’Orta. «Questione prioritaria – ha ribadito ieri a margine dei lavori del Consiglio -, oggetto di un piano pluriennale di interventi volto a soddisfare le esigenze dei territori». In sostanza, si tratta di dare attuazione a un capitolo importante del Piano di tutela delle acque approvato nella precedente legislatura. Cinque gli invasi considerati strategici da Cota e da Roberto Ravello, assessore all’Ambiente: quello in Valle Sessera, provincia di Biella, inserito nel Piano irriguo nazionale e finanziato in parte dal Ministero dell’Agricoltura (è il progetto in fase più avanzata); gli invasi in prossimità dei torrenti Moiola e Maira-Stroppo, antrambi nel Cunnese; la diga di Combanera, già progettata ma rimasta sulla carta. Non ultimo, il bacino sul torrente Molare, nell’Alessandrino: in questo caso non si tratta di costruire un invaso nuovo ma di rimettere in funzione quello costruito nel 1955 e poi interrato. Obiettivi ambiziosi, considerata la carenza di risorse pubbliche e le puntuali contestazioni degli ambientalisti. Problemi non irrisolvibili, secondo il governatore: «Al primo si pone mano rivedendo i piani tariffari; il secondo si affronta con un’opera di sensibilizzazione sul territorio». Ne conviene Ravello, che snocciola cifre utili a dimensionare la questione: «Gli afflussi idrici in Piemonte, in primis quelli dovuti alle precipitazioni, sono pari a 25 miliardi di metri cubi ogni anno. Di questi, 6 miliardi sono utilizzati dall’agricoltura, mezzo miliardo ad uso civile e un altro mezzo miliardo a scopo industriale. In compenso, il deflusso idrico, vale a dire l’acqua immessa dai vari torrenti nel Po e da questo trasportata in altre regioni, raggiunge 12,7 miliardi di metri cubi». Par farla breve, spiega l’assessore, «l’acqua è un bene prezioso che in Piemonte non manca»: «Ma si tratta di una risorsa sempre meno regolare». «Per questo i bacini di accumulo sono indispensabili aggiunge Ravello -: perchè garantiscono continuità ai consumi. Non ultimo, sono progettati ad uso plurimo, quindi non vanno a vantaggio di una sola categoria, e producono energia idroelettrica. Una leva importante per garantirne il finanziamento».

    L’articolo della Stampa e qui:

    Fai clic per accedere a articolo.asp

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    1. Non sono un tecnico, ma leggendo mi sembra di avere capito che principalmente i nostri fiumi sono malati o prosciugati perchè non si controlla il “deflusso minimo vitale”.
      I misuratori di portata dovrebbero essere installati dove ci sono le prese d’acqua proprio per verificare quanta acqua viene prelevata.
      Ci sono le leggi ma quel che manca e’ il controllo….

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