La cordata umana che ha unito Torino con Susa

Con estrema gentilezza, l’amico Lodovico Marchisio mi ha trasmesso la relazione in merito Sentiero Umano che ha unito Torino con Susa venerdì scorso, il “giorno della fine del mondo (21-12-2012)”, e che volentieri pubblico qui, visto che ne avevo accennato (qui il post).

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La cordata umana che ha unito per tre minuti dalle 12,21 alle 12,24 Torino con Susa venerdì 21 dicembre è partita (idealmente perché la gente non si è mossa dal punto in cui era stata dislocata) da piazza Castello a Torino, percorrendo via Po, via Cernaia, incanalandosi poi su corso Francia sino a raggiungere tutte le località della bassa val di Susa ed arrivare nel cuore di Susa transitando per tutti i paesini della valle. Sono stati uniti circa 53 km di catena umana ideata da Michelangelo Pistoletto, artista, pittore e scultore italiano, animatore e protagonista della corrente dell’arte povera, che ha espresso la sua idea con queste significative parole:

L’umanità ha vissuto due paradisi, il primo in cui era totalmente compresa nella natura, il secondo in cui si è espansa in un proprio mondo artificiale cresciuto fino a confliggere con il pianeta naturale. È venuto il momento di dare inizio al Terzo Paradiso nel quale l’umanità riuscirà a conciliare e coniugare l’artificio con la natura, creando un nuovo equilibrio esteso a ogni livello e ambito della società. Un passaggio evolutivo nel quale l’intelligenza umana trovi i modi per convivere con l’intelligenza della natura”.

Circa cinquantamila persone si sono date quindi la mano per tre minuti sino a formare un cordone e simboleggiare così il “rebirth day”, il giorno della rinascita. Un avvenimento laico (ma non solo) che interpreta la profezia dei maya sulla fine del mondo non come fine ma come momento di rinascita. Alla catena umana di cinquanta chilometri hanno aderito dipendenti comunali, politici, poliziotti, artisti, diverse scuole con bambini schierati, molti attivisti No Tav, ma anche gente che non desiderava altro che esprimere il bisogno di unirsi per un attimo idealmente ad altre persone. L’iniziativa è stata promossa qualche mese fa raccogliendo le adesioni online. “Un inno alla vita e alla solidarietà passando per l’arte”, questo lo slogan dei promotori dell’evento. Da neo residente ad Avigliana ho vissuto il mio momento lungo la statale 25 nei pressi della stazione ferroviaria. Quello che più mi ha colpito di quest’evento è il fatto di aver casualmente preso per mano una free-climber, alpinista come me, che avevo casualmente incontrato durante una conferenza con mia figlia, campionessa di arrampicata sportiva, ma che non ho ovviamente riconosciuto nel momento in cui le nostre mani si sono idealmente e fortuitamente unite, segno sempre più evidente che non ci si rincontra mai per caso. L’altra mano è stata unita per tre minuti con un’animalista convinta, segno ancora più tangibile che il caso ha voluto in modo eclatante accostarmi due persone che fanno parte dei miei ideali più profondi. Perché proprio loro? Visto che non ci eravamo dati appuntamento, potevo casualmente porgere la mano ad uno sconosciuto che non mi avrebbe fornito la sua identità. Per il resto rimane da dire che fuori dai paesi per quanto ho costatato da Avigliana verso Sant’Ambrogio vi erano alcune zone vuote, ma era infatti impensabile di riuscire davvero a coprire un territorio così vasto fuori dalle aree urbane che sono state invece tutte ampiamente affollate e presenti all’interessante appuntamento in cui ognuno di noi, per motivazioni diverse, ha voluto essere comunque solidale per esprimere la volontà insita in questo gesto che sta a significare come l’umanità abbia sempre più bisogno di sentirsi unita ad un altro essere umano per non perdersi nel mare di indifferenza che regna al di fuori da questi momenti di acclamata unione.

Lodovico Marchisio

http://sentieroumano.it/

3 pensieri riguardo “La cordata umana che ha unito Torino con Susa

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